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Un comitato per la sostenibilità vitivinicola

È stato pubblicato sul sito MIPAAF il decreto dipartimentale n.288989 del 23 giugno 2021 relativo alla costituzione del Comitato della sostenibilità vitivinicola. Il decreto costituisce il Comitato della sostenibilità vitivinicola – CoSVi – e sancisce l’uso del Sistema di Qualità Nazionale della Produzione Integrata – SNQPI per il sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola.
Il CoSVi avrà il compito di definire il disciplinare e il sistema di monitoraggio e di individuare gli indicatori per le valutazioni della sostenibilità della filiera vitivinicola; il disciplinare sarà basato dunque per la parte in campo sul sistema di produzione integrata e per la parte di trasformazione e imbottigliamento farà riferimento alle norme, nazionali o internazionali, dei più recenti protocolli, anche privati, in materia di sostenibilità vitivinicola.
La certificazione di sostenibilità è definita come certificazione di processo e non di prodotto e la rispondenza del processo aziendale sarà assicurato da un organismo di controllo da individuare successivamente.
Come richiesto da Confagricoltura è stato previsto un periodo transitorio di due anni, in cui si valutano rispondenti anche i sistemi di certificazione esistenti a livello nazionale. Un elemento che invece Confagricoltura e tutte le organizzazioni della filiera hanno fortemente contrastato riguarda la composizione del CoSVi che ha inspiegabilmente escluso le organizzazioni di rappresentanza dei produttori e ha inserito, pur se a titolo consultivo i rappresentanti dei sistemi di valutazione. Si tratta di una decisione che penalizza ingiustamente le organizzazioni agricole che invece ad avviso di Confagricoltura, come più volte evidenziato in tutte le sedi, rivestono un ruolo essenziale per la concertazione e la definizione delle importanti regole per la sostenibilità delle produzioni vitivinicole.
Al di là di questo aspetto negativo, infatti, in linea generale si valuta il provvedimento molto importante per le aziende vitivinicole italiane, perché consentirà di anticipare a livello nazionale il raggiungimento nel settore degli obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica che costituiscono l’asse portante della riforma della PAC post-2020 e della Strategia Farm to Fork.