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Finalmente dopo diverse settimane di attesa anche quest’anno la nocciola ha un suo prezzo di riferimento. Ieri pomeriggio durante la riunione della Commissione per la rilevazione del prezzo della Nocciola Piemonte della Camera di Commercio di Alessandria – Asti sono state comunicate le quotazioni della Tonda e Gentile relative all’annata 2023 che sono le seguenti:

–          Tonda e Gentile Trilobata: 7,60 euro al punto resa

–          Nocciola Piemonte IGP: 7,80 euro al punto resa

Possiamo ritenerci moderatamente soddisfatti della quotazione emessa – afferma Enrico Masenga, coordinatore del settore tecnico della Confagricoltura di Asti nonché componente della commissione camerale, insieme a Cristina Bello, presidente della sezione corilicola della Confagricoltura di Asti. “Quest’anno abbiamo purtroppo assistito a diversi eventi atmosferici nefasti che si sono abbattuti sui noccioleti, come la siccità, il vento forte e la grandine, che hanno causato una drastica riduzione della quantità di nocciole su tutto il territorio provinciale. In base a questo si presume che i prezzi tendano ad aumentare nelle settimane e nei mesi successivi anche in virtù del fatto che la qualità del prodotto è rimasta immutata”. “Se gli standard qualitativi sono rimasti molto alti il merito va attribuito in primis alle aziende agricole e al loro impegno soprattutto nell’ambito della lotta contro i parassiti che colpiscono questa coltura“, gli fa eco Cristina Bello.

Dalle prime quotazioni il mercato di Asti e Alessandria si è rivelato un po’ più premiante di quello di Cuneo in quanto caratterizzato da scambi verso una realtà di trasformazione più variegata, più attenta alla qualità e al territorio”, afferma il direttore della Confagricoltura di Asti Mariagrazia Baravalle. “Ci auguriamo che il prezzo possa ancora crescere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi – conclude il direttore dell’Organizzazione agricola astigiana – per sopperire agli elevati costi di gestione aziendale che i nostri produttori sono stati costretti ad affrontare negli ultimi anni

 

Ancora una fiera senza prezzo: dopo lo scorso anno anche l’edizione 2023 della Fiera della Nocciola di Castagnole Lanze, giunta alla 164° edizione, ha lasciato tutti a “bocca asciutta”. Con la raccolta ancora in corso in quasi tutto il territorio astigiano e quindi con una produzione ancora da quantificare, è stato impossibile esprimere al momento un’indicazione relativa alla quotazione del prodotto. A rendere tutto ancora più incerto anche i fenomeni atmosferici avversi degli ultimi due mesi che hanno influito notevolmente sull’andamento della produzione.
Ma se la produzione quest’anno ha subito una battuta d’arresto rispetto alla scorsa annata, rimane ad alti livelli l’aspetto qualitativo. “Merito in primis dell’impegno profuso dalle aziende agricole – afferma Enrico Masenga, coordinatore del settore tecnico della Confagricoltura di Asti, tra i relatori del tavolo pubblico di confronto del settore corilicolo che ha avuto luogo questa mattina a Castagnole Lanze – che hanno svolto diligentemente negli anni tutti i trattamenti fitosanitari adeguati per ridurre la presenza del parassita. Inoltre il nocciolo è tra le colture più resilienti ai repentini cambiamenti climatici e quindi anche quest’anno la qualità è stata preservata”.
La Confagricoltura di Asti punta l’attenzione su ricerca e assistenza tecnica: “per aumentare la qualità del prodotto, garantendo automaticamente un prezzo più remunerativo per l’intera filiera – dichiara Masenga – è necessario intensificare l’assistenza tecnica e investire maggiormente nella ricerca, studiando impianti di microirrigazione che permettano di far fronte all’instabilità causata dalle condizioni meteo”.
La Confagricoltura di Asti ha inoltre chiesto alla Regione Piemonte – rappresentata questa mattina dal presidente Alberto Cirio, dal vicepresidente Fabio Carosso e dall’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa – l’istituzione di bandi appositi finalizzati al sostegno dell’attività corilicola.
Per quanto riguarda il capitolo prezzo, “non siamo ancora in grado di fornire indicazioni di prezzo – conclude Masenga – in quanto la raccolta è ancora in corso e dobbiamo ancora stabilire il deficit produttivo rispetto allo scorso anno”.

 

Alcune foto del tavolo pubblico di confronto che ha avuto luogo stamattina a Castagnole Lanze

 

La campagna produttiva delle nocciole di quest’anno è stata fortemente condizionata dall’andamento climatico anomalo, caratterizzato da siccità prolungata e alte temperature. Nonostante questo, in Italia, le quantità raccolte mostrano un diffuso e sensibile incremento, specialmente rispetto all’anno scorso quando le produzioni erano state danneggiate dalle gelate precoci.
In Piemonte la scarsità di acqua dell’estate scorsa ha provocato un’intensa cascola dei frutti e ha prodotto calibri al di sotto della norma in alcune zone più che in altre. I risultati della campagna 2022 sono stati quindi molto differenti da zona a zona portando a una situazione a macchia di leopardo.
Ai problemi agronomici si aggiungono poi quelli dati dal continuo incremento dei costi di produzione, dagli attacchi parassitari, fino alla continua riduzione di molecole disponibili per la difesa fitosanitaria, accentuata dalle politiche europee in materia di uso sostenibile dei fitofarmaci. Tutti questi fattori stanno intaccando in modo preoccupante la marginalità economica delle imprese corilicole.
Anche i prezzi di vendita sono in calo, 280 – 320 euro al quintale con una diminuzione tra il 18 e il 23% su base annua, nonostante la qualità delle nocciole sia in generale buona e la produzione, rispetto all’annata 2021-2022, in aumento.
Occorre quindi, anche con interventi più incisivi da parte dell’ente pubblico, mettere in atto tutte le possibili strategie per contenere i costi all’origine, contrastare i cambiamenti climatici, lavorare per una maggiore aggregazione tra produttori e promuovere la nocciola Made in Italy e i suoi benefici nutrizionali.

Dopo una campagna 2021-2022 da dimenticare, in cui la produzione, a causa delle gelate, ha toccato uno dei peggiori livelli degli ultimi anni, quest’anno le quantità raccolte di nocciole mostrano un deciso incremento per gran parte delle regioni italiane.
E’ quanto emerso nell’incontro annuale UE-Turchia sulle nocciole a cui Confagricoltura e CIA hanno partecipato attivamente illustrando l’andamento del comparto nazionale.
Le previsioni 2022-2023 fanno ben sperare, con una produzione che potrebbe raggiungere circa 87 mila tonnellate, dato comunque sempre al di sotto della media nazionale. Anche quella in corso è una campagna fortemente condizionata dall’anomalo andamento climatico, caratterizzato da siccità prolungata e alte temperature.
Non mancano tuttavia i problemi – ha evidenziato nell’intervento Gianluca Griseri, rappresentante di Confagricoltura al Tavolo nocciolo del Mipaaf – dal continuo incremento dei costi di produzione agli attacchi parassitari, alla continua riduzione di molecole disponibili per la difesa fitosanitaria, fino ad arrivare alla fortissima preoccupazione delle imprese per la proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei fitofarmaci, meglio nota come SUR. Tutti fattori che stanno intaccando in modo preoccupante la marginalità economica delle imprese corilicole”.
La redditività delle imprese ci tiene particolarmente in allerta – aggiunge Francesco Castelluccio, responsabile settore Ortofrutta e Olivicoltura Cia – nonostante la qualità delle nocciole sia in generale buona, resistendo alle calamità naturali, e la produzione rispetto all’annata 2021-2022 sia in aumento, i prezzi di vendita sono purtroppo in calo, con un crollo tra il 18 e il 23% su base annua. Serve contenere i prezzi all’origine, contrastare i cambiamenti climatici, lavorare per una maggiore aggregazione tra produttori e promuovere la nocciola Made in Italy e i suoi benefici nutrizionali“.
Assolutamente concordi sulle posizioni espresse da Confagricoltura e CIA anche le delegazioni di Spagna e Francia.

Finalmente anche le nocciole astigiane hanno un prezzo. Dopo un lungo periodo di stallo durato oltre un mese e mezzo, nella giornata di martedì 18 ottobre, la Commissione per la rilevazione del prezzo della Nocciola Piemonte della Camera di Commercio Alessandria – Asti, di cui fa parte anche la Confagricoltura di Asti, ha stabilito una quotazione per la Tonda e Gentile in riferimento all’annata 2022.

I prezzi che sono stati fissati in seguito al consiglio camerale svoltosi ieri sono i seguenti:

  • Nocciola Tonda e Gentile = 7,00 euro + IVA al punto resa
  • Nocciola Tonda e Gentile CON CERTIFICAZIONE IGP = 7,30 euro + IVA al punto resa

La Camera di Commercio di Alessandria – Asti ha inoltre rilevato le quotazioni delle nocciole che vengono coltivate con metodo biologico. I prezzi sono i seguenti:

  • Nocciola Tonda e Gentile biologica = 7,50 euro + IVA al punto resa
  • Nocciola Tonda e Gentile biologica CON CERTIFICAZIONE IGP = 8,15 euro + IVA al punto resa.

 

L’organizzazione agricola astigiana, rappresentata dal coordinatore del settore tecnico Enrico Masenga e dalla presidente della sezione corilicola Cristina Bello (membri della commissione camerale), già nel mese di agosto durante la fiera della nocciola, di Castagnole Lanze e nelle settimane successive aveva chiesto un aumento del prezzo,  a fronte del sostanzioso incremento dei costi di produzione che gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare durante questa annata, ma non si era mai giunti ad un accordo con  la parte industriale, fino alla svolta di martedì.

Seppur il prezzo non sia ancora completamente remunerativo per i produttori corilicoli, questo accordo è importante in quanto permette uno sblocco delle transazioni commerciali tra parte agricola e parte industriale”, affermano Cristina Bello ed Enrico Masenga.

Siamo soddisfatti per la definizione del prezzo. Ci auguriamo tuttavia che quest’ultimo aumenti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi – dichiara Mariagrazia Baravalle, direttore della Confagricoltura di Astiper sopperire ai grandi costi che i produttori hanno dovuto affrontare quest’anno: energia, concimi, fertilizzanti, gasolio agricolo, ecc. Tutti costi vivi che hanno subito una vertiginosa impennata. Le nostre aziende, oltre ai costi esorbitanti, sono state costrette a fronteggiare condizioni atmosferiche avverse come la siccità. Tutto questo non ha frenato l’ottima produzione riscontrata sia in termini qualitativi che in termini quantitativi. E’ doveroso che i loro sforzi vengano ulteriormente premiati”.