È urgente arginare gli effetti della grave crisi alla quale anche l’agricoltura italiana è fortemente esposta. Crisi dovuta, da un lato, al notevole aumento dei costi di produzione per le imprese e, dall’altro, alla preoccupante erosione del potere di acquisto delle famiglie, e conseguente calo dei consumi, che si sta osservando a causa della ripresa inflattiva”. Lo ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenuto al VII Congresso Uila, a Roma.
Sul fronte dell’occupazione, Giansanti ha posto l’accento sulla necessità di ridurre il cuneo fiscale: “Il costo del lavoro è troppo alto anche rispetto ad altri Paesi UE”.
Noi abbiamo dimostrato responsabilità nel rinnovare il CCNL in un momento difficile perché crediamo nel contratto e nel lavoro regolare – ha sottolineato il presidente di Confagricolturacombattiamo il lavoro nero e lo sfruttamento, ma la legge 199 va migliorata a sei anni dalla sua entrata in vigore. Confagricoltura è senz’altro favorevole alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, ma sono necessari adeguati incentivi alle imprese”.
Giansanti si è quindi detto preoccupato per la proposta UE di riduzione dei prodotti fitosanitari e per l’equiparazione delle emissioni delle imprese agricole a quelle industriali per gli effetti che potrebbero generare sul fronte della sicurezza alimentare e sulla tenuta del sistema.
Sicurezza alimentare, digitalizzazione, Agricoltura 4.0 sono elementi indispensabili per continuare a crescere – ha detto – e l’impresa che si rinnova tecnologicamente per coniugare la produttività con la sostenibilità va supportata”.
Il presidente di Confagricoltura ha infine esortato il governo ad utilizzare al meglio le risorse del PNRR anche sulle energie da fonti rinnovabili, sui sistemi idrici e la transizione energetica. “Dobbiamo essere attori sulle rinnovabili. Gli agricoltori lo sono da tempo con il biogas e il fotovoltaico” – ha concluso.

 

L’intervento del presidente Giansanti al Congresso Uila (foto: Confagricoltura)

L’etichettatura, è stato uno dei temi discussi durante il Consiglio Agrifish tenutosi a Bruxelles all’inizio di questa settimana. l’Italia ha partecipato all’incontro con il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che ha confermato il no del nostro Paese al sistema Nutriscore e la necessità di difendere il diritto dei consumatori europei ad avere informazioni corrette per un acquisto consapevole dei prodotti alimentari.
Il Consiglio ha anche affrontato l’argomento della revisione della Direttiva sulle emissioni industriali (IED). A questo proposito il Ministro ha definito un errore concettuale equiparare il settore zootecnico a quello industriale e ha sottolineato la necessità di intervenire non attraverso adempimenti burocratici ma con strumenti incentivanti alla transizione ecologica.
Nella sessione pomeridiana del Consiglio, è stato richiesto ai rappresentanti degli Stati membri di esprimersi riguardo all’opportunità di un’ulteriore valutazione di impatto della proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR). L’Italia ha condiviso la necessità di effettuare la nuova valutazione richiesta per evitare che una transizione ecologica “non sostenibile” si possa trasformare in un ulteriore elemento di perturbazione del mercato.
Infine, per quanto riguarda la questione dei grandi carnivori, il Ministro ha condiviso la necessità di realizzare al più presto un monitoraggio indipendente in grado di prendere a riferimento aree geografiche ben al di là dei confini nazionali e ha indicato, a fianco dell’attivazione degli strumenti offerti dalla PAC, la necessità di poter contare anche su dotazioni finanziarie aggiuntive soprattutto per poter risarcire gli allevatori danneggiati.

Il D.L. n. 115/2022, “Decreto Aiuti-bis”, ha previsto misure di sostegno a favore delle imprese agricole che hanno subito danni dalla siccità eccezionale verificatasi a partire dal mese di maggio 2022 e che non beneficiavano della copertura da polizze assicurative per rischio siccità.
Queste imprese possono accedere agli interventi in deroga alle disposizioni del D.Lgs. n. 102/2004, che prevede l’esclusione dalle agevolazioni delle produzioni e delle strutture ammissibili all’assicurazione agevolata o per le quali è possibile aderire ai fondi di mutualizzazione.
Per finanziare i sostegni la dotazione finanziaria del Fondo di solidarietà nazionale è stata incrementata per il 2022 di 200 milioni di euro, con fino a 40 milioni di euro riservati alle anticipazioni delle Regioni a copertura delle spese sostenute in emergenza dalle imprese agricole per la continuazione dell’attività produttiva.
Tra gli interventi, in forma singola o combinata, a scelta delle Regioni, sono compresi:
– contributi in conto capitale fino all’80% (90% nelle zone svantaggiate) del danno accertato sulla base della produzione lorda vendibile media ordinaria, da calcolare secondo le modalità e le procedure previste dagli orientamenti e dai regolamenti comunitari in materia di aiuti di Stato;
– prestiti ad ammortamento quinquennale, per le esigenze di esercizio dell’anno nel quale si è verificato l’evento dannoso e per l’anno successivo, al 20% del tasso di riferimento per le aziende in zone svantaggiate e al 35% del tasso di riferimento per quelle in altre zone;
– proroga delle operazioni di credito agrario e agevolazioni previdenziali.

Inoltre, in caso di danni causati alle strutture aziendali ed alle scorte, possono essere concessi contributi in conto capitale fino all’80% dei costi effettivi (90% nelle zone svantaggiate).

Con una circolare pubblicata nei giorni scorsi il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fornito ulteriori specificazioni in relazione agli adempimenti informativi a carico del datore di lavoro previsti dal d.lgs. n. 104/2022 (che ha modificato il d.lgs. n. 152/1997).
Sull’argomento era già intervenuto l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), che aveva concesso la possibilità di richiamare i contenuti della contrattazione collettiva per le informazioni di dettaglio, come avveniva nella previgente disposizione legislativa e, soprattutto, come previsto nella direttiva UE di riferimento.
La circolare del Ministero del Lavoro però, anche se ribadisce che l’informativa deve essere modulata in maniera proporzionata e sostenibile per i datori di lavoro, contrariamente all’INL formula una serie di precisazioni e puntualizzazioni sull’effettività e sulla concretezza dell’obbligo informativo, con riferimento ai congedi, alla retribuzione, all’orario di lavoro e alla previdenza e assistenza, che sembrano andare nella direzione di un appesantimento dell’onere informativo, anziché di un alleggerimento, specialmente per i datori di lavoro, quali quelli agricoli, che assumono frequentemente lavoratori stagionali.
Per facilitare l’adempimento degli obblighi da parte dei datori di lavoro, Confagricoltura ha predisposto un modello di informativa, a disposizione negli uffici delle Unioni Agricoltori, che deve essere completato con le indicazioni contenute nei contratti collettivi provinciali, soprattutto con riferimento all’orario di lavoro e ai congedi (anche se questi riguardano, di solito, prevalentemente i rapporti a tempo indeterminato).

Confagricoltura ha recentemente partecipato alla riunione convocata dal MIPAAF per valutare il numero delle istanze inserite nella banca dati nazionale per le sementi biologiche. Secondo i dati presentati nel corso dell’incontro, le richieste sono state più di 26.000, con un totale di circa 1.264.700 kg di semente, per le diverse varietà inserite in lista rossa, quella che elenca le specie o le categorie commerciali di una specie disponibili in quantità sufficienti sul mercato nazionale, per le quali non è concessa deroga.
Le quantità di semente richieste tuttavia appaiono essere di gran lunga superiori alle reali esigenze produttive e risultano esuberanti rispetto alle superfici coltivate in biologico. Questo fatto è molto probabilmente dovuto a inserimenti multipli di più varietà per la medesima specie da parte di alcuni produttori, non ancora decisi sulle scelte colturali per le semine 2023. Il Ministero ha quindi stabilito di approfondire ulteriormente l’analisi dei dati pervenuti e di avviare una serie di miglioramenti e di controlli non bloccanti sul SIB (Sistema integrato del biologico) per la gestione futura delle manifestazioni di interesse, in modo da ottenere un quadro reale delle necessità di semente dell’agricoltura biologica italiana, anche in vista di eventuali deroghe.