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La Commissione Europea ha pubblicato un elenco di potenziali pratiche agricole che potrebbero essere considerate eco-schemi nell’ambito della futura PAC. La lista intende migliorare la trasparenza del processo di definizione dei piani strategici della PAC e fornisce agli agricoltori, alle amministrazioni, agli scienziati e alle parti interessate una base per ulteriori discussioni su come utilizzare al meglio gli eco-schemi. Il nuovo strumento rappresentato dagli eco-schemi è progettato per fornire un sostegno agli agricoltori che decidono di aumentare l’ambizione ambientale e climatica delle loro attività. Gli eco-schemi contribuiranno in modo significativo alla transizione “verde” ed al raggiungimento degli obiettivi del “Green Deal“, nell’ambito delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità”.
Per poter essere considerate eco-schemi, le pratiche agricole dovrebbero:

– riguardare attività relative a clima, ambiente, benessere degli animali e resistenza agli antimicrobici;

– essere definite sulla base delle esigenze e delle priorità individuate a livello nazionale/regionale nei rispettivi piani strategici della PAC;

– prevedere un livello di ambizione che vada oltre i requisiti e gli obblighi stabiliti dalle regole sulla condizionalità;

– contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal.

L’elenco delle potenziali pratiche agricole che possono considerarsi eco-schemi include: pratiche di agricoltura biologica, pratiche quali la rotazione delle colture con colture leguminose, l’agricoltura conservativa a basse emissioni di carbonio e l’uso estensivo di prati permanenti, l’agricoltura di precisione (pratiche volte a ridurre l’uso dei fattori di produzione o l’uso di additivi per mangimi) e pratiche di allevamento benefiche per il benessere degli animali.
Di seguito il link alla pubblicazione della Commissione Europea illustrativa della lista di pratiche ecologiche che potrebbero costituire eco-schemi (in inglese).

https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/food-farming-fisheries/key_policies/documents/factsheet-agri-practices-under-ecoscheme_en.pdf

Il 18 dicembre la Commissione Europea ha pubblicato un documento contenente raccomandazioni per ciascuno Stato membro volte a fornire assistenza nella redazione dei Piani Strategici della PAC per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal Europeo. Le raccomandazioni non sono giuridicamente vincolanti, ma durante il processo di approvazione, che sarà basato sui criteri stabiliti nel regolamento sui piani strategici della PAC, la Commissione Europea le utilizzerà quale documento di riferimento per la valutazione. Di seguito il link per approfondire la notizia

https://www.confagricoltura.it/ita/europa/news/pubblicate-le-raccomandazioni-della-commissione-europea-agli-stati-membri-sulla-definizione-dei-piani-strategici-della-pac

 

La Commissione Europea è intervenuta sul al cumulo del sostegno delle misure a investimento, quali il PSR, con altre agevolazioni nazionali, quali il credito d’imposta, e al suo legame con le aliquote massime previste dall’allegato II del regolamento (UE) n. 1305/2013 e riportate nel programma. La Legge (italiana) n. 160 del 27 dicembre 2019 prevede che “il credito di imposta sia cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto”. La Commissione UE, intervenendo sull’argomento, con una nota del 17 novembre scorso ha precisato che “si ritiene che il sostegno del PSR, per le stesse spese ammissibili, possa essere concesso in combinazione con i crediti d’imposta, ma il sostegno cumulato deve rimanere entro i limiti fissati dall’allegato II del regolamento (UE) n. 1305/2013”.
Le disposizioni comunitarie che richiama la Commissione prevedono, relativamente agli investimenti in immobilizzazioni materiali, una percentuale massima del 40%, maggiorabile del 20% per i giovani agricoltori: questo significa che, per le aziende non condotte da giovani, se il contributo del PSR arriva al 35% per le spese di beni strumentali il credito di imposta potrà essere erogato soltanto per nella misura del 5%.
Confagricoltura, che è già attivata sull’argomento, sottolinea come l’interpretazione ponga un forte limite allo sviluppo degli investimenti: inoltre molte aziende, sulla base di quanto finora previsto dalla normativa nazionale, hanno già provveduto ad acquistare beni strumentali, per cui ora occorrerà valutare come trattare questo tipo di agevolazione.

Un articolo su “Il Sole24Ore” in edicola

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Lo scorso lunedì i deputati della Commissione Parlamentare Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare hanno tenuto un dibattito con Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, sul rafforzamento dell’ambizione climatica dell’UE per il 2030, con riferimento al nuovo piano per gli obiettivi climatici per il 2030.
Il Vicepresidente Timmermans ha presentato il piano della Commissione Europea per ridurre le emissioni di gas serra dell’UE di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, come annunciato il 17 settembre nel discorso sullo stato dell’Unione dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Attualmente, le emissioni non stanno diminuendo abbastanza velocemente, ha ricordato il Vicepresidente Timmermans, ma ha sottolineato che diventare a emissioni zero è sia fattibile che vantaggioso per l’UE. Ha invitato il Parlamento a confermare l’obiettivo del 55% per il 2030 proposto come nuovo contributo determinato a livello nazionale dell’UE ai sensi dell’accordo di Parigi ed a sottoporlo all’UNFCCC entro la fine di quest’anno.
L’On.le e Presidente della COMENVI Pascal Canfin (Renew, FR) ha ricordato agli eurodeputati che questa settimana la plenaria voterà su un rapporto della commissione per l’ambiente sulla legge sul clima dell’UE, che prevede una riduzione delle emissioni del 60% nel 2030.
Diversi deputati hanno espresso la preoccupazione che il nuovo obiettivo per il 2030 proposto dalla Commissione europea sia un obiettivo netto, il che lo rende meno ambizioso poiché le riduzioni effettive sarebbero inferiori perché anche le emissioni rimosse attraverso i pozzi di assorbimento del carbonio conterebbero per il raggiungimento dell’obiettivo. Timmermans ha difeso un obiettivo netto per il 2030, affermando che i pozzi di assorbimento del carbonio sono necessari per raggiungere la neutralità del carbonio e sono pienamente in linea con gli impegni internazionali.
I deputati hanno anche interrogato il Vicepresidente Timmermans sulla probabilità che altri Paesi non membri dell’UE seguano l’esempio dell’UE e aumentino le loro ambizioni climatiche. Timmermans ha risposto che occorre fare dell’azione per il clima una “corsa verso l’alto”, informando i deputati che ci sono iniziative interessanti per aumentare l’ambizione in corso o in cantiere in molti Paesi. Timmermans ha infine informato i deputati al Parlamento Europeo che la Commissione presenterà proposte entro giugno 2021 per rivedere la legislazione chiave dell’UE come il sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE, l’efficienza energetica e le politiche sulle energie rinnovabili e il rafforzamento degli standard di CO2 per i veicoli stradali per consentire all’UE di raggiungere una maggiore obiettivo ambizioso.
Nel marzo 2020, la Commissione Europea ha proposto una legge europea sul clima che renderebbe un requisito legale per l’UE diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, come parte del Green Deal Europeo.

La Commissione Europea ha accolto con favore l’accordo, raggiunto in seno al Consiglio UE, sulle nuove norme relative alle accise sull’alcool all’interno dell’Unione Europea. Con le nuove norme i piccoli produttori e i produttori artigianali di alcol disporranno di un nuovo sistema di certificazione che attesta, in tutta l’Unione, il loro accesso ad aliquote di imposta più basse.
Un’altra novità riguarda la birra: quelle a bassa gradazione alcolica, infatti, potranno godere di aliquote ridotte. Le nuove regole saranno applicate dal 1° gennaio 2022.