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Accettiamo la sfida lanciata oggi dalla Commissione con il Green New Deal europeo, anche se una valutazione definitiva potrà essere formulata quando saranno presentate, nella primavera dell’anno venturo, le proposte operative”. E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sulla comunicazione licenziata oggi a Bruxelles dalla Commissione, per conseguire la neutralità climatica nel 2050.
Il nuovo Esecutivo dell’Unione ha proposto un obiettivo giustamente ambizioso, chiamando in causa anche l’agricoltura. Per le nostre imprese, la sfida è quella di produrre con una minore pressione sulle risorse naturali, limitando le emissioni che alterano il clima – ha aggiunto Giansanti – senza dimenticare, peraltro, che le imprese agricole italiane hanno già ottenuto significativi traguardi in termini di sostenibilità, sicurezza e qualità delle produzioni. Possiamo conseguire ottimi risultati nell’interesse della collettività, considerato che le attività agricole e forestali si svolgono sul 40% della superficie complessiva dell’UE. Vanno però assunte scelte coerenti in termini di sostegno agli investimenti, diffusione delle innovazioni tecnologiche, comprese le biotecnologie, salvaguardia della competitività e informazione dei consumatori”.
A questo riguardo – ha sottolineato Giansanti – qualche dubbio è più che legittimo, visto che sul tavolo del Consiglio europeo, che si riunirà domani, oltre alla comunicazione sul Green New Deal, c’è una proposta per limitare il bilancio pluriennale dell’Unione a poco più dell’1% del PIL complessivo, con un taglio dei fondi all’agricoltura di oltre il 10% a prezzi correnti. Ci auguriamo che alla fine prevalga la coerenza tra obiettivi ambiziosi e risorse finanziarie disponibili”.
Abbiamo apprezzato – ha proseguito Giansanti – il riferimento fatto dalla Commissione agli accordi bilaterali commerciali. Sul mercato europeo dovranno entrare solo prodotti ottenuti con standard ambientali allineati con quelli della UE. E’ una condizione fondamentale, perché non possiamo penalizzare la competitività delle imprese europee, mentre fuori dall’Unione aumentano le emissioni inquinanti e la pressione sulle risorse naturali. La lotta ai cambiamenti climatici non può che essere globale” – ha puntualizzato il presidente della Confagricoltura. “Inoltre – aggiunge – gli agricoltori italiani fino ad oggi in tema di sostenibilità e benessere hanno già fatto la loro parte fuori dalla UE, ricorda ad esempio Confagricoltura, la superficie forestale si è ridotta di 1,3 milioni di chilometri nel periodo tra il 1990 e il 2016“.

 

foto: www.ecoo.it

A soli tre mesi dall’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio UE-Giappone, Confagricoltura partecipa con il componente della giunta Luca Brondelli di Brondello alla missione diplomatica di alto livello organizzata a Tokyo dalla Commissione Europea. Il Commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale, Phil Hogan, ha invitato a partecipare alla missione i rappresentanti del mondo produttivo per facilitare la conoscenza e le opportunità di scambio tra imprenditori dell’Unione e quelli giapponesi. Il programma prevede una serie di iniziative: networking event, seminari di sensibilizzazione a favore delle aziende europee per comprendere le caratteristiche del mercato giapponese, così come i gusti dei consumatori e visite nei supermercati ed eventi B2B con operatori giapponesi. I rappresentanti delle aziende nazionali saranno inoltre ospiti dell’Ambasciata italiana a Tokyo per un evento organizzato in occasione della presenza del Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, che partecipa alla ministeriale G20 Agricoltura di Niigata.
Il Commissario Hogan ha sempre sottolineato l’importanza di queste missioni diplomatiche che seguono la chiusura degli accordi commerciali. E quello con il Giappone lo è in maniera particolare. Il Paese è, infatti, il secondo partner commerciale della UE in Asia, dopo la Cina e per il l’Italia rappresenta il 17% delle esportazioni, con al vertice dei prodotti: tabacchi, vini, preparazioni a base di ortaggi.
L’intesa con il Giappone – ha detto Brondelli di Brondello – offre importanti opportunità di crescita per le esportazioni agroalimentari degli Stati membri, grazie alla soppressione dei dazi sull’85% dei prodotti destinati al mercato nipponico”. Secondo le stime elaborate dalla Commissione, l’export di settore dell’Unione potrebbe addirittura raddoppiare rispetto all’attuale livello, che è di circa 6 miliardi di euro l’anno.
Confagricoltura ha ricordato che tra i principali elementi dell’accordo UE–Giappone è prevista l’eliminazione dei dazi sulle esportazioni di vino, che attualmente si attestano intorno al 15%, con un esborso a carico degli operatori dell’Ue di oltre 130 milioni di euro. Anche per molti formaggi le vigenti tariffe doganali (nell’ordine del 30%) saranno soppresse. Per alcuni formaggi freschi, tra i quali la mozzarella, è stata concordata una quota di esportazioni a dazio zero (il Giappone è il primo acquirente mondiale di formaggi). E prevista l’esenzione tariffaria per le esportazioni dell’UE di carni suine trasformate. E i dazi saranno eliminati, sia pure progressivamente, su una serie di prodotti trasformati esportati dalla UE sul mercato giapponese, tra i quali la pasta, le produzioni dell’industria dolciaria, i prodotti a base di pomodori.
Per quanto riguarda il capitolo delle indicazioni geografiche e di qualità, l’accordo di partenariato economico assicura la protezione sul mercato giapponese di 45 produzioni italiane, tra le quali quelle effettivamente presenti e affermate sul mercato nipponico. “Una cifra importante ma che dobbiamo aumentare, così come consentito dall’intesa”, sottolinea Confagricoltura.

 

 

Le due bandiere che sventolano insieme dopo l’accordo di libero scambio UE-Giappone (foto tratta da: agronotizie.imagelinenetwork.com)