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Una sintesi equilibrata tra le diverse esigenze di cui tener conto, viste le nostre riserve, espresse da tempo, sulla nuova PAC”. E’ la prima valutazione della Giunta di Confagricoltura riunitasi a Palazzo della Valle a proposito delle anticipazioni fornite oggi alle competenti Commissioni parlamentari dal Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli sul Piano Strategico Nazionale per la nuova PAC, che dovrà essere inviato nei prossimi giorni alla Commissione Europea.
Ci riserviamo un commento definitivo quando saranno noti tutti i dettagli, compresi quelli relativi ai programmi per lo Sviluppo Rurale”. “Il Ministro Patuanelli – aggiunge il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantiè stato chiamato a giocare una partita particolarmente difficile, visto il taglio delle risorse finanziarie che saranno a disposizione nei prossimi anni”.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha incontrato venerdì 16 luglio, al castello di Grinzane Cavour, il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. Al rappresentante del Governo, il presidente Allasia, insieme a una delegazione di dirigenti di Confagricoltura Piemonte, ha illustrato le potenzialità dell’economia agricola piemontese, che ha saputo resistere con grande vigore alla pandemia e che in questi giorni sta nuovamente soffrendo per le violente ondate di grandine e vento forte che si sono aggiunte al gelo primaverile. “Al Ministro abbiamo chiesto un impegno straordinario per assicurare ristori efficaci alle aziende colpite dal maltempo che quest’anno ridurrà drasticamente le produzioni di vite, frutta e cereali e un’azione urgente per la revisione del sistema delle assicurazioni agricole“. “Inoltre – ha aggiunto Allasia – abbiamo chiesto interventi urgenti per il contrasto alla proliferazione dei selvatici e, più in generale, iniziative coordinate con le regioni per una pronta attuazione della riforma della politica agricola comunitaria”.
La superficie agricola utilizzata del Piemonte – ricorda Confagricoltura – supera i 960.000 ettari: il 56% è costituito da seminativi, il 34% da foraggere permanenti, mentre i fruttiferi e la vite rappresentano circa il 10% della superficie coltivata complessiva.
Al Ministro Patuanelli – ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Piemonteabbiamo ricordato che l’agricoltura piemontese è pronta a fare la propria parte nel contesto economico nazionale, sia per quanto riguarda la produzione di cibo, che rimane la nostra attività principale, sia per sviluppare azioni utili a contrastare il cambiamento climatico, impegno al quale siamo tutti chiamati per un futuro migliore”.

La Filiera vitivinicola (ACI – Alleanza delle Cooperative italiane, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini) ha inviato una lettera al Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. L’oggetto, in occasione del ciclo di negoziati del trilogo, al via oggi, sulla riforma della Politica agricola comune e in particolare del Regolamento Ocm 1308/1013, è la posizione della Filiera rispetto al tema dei vini dealcolati. Le organizzazioni italiane ritengono sia importante mettere in campo ogni azione possibile per assicurare che la futura regolamentazione europea sia in linea con le aspettative del settore vitivinicolo, preservandone gli elementi di qualità e competitività.
In questo senso, cita la lettera, la filiera chiede che questi prodotti, pur inquadrati nell’ambito del Regolamento Ocm, siano classificati come nuove categorie e non come termini che accompagnino le categorie esistenti, indicazione questa già espressa dal Parlamento Europeo. L’obiettivo è segnare una demarcazione più netta tra le nuove categorie e gli altri prodotti vitivinicoli, che consentirebbe peraltro di indirizzare più agevolmente i fondi del Piano nazionale di sostegno verso i prodotti non dealcolati.
Una precisazione è inoltre richiesta in merito al passaggio del testo in discussione e relativo alla restituzione dell’acqua persa durante il processo di dealcolazione: in questo caso – cita il testo inviato al ministro – serve confermare espressamente nel Regolamento 1308/2013 e non nell’atto delegato, che l’eventuale reintegro dell’acqua durante le operazioni di dealcolazione riguarda esclusivamente quella endogena, ovvero quella persa durante tale processo. Le organizzazioni esprimono poi ferma contrarietà rispetto alla possibilità di utilizzare le categorie dei vini “dealcolati” e “parzialmente dealcolati” per i vini a denominazione di origine protetta e a indicazione geografica protetta: il prodotto che ne deriva non ha i requisiti oggi richiesti ad una DOP o IGP, rischiando di penalizzare queste ultime nella percezione del consumatore.
Infine, la Filiera ritiene che, pur concordando con la proposta delle istituzioni europee di armonizzare le definizioni dei prodotti a basso tenore alcolico nell’ambito della riforma della Pac e l’esigenza di mantenere queste categorie nell’ambito del Regolamento Ocm, i prodotti totalmente dealcolati avrebbero dovuto contemplare il termine “bevanda” in luogo di vino.

Grazie al ministro Patuanelli per aver portato ufficialmente all’attenzione delle istituzioni europee, con la richiesta di interventi straordinari dell’Unione, la gravità dei danni provocati dalle recenti gelate notturne, in particolare a carico dei vigneti e delle produzioni ortofrutticole”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, a proposito dell’iniziativa assunta lunedì nel corso della videoconferenza dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea.
La Commissione – rileva Confagricoltura – si è impegnata a valutare la situazione in vista dell’assunzione di specifici provvedimenti a favore degli Stati membri più colpiti. Tra le richieste che abbiamo già sottoposto al Ministro Patuanelli c’è la proroga della validità delle autorizzazioni per l’impianto e il reimpianto di superfici vitate in scadenza quest’anno. Si tratta di una richiesta assolutamente giustificata dal fatto che le gelate hanno colpito un settore già alle prese con una difficile situazione di mercato determinata dalla pandemia, che ha imposto ripetute chiusure del canale HoReCa nella UE e a livello internazionale. In questo contesto la situazione finanziaria delle imprese non consente di far fronte agli investimenti necessari per gli impianti e i reimpianti dei vigneti.
Nell’immediato – conclude Giansanti – il nostro impegno è rivolto a dare il necessario e rapido sostegno agli agricoltori colpiti dalle gelate. Abbiamo anche avviato la riflessione su un nuovo sistema di prevenzione e gestione delle calamità naturali, in grado di assicurare soluzioni innovative e più efficaci per gli agricoltori di fronte ai cambiamenti climatici”.

Ringraziamo il ministro Patuanelli per aver accolto la nostra richiesta relativa alla mobilitazione di fondi straordinari della UE, per gestire la difficile situazione del settore vitivinicolo”. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti commenta così l’annuncio che la richiesta – promossa dalla Spagna – e sostenuta, oltre che dall’Italia da altri dodici Stati membri, sarà discussa nel corso della sessione del Consiglio Agricoltura della UE in programma il 22 e 23 marzo.
Il settore vitivinicolo è tra i più colpiti dall’impatto economico della pandemia per le ripetute chiusure del canale Ho.Re.Ca. a livello globale”, rileva Giansanti.
I dati disponibili indicano che le giacenze di vini a livello europeo sono sensibilmente aumentate rispetto ai livelli in essere all’inizio dello scorso anno. Secondo le cifre del Ministero delle Politiche Agricole, si attestavano in Italia a gennaio a 61 milioni di ettolitri, il 3,6% in più sullo stesso mese del 2019.
Senza fondi aggiuntivi dell’Unione – sottolinea Giansanti – sarà difficile, per non dire impossibile, varare con risorse adeguate le misure idonee a tonificare il mercato e le quotazioni”.
Ci aspettiamo dalla Commissione Europea – conclude il presidente di Confagricolturauna valutazione sulla situazione dei mercati agricoli in ambito europeo, a seguito degli ulteriori interventi di contenimento resi necessari devoluzione della pandemia”.
Per altri settori produttivi, oltre a quello vitivinicolo, potrebbe risultare necessaria la messa in opera di misure di sostegno come quelle varate lo scorso anno”.