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Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del 29 dicembre 2023

Lo scorso 15 febbraio è stato pubblicato in G.U. il Decreto 29 dicembre 2023 inerente gli interventi finanziari a sostegno delle imprese del settore agricolo e agroalimentare effettuati dall’ISMEA.
Con il suddetto Decreto sono stati definiti i criteri e le modalità degli interventi finanziari dell’ISMEA per il settore agricolo e agroalimentare, rinviando ad un successivo Decreto quelli relativi al settore della pesca e dell’acquacoltura, in considerazione delle specificità settoriali e dei regimi di aiuto.
Il citato Decreto si compone di due “Capi” uno dedicato agli interventi finanziari a “condizioni agevolate”, l’altro a “condizioni di mercato”.
Per entrambi gli interventi in parola possono beneficiare:
• le società di capitali, anche in forma cooperativa, che operano nella produzione agricola primaria, nella trasformazione e nella commercializzazione di prodotti agricoli (Allegato I del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea);
• le società di capitale partecipate al 51 per cento da imprenditori agricoli, cooperative agricole a mutualità prevalente e loro consorzi o da organizzazioni di produttori riconosciute ai sensi della normativa vigente, ovvero le cooperative i cui soci siano in maggioranza imprenditori agricoli, che operano nella distribuzione e nella logistica, anche su piattaforma informatica, dei prodotti agricoli (di cui all’Allegato I del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea);
• le società di capitali, anche in forma cooperativa, che operano nella produzione di beni prodotti nell’ambito delle relative attività agricole ex art. 32, comma 2, lett. c), del testo unico delle imposte sui redditi di cui al DPR 917/1986;
Più precisamente, per quanto riguarda gli Interventi finanziari a Condizioni Agevolate, trattasi di finanziamenti ipotecari agevolati per gli investimenti delle imprese che operano nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari, nella distribuzione e nella logistica.
• I finanziamenti sono di durata massima di 15 anni, di cui fino a un massimo di cinque anni di preammortamento e fino ad un massimo di dieci anni di ammortamento, con rate semestrali posticipate a capitale costante. In ogni caso, il finanziamento agevolato non può essere erogato ad un tasso inferiore allo 0,50%.
• Possono essere ammessi al finanziamento agevolato i progetti con un ammontare di spese ammissibili compreso tra 2 milioni e 20 milioni di euro. Gli interventi dovranno essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni debitamente compilata.
• Il procedimento istruttorio deve essere concluso, da parte dell’ISMEA, entro il termine di sei mesi dalla data di ricevimento della domanda. In caso di richiesta di documentazione integrativa il suddetto termine è sospeso fino alla data di ricezione della documentazione stessa.
• Il finanziamento agevolato è erogato per stato di avanzamento lavori (SAL), successivamente alla stipula del contratto di finanziamento e subordinatamente alla effettiva realizzazione della corrispondente parte degli interventi ritenuti ammissibili.
• I SAL possono essere fino ad un massimo di 5. Ciascun SAL deve essere di importo non inferiore al 10% e non superiore al 50% del valore dell’investimento da realizzare.
• La realizzazione del progetto deve essere completata e rendicontata entro il termine previsto dal contratto di finanziamento agevolato.
• I beni oggetto delle agevolazioni sono vincolati all’esercizio dell’attività finanziata per un periodo minimo di cinque anni dopo la data del loro completamento e comunque fino all’estinzione del finanziamento agevolato. La sede operativa dell’impresa deve essere mantenuta nel territorio nazionale fino all’estinzione del finanziamento agevolato. La violazione di tali disposizioni è causa di decadenza dalle agevolazioni concesse.
• L’ISMEA controlla, per l’intera durata dell’intervento agevolato, l’esecuzione degli investimenti da parte del soggetto beneficiario, per verificare il rispetto degli obiettivi fissati nel progetto.
Relativamente agli Interventi finanziari a condizioni di mercato, tramite essi l’ISMEA opera esclusivamente come socio di minoranza di società di capitali, anche di nuova costituzione, sottoscrivendo aumenti di capitale e/o prestiti obbligazionari e/o strumenti partecipativi, finalizzati a supportare progetti di sviluppo produttivo e/o commerciale, anche mediante processi di aggregazione tra aziende, di imprese che operano nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari, nella distribuzione e nella logistica.
• Gli interventi a condizioni di mercato sono compresi tra un minimo di 2 milioni ed un massimo di 20 milioni di euro.
• I Rapporti tra l’ISMEA e ogni società partecipata sono definiti in specifici accordi nei quali sono indicati gli impegni, gli obblighi, i termini e le condizioni per l’attuazione del progetto.
• Una volta completata l’istruttoria di ciascun progetto, l’ISMEA ne delibera l’approvazione e stipula gli accordi di cui al punto precedente.
• L’ISMEA controlla l’esecuzione dell’intervento per l’intera durata, per verificare il rispetto degli obiettivi fissati nel progetto approvato e autorizzato, anche ispezionando i libri sociali, la documentazione contabile e qualsiasi altro documento utile o opportuno anche eseguendo sopralluoghi presso la società destinataria dell’intervento finanziario a condizioni di mercato.
Ai fini della operatività della misura agevolativa in parola è necessario attendere, da parte dell’ISMEA, lo schema delle Istruzioni applicative del Decreto in commento, volte a definire le modalità di presentazione delle domande e le procedure di concessione e di liquidazione dei finanziamenti agevolati (ex art. 12 del DM 29 Dicembre 2023).

Si segnala, infine, che nella presente circolare sono stati evidenziati gli aspetti salienti del Decreto che ci occupa; pertanto, per una disamina più dettagliata si rinvia al contenuto del provvedimento ministeriale che si allega.

Per tutto quanto sopra l’Ufficio Credito e Finanza agevolata _ credito@confagricoltura.it_ resta a disposizione per ogni eventuale ed ulteriore approfondimento e/o chiarimento.

Decreto Legge 29 dicembre 2023

Il Made in Italy agroalimentare ha ottenuto negli ultimi anni brillanti risultati sui mercati internazionali. Stando ai dati riportati nel Rapporto sull’agroalimentare italiano diffuso nei giorni scorsi da ISMEA, tra il 2019 e il 2022 le esportazioni di settore sono aumentate del 34%, toccando alla fine dello scorso anno il massimo storico nell’ordine di 60 miliardi di euro.
E’ salita anche la presenza sui mercati esterni all’Unione europea. Su “Il Sole 24ore” il professor Marco Fortis ha messo in evidenza che, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2022, l’incidenza dell’Italia sulle esportazioni totali della UE destinate fuori dall’Unione è passata dal 9,5 all’11,3%. Allo stesso tempo, la quota francese è scesa dal 19,2% al 17,2%.
L’Italia ha dunque migliorato in misura importante il proprio posizionamento competitivo. Le cifre sono di assoluto rilievo. Tuttavia, restiamo ancora al di sotto di quelle che sono le potenzialità del sistema.
Nel rapporto curato da ISMEA è stato messo in evidenza che il nostro Paese “è leader mondiale per le esportazioni di trasformati di pomodoro, pasta, vino e formaggi”, ma nel complesso le esportazioni annuali agroalimentari della Spagna superano di circa 8 miliardi di euro quelle dell’Italia.
La Francia, sempre secondo ISMEA, supera l’Italia in termini di prezzo medio dei prodotti venduti all’estero. La differenza risulta particolarmente marcata per i vini. A questo riguardo può essere interessante segnalare che uno studio promosso dal Senato francese ha messo in evidenza che, al netto del valore dell’export di vini, il saldo dell’interscambio commerciale agroalimentare con gli altri Stati membri della UE sarebbe negativo.
La situazione economica internazionale è meno favorevole rispetto a quella che ha caratterizzato gli anni passati. Prevale l’incertezza dovuta al conflitto in corso in Ucraina e alle tensioni in Medio Oriente. I costi energetici saranno più elevati rispetto al passato. L’inflazione e i tassi d’interesse non torneranno vicini allo zero. Anche il ritmo di crescita del commercio internazionale di beni e servizi è destinato a rallentare. Questo scenario rafforza la necessità di agire per non interrompere la crescita delle nostre esportazioni.
Tre, in primo luogo, gli obiettivi da perseguire nell’ambito di efficaci politiche di filiera: aumentare la produzione interna di cereali in linea con le esigenze delle industrie di trasformazione; rafforzare l’organizzazione economica del settore ortofrutticolo, migliorando anche la logistica per ridurre i costi di trasporto sui mercati esteri che sono sensibilmente più alti rispetto ai nostri principali concorrenti; puntare su una migliore valorizzazione dei nostri vini in termini di qualità. Le prospettive del settore saranno sempre meno legate alle quantità prodotte.
Con un aumento del 10%, il valore aggiunto della filiera agroalimentare salirebbe di oltre 6 miliardi di euro (da 64 a 70 miliardi). E’ un traguardo realistico.

Dai primi di novembre in arrivo il Fondo per l’innovazione in agricoltura che prevede lo stanziamento di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 da destinare all’ammodernamento delle imprese del settore primario. Di questi 75 milioni di euro annui, una parte, rispettivamente 10, 30 e 35 milioni, è riservata alle zone colpite dalle alluvioni di maggio 2023.
Il decreto prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per l’acquisto di macchine e attrezzature innovative per l’agricoltura e la pesca. Sono ammessi alla presentazione della domanda coloro che appartengono a una delle seguenti categorie: “impresa agricola”, “impresa ittica” o “impresa agromeccanica”, e che effettuano investimenti per importi compresi tra 70.000 e 500.000 euro. Per le imprese ittiche il limite minimo degli investimenti è invece 10.000 euro.

L’entità del contributo, che va da un minimo del 22,5% fino al 95% dell’importo ammissibile, potrà variare a seconda del soggetto beneficiario e dell’importo dell’investimento. Gli investimenti, per essere ammissibili, potranno essere effettuati solamente in seguito alla data di presentazione della domanda di agevolazione. Inoltre, i beni agevolabili devono essere nuovi di fabbrica.
Il decreto stabilisce anche che le Pmi agricole e della pesca potranno usufruire di una garanzia Ismea per i finanziamenti che può arrivare fino all’80% del valore nominale del finanziamento bancario.
La piccola e media impresa che intende richiedere il contributo deve fare domanda sul portale dedicato di Ismea la cui apertura è prevista per inizio novembre. Le domande saranno quindi esaminate da Ismea secondo l’ordine cronologico di presentazione. L’erogazione del contributo a fondo perduto avverrà in un’unica soluzione direttamente verso il beneficiario, o forse, in alternativa, lo stesso potrà disporre l’erogazione dello stesso verso il proprio fornitore.

I beni agevolabili devono essere caratterizzati da un elevato livello tecnologico o di automazione e rientrare in una di queste categorie della tabella allegata:

tabella ismea

Per maggiori informazioni chiedere agli uffici di Asti Agricoltura

Presentazione ISMEA FONDO INNOVAZIONE

L’Italia retrocede al terzo posto nella classifica europea per la produzione agricola, sorpassata dalla Germania che conquista il secondo posto mentre la Francia resta saldamente ancorata al primo, seppur con difficoltà.
Tuttavia, l’agroalimentare Made in Italy conquista importanti fette del mercato internazionale che vede una contrazione delle quote di Francia e Germania nell’ultimo decennio. Questo il quadro generale tracciato dall’ultimo rapporto ISMEA presentato a Roma lo scorso 17 ottobre. Secondo il rapporto, il calo della produttività agricola nel triennio 2020 – 2022 resta inevitabilmente legato agli eventi climatici avversi – siccità, caldo estremo, gelate e alluvioni – che si sono rapidamente susseguiti negli scorsi mesi, mettendo in ginocchio anche le regioni italiane dalla più forte vocazione agroalimentare. L’Italia si conferma però leader mondiale nell’esportazione di trasformati di pomodoro, pasta, vino, formaggi, mentre la Spagna brilla sull’ortofrutta, olio d’oliva e carni suine. Nel complesso, considerando i primi 20 prodotti esportati da ciascun paese, l’Italia è seconda solo alla Francia in termini di prezzo medio, mentre Germania e Spagna sono caratterizzati da valori medi inferiori che li mette in condizioni di esercitare una concorrenza di prezzo.
Secondo Confagricoltura, nonostante il momento difficile con inflazione e tassi di interesse rilevanti, acuiti da un disordine internazionale che ha determinato un ulteriore picco dei prezzi energetici, il settore agroalimentare continua a registrare risultati importanti nell’export ma resta evidente la presenza di carenze strutturali che ora più che mai necessitano di essere supplite. Investire sulla competitività e sulla sostenibilità agroalimentare restano le vie maestre su cui perseverare.

Il Decreto Legge 34 del 2023 stabilisce che le micro, piccole e medie imprese agricole che intendono investire per l’autosufficienza energetica o, comunque, per ridurre i costi di approvvigionamento energetico, possono ottenere finanziamenti dal sistema bancario con copertura della garanzia pubblica ISMEA (cd. GR8) a costo zero. Tali finanziamenti devono essere finalizzati ad investimenti volti alla realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili da utilizzare da parte delle stesse PMI.
La garanzia ISMEA è stata proposta e fortemente voluta da Confagricoltura e il suo accoglimento, da parte del legislatore nazionale, rafforza gli strumenti della garanzia pubblica, ritenuti essenziali soprattutto nell’attuale congiuntura economica caratterizzata, tra l’altro, dall’aumento dei tassi di interesse.
La concessione della garanzia in parola, a costo zero, consente infatti alle micro, piccole e medie imprese di beneficiare di una riduzione in termini di tasso di interesse praticato sull’operazione di finanziamento garantita.

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