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È stato firmato dal Ministro Patuanelli il decreto che disciplina i criteri per la concessione del Fondo che concede sostegni alla filiera suinicola, colpita dalle conseguenze della diffusione della Peste suina africana (Psa).
Il decreto, con una dotazione di 25 milioni di euro, è finalizzato a sostenere le imprese della filiera suinicola che hanno subito danni per l’applicazione di misure di prevenzione, eradicazione e contenimento dell’epidemia di Psa e il blocco delle esportazioni dei prodotti trasformati, a partire dal 13 gennaio 2022 sino al 30 giugno 2022 e che siano ubicate in comuni assoggettati a restrizioni sanitarie. Il 60% delle risorse è destinato alle aziende della produzione agricola e il 40% alle imprese del settore della macellazione e della trasformazione.
In particolare possono beneficiare del sostegno le piccole e medie imprese della produzione primaria e le imprese dei settori della macellazione e trasformazione di carni suine, colpite dalle restrizioni sulla movimentazione degli animali e sulla commercializzazione dei prodotti derivati, ubicate nei comuni assoggettati a restrizioni sanitarie indicati nel decreto, a cui si aggiungono quelle che nel 2021 hanno utilizzato suini o carni suine provenienti dalle Regioni interessate dal provvedimento oppure hanno esportato carni suine o prodotti trasformati in Paesi extraeuropei nei quali è risultato impossibile esportare totalmente o parzialmente i salumi dall’Italia nel periodo in esame.

La filiera vitivinicola con una lettera indirizzata al Commissario Europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni e al Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli sottolinea in toni preoccupati come la strategia “Farm to Fork” e le pressioni esercitate dalla Direzione Generale Salute di Bruxelles potrebbero condizionare le prossime politiche di promozione comunitaria introducendo forti discriminazioni per il settore del vino.
Ci risulta – cita la lettera sottoscritta da Confagricoltura, ACI – Alleanza delle Cooperative italiane, Assoenologi, Cia, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini – che il documento di lavoro per la prossima annualità potrebbe prevedere un’ulteriore penalizzazione per i prodotti a Indicazione geografica (Dop/Igp) e al contempo stia valutando l’esclusione dai programmi promozionali di alcuni prodotti particolarmente sensibili per la produzione agroalimentare italiana, come il vino e le carni. Pur condividendo – prosegue il testo inviato dalla Filiera – l’importanza della promozione dei prodotti biologici per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, riteniamo fondamentale sottolineare che l’agricoltura biologica non rappresenta l’unica pratica agricola idonea ai predetti scopi e che nel settore vitivinicolo le IG contribuiscono notevolmente agli obiettivi prefissati dalla strategia Farm to Fork”.
L’attenzione della filiera è ora rivolta al prossimo Comitato dell’Organizzazione comune dei mercati agricoli (Ocm) in programma il 15 giugno prossimo, quando la Commissione sarà chiamata ad adottare il futuro programma annuale di promozione. Inoltre, in sede di riforma della politica di promozione e chiede che nessun settore o prodotto specifico venga discriminato nella nuova riforma – né direttamente, né indirettamente – tramite la previsione di criteri di selezione che si rivelerebbero penalizzanti per le eccellenze del Made in Italy.

Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ha scritto al Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, esprimendo preoccupazione per l’approvazione della decisione della Commissione Europea relativa al programma di lavoro 2022 sulla promozione dei prodotti agricoli, facendo particolare riferimento al settore vitivinicolo.
Nell’ambito dei criteri per la valutazione dei progetti di promozione, è stato inserito – si legge nella missiva – l’allineamento con gli obiettivi di alcune recenti comunicazioni della Commissione, tra cui il Piano europeo della lotta ai tumori, che è una semplice comunicazione e non ancora declinata a livello legislativo.
Il Parlamento europeo, nella sua relazione del Piano che dovrà essere votata dall’Assemblea Plenaria, non fa distinzione tra consumo moderato di alcool e abuso in merito alle conseguenze sulla salute, e specifica che non esiste una soglia minima al di sotto della quale il consumo sia sicuro.
Questa tesi, a parere di Agrinsieme, appare poco equilibrata e potrebbe disorientare i consumatori, poiché metterebbe in discussione il consumo di vino, oltre che l’abuso. Senza considerare poi il danno di immagine per un comparto determinante dell’economia italiana, quello vitivinicolo, che dà lavoro ad oltre un milione di addetti.
Agrinsieme segnala preoccupazioni sul futuro del comparto: sembra infatti che la Commissione Europea abbia promosso uno studio per mappare le misure fiscali e le politiche dei prezzi applicate alle bevande alcoliche – vini inclusi – con l’obiettivo di una revisione sistematica delle politiche dei prezzi, delle misure fiscali e dei sostegni nazionali applicati all’alcool nei Paesi dell’Unione.
Per Agrinsieme si tratta di un’iniziativa che potrebbe avere pesanti conseguenze sull’intero settore, pertanto ha chiesto un incontro urgente con il Ministro Patuanelli per esporre alcune proposte per la difesa del comparto vitivinicolo, nel quadro di una complessiva tutela del made in Italy agroalimentare.

Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ha scritto al Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, esprimendo viva preoccupazione per l’approvazione della Decisione della Commissione Europea relativa al programma di lavoro 2022 sulla promozione dei prodotti agricoli, facendo particolare riferimento al settore vitivinicolo.
Nell’ambito dei criteri per la valutazione dei progetti di promozione, è stato inserito – prosegue la missiva – l’allineamento con gli obiettivi di alcune recenti comunicazioni della Commissione, tra cui il Piano europeo della lotta ai tumori, che è una semplice comunicazione e non ancora declinata a livello legislativo.
Il Parlamento europeo, nella sua relazione del Piano che dovrà essere votata dall’Assemblea Plenaria, non fa distinzione tra consumo moderato di alcool e abuso in merito alle conseguenze sulla salute, e specifica che non esiste una soglia minima al di sotto della quale il consumo sia sicuro.
Questa tesi, a parere di Agrinsieme, appare poco equilibrata e potrebbe disorientare i consumatori, poiché metterebbe in discussione il consumo di vino, oltre che l’abuso. Senza considerare poi il danno di immagine per un comparto determinante dell’economia italiana, quello vitivinicolo, che dà lavoro ad oltre un milione di addetti.
Il Coordinamento segnala preoccupazioni sul futuro del comparto: sembra infatti che la Commissione Europea abbia promosso uno studio per mappare le misure fiscali e le politiche dei prezzi applicate alle bevande alcoliche – vini inclusi – con l’obiettivo di una revisione sistematica delle politiche dei prezzi, delle misure fiscali e dei sostegni nazionali applicati all’alcool nei Paesi dell’Unione.
Per Agrinsieme si tratta di un’iniziativa che potrebbe avere pesanti conseguenze sull’intero settore, pertanto ha chiesto un incontro urgente con il Ministro Patuanelli per esporre alcune proposte per la difesa del comparto vitivinicolo, nel quadro di una complessiva tutela del made in Italy agroalimentare.

Piena solidarietà al Ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli e ferma condanna alle gravi minacce ricevute da estremisti No Vax, è stata espressa dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
Il mondo agricolo, rappresentato dal suo ministro, non si è mai fermato nell’emergenza sanitaria – ha affermato Giansanti – le imprese agricole hanno provveduto a fornire cibo e materie prime per l’agroindustria anche nei momenti più difficili e nel lockdown, superando tutte le difficoltà, mettendosi pienamente al servizio della collettività. Colpire chi rappresenta l’agricoltura nelle Istituzioni, intende anche sconfessare quanto, con tanti sacrifici, gli agricoltori hanno fatto e stanno facendo, per la tenuta socioeconomica del Paese. Per questo quanto accaduto ci amareggia doppiamente”.
Confagricoltura – ha osservato il suo presidente – si è sempre schierata dalla parte della scienza. Al di là dei vaccini, la verità è che nel nostro Paese non si è mai riuscito a fare un serio confronto sui temi scientifici. Troppo spesso abbiamo assistito a ‘guerre fideiste’, alla prevaricazione laddove si argomentava in modo scientifico. La vicenda accaduta al Ministro Patuanelli viene da lontano, ed è figlia di un modo di agire intollerante e prepotente, di minoranze indubbiamente, che però non deve frenare il progresso, la tutela della salute, il bene collettivo”.
Ministro sappi che gli imprenditori agricoli sono al tuo fianco”, ha concluso Massimiliano Giansanti. “Siamo consapevoli che, sui vaccini, dalla dialettica delle idee, si è passati all’intolleranza e poi allo scontro; però deprecabili episodi come questo hanno l’effetto opposto di quello che si aspettano gli agitatori di professione. Non destabilizzano le istituzioni ma le rafforzano”.