Il Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria ha votato, tra il 21 ed il 23 ottobre, le relazioni predisposte dai deputati relatori della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale. La relazione sul regolamento sui piani strategici è stata approvata con 425 voti favorevoli, 212 voti contrari e 51 astensioni. La relazione sul regolamento sull’Ocm è stata approvata con 463 voti favorevoli, 133 voti contrari e 92 astensioni. La relazione sul regolamento sul finanziamento, la gestione e il monitoraggio della Pac è stata approvata con 434 voti favorevoli, 185 voti contrari e 69 astensioni. Il Parlamento europeo ha così adottato la propria posizione negoziale.
I deputati hanno confermato un cambiamento politico che dovrebbe far corrispondere meglio la Pac ai bisogni dei singoli Stati membri, ma insistono nel mantenere parità di condizioni in tutta l’Ue. Ai governi nazionali spetterà la redazione di piani strategici, approvati poi dalla Commissione, in cui delineare le modalità concrete di attuazione degli obiettivi dell’Ue. La Commissione valuterà i risultati, e non soltanto la loro conformità alle norme dell’Ue.
In generale, i deputati hanno confermato che il 60% del budget del primo pilastro sia destinato al pagamento disaccoppiato di base.
Gli obiettivi dei piani strategici sono perseguiti in linea con l’Accordo di Parigi.
Il Parlamento ha rafforzato le pratiche rispettose del clima e dell’ambiente obbligatorie, la cosiddetta condizionalità, che gli agricoltori devono applicare per poter beneficiare dei pagamenti diretti. Inoltre, i deputati intendono dedicare almeno il 35% del bilancio per lo sviluppo rurale a qualsiasi tipo di misura legata al clima o all’ambiente. Mentre almeno il 30% del bilancio per i pagamenti diretti sarà destinato agli eco-schemi volontari per gli agricoltori.
Di seguito le decisioni specifiche.
• Le misure implementate con gli eco-schemi, dovranno riguardare non solo l’ambiente e il clima, ma anche ulteriori miglioramenti del benessere degli animali, andando oltre la proposta originale della Commissione.
• Attraverso gli eco-schemi saranno finanziate azioni volte ai seguenti obiettivi: clima, riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, aumento del sequestro del carbonio, miglioramento della qualità dell’acqua, riduzione dell’erosione del suolo, riduzione delle emissioni, miglioramento e protezione della biodiversità, riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari, miglioramento del benessere degli animali, la gestione dei nutrienti, il miglioramento della biodiversità animale e vegetale e il mantenimento delle zone umide e delle torbiere.
• Il 5% delle terre arabili dovrà essere destinato ad aree non produttive ed elementi del paesaggio che favoriscono la biodiversità, nel quadro degli impegni di condizionalità, mentre un ulteriore 5% di aree a set-aside potrà avere un sostegno tramite gli eco-schemi e le misure agro-climatico-ambientali dello sviluppo rurale.
• E’ confermato un sostegno per le aree soggette a vincoli naturali.
• Confermato anche l’obbligo di mantenere le superfici dichiarate come prati permanenti a livello nazionale, regionale, sub-regionale e di azienda agricola con una variazione massima del 5%.
• Introdotto nella condizionalità l’impegno per la conservazione e la protezione delle zone umide e delle torbiere.
• Il nuovo impegno di condizionalità sulla rotazione delle colture dovrà essere rispettato da tutte le aziende agricole, ad eccezione di quelle con meno di 10 ettari di seminativo, con l’ulteriore esonero per le aziende con colture sommerse ed erbai di leguminose foraggere, negli stessi termini degli attuali esoneri previsti per diversificazione e AIE dagli artt. 44 e 46 del vigente Reg. (UE) n.1307/2013.
• Introdotti anche nuovi criteri di gestione obbligatori (CGO) in materia di politica dell’acqua, sulle malattie animali e sull’uso sostenibile dei pesticidi.
Confermando l’obbligo di applicare la degressività e il capping dei pagamenti diretti, i deputati propongono di ridurre progressivamente i pagamenti annuali agli agricoltori al di sopra dei 60.000 euro con un limite massimo a 100.000 euro. Sarà tuttavia possibile agli agricoltori di detrarre il 50% dei salari collegati alle attività agricole dall’importo totale prima di subire la riduzione.

Rispetto al capping, si ricorda la posizione approvata a luglio dal Consiglio Europeo (il livellamento dei pagamenti diretti per le aziende beneficiarie di grandi dimensioni sarà introdotto, su base volontaria, a un livello pari a 100.000 euro, si applicherà unicamente al sostegno di base al reddito per la sostenibilità – BISS; nell’applicare il livellamento, gli Stati membri possono sottrarre tutti i costi relativi al lavoro dall’importo del BISS per beneficiario).
Almeno il 6% dei pagamenti diretti nazionali dovrebbe servire al sostegno delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni (pagamento redistributivo). Nel caso in cui fosse utilizzato più del 10% a questo scopo, la riduzione dei pagamenti diventerebbe volontaria.
Confermata per gli Stati membri la possibilità di destinare almeno il 2% del budget per i pagamenti diretti a sostegno dei giovani agricoltori. I finanziamenti per lo sviluppo rurale potrebbero fornire un sostegno complementare in grado di dare la priorità agli investimenti dei giovani agricoltori. I finanziamenti dell’UE dovrebbero essere riservati a chi svolge almeno un livello minimo di attività agricola (coloro che gestiscono aeroporti, servizi ferroviari, impianti idrici, servizi immobiliari, terreni sportivi e aree ricreative permanenti sono automaticamente esclusi).
Il Parlamento conferma, in termini percentuali, la proposta della Commissione Europea. Il finanziamento del sostegno accoppiato resta pari al 10% del budget dei pagamenti diretti con un altro possibile 2% per incentivare le colture proteiche.
Il Parlamento ha richiesto ulteriori misure per aiutare gli agricoltori a gestire rischi e possibili crisi future. Auspica una maggiore trasparenza del mercato, una strategia di intervento per tutti i prodotti agricoli, e l’esenzione dalle norme sulla concorrenza per quelle pratiche che adottano standard ambientali o sulla salute o sul benessere degli animali più elevati.
Il Parlamento ha chiesto che la riserva di crisi, prevista per aiutare gli agricoltori in caso di instabilità dei prezzi o dei mercati, sia convertita da strumento temporaneo e contingente a strumento permanente dotato di un bilancio adeguato.
Per il Parlamento si devono prevedere sanzioni elevate nel caso di inosservanza dei requisiti dell’UE, ad esempio in materia di ambiente, benessere degli animali o qualità degli alimenti. L’importo della sanzione è pari ad almeno il 10% dell’importo totale dei pagamenti (un incremento rispetto all’attuale 5%). I deputati chiedono infine l’istituzione di un meccanismo di denuncia ad hoc attraverso il quale gli agricoltori e i beneficiari che subiscono un trattamento iniquo o che si trovino in situazione di svantaggio per quanto riguarda l’accesso ai fondi dell’UE, possano presentare denuncia alla Commissione UE se il loro governo nazionale non gestisce il loro reclamo in modo soddisfacente.
Ora che il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura ed il Parlamento europeo hanno adottato le rispettive posizioni, possono iniziare i negoziati inter-istituzionali (triloghi) per il raggiungimento di un accordo su un testo comune. Più precisamente, la Plenaria ha approvato le tre relazioni e, contemporaneamente, le ha rinviate alla commissione competente (Comagri) incaricandola di avviare i negoziati inter-istituzionali.
A questo punto la procedura prevista nel regolamento del PE prevede il coinvolgimento della Comenvi in quanto commissione associata.
Nel frattempo, è all’analisi di Consiglio e Parlamento la proposta sul regolamento transitorio, che dovrebbe consentire di applicare le attuali regole per il 2021 ed il 2022.

La Regione finanzia con contributi a fondo perduto fino al 40% la realizzazione di opere di natura edilizia (costruzione, acquisto per un valore massimo del 30% delle spese ammissibili, ristrutturazione, riattamento di fabbricati), acquisto di attrezzature e impianti, acquisto di attrezzature informatiche e relativi programmi e piattaforme per punti vendita aziendali, comprensivi di sale di degustazione: investimenti materiali per l’esposizione e la vendita dei prodotti vitivinicoli, compresa la degustazione. I punti vendita devono essere adibiti alla vendita di vino prodotto dal richiedente/dai partecipanti al progetto collettivo. Spesa minima ammissibile: € 20.000. Spesa massima ammissibile: € 350.000. Il temine per la presentazione delle domande scade il 15 novembre 2020.
Informazioni dai tecnici delle Unioni Agricoltori.

Il 18 ottobre scorso il Governo, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, ha approvato il disegno di legge relativo al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e il bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. Il relativo documento programmatico di bilancio per il 2021 è stato trasmesso alla Commissione Europea.
L’articolato del disegno di legge di bilancio è ancora in via di definizione ma, da quanto si apprende, conterrebbe misure di espansione fiscale e provvedimenti in continuità con quanto disposto sinora per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Per quanto di specifico interesse delle nostre aziende, in particolare sono stati preannunciati i seguenti interventi:
– con circa 1,8 miliardi di euro aggiuntivi, per uno stanziamento annuale complessivo di 7 miliardi, andrà a regime il taglio del cuneo fiscale per i redditi sopra i 28.000 euro;
– saranno erogati 8 miliardi di euro annui a regime per la riforma fiscale, che comprende l’assegno unico, ai quali si aggiungeranno le risorse derivanti dalle maggiori entrate fiscali che confluiranno nell’apposito fondo “per la fedeltà fiscale” oltre a quelle derivanti dalle risorse ricavate dalla lotta all’evasione. Con una legge delega saranno ridefinite le modalità di riscossione del processo tributario intervenendo anche su Irpef e aliquote;
– per il sostegno alle fasce giovanili della popolazione si azzereranno per tre anni i contributi per le assunzioni degli under-35 a carico delle imprese operanti su tutto il territorio nazionale, comportando un notevole sgravio per le imprese italiane;
– sarà istituito un fondo da 4 miliardi di euro a sostegno dei settori maggiormente colpiti durante l’emergenza Covid, prorogata la moratoria sui mutui e la possibilità di accedere alle garanzie pubbliche fornite dal Fondo Garanzia PMI e da SACE;
– sarà fornito un sostegno aggiuntivo alle attività di internazionalizzazione delle imprese, con uno stanziamento di 1,5 miliardi di euro e prorogate le misure a sostegno della ri-patrimonializzazione delle piccole e medie imprese;
– saranno finanziate ulteriori settimane di Cig Covid, con lo stesso meccanismo che prevede la gratuità della Cassa per chi ha registrato perdite oltre una certa soglia e saranno prorogate le misure Ape Social e Opzione Donna.

Con il Decreto Legge n. 129/2020 il Governo ha emanato disposizioni urgenti in materia esattoriale che prevedono il differimento al 31 dicembre 2020 del termine di sospensione dell’attività di riscossione, precedentemente fissato al 15 ottobre 2020.
Più in particolare è stabilito:
a) il differimento al 31 dicembre 2020 del termine di sospensione del versamento di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento affidati all’Agente della riscossione, in scadenza dall’8 marzo al 31 dicembre 2020, che dovranno essere effettuati entro il mese successivo alla scadenza del periodo di sospensione e, dunque, entro il 31 gennaio 2021;
b) la sospensione fino al 31 dicembre 2020 delle attività di notifica di nuove cartelle e degli altri atti di riscossione, nonché dei pignoramenti presso terzi effettuati, prima della data di entrata in vigore del decreto Rilancio (19/5/2020), su stipendi, salari, altri trattamenti assimilati e delle procedure cautelari (per esempio fermo amministrativo o ipoteca);
c) la proroga dei termini, di prescrizione e di decadenza che scadono nel 2020, in merito alla notifica delle cartelle di pagamento, che slittano automaticamente al 31 dicembre 2022.
Va segnalato, inoltre, che per i piani di dilazione già in essere alla data dell’8 marzo 2020, e per i provvedimenti di accoglimento delle richieste presentate fino al 31 dicembre 2020, la decadenza del debitore dalle rateizzazioni accordate viene determinata nel caso di mancato pagamento di dieci rate, anche non consecutive, invece delle cinque rate ordinariamente previste. Inoltre, per i contribuenti decaduti dai benefici della definizione agevolata (“Rottamazione-ter e “Saldo e stralcio”) per mancato, insufficiente o tardivo versamento delle rate scadute nel 2019, rimane in vigore la possibilità, introdotta dal DL 34/2020, di chiedere la dilazione del pagamento (ai sensi dell’art. 19 del DPR 602/1973) per le somme ancora dovute.
Infine, si segnala che il Decreto Legge n. 129/2020 non è intervenuto sui termini di scadenza della “Rottamazione ter” e del “Saldo e stralcio”, per cui il termine entro il quale i contribuenti in regola con il pagamento delle rate scadute nell’anno 2019, possono effettuare i pagamenti delle rate in scadenza nel 2020 è fissato al 10 dicembre 2020. Si ricorda, che non sono previsti i cinque giorni di tolleranza di cui all’art. 3, comma 14-bis, del D.L. n. 119/2018.

Con una circolare del 28 ottobre scorso alle banche l’ABI – Associazione Bancaria Italiana precisa che per l’erogazione dei prestiti alle imprese agricole (a seguito di quanto previsto dall’articolo 78 del decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18, cosiddetto “DL Cura Italia”, come modificato dalla legge n. 27 del 2020) sul finanziamento coperto dalla garanzia del Fondo – fino a che resteranno in vigore le garanzie rilasciate ai sensi delle Misure Temporanee in materia di Aiuti di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19 – non sarà necessario acquisire la garanzia sussidiaria da parte di ISMEA secondo quanto previsto al punto 2 delle Istruzioni applicative relative a detta copertura e che in deroga alle attuali Disposizioni Operative del Fondo, il privilegio agrario legale di cui all’articolo 44 del TUB assiste l’intero importo del finanziamento di credito agrario a breve e medio termine e, pertanto, non ci sono limiti di cumulabilità con la garanzia del Fondo. Un articolo di commento alla circolare su Italia Oggi

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