Solo per quest’anno, in seguito all’emergenza Covid-19, ci sarà la possibilità di presentazione tardiva delle domande iniziali e delle domande di modifica relative alla domanda unica, alle domande a superficie corrispondente e per le misure connesse agli animali, nell’ambito dei PSR, ai sensi dell’art. 15 del Reg. (UE) n. 809/2014, senza applicazioni di riduzioni, sino al 10 luglio 2020.
C’è invece tempo solo fino al 30 giugno prossimo per la presentazione delle domande da parte degli agricoltori per accedere all’anticipo della PAC per l’anno 2020, pari al 70%, stabilito per venire incontro alle esigenze di liquidità delle aziende agricole danneggiate dall’epidemia di Covid-19.

Il Ministero delle Politiche Agricole ha preparato un Decreto che stanzia 100 milioni di euro per la riduzione della produzione del 15% (in base alla media aziendale degli ultimi 5 anni) di uve destinate alla produzione di vini Igt, Doc e Docg, mediante la rimozione parziale dei grappoli non ancora giunti a maturazione ovvero la mancata raccolta di una parte degli stessi, in quanto pratiche agronomiche strettamente connesse all’obiettivo del miglioramento della qualità. L’aiuto, per produzioni inferiori a 100 quintali di uva per ettaro (la resa media del Piemonte è inferiore) dovrebbe essere fissato attorno ai 700 euro per ettaro per le uve Doc e a 900 per ettaro per le uve Docg. Il provvedimento passerà a breve al vaglio della Commissione Politiche Agricole della Conferenza Stato Regioni.

E’ un segnale positivo che il Governo stia valutando la nostra proposta di riduzione dell’Iva per rilanciare i consumi” – commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. “L’agricoltura è stata riconosciuta come soggetto Golden Power, quindi strategico per la tenuta economica di una nazione. Pertanto, il rilancio dell’economia richiede interventi importanti, sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta“.
Dal lato della domanda, Confagricoltura è stata l’unica, alla convocazione del settore agroalimentare agli Stati Generali dell’Economia a Villa Pamphilj, a proporre un intervento per la riduzione delle aliquote IVA e anche del cuneo fiscale sul fattore lavoro. Per quanto riguarda l’IVA, Confagricoltura propone di stabilire, per un congruo periodo di tempo, l’aliquota IVA unica del 4%, al fine di incentivare la ripresa dei consumi.
Allargando l’orizzonte temporale – conclude Giansanti – ribadiamo la necessità di attuare quanto prima un piano strategico di rilancio della filiera agroalimentare, che può dare un significativo contributo alla ripresa economica duratura e sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale e dell’efficienza energetica”.

Confagricoltura è pronta a scrivere insieme al governo un Patto per il Sistema Italia. Lo ha dichiarato venerdì scorso il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, alla riunione degli Stati Generali dell’Economia a Villa Pamphilj a Roma, dedicata al settore agroalimentare. Le risorse messe a disposizione dall’Europa sono fondamentali per avviare un profondo cambiamento dell’economia in chiave di competitività, ma in questo momento servono anche interventi mirati. Per tornare a crescere, rilanciare la produttività che ristagna da oltre un decennio, occorre migliorare le infrastrutture, diffondere la digitalizzazione e le innovazioni tecnologiche, valorizzare la ricerca e la formazione come fattori chiave per lo sviluppo.
La ripresa economica richiede un immediato intervento per stimolare la domanda. Confagricoltura ha proposto al governo una riduzione delle aliquote IVA sui prodotti agricoli e del cuneo fiscale sul lavoro allo scopo di rilanciare i consumi.
La semplificazione burocratica merita una sottolineatura a parte. In un Paese che vuole essere all’avanguardia, i ritardi nella stesura di un decreto attuativo o di una circolare ministeriale bloccano l’erogazione di provvedimenti attesi da migliaia di cittadini e imprese in difficoltà. Ci auguriamo che il decreto sulla semplificazione annunciato dal governo consenta di fare reali e sostanziali passi in avanti verso l’efficienza amministrativa a tutti i livelli. Per quanto riguarda il settore agroalimentare – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura – l’emergenza sanitaria ha indicato che l’Italia e l’Europa devono accrescere la sovranità alimentare: il 10% in più di produzione lorda vendibile dell’agricoltura significherebbe una maggiore produzione di 20 miliardi ed esportazioni agroalimentari che possono crescere di 15 miliardi. Una svolta in chiave competitiva per il nostro settore, che necessita anche di accordi internazionali in grado di tutelare e valorizzare il Made in Italy. “La filiera agroalimentare può dare un significativo contributo alla ripresa economica duratura e sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale e dell’efficienza energetica – ha concluso Giansanti – per questo ribadiamo la necessità di un progetto di strategia da costruire insieme al premier Conte e i ministri competenti”.

Il supplemento Economia Nord Ovest del Corriere della Sera in edicola questa mattina pubblica una panoramica sull’occupazione di manodopera stagionale. Il periodo di lockdown ha impedito l’arrivo di lavoratori dall’estero e si fatica a trovare disponibilità di manodopera locale con un minimo di esperienza: formare i lavoratori è un impegno che richiede tempo.

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