Per Confagricoltura l’accordo sulle modalità di applicazione del “Protocollo irlandese” è una buona notizia anche per il settore agroalimentare italiano ed europeo. “Il contenzioso in atto da oltre due anni avrebbe potuto determinare in ultima analisi il ripristino dei dazi doganali”, commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
Nonostante la “Brexit”, quello britannico resta il principale mercato di sbocco per i prodotti agroalimentari della Ue (circa 40 miliardi nei primi dieci mesi del 2022) con le esportazioni italiane di settore che l’anno scorso hanno superato i 4 miliardi di euro, segnando una crescita del 18% rispetto al 2021.
Indubbiamente l’accordo raggiunto richiederà una complessa e progressiva messa in opera. Ad esempio, dovrà essere stilato un elenco ufficiale delle strutture abilitate al ricevimento e alla commercializzazione dei prodotti. Il Regno Unito avrà tempo fino al 2025 per completare le strutture permanenti di controllo.
Il processo di approvazione dell’accordo politico – aggiunge Giansanti – adesso prosegua senza ostacoli, in modo da poter realizzare nel più breve tempo possibile tutte le potenzialità politiche ed economiche della relazione tra Unione europea e Regno Unito”.
Il “Windsor Framework”, annunciato dalla presidente della Commissione UE e dal primo ministro britannico, prevede il varo di un doppio sistema di etichettatura dei prodotti per semplificare il trasferimento delle merci tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Scambi sui quali continuano ad essere applicate le regole dell’Unione, assicurando allo stesso tempo la salvaguardia del mercato unico europeo e il pieno rispetto della normativa UE in materia alimentare e fitosanitaria. È stata anche concordata, in particolare, l’abolizione dei certificati relativi alla movimentazione dei vini e dei prodotti biologici.

Confagricoltura di Asti: “Auspichiamo l’uscita di bandi chiari e semplici finalizzati a sostenere gli investimenti delle aziende agricole e a far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici”

 

Confagricoltura accoglie con soddisfazione l’insediamento della cabina di regia, voluta dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sulla crisi idrica. I livelli attuali dei fiumi e dei laghi lasciano pochi dubbi sul ricorso a razionamenti nelle prossime settimane. In questo senso, è indispensabile che la task-force di Palazzo Chigi ascolti i territori e le rappresentanze imprenditoriali attraverso cabine di regia da istituire a livello locale.
Le criticità attuali richiedono interventi immediati ma non bisogna appiattirsi sull’emergenza. Confagricoltura, infatti, chiede al governo un Piano Acque organico, che fornisca al Paese e al settore primario opere infrastrutturali significative dove raccogliere e stoccare le precipitazioni atmosferiche. Questo Piano può essere realizzato recuperando risorse sia dal Pnrr, sia dai Fondi di coesione.
Non bisogna sprecare neanche una goccia d’acqua. Per questo motivo occorre anche sbloccare e incentivare il riutilizzo a fini irrigui delle acque reflue depurate, una priorità non più procrastinabile.
Il Piano acque che Confagricoltura propone riguarda anche il rinnovo delle infrastrutture esistenti. Non bisogna dimenticare l’importanza della manutenzione costante della rete distributiva che attualmente registra perdite medie del 36%. Attività da garantire anche agli invasi che, spesso, soffrono di interramento perdendo buona parte della loro funzione.
Sul fronte dell’emergenza occorrono interventi che rispondano, prima possibile, alle necessità dell’uso potabile e agricolo. Anche con il coinvolgimento dei bacini idroelettrici per sostenere le forniture di acqua nelle fasi più acute della siccità a cui stiamo andando incontro.
Infine, la Confederazione chiede aiuti nazionali e regionali per tamponare i maggiori costi irrigui delle imprese e un sistema di risarcimento dei danni che dialoghi con quello assicurativo, per dare risposte concrete alle mancate produzioni agricole che la siccità sta comportando. Da non trascurare la possibilità di richiedere alla Commissione UE l’estensione, anche per il 2023, delle deroghe accordate nel 2022 sull’uso non produttivo dei terreni e sulla rotazione annuale obbligatoria dei seminativi.
La scarsità del fieno nella passata stagione e la semina a rischio di quella nuova sta già mettendo in forte difficoltà gli allevatori che si ritrovano con i prezzi dei mangimi alle stelle “molti stanno riducendo la mandria – avverte Enrico Masenga, coordinatore del settore tecnico di Asti Agricolturaoltre al mais che richiede molta acqua anche la soia è diventata ‘problematica’, l’anno scorso la perdita di produzione è stata superiore al 70% e quest’anno con un terreno ancor più povero di riserve idriche, le prospettive non possono che essere peggiori“. La riforma della PAC non aiuta: imponendo agli agricoltori la rotazione obbligatoria sui terreni fa si che non si possano seminare in modo prevalente le colture autunnali favorite da minore stress climatico. “Un vincolo che andrebbe superato – segnala Mariagrazia Baravalle, direttore della Confagricoltura di Astiserve una maggiore flessibilità per potersi adattare ad un clima sempre più anomalo. Auspichiamo che escano bandi per sostenere gli investimenti, mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ma questi – a differenza degli attuali – dovranno essere semplici e senza tanti cavilli, poche righe chiare ed applicabili nella realtà

Scadrà alla fine di marzo il bando relativo all’Operazione 5.1.1 – Prevenzione dei danni da calamità naturali di tipo biotico del PSR. L’intervento è mirato all’adeguamento ai requisiti di biosicurezza delle strutture che detengono suini per allevamento, delle stalle di transito e dei mezzi che trasportano suini, definiti dal Decreto 28 giugno 2022 (GU 173 del 26/7/2022).
Gli interventi di biosicurezza previsti dal Decreto consistono in misure di protezione strutturali, legate alla struttura fisica dell’allevamento, e in misure di gestione: piani, procedure di gestione e modalità applicative dei piani stessi che garantiscono i livelli di protezione richiesti. L’azienda sanitaria locale territorialmente competente, anche nell’ambito delle attività previste dai programmi di sorveglianza ed eradicazione delle malattie del suino, effettua la verifica del rispetto dei requisiti di biosicurezza previsti dal decreto. L’elemento determinante è il sistema Classyfarm che permette la valutazione del rischio biosicurezza dell’allevamento tenendo in considerazione diversi parametri.
Gli operatori responsabili di allevamenti e stalle di transito già registrati nella Banca dati nazionale dell’Anagrafe zootecnica hanno dodici mesi di tempo, quindi entro giugno 2023, per adeguare i propri stabilimenti alle misure di biosicurezza dettate dall’Allegato 1 del Decreto.
Il bando finanzia all’80% adeguamenti che diventeranno obbligatori, e quindi oggetto di controlli e sanzioni, tra pochi mesi. Si tratta di un’opportunità che, come sottolineato più volte dalla Regione, non potrà ripetersi.
Sarebbe quindi opportuno per gli allevatori di suini effettuare un audit interno, magari con la consulenza di un professionista, per verificare se le loro strutture e procedure operative già rispondono ai requisiti del Decreto 28 giugno 2022 o se devono essere adeguate in modo più o meno significativo.
Rammentiamo inoltre che se l’azienda dovesse subire dei danni o delle restrizioni produttive a causa della PSA non potrebbe accedere agli eventuali sostegni se non in regola con le norme di biosicurezza del Decreto.

Oltre ai provvedimenti in materia di energie rinnovabili contenuti nel DL “semplificazione” pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio scorso, si prospettano interessanti novità per agrivoltaico, biogas, biomasse e biometano nel quadro delle misure di incentivazione delle energie rinnovabili (PNRR/D.LGS. 199-21) attualmente in fase di emanazione.
DM Autoconsumo: il MASE ha avviato la procedura di notifica a Bruxelles del decreto che disciplina le modalità di incentivazione dell’energia elettrica prodotta da impianti a fonti rinnovabili inseriti in configurazioni di autoconsumo/condivisione dell’energia rinnovabile (CER). Il medesimo decreto, definisce criteri e modalità per la concessione dei contributi previsti dalla Missione 2, Componente 2, Investimento 1.2 (Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’autoconsumo) del PNRR.
DM Sviluppo Agrivoltaico: verso la fine gennaio è stato messo a punto lo schema del decreto MASE per l’attuazione della misura PNRR “Sviluppo Agrivoltaico”, la cui stesura risale alla fine dello scorso anno, redatta dopo la consultazione avviata dal MASE a luglio 2022, e che potrà essere ancora oggetto di modifiche e aggiornamenti.
DM FER 2: Il Decreto, in attuazione del D.Lgs. 199/21, disciplina l’incentivazione della produzione elettrica da biomasse e biogas (nuovi e vecchi impianti). Il DM è in discussione a Bruxelles e, a breve, dovrebbe essere conclusa tale procedura. In particolare, il provvedimento dispone modalità e condizioni per il proseguimento dell’incentivazione per impianti a esistenti. Nel medesimo decreto è presente anche l’incentivazione della produzione elettrica da fotovoltaico flottante.
Infine, rammentiamo che fino al 31 marzo, è aperto il bando che sostiene la produzione di biometano sia attraverso nuovi impianti, sia mediante riconversione di strutture esistenti di biogas (Bando relativo al DM 15 settembre 2022), in attuazione della misura PNRR “Sviluppo Biometano”.

Dal 4 al 6 marzo prossimi si svolgerà la prima edizione del Salone del vino di Torino, ospitato in quattro sedi diverse: il Museo del Risorgimento, la Cavallerizza Reale, Palazzo Birago e Palazzo Cisterna. Dal 28 febbraio prenderà inoltre il via una serie di eventi diffusi, dal centro alle periferie in più di 60 location. Saranno protagonisti, insieme ai produttori, i ristoranti, le “piole”, le enoteche e i luoghi cult della città, con cene, artisti, degustazioni, scrittori e spettacoli.
La manifestazione si indirizza ai turisti e ai curiosi del mondo del vino, ma anche agli esperti del settore, ai distributori e ai ristoratori. Oltre all’esposizione delle cantine sono previsti incontri, degustazioni, cene e masterclass, per conoscere le moltissime etichette della nostra regione. Da sabato 4 a lunedì 6 marzo 2023, un intenso programma animerà la manifestazione.
Il Museo del Risorgimento, nelle sale di Palazzo Carignano che, per l’occasione, accoglierà oltre 60 produttori, diventando così la Casa del Gambero Rosso con la sua selezione di produttori piemontesi ed un’area ospiti che vede protagoniste 20 grandi cantine da tutta Italia, all’interno di un calendario di 10 degustazioni gratuite (fino ad esaurimento posti).
Alla Cavallerizza Reale, saranno presenti più di 100 aziende vitivinicole, in collaborazione con Go Wine e Fisar Torino. La Cavallerizza ospiterà infatti i consorzi e le enoteche regionali di tutto il Piemonte, al suo fianco anche un’area interamente dedicata ai vini naturali.
Nell’area esterna del Cortile della Corte Mosca, i migliori street food del territorio proporranno al pubblico le proprie prelibatezze.
Palazzo Birago, sede istituzionale della Camera di commercio di Torino, e Palazzo Cisterna, saranno uniti in un unico evento e con un unico filo conduttore, diventando la Dimora delle Grandi Masterclass del Salone del Vino di Torino.
Maestri di cerimonia sono Fisar Torino insieme alla Banca del Vino di Pollenzo, l’Onav di Torino e La strada del Barolo e i grandi vini di Langa. Al centro, più di 20 grandi cantine, tra degustazioni orizzontali e verticali; le grandi annate e la scoperta dei cru più caratterizzanti del Piemonte e dell’Italia. Inoltre sempre a Palazzo Birago un nuovo ricco palinsesto di talk e approfondimenti a cura di Camera di commercio di Torino in collaborazione con Città Metropolitana di Torino, Strada Reale dei Vini torinesi, CIA Agricoltori delle Alpi, Arpa Piemonte, Laboratorio Chimico della Camera di commercio di Torino, AIAB in Piemonte, Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino animerà la giornata di lunedì 6 marzo, per parlare di sostenibilità, innovazione, cambiamenti climatici, enoturismo e futuro nel mondo del vino.