A cinque anni dall’entrata in vigore dell’accordo CETA tra Unione Europea e Canada, i risultati confermano performance largamente positive per la UE e per l’export agroalimentare. Confagricoltura aveva sostenuto già allora l’intesa, che si è rivelata positiva non solo dal punto di vista commerciale, ma anche nel contesto macroeconomico e politico”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, commenta i dati diffusi dalla Commissione Europea in occasione del primo lustro di applicazione del CETA.
In una nota, la Commissione fornisce i dati e conferma che ci sono state significative ricadute per l’economia e per i consumatori: gli scambi bilaterali e bidirezionali di merci tra la UE e il Canada sono aumentati del 31% negli ultimi cinque anni, raggiungendo i 60 miliardi di euro.
Per l’Italia, la crescita delle esportazioni verso il Canada dall’entrata in vigore dell’accordo è stata del 36,3%, raggiungendo nel 2021 quota 7 miliardi. Tra le voci più performanti dell’export tricolore figura proprio l’agroalimentare, con aumenti di oltre l’80% in cinque anni nell’ortofrutta trasformata e del 24% nel comparto bevande, alcolici e aceto.
Gli accordi commerciali sottoscritti dalla UE sono, in generale, un valido strumento per supportare la crescita delle esportazioni agroalimentari italiane – sostiene Giansanti – anche per la tutela assicurata alle indicazioni geografiche”.
Il CETA dà anche l’occasione di allargare le intese. A fine mese, in occasione di un incontro tra il commissario UE all’agricoltura e le autorità di Ottawa, si potrà siglare un accordo per l’aumento delle importazioni di ammoniaca sul mercato europeo, come contributo per evitare una carenza di fertilizzanti nella UE”.

Non possiamo permetterci di indebolire le nostre aziende in un momento così complesso e delicato. La fine delle moratorie sui crediti, sommata all’incremento dei costi di produzione, causerebbe la sospensione dell’attività di moltissime imprese agricole”.
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, rilancia l’appello del presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), Antonio Patuelli, affinché il governo chieda a Bruxelles l’autorizzazione al rinnovo delle moratorie concesse nel periodo della pandemia per far fronte alle difficoltà delle aziende, e delle garanzie pubbliche che cesserebbero a fine anno, in un periodo di difficoltà ulteriormente aggravato dall’attuale congiuntura. Questa richiesta dovrebbe rientrare in un intervento più generale, finora mancato, dell’Unione Europea per contrastare gli effetti del caro energia sul sistema delle imprese.
Già nei mesi scorsi – ricorda Giansanti – il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, aveva segnalato che la dinamica dei costi di produzione risultava insopportabile per le aziende, ma da allora i prezzi sono ulteriormente aumentati”.
Secondo i dati della Commissione UE – ricorda Confagricoltura – il caro energia è già costato alle famiglie e alle imprese europee 1.000 miliardi di euro.
L’elevato indebitamento, specie nei settori più energivori, ha comportato squilibri di natura finanziaria e patrimoniale. Occorre evitare che lo stato di difficoltà degeneri – aggiunge Giansanti – per molte imprese agricole la sospensione delle moratorie sarebbe il primo passo verso la definitiva chiusura dell’attività”.
Lo stesso organo di vigilanza sul sistema bancario europeo – ricorda Confagricoltura – ha ufficialmente chiesto agli istituti di rivedere gli scenari in funzione del previsto deterioramento della situazione economica.
Le garanzie che chiediamo oggi per le imprese – conclude Giansanti – potrebbero evitare nel prossimo futuro costi sociali molto elevati per il Paese e per l’Europa”.

 

Le presenze estive superano il pre pandemia. Grande riscoperta delle attività agricole legate alla produzione. L’analisi nelle regioni

Il mese di settembre segna l’inizio dell’autunno e negli oltre 24 mila agriturismi italiani si tirano le somme di una stagione caratterizzata da un massiccio flusso dal Nord Europa, dal ritorno degli americani e dalla crescita della presenza di turisti dall’Est. A frenare gli entusiasmi l’aumento esponenziale dei costi: le bollette triplicate in un anno, i costi di Gpl per le cucine, carta e vetro più che raddoppiati, cresciuti dal 200 al 300% i costi delle altre materie prime.
Gli agriturismi, per essere tali, hanno alle spalle delle aziende agricole – sottolinea Augusto Congionti, presidente Agrituristl’ospitalità è attività accessoria alle imprese, che sono doppiamente penalizzate dall’impennata dei costi. Il bilancio complessivo dell’estate è molto positivo: le presenze, in particolare degli stranieri, hanno fatto raggiungere punte del tutto esaurito. Per le strutture con ristorante e piscina gli aumenti sono stati così forti che, paradossalmente, abbiamo lavorato di più, incassando di più, ma guadagnando di meno”.
Come tutte le attività imprenditoriali, quella dell’ospitalità nelle aziende agricole si confronta costantemente con il mercato e subisce le ripercussioni dell’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, della guerra in Ucraina, ma anche della grave, prolungata carenza idrica. Nonostante questo, molti agricoltori hanno deciso di non aumentare i prezzi o di ritoccarli solo lievemente. Una scelta che, a parere di Agriturist, ha decisamente premiato l’ospitalità nelle aziende agricole e la riscoperta della parte agricola del turismo.

 

L’INDAGINE DI AGRITURIST SUL TURISMO IN PIEMONTE

In Piemonte si è riscontrato, in generale, un miglioramento delle presenze che si è tradotto in un buon andamento complessivo. Equamente suddivise le percentuali tra italiani ed europei, provenienti principalmente dalla Francia. Numerosi anche gli olandesi, i belgi e i tedeschi. Cominciano a ritornare anche americani, canadesi ed extra europei. Recuperate e, in alcuni casi superate, le presenze degli anni pre pandemici, con soggiorni di circa tre giorni fino a una settimana.

 

La Confagricoltura di Asti ringrazia tutte le aziende astigiane associate che hanno fornito il loro contributo per la stesura di questa indagine

Attivo il link per il questionario rivolto alle aziende agricole e zootecniche

Prosegue la collaborazione con L’Osservatorio Smart Agrifood (School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia). Siamo al sesto anno di lavoro, con l’obiettivo di contribuire alla comprensione delle innovazioni digitali che stanno trasformando le filiere agricole e agroalimentari.
Per il 2022 è on line il questionario dal titolo “Innovazione digitale come motore della competitività”. L’indagine è rivolta alle aziende agricole e zootecniche per comprendere l’approccio all’innovazione digitale in agricoltura, indipendentemente dalle dimensioni, dal fatturato, da colture/allevamenti di riferimento e dall’utilizzo stesso degli strumenti di innovazione.
Tutte le informazioni fornite saranno trattate con la massima riservatezza e diffuse esclusivamente in forma aggregata ed anonima. Per qualsiasi informazione l’Area Sviluppo Sostenibile e Enapra sono a disposizione delle aziende all’indirizzo: info@enapra.it o al numero 06.6852327 – 381.

Clicca qui per la compilazione del questionario

Il GSE ha reso note le modalità con le quali gli operatori possono procedere al potenziamento degli impianti alimentati a biogas e a biomasse di potenza fino a 1 MW in esercizio al 21 maggio 2022. E’ stato confermato che l’incremento di capacità produttiva nei limiti del 20% non è subordinato all’acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso, e che il contratto di incentivazione in essere rimarrà valido anche qualora la capacità tecnica dell’impianto, a valle del potenziamento, dovesse comportare il superamento delle “soglie” (es.100 KW, 300 KW, 999 KW) previste nell’ambito dei pertinenti decreti di incentivazione per il riconoscimento della Tariffa omnicomprensiva in luogo della Tariffa incentivante e l’accesso diretto agli incentivi in luogo della partecipazione ai Registri. Il GSE ha inoltre specificato che la produzione di energia elettrica aggiuntiva rispetto alla potenza nominale dell’impianto ammessa agli incentivi non sarà incentivata, per cui non ci saranno effetti sulle bollette e sugli oneri generali di sistema.
Dal punto di vista operativo, il titolare del contratto di incentivazione (Contratto ex D.M. 18 dicembre 2008 di Tariffa omnicomprensiva – Contratto FER di Tariffa Onnicomprensiva) sarà tenuto a trasmettere, entro 60 giorni dalla data di completamento dell’intervento, un’istanza di “Potenziamento non incentivato” ai sensi delle Procedure Operative esclusivamente mediante l’applicativo informatico SIAD, disponibile nel Portale Informatico del GSE.
Anche se non sono previste ulteriori permessi, Confagricoltura consiglia di comunicare agli enti preposti all’autorizzazione alla costruzione ed esercizio dell’impianto, l’effettuazione dell’intervento di potenziamento, ciò al fine di evitare eventuali contestazioni dai soggetti preposti ai diversi controlli sugli impianti.