La Commissione UE ha pubblicato il 19 aprile scorso un provvedimento che va a modificare la direttiva nitrati (direttiva 91/676/CEE), in merito all’utilizzo di determinati materiali fertilizzanti derivanti dagli effluenti di allevamento. In particolare, gli Stati membri potranno autorizzare l’uso di fertilizzanti provenienti da effluenti di allevamento sottoposti a trasformazione con un limite di azoto pari a 270 kg per ettaro all’anno, purché siano soddisfatte alcune condizioni di natura tecnica.
Confagricoltura condivide la ratio della modifica presentata: facilitare l’utilizzo dei Renure (Recovered Nitrogen from Manure Products), con le dovute garanzie e condizioni, al fine di recuperare dai reflui degli allevamenti l’azoto, elemento fondamentale per sostenere la fertilità del suolo.
Per la Confederazione, la proposta avanzata dalla Commissione al Consiglio Europea potrebbe essere la strada giusta per andare incontro sia all’obiettivo europeo di riduzione degli input chimici con fertilizzanti a base organica, sia alle necessità del settore primario di ridurre i costi legati ai processi produttivi delle sue imprese.
Più in generale, Confagricoltura valuta positivamente la decisione della Commissione di iniziare a mettere mano ad una direttiva vecchia ormai di 33 anni, ma resta in attesa di una revisione organica del testo. Una revisione che Palazzo della Valle ha inserito tra i dieci punti che compongono il documento consegnato alle istituzioni europee durante l’assemblea straordinaria a Bruxelles del 26 febbraio scorso.

Un settore agricolo competitivo, sostenibile e resiliente rappresenta un interesse strategico fondamentale per l’Unione europea”, si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo straordinario che si è svolto il 17 e 18 aprile, a Bruxelles.
Prendiamo atto con favore della presa di posizione dei capi di Stato e di governo, ma per rilanciare la competitività dell’agricoltura e continuare a garantire la sicurezza alimentare, è indispensabile un cambiamento radicale ed urgente della PAC”, dichiara il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
La produzione, la competitività, la tutela dei redditi degli agricoltori vanno riportate al centro dell’attenzione. Durante la legislatura in scadenza, la maggiore sostenibilità ambientale, l’adattamento al cambiamento climatico, la tutela delle risorse naturali sono state perseguite con l’imposizione di divieti e vincoli all’attività delle imprese e crescenti adempimenti burocratici. Sono, invece, vere e proprie opportunità di crescita e di rafforzamento della produttività delle imprese grazie alla diffusione delle innovazioni tecnologiche”.
Nel rapporto curato da Enrico Letta sul mercato unico presentato al Consiglio europeo, sono stati messi in evidenza i ritardi accumulati dall’Unione nei confronti degli Stati Uniti e della Cina in termini di competitività e produzione delle innovazioni tecnologiche più avanzate.
Nel quadro delle politiche di ingenti aiuti pubblici alle imprese, l’agricoltura non è stata messa da parte”, evidenzia il presidente di Confagricoltura.
La Cina ha avviato un programma di acquisti di terreni agricoli, specialmente in Africa, per la produzione di materie prime agricole destinate ai consumatori cinesi. Sono stati costituiti rilevanti stock pubblici di grano e semi oleosi per la sicurezza alimentare, mentre si punta ad aumentare la produzione interna di cereali di almeno 50 milioni di tonnellate”.
Negli Stati Uniti – prosegue Giansanti – sono stati stanziati 20 miliardi di dollari per incentivare gli investimenti delle imprese a favore della sostenibilità ambientale e per una minore pressione sulle risorse naturali. I primi risultati positivi sono già arrivati. Secondo i dati dell’Ente per la protezione dell’Ambiente, nel 2022, le emissioni di CO2 sono tornate sui livelli in essere nel 2012. Nel 2022 rispetto all’anno precedente, il taglio delle emissioni dell’agricoltura e degli allevamenti è stato il più alto tra tutti i settori produttivi”.
Spetta ora all’Unione europea cambiare decisamente rotta e prospettive”, conclude il presidente di Confagricoltura.

Si è conclusa mercoledì la cinquantaseiesima edizione del Vinitaly, il salone internazionale del vino e delle bevande spiritose che si svolge a Verona dal 1967. Certificato nel Mondo, biologico, prodotto in piccoli volumi, altro prodotto di assoluto pregio per l’Italia, il vino piemontese è stato protagonista in alcuni eventi organizzati da Confagricoltura Cuneo e Torino
Presente anche la delegazione della Confagricoltura di Asti, nella giornata di lunedì 15 aprile, composta dal presidente Gabriele Baldi, il direttore Mariagrazia Baravalle e dalla referente dell’Ufficio Vino Alessia Fusco

Si tratta della vetrina più interessante a livello nazionale per i produttori e per gli estimatori del settore, un grande hub di confronto tra imprenditori, docenti universitari ed esperti del comparto. Anche nel 2024, il Vinitaly di Verona si è confermato il miglior veicolo per promuovere il vino italiano e i tanti primati che i produttori riescono ad ottenere nel Mondo.
Il Piemonte è stato protagonista sia nello spazio allestito dal Consorzio Piemonte Land (di cui fanno parte 14 Consorzi piemontesi), dove si è tenuto il passaggio di consegne da “Erbaluce Vitigno dell’anno 2023” a “Brachetto vitigno dell’anno 2024” e la presentazione del programma di iniziative per la sua valorizzazione, sia nel padiglione di Confagricoltura, dove le Unioni provinciali di Cuneo e Torino hanno condotto due degustazioni di vini, in abbinamento con i prodotti del territorio e di altre Regioni (Lombardia e Toscana).
A margine della manifestazione, il presidente Enrico Allasia si è così espresso: “È innegabile che il settore stia soffrendo poiché, oltre alla flessione dell’export, incide soprattutto il cambio delle abitudini di consumo degli italiani, passate dai 54 litri annui di fine secolo scorso agli attuali 37. Complice la crisi in atto, i consumatori apprezzano vini più leggeri, più freschi. Da evidenziare però che i bianchi strutturati hanno acquisito un pregio analogo a quello dei grandi rossi nella percezione del pubblico e vengono proposti soprattutto nei grandi eventi. Le notevoli giacenze che le cantine italiane stanno gestendo dal post-Covid in poi non accennano a diminuire e per reagire è necessario commercializzare bene il prodotto a disposizione, capitalizzando l’ottima reputazione di cui il vino italiano, insieme a tutto l’agrifood nazionale, gode all’estero”.
Confagricoltura Piemonte, partecipando ai diversi Tavoli tecnici organizzati dall’Assessorato Agricoltura e Cibo, si è fatta portavoce delle richieste delle aziende vitivinicole che si trovano ad affrontare quotidianamente problemi dovuti al cambiamento climatico, per esempio grandinate alternate a forti periodi di siccità e alle fitopatie che ne conseguono, chiedendo di intervenire a loro tutela, con provvedimenti mirati.
Abbiamo evidenziato l’esigenza di ragionare sul medio lungo periodo condividendo i dati strutturali di settore per evitare di rincorrere sempre le emergenze che non consentono alle imprese di investire e innovare. Eventi come il Vinitaly fanno nascere riflessioni e offrono spunti per delineare le strategie di valorizzazione del comparto e del settore primario in generale”, ha concluso Allasia.

Alla kermesse veronese era presente anche la Confagricoltura di Asti, nella giornata di lunedì 15 aprile, composta dal presidente Gabriele Baldi, il direttore Mariagrazia Baravalle e dalla referente dell’Ufficio Vino Alessia Fusco. L’organizzazione agricola astigiana, come ogni anno si reca al Vinitaly per fare visita alle proprie aziende associate presenti durante la fiera

Alcune immmagini

  

La Regione Piemonte informa che, con la Determina Drigenziale n. 251/A1614A del 15/04/2024, è stato aperto il bando per la presentazione delle domande di sostegno e pagamento dell’op. 12.2.1 “Compensazione del mancato reddito e dei costi aggiuntivi da vincoli ambientali nelle aree forestali dei siti Natura 2000” – campagna 2024. Il bando fa parte della vecchia programmazione del PSR 2014/2022.
Per presentare domanda è necessario aver aderito al Bando di pre-adesione e possono essere inserite esclusivamente le superfici forestali ricadenti in Rete Natura 2000 e nelle particelle catastali comunicate nella precedente fase. Inoltre è necessario avere il fascicolo e relativo piano colturale grafico validato in data successiva al 1° gennaio 2024.
Nel caso di piani colturali non ancora generati, CSI informa che è necessario attendere l’ultimazione di alcune lavorazioni volte a superare il problema della sostituzione dei codici fotointerpretativi riservati all’op. 12 con il codice relativo all’arboricoltura da legno. Nel caso di piani colturali grafici già generati, si invitano i gestori dei fascicoli a verificare quali codici siano presenti sulle parcelle. Quando le operazioni saranno ultimate, ne verrà data apposita comunicazione.

Le scadenze per la presentazione delle domande, fatte salve successive scadenze stabilite dallo Stato Italiano in applicazione del Regolamento di esecuzione (UE) n 2021/540, sono le seguenti:

a) domande iniziali: entro le ore 23:59:59 del giorno 15 maggio 2024;

b) domande di modifica; entro le ore 23:59:59 del giorno 31 maggio 2024;

c) domande di revoca parziale o totale: il termine ultimo per la presentazione verrà comunicato successivamente.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande iniziali e di modifica (con penalità eventuale) è il 10 giugno 2024 ore 23.59.59.

Per ulteriori informazioni è possibile cliccare sul seguente link: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/psr-2014-2020/operazione-1221-psr-2014-2022-bando-2024

oppure contattare l’ufficio tecnico di Asti Agricoltura

Lo ha stabilito la Legge entrata in vigore lo scorso 29 marzo

L’agricoltore è ufficialmente riconosciuto come il custode dell’ambiente e del territorio. Lo ha stabilito la Legge n. 24 del 28 febbraio 2024, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 14 marzo 2024.
La normativa, entrata in vigore lo scorso 29 marzo, mira a contrastare le conseguenze negative dell’abbandono delle attivit agricole, dello svuotamento dei piccoli insediamenti urbani e dei centri rurali, nonché del rischio idrogeologico.
La legge si compone di diversi articoli ciascuno dei quali svolge un ruolo specifico nell’ambito della promozione e della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, con un focus particolare sull’agricoltura e sul ruolo degli agricoltori come custodi dell’ambiente e del territorio. In particolare, con il provvedimento in esame, il legislatore nazionale prevede il riconoscimento della figura dell’agricoltore custode dell’ambiente e del territorio, l’istituzione della Giornata nazionale dell’agricoltura e del premio “De agri cultura”.
Quanto alla definizione di agricoltori custodi, fermo quanto già previsto dalla legge n. 194 del 2015 “disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare”, ai sensi della legge in esame possono rientrare in tale categoria tutti gli imprenditori agricoli, singoli o associati nonché le società cooperative del settore agricolo e forestale, che, oltre a praticare le attività proprie dell’articolo 2135 c.c., svolgono una o più attività volte alla conservazione e alla valorizzazione dell’ambiente. Queste attività includono la manutenzione del territorio attraverso la cura del paesaggio agrario, montano e forestale, la conservazione della biodiversità attraverso la coltivazione di varietà vegetali locali e la cura degli animali, la protezione del suolo e delle risorse idriche, e il contrasto all’abbandono delle attività agricole, al dissesto
idrogeologico ed al consumo del suolo e alla perdita di biodiversità.
Gli agricoltori custodi dell’ambiente e del territorio sono iscritti, su richiesta, in un apposito elenco da istituire presso i dipartimenti competenti in materia di agricoltura delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano. Mediante il riconoscimento di tale figura, lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano tutelano e sostengono la salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 9 della Costituzione. La legge prevede incentivi e riconoscimenti per gli agricoltori che aderiscono a queste pratiche e che si iscrivono nell’elenco degli agricoltori custodi dell’ambiente e del territorio. Ad esempio, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, possono prevedere il riconoscimento di specifici criteri di premialità, inclusivi della riduzione dei tributi di rispettiva competenza, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato. Inoltre, viene previsto che, per la conclusione dei contratti di collaborazione di cui all’articolo 14 del decreto legislativo n. 228 del 2001 in materia di orientamento e modernizzazione del settore agricolo, che ha come obiettivo la promozione delle vocazioni produttive del territorio e la tutela delle produzioni di qualità e delle tradizioni alimentari locali, e per la stipula delle convenzioni di cui all’articolo 15 del medesimo decreto, che persegue lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione e alla manutenzione del territorio , le pubbliche amministrazioni valutano l’opportunità di accordare la preferenza agli agricoltori custodi dell’ambiente e del territorio in ragione del servizio che si intende affidare con i medesimi contratti.
Inoltre, si istituisce la Giornata Nazionale dell’agricoltura, identificandola con la seconda domenica di novembre, volta a celebrare l’importanza dell’agricoltura per il benessere
economico, ambientale e sociale del paese. A tal proposito, si prevede la promozione a cura dello Stato, delle regioni, delle province e dei comuni e degli enti gestori di parchi nazionali e di altre aree naturali protette di iniziative per diffondere la conoscenza e la consapevolezza delle funzioni ecosistemiche dell’attività agricola. Queste iniziative coinvolgono sia le istituzioni pubbliche che gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere pratiche agricole sostenibili.
Infine, la legge istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il premio “De agri cultura” riconosciuto agli agricoltori che si distinguono per la produzione di beni di elevata qualità, l’impiego di innovazioni tecnologiche in agricoltura o l’adozione di tecniche e metodi di coltivazione integrata rispettosi dell’ecosistema.
Questo premio verrà assegnato agli agricoltori che presentano progetti volti a rivisitare la cultura tradizionale agricola in chiave creativa e innovativa, contribuendo in modo efficace all’incremento della competitività nel settore agricolo. L’obiettivo del premio è quello di valorizzare e premiare gli agricoltori che adottano pratiche innovative e sostenibili, contribuendo così al miglioramento del settore agricolo nel suo complesso.
Il premio è assegnato, a decorrere dall’anno 2024, secondo modalità e criteri che saranno definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri