A seguito dei recenti sviluppi sul programma di lavoro della Commissione 2022 e sulla revisione della Politica di promozione, Confagricoltura condivide alcune considerazioni chiave che possono essere di supporto a chi intende presentare una proposta di promozione per il 2022.
La Commissione Europea ha introdotto nella politica di promozione i principi della strategia europea del Green Deal: per questo, nel programma di lavoro 2022 tra i criteri di assegnazione delle risorse, è previsto un sotto criterio secondo il quale i progetti di promozione sul mercato interno dovranno perseguire gli obiettivi della Farm to Fork e del Piano europeo di lotta contro il cancro incoraggiando una dieta con più prodotti vegetali e meno carne rossa e lavorata e bevande alcoliche.
Ciò significherebbe che le proposte di promozione di carne rossa o l’alcol destinate al mercato dell’UE otterrebbero punteggi inferiori. Tuttavia, la DG AGRI e REA (agenzia della Commissione per la gestione dei progetti di promozione) fortunatamente hanno dato un’interpretazione molto ampia dei criteri di valutazione dei progetti manifestando maggiore apertura anche per le proposte relative a carne e alcool.
Di conseguenza tutte le proposte di promozione per prodotti come carne e vino dovranno porre l’accento sulla sostenibilità dei metodi di produzione come messaggio principale della campagna di promozione e non sull’aumento del consumo, evidenziando la sostenibilità della produzione di carne e il benessere degli animali.
Un’altra novità è data dal fatto che tutte le proposte di programmi destinati al mercato interno nel 2022 dovranno fare riferimento alle linee guida dietetiche alimentari dello Stato membro a cui si rivolge la loro campagna, in tutte le informazioni visive e nel materiale promozionale utilizzato. La DG AGRI ha dichiarato che ciò potrebbe essere fatto semplicemente aggiungendo un link al sito web che presenta le linee guida dietetiche degli Stati membri.
Si ricorda infine che i Bandi 2022 saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea entro fine gennaio. Confagricoltura informerà tempestivamente non appena ci saranno eventuali aggiornamenti.

Mancano ancora pochi giorni alla scadenza del Bando per reclutare i volontari del Servizio Civile Universale. Il Patronato Enapa di Confagricoltura, invitando a candidarsi entro le ore 14 del prossimo 26 gennaio, sottolinea l’ottima occasione di formazione, di crescita individuale e professionale destinata ai giovani tra i 18 e i 29 anni non compiuti. Enapa ha messo a disposizione 99 posti in tutta Italia, con una parte riservata ai giovani con difficoltà economiche, distribuiti in 33 sedi provinciali su 11 regioni. Ogni progetto avrà una durata di dodici mesi, con un impegno giornaliero di cinque ore, per un totale di 25 ore settimanali e verrà retribuito con un contributo mensile di € 444,30.
Per chi vuole mettersi al servizio della comunità civile attraverso Enapa, c’è l’opportunità di avere un‘esperienza di lavoro negli ambiti dell’assistenza e tutela dei diritti dei cittadini (anziani, immigrati, disoccupati, persone con handicap) e dell’educazione e informazione sui diritti sociali, grazie ai progetti di servizio civile. Posti disponibili anche per la crescita delle proprie competenze digitali.
Per impegnarsi sull’invecchiamento attivo e i diritti degli anziani sono 30 i posti in Abruzzo e Puglia, 34 in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
All’inclusione digitale dei cittadini e allo sviluppo digitale delle aree interne e terremotate del centro Italia sono dedicate 35 posizioni tra Marche, Abruzzo, Umbria, Lazio, Campania e Puglia.
Per non perdere questa opportunità occorre, con il proprio SPID cliccare Servizio Civile – Domande Online – Domanda On Line e cercare la sede ENAPA prescelta.

L’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi ha nominato Giorgio Sapino commissario per l’emergenza della Peste suina africana nel territorio della provincia di Alessandria. Sapino, già responsabile dei Servizi Veterinari e direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl Cn1, dovrà occuparsi della corretta applicazione delle misure di controllo e prevenzione disposte dal Ministero della Salute per la zona infetta.
D’intesa con i presidente delle Regioni Piemonte e Liguria, Alberto Cirio e Giovanni Toti, verrà inoltre richiesta al Ministero della Sanità la nomina di un commissario interregionale nella figura di Angelo Ferrari, attuale direttore dell’Istituto sperimentale zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che già opera con valenza sovraregionale.

Riceviamo e rilanciamo il comunicato stampa dell’Asl di Asti

Sono stati segnalati nelle ultime settimane diversi casi di Peste Suina Africana fra i cinghiali selvatici in Piemonte e in Liguria. Il territorio dell’Asl di Asti non è al momento toccato direttamente ma è in parte adiacente alla “zona infetta”, che comprende 78 Comuni in provincia di Alessandria e 36 fra le province di Genova e Savona.
Questa area è oggetto dell’ordinanza firmata nei giorni scorsi dal Ministero della Salute e dal Ministero delle Politiche Agricole: per sei mesi nei Comuni interessati sono state vietate l’attività venatoria (ad eccezione della caccia di selezione), la raccolta dei funghi e dei tartufi, la pesca, il trekking, la mountain bike e le altre attività che prevedono l’interazione diretta o indiretta con i cinghiali.
La Peste Suina Africana non si trasmette all’uomo, dunque non ci sono rischi per la salute delle persone e il consumo di carne non comporta alcun pericolo. Ma è spesso mortale per maiali e cinghiali e può quindi avere ripercussioni gravissime sugli allevamenti di suini e sul settore agroalimentare in genere.
I professionisti del Servizio Veterinario dell’Asl di Asti, che quotidianamente svolgono un ruolo essenziale nella prevenzione e nel campo della sicurezza alimentare in genere, stanno quindi seguendo con estrema attenzione l’evolversi della situazione, rafforzando i controlli, monitorando puntualmente ogni segnalazione di capi potenzialmente infetti, verificando le misure di biosicurezza degli allevamenti posti nelle aree confinati alla zona infetta della Provincia di Alessandria. Inoltre, su indicazione della Ministero della Salute e della Regione Piemonte, sono state adottate nuove procedure per la macellazione dei suini ad uso familiare: ogni seduta di macellazione a domicilio ad uso familiare deve essere sottoposta al controllo degli operatori del Servizio Veterinario, che dovranno essere preavvisati almeno 48 ore lavorative prima (mail: segrareab@asl.at.it; telefono: 0141 484020 o 0141 483526 dal lunedì al venerdì ore 8,15-12,30 e 13,30-15).

L’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi ha nominato Giorgio Sapino commissario per l’emergenza della Peste suina africana nel territorio della provincia di Alessandria. Sapino, già responsabile dei Servizi Veterinari e direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asl Cn1, dovrà occuparsi della corretta applicazione delle misure di controllo e prevenzione disposte dal Ministero della Salute per la zona infetta.
D’intesa con i presidenti delle Regioni Piemonte e Liguria, Alberto Cirio e Giovanni Toti, verrà inoltre richiesta al Ministero della Sanità la nomina di un commissario interregionale nella figura di Angelo Ferrari, attuale direttore dell’Istituto sperimentale zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che già opera con valenza sovraregionale.

Nel frattempo il 18 gennaio la Direzione Generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari ha emanato un dispositivo con il quale vengono disposte “Misure di controllo e prevenzione della diffusione della Peste suina africana”.
Con la nota il Ministero definisce i provvedimenti da mettere in atto in tre distinte “zone”: la zona infetta in restrizione, una zona che si può definire “cuscinetto” compresa nell’area di 10 Km confinante con la zona infetta e il resto del territorio nazionale.
In linea generale il provvedimento prevede:

A) Zona infetta in restrizione

a. Suini selvatici – si applicano le limitazioni alle attività venatorie e all’aperto come da precedente ordinanza del Ministero della Salute d’intesa con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’intensificazione della ricerca di carcasse e la loro gestione e smaltimento e il divieto di movimentazione al di fuori della zona infetta di carne e prodotti a base di carne, di trofei e ogni altro prodotto che sia stato ottenuto da suini selvatici cacciati o comunque macellati;
b. Suini detenuti – Si applica:
1. un accurato censimento di tutti gli stabilimenti che detengono suini;
2. la macellazione immediata dei suini detenuti all’interno di allevamenti bradi e semibradi e allevamenti misti che detengono suini, cinghiali o loro meticci e divieto di ripopolamento per 6 mesi dalla data del
presente dispositivo;
3. la macellazione immediata dei suini detenuti all’interno degli allevamenti familiari previa visita clinica e sotto controllo ufficiale e divieto di ripopolamento per 6 mesi dalla data del presente dispositivo;
4. programmazione delle macellazioni dei suini presenti negli allevamenti di tipo commerciale e divieto di riproduzione e di ripopolamento per 6 mesi dalla data del presente dispositivo;
5. allo scadere dei 6 mesi dal divieto di ripopolamento di cui ai punti 3) e 4), se la situazione epidemiologica lo permetterà sarà possibile il ripopolamento degli allevamenti previa verifica da parte dei servizi veterinari competenti dell’adozione e dei livelli di misure di biosicurezza;
6. esecuzione del controllo virologico di tutti i suini morti e dei casi sospetti;
7. controllo sugli eventuali trattamenti terapeutici sui suini;
8. divieto di movimentazione di suini detenuti in stabilimenti siti in zona infetta ad eccezione della movimentazione finalizzata alla macellazione che dovrà avvenire in vincolo e previa autorizzazione dei Servizi
veterinari competenti;
9. divieto di movimentazione di suini detenuti da e verso la zona infetta;
10. divieto di movimentazione di partite di materiale germinale,
sottoprodotti e partite di carni fresche e prodotti a base di carne, compresi i budelli, ottenuti da suini detenuti nella zona infetta al di fuori di tale zona.

B) Zona “cuscinetto” – le Regioni applicano:

a) rafforzamento della sorveglianza anche attraverso la programmazione dell’attività di ricerca attiva delle carcasse di suini selvatici;
b) regolamentazione dell’attività venatoria e delle altre attività all’aperto di natura agro-silvo-pastorale;
c) censimento di tutti gli stabilimenti che detengono suini e/o cinghiali;
d) divieto di movimentazione diversa da quella finalizzata alla macellazione di cinghiali catturati in aree protette e in altri istituti faunistici;
e) esecuzione puntuale del controllo virologico di tutti i verri e le scrofe morti;
f) controllo sugli eventuali trattamenti terapeutici sui suini non già precedentemente pianificati;
g) adozione di misure di biosicurezza rafforzate negli stabilimenti e verifica dei livelli di biosicurezza di tutti gli allevamenti, dando priorità a quelli di tipologia “semibrado”, attraverso la compilazione delle apposite check list nel sistema Classyfarm.it. In caso di riscontro di non conformità i Servizi veterinari della ASL territorialmente competente, fatta salva l’adozione di specifici provvedimenti sanzionatori, prescrivono modalità e tempi per la risoluzione delle non conformità. Se l’operatore non adempie alle prescrizioni si provvede alla macellazione dei suini detenuti ed al divieto di ripopolamento fino a risoluzione delle stesse;
h) i suini detenuti in allevamenti di tipologia “semibrado” compresi i cinghiali detenuti, laddove i Servizi veterinari della ASL territorialmente competente verifichino l’assenza di strutture che garantiscono l’effettiva separazione con i suini selvatici a vita libera in ogni forma di recinzione, sono trasferiti e trattenuti all’interno di un edificio dell’azienda. Qualora ciò non sia realizzabile o qualora il loro benessere sia compromesso, si provvede alla macellazione ed al divieto di ripopolamento fino alla risoluzione delle carenze riscontrate;
i) rafforzamento della vigilanza sulle movimentazioni dei suini e inserimento dell’obbligo di validazione del Modello 4 da parte del Servizio veterinario della ASL territorialmente competente;
j) macellazione tempestiva dei suini detenuti negli allevamenti familiari e divieto di ripopolamento fino alla revoca della zona infetta;
k) divieto di movimentazione di suini detenuti al di fuori dalla zona salvo derogare tale divieto applicando le condizioni generali e speciali previste dal Regolamento di esecuzione (UE) 2021/605.
Le Regioni interessate dalla zona infetta, limitatamente alla parte indenne, e le Regioni confinanti con l’area infetta dispongono almeno le misure di cui ai punti g), h) e j) e possono disporre di provvedimenti in merito alle attività venatorie.

C) Resto del territorio nazionale

a) censimento di tutti gli stabilimenti che detengono suini ed immediato aggiornamento della BDN;
b) divieto di movimentazione di cinghiali catturati presenti in aree protette e negli altri istituti faunistici diversa da quella finalizzata alla macellazione;
c) verifica dei livelli di biosicurezza degli allevamenti, dando priorità a quelli di tipologia “semibrado”, attraverso la compilazione delle apposite check list nel sistema Classyfarm.it. In caso di riscontro di non conformità i Servizi veterinari della ASL territorialmente competente, fatta salva l’adozione di specifici provvedimenti sanzionatori, prescrivono modalità e tempi per la risoluzione delle non conformità. Se l’operatore non adempie alle prescrizioni si provvede alla macellazione dei suini detenuti ed al divieto di ripopolamento fino a risoluzione delle stesse. Con successivo dispositivo del Ministero della salute sarà concordata la programmazione di detta verifica, fermi restando i livelli già stabiliti nel piano di sorveglianza nazionale;
d) Obbligo di recinzione degli allevamenti della tipologia “semibrado” ed identificazione individuale di tutti i riproduttori ivi presenti.
Le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano garantiscono il controllo virologico di tutte le carcasse di cinghiali ritrovati sul proprio territorio ed il controllo virologico di tutti i suini morti negli allevamenti familiari e semibradi presenti nel territorio di competenza.
I provvedimenti presi dal Ministero della Salute interessano non solo gli allevamenti della zona infetta già definita, ma dell’intero territorio nazionale soprattutto in merito ai livelli di biosicurezza. Per quanto sia comprensibile agire con rapidità e in maniera incisiva per circoscrivere l’epidemia ed eradicarla il prima possibile mettendo in sicurezza gli allevamenti suinicoli, sarà altrettanto necessario prevedere dei fondi per permettere agli agricoltori di adeguare i livelli di biosicurezza come richiesto ed indennizzare gli allevatori colpiti dalle conseguenze economiche di tali misure.