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Una situazione critica che, con tutta probabilità, avrebbe potuto essere evitata con l’azione di contrasto sollecitata da tempo a tutti i livelli nei confronti della proliferazione dei cinghiali”. Lo sostiene la Giunta di Confagricoltura che si è riunita per fare il punto sulla situazione a seguito dei casi accertati di peste suina e delle prime decisioni varate a livello europeo.
Ora è necessario agire con la massima tempestività ed efficacia nel campo della sorveglianza e delle misure di biosicurezza per la protezione degli allevamenti” – sottolinea il presidente, Massimiliano Giansantidobbiamo in ogni modo contrastare il fenomeno e limitare al massimo i danni, considerato che sono già arrivate le prime sospensioni delle importazioni dall’Italia di carni suine e prodotti derivati”.
Le sospensioni sono già state disposte – evidenzia Confagricoltura – dalle competenti autorità di Cina, Giappone, Taiwan e Kuwait. Restrizioni sono state disposte anche dalla Svizzera. Lo scorso anno le esportazioni del settore suinicolo sono ammontate a circa 1,5 miliardi di euro, di cui 500 milioni destinate ai mercati extra UE.
In questa fase – prosegue Giansanti – è anche fondamentale il rigore delle informazioni ai consumatori, evitando altresì qualsiasi speculazione commerciale”. Nei prossimi giorni – annuncia Confagricoltura – saranno convocate congiuntamente le Federazioni Nazionali di Prodotto dei settori suinicolo ed avicunicolo (alle prese con l’influenza aviaria) per valutare le richieste da presentare al governo e in ambito europeo per la salvaguardia delle imprese.
Intanto – conclude il presidente di Confagricolturaci siamo già rivolti ad alcuni istituti di credito affinché rivolgano la maggiore attenzione possibile nei confronti degli allevatori in difficoltà”.

Destano forti preoccupazioni anche nella nostra regione le notizie provenienti dalla Germania, che segnalano un nuovo caso di peste suina africana nel distretto di Ludwigslust-Parchim, in una carcassa di cinghiale ritrovata un’ex area di addestramento militare, nei pressi di Redlin, al confine con lo stato del Brandeburgo”. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, interviene ancora una volta sulla questione dell’eccessiva proliferazione della fauna selvatica, chiedendo a tutti gli enti interessati il massimo sforzo per contenere il fenomeno.
Nei mesi scorsi, grazie all’intervento del prefetto di Torino che si era attivato su segnalazione della nostra organizzazione, si era istituito un tavolo di coordinamento tra tutti i soggetti interessati – spiega Allasia – per individuare iniziative congiunte per limitare la presenza abnorme di cinghiali che oltre a danneggiare pesantemente i raccolti crea problemi di ordine sanitario all’ecosistema”.
Le notizie provenienti dalla Germania allarmano non soltanto gli agricoltori, ma tutti i cittadini. Al momento, come riferisce il sito https://www.regierung-mv.de/ del governo federale del Meclemburgo-Pomerania Occidentale, non è noto come la peste suina africana sia entrata nel distretto di Ludwigslust-Parchim. Tuttavia, la stessa variante del virus è stata confermata nell’allevamento di suini domestici di Lalendorf e nel focolaio di Marnitz, che è ora diffusa nell’Europa orientale, negli Stati baltici, in Polonia e nel Brandeburgo.
Dobbiamo evitare in tutti modi che la peste suina africana si propaghi: sarebbe un danno enorme per i nostri allevamenti e per la sicurezza alimentare – aggiunge Enrico Allasia – e per questo chiediamo a tutte le istituzioni di moltiplicare gli sforzi per sviluppare un’attività di selezione dei cinghiali che riporti il numero di ungulati a un livello compatibile per il nostro territorio”.

Nubi nere sul comparto suinicolo. Dopo la pesantissima crisi di questa primavera a causa del lock-down, ora si affaccia una nuova congiuntura negativa, questa volta però a livello europeo e quindi molto più pesante da affrontare per le aziende del settore.
A lanciare l’allarme è Confagricoltura, che evidenzia le difficoltà che stanno mettendo a repentaglio un settore produttivo come quello suinicolo, fiore all’occhiello del Made in Italy agroalimentare.
Sul fronte internazionale, la Peste Suina Africana, riscontrata a settembre in Germania su cinghiali selvatici, ha bloccato le esportazioni tedesche verso Cina, Giappone e Corea del Sud, ovvero i principali sbocchi commerciali. Sono rimaste quindi sul territorio europeo circa 60.000 tonnellate di carne ogni mese, pari al 50% della produzione mensile italiana. E proprio il nostro Paese, che ha un tasso di autosufficienza limitato al 63%, risulta essere uno dei mercati più appetibili: le quotazioni nazionali ne hanno già risentito, perdendo in poche settimane circa il 20% del valore.
Non solo, la scorsa settimana la Cina ha sospeso gli acquisti nei due più grandi macelli della Danimarca, causa Covid e, a dicembre, con lo scadere dei contratti, si teme che sospenda buona parte dei ritiri di carne da tutta Europa fino al Capodanno cinese, il 12 febbraio prossimo.
Andiamo incontro a un periodo di forte incertezza e surplus produttivi – osserva Confagricoltura – che hanno già colpito la Spagna, secondo produttore europeo di suini dopo la Germania. L’Europa si era preparata ad esportare grosse quantità di carne in Cina e oggi, invece, rischiamo il collasso.
Sul fronte interno – aggiunge Palazzo della Valle – i consumi nazionali sono di nuovo fermi e anche le prossime festività natalizie, con l’emergenza sanitaria in atto, non riescono a dare sprint al comparto.
Sempre in Italia si addensano ulteriori incertezze sulla piena applicazione delle disposizioni inerenti l’obbligo di etichettatura di origine delle carni suine trasformate, considerate le due deroghe previste dal DM e, da pochi giorni, da una circolare del MISE. A tutto ciò si aggiunge l’aumento dei costi delle materie prime per l’alimentazione degli animali, che mette in ginocchio le imprese del comparto.
È giunto il momento di mettere in campo tutte le iniziative possibili per arginare una crisi che potrebbe travolgere il settore – afferma Confagricoltura – indicando interventi sui prezzi dei suini, sullo stoccaggio pubblico o sull’acquisto delle produzioni da destinare agli indigenti.
L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha già svolto una serie di incontri istituzionali evidenziando la crisi del settore e sollecitando le autorità italiane ed europee a trovare soluzioni che tengano in conto della grave situazione. Questo stato di crisi – conclude Confagricoltura – ha bisogno di misure straordinarie sul piano economico ed anche un approccio più concreto ed efficace nella lotta alla diffusione della Peste Suina Africana.

In Piemonte l’attività venatoria è temporaneamente sospesa, per un’interpretazione che Confagricoltura giudica eccessivamente restrittiva, delle misure disposte dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 novembre scorso. Anche le operazioni di controllo selettivo della fauna selvatica sono di fatto azzerate.
I danni da selvatici sono in costante aumento e la popolazione di ungulati, cinghiali in particolare, è da tempo fuori controllo – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiaper cui è indispensabile riprendere con urgenza le attività di selezione e controllo”.
Confagricoltura ricorda che è necessario un approccio realistico al problema, senza preclusioni ideologiche, nell’esclusivo interesse di tutelare le coltivazioni agricole, la fauna selvatica e la popolazione.
Le autorità tedesche – informa Confagricoltura – hanno approvato un progetto di legge che modifica la legislazione nazionale in materia di caccia, protezione della natura e armi, autorizzando l’uso di tipi di mirini progettati per il tiro di notte per contrastare la diffusione della peste suina africana (PSA) tra i cinghiali. Le misure includono anche una migliore formazione per i cacciatori.
La Germania ha annunciato, lo scorso 31 ottobre, il rilevamento del primo caso di PSA in Sassonia, a sud del Brandeburgo, precisando che il cinghiale ucciso non mostrava sintomi e che il virus era stato trovato mediante un test di routine. Con il rilevamento di questo caso, il totale di casi di PSA in Germania è salito a 117. Dobbiamo evitare il contagio si diffonda ai nostri territori – afferma Allasia – rafforzare i controlli per tutelare la biosicurezza, applicando le linee guida della Commissione Europea, contenendo le enormi popolazioni di cinghiali che sono portatori sani della peste suina”.

Confagricoltura è molto preoccupata per il sequestro in Veneto di carni suine importate dall’Olanda e provenienti dalla Cina, Paese con una grave situazione di espansione dell’epidemia di Peste Suina Africana, e che è stato deciso di distruggere in via precauzionale.
Le misure preventive prese dalle istituzioni che presidiano il sistema dei controlli sono state efficaci e tempestive – commenta Confagricolturama questo episodio deve indurci a non abbassare la guardia vista la continuità ormai dei mercati e l’intenso traffico di carni”.
L’eventuale diffusione della Peste Suina Africana in Italia significherebbe la fine di un comparto essenziale del nostro agroalimentare, che può contare su quasi 9 milioni di capi allevati e che vale oltre 11 miliardi di euro, tra produzione di carne suinicola e fatturato dell’industria di trasformazione, e oltre a 1,6 miliardi di export. Il settore inoltre incide per il 6% sul fatturato dell’industria agroalimentare ed impegna circa 25.000 allevamenti, 1500 macelli e 3500 imprese di trasformazione.
Dobbiamo intensificare i controlli e le ispezioni, prevedendo un coordinamento tra tutti i Paesi della UE”, aggiunge Confagricoltura, che già alla fine del 2018, nel corso di un convegno a Palazzo Della Valle, aveva coinvolto sia le associazioni dei trasportatori sia quelle della caccia, insistendo perché venisse previsto dal ministero della Salute un Piano nazionale di sorveglianza e prevenzione.
E’ essenziale inoltre – a parere di Confagricoltura – richiamare ai propri compiti di sorveglianza e monitoraggio i Paesi membri, nel caso di specie l’Olanda, ad intensificare i controlli della carne proveniente dall’estero nei propri Posti d’Ispezione Frontaliera per impedire l’accesso di prodotto non controllato. Analogamente andrebbero intensificati i controlli sui destinatari della carne proveniente dalla Cina e che alimentano la domanda di un prodotto potenzialmente devastante per la nostra filiera suinicola.
Il Piano nazionale, come ci è stato comunicato ieri, è stato praticamente approvato dalla Commissione europea. E’ necessario ora che venga applicato al più presto, soprattutto per il controllo alle frontiere e quello della fauna selvatica, visto anche l’avanzamento della malattia dai Paesi dell’Est Europa verso il nostro Paese.