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Siccità, desertificazione, alluvioni. L’acqua, troppa o troppo poca a causa di eventi climatici dirompenti, è un bene prezioso da preservare e gestire. Un utilizzo efficiente e specialistico del verde urbano ed extra urbano può contribuire a una gestione idrica proficua, mitigando gli effetti del cambiamento climatico. Se n’è parlato oggi a Palazzo della Valle, all’incontro dal titolo “L’acqua una risorsa indispensabile per la salute del pianeta”, organizzato da Képos, Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione con il Crea e gli Ordini professionali, per presentare la terza edizione del Libro Bianco del Verde.
L’iniziativa punta a evidenziare quanto sia importante preservare il suolo per salvaguardare l’acqua, attraverso gli interventi di cinquanta esperti tra esponenti istituzionali, docenti e studiosi di università ed enti di ricerca, tecnici e imprenditori, raccolti nel volume. L’obiettivo è dare risposte capaci di arginare i fenomeni climatici estremi, sottolineando la necessità di ripensare complessivamente la pianificazione e la governance delle città e delle aree rurali.
È solo una molecola di ossigeno imprigionata in due di idrogeno, però è fondamentale su questa Terra. L’acqua prende tutte le forme: è mare, fiume, lago, ma anche foglia, fiore, frutto, animale, è tutto ed è la nostra vita. Da imprenditrice, sono consapevole del ruolo che questa indispensabile risorsa riveste per il nostro lavoro e del contributo che, come categoria, possiamo dare per utilizzarla meno e meglio: chi ama il verde, tutela l’acqua e non la spreca“, dichiara Paolo Iacheri, vicepresidente di Assoverde.
L’acqua è la linfa vitale dell’agricoltura e dell’intero Paese, oltre ad essere un tema al centro dei piani d’azione a livello globale. E’ necessario sviluppare dei modelli efficienti per la realizzazione di infrastrutture verdi e blu, finalizzate alla ricostruzione degli equilibri ecosistemici anche nelle città. Alberi, aree green e foreste possono dare un contributo strategico per contrastare il dissesto idrogeologico, contribuire alla fitodepurazione e alla ricarica naturale delle falde acquifere“, afferma Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura.
Arrivati alla terza edizione del Libro Bianco del Verde è bello vedere come questo percorso stia cambiando la grammatica del sentire della filiera del verde italiana e in tanti cominciano ad usare la parola “Cura” al posto di “Manutenzione” pensando agli alberi e al verde delle nostre città. Finalmente è sulla bocca di tutti il Binomio Salute e Verde, Benessere ed Ambiente. La nostra sfida continua con questo nuovo tema, l’acqua. Per un vero neorinascimento del nostro sentire e vivere il verde, le parole, i concetti e la cultura possono, soprattutto oggi, fare la differenza“, come sottolinea Francesco Maria Maccazzola, presidente Képos Libro Bianco del Verde.
Grazie ai nostri provvedimenti, come il “Decreto siccità” della scorsa estate e il “Decreto innovazione”, che mette a disposizione degli agricoltori, tramite il PNRR, 400 milioni di euro per modernizzare le aziende, abbiamo dato un segnale concreto perché la nostra agricoltura, e con questa l’intero settore del verde e del florovivaismo, acceleri la propria evoluzione verso modelli sostenibili, focalizzati, in primo luogo, sulla gestione consapevole ed ottimizzata della indispensabile risorsa acqua”. Così il presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, concludendo la presentazione del Terzo volume del Libro Bianco del Verde.

La componente di Giunta di Confagricoltura, Giovanna Parmigiani, ha partecipato martedì 9 maggio all’audizione sul decreto-legge Siccità indetta in Senato, presso le due Commissioni Ambiente e Agricoltura, esprimendo giudizio positivo al DL, ma avanzando contestualmente alcune proposte migliorative, anche alla luce degli ultimi gravi eventi climatici in Emilia-Romagna.
E’ importante – ha detto Parmigiani – che il DPCM che definirà gli interventi prioritari sappia fare buona sintesi delle diverse esigenze dei territori”. “Parallelamente agli interventi d’emergenza – ha affermato – occorre avviare un piano di lungo periodo che consenta di mettere al sicuro produttività e qualità del sistema primario e che sappia gestire la captazione e la distribuzione delle acque meteoriche, sia con grandi invasi e dighe che con invasi di minori dimensioni, investendo in innovazione e ricerca”.
Bene la sospensione di mutui e finanziamenti per i concessionari di piccole derivazioni a scopo idroelettrico: una misura che Confagricoltura aveva chiesto per mitigare gli effetti della congiuntura economica e del clima.
Positive anche le semplificazioni delle procedure di realizzazione di opere idriche, che prevedono, tra l’altro, l’introduzione degli “invasi aziendali” come opere di “edilizia libera”. “Riguardo alle vasche di raccolta delle acque meteoriche – ha spiegato Parmigiani – proponiamo di triplicare il volume massimo attuale e di ricomprendere gli spazi necessari alla loro realizzazione nel 4% di Superficie Agricola Utilizzata (Sau) da lasciare incolta, come previsto dalla Pac”.
Sono condivisibili anche le misure che semplificano l’utilizzo dei fanghi e lo smaltimento dei materiali derivanti dalla manutenzione degli invasi – ha aggiunto – e l’apertura al riutilizzo in ambito agricolo delle acque reflue con un’unica autorizzazione. Adesso è necessario fare un ulteriore passo e rendere sistemiche tali semplificazioni”.
I cambiamenti climatici impongono inoltre una revisione delle procedure di controllo delle portate e dei volumi dei flussi d’acqua. Confagricoltura chiede che il Commissario straordinario, al quale ribadisce piena disponibilità di collaborazione, svolga questo lavoro non solo sugli invasi artificiali, ma sull’intero percorso dei corsi d’acqua naturali superficiali.
Un’attenzione particolare deve essere riservata al deflusso ecologico e alle priorità d’uso dell’acqua per rendere il sistema adattabile all’imprevedibilità del clima. Stessa flessibilità deve essere applicata alle priorità d’uso per garantire la richiesta per utilizzo irriguo e la necessaria ricarica delle falde sotterranee. Aspetto molto importante se si pensa ai grandi fiumi che attraversano più regioni”, ha sottolineato Parmigiani.
Infine, per il ruolo di raccordo tra territorio, Cabina di regia e Commissario svolto dagli Osservatori distrettuali, Confagricoltura ritiene fondamentale che gli stessi vengano integrati stabilmente e obbligatoriamente con le rappresentanze delle categorie economiche più interessate.

Sull’emergenza siccità del Piemonte sono arrivate le prime risposte della Cabina di regia presieduta dal vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Matteo Salvini, alla presenza del neocommissario Nicola Dell’Acqua: il presidente della Regione, insieme agli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente, ha infatti annunciato con soddisfazione il finanziamento di circa 28 milioni di euro per interventi urgenti atti a contrastare la crisi idrica. In ogni caso i fondi dovranno essere ampliati per rispondere alle ulteriori e consistenti esigenze sulle infrastrutture irrigue piemontesi. Tra le cinque Regioni al momento beneficiarie dei sostegni (102 milioni di euro in tutto), il Piemonte destinerà le risorse per realizzare interventi strutturali in provincia di Novara che riguardano il Canale Regina Elena e il Diramatore Alto Novarese. Si tratta di opere di manutenzione straordinaria delle gallerie e di vari tratti di canale per il miglioramento della tenuta idraulica, del trasporto della risorsa idrica e del risparmio idrico nei territori di Varallo Pombia, Pombia, Marano Ticino, Oleggio, Bellinzago Novarese e Cameri, che potranno essere realizzati dal Consorzio Est Sesia.
Tra gli obiettivi della Cabina di regia, ha informato Palazzo Chigi a conclusione della riunione, ci sarà anche lo snellimento delle procedure amministrative al fine di fornire risposte concrete e urgenti ai territori.

Baravalle, direttore Confagricoltura di Asti: “Chiediamo a gran voce che escano bandi volti a sostenere gli investimenti per mitigare gli effetti del cambiamento climatico”

Si è svolta la scorsa settimana, presso il grattacielo della Regione Piemonte a Torino, una Giunta tematica sull’emergenza siccità, che ha visto come illustre ospite e relatore il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, accolto dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dall’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.
Dopo una panoramica dalle provincie sulla situazione dei corsi d’acqua, il presidente Cirio, in uno scambio di batture con il Ministro, ha sottolineato che “Il Piemonte è la regione italiana con il maggior deficit di pioggia rispetto al passato. Sono già stati messi in campo interventi come il Piano di tutela delle acque, che mancava da 14 anni e imminente, è l’attuazione di un bando da 22 milioni per i cambiamenti climatici ma chiediamo l’aiuto del Governo”. Il Ministro Fratin ha accolto la richiesta e, manifestando la solidarietà al territorio, ha ribadito: “Il Governo è al fianco della Regione Piemonte: valuteremo con l’eventuale nomina del commissario nazionale come intervenire”.
Fermamente convinto dell’importanza degli interventi sulla dispersione degli acquedotti, sulla regolazione dei volumi degli invasi, garantendo manutenzione e pulizia costante degli stessi, Pichetto Fratin ha incontrato il direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana. “La tutela della natura, lo sviluppo sostenibile, l’educazione ambientale, sono comportamenti su cui investire: gli agricoltori, quali custodi del territorio, sono da sempre impegnati in queste attività”, afferma il direttore che prosegue, precisando che “grazie all’economia circolare, un’azienda agricola produce scarti minimi, avendo ridotto impatto ambientale e riducendo all’osso il consumo di acqua: ricordiamo che strumenti come l’irrigazione a goccia consentono di evitare sprechi idrici e ottenere buoni risultati in campo”.
La riforma della PAC mette ancora di più in difficoltà gli agricoltori – ha dichiarato più volte negli ultimi mesi Mariagrazia Baravalle, direttore della Confagricoltura di Astiperché imporrà dal prossimo anno la rotazione obbligatoria su tutti i terreni. Questo renderà impossibile seminare in modo prevalente colture durante l’autunno (che verranno raccolte entro giugno), ovvero in un periodo meno problematico dal punto di vista idrico”. “Serve una maggior flessibilità nella politica agricola per potersi adattare ad un clima sempre più anomalo”. “Chiediamo a gran voce – conclude il direttore – che escano bandi volti a sostenere gli investimenti per mitigare gli effetti del cambiamento climatico”.

Confagricoltura esprime piena soddisfazione per i risultati ottenuti nel Decreto Siccità appena varato dal Governo, all’interno del quale sono presenti diverse linee di intervento per arginare il fenomeno climatico estremo che rischia di mettere in ginocchio l’agricoltura con l’avvicinarsi della stagione estiva.
In primo luogo, la Confederazione esprime soddisfazione per l’articolato volto a ben delineare gli ambiti di intervento della Cabina di regia già operativa sul tema e della figura del Commissario straordinario. Particolare apprezzamento per la misura volta al riutilizzo delle acque reflue depurate ad uso irriguo attraverso il rilascio di un provvedimento autorizzatorio unico, un intervento fortemente auspicato da Confagricoltura.
Le procedure semplificate per la realizzazione di infrastrutture idriche, tra cui i progetti di desalinizzazione, e per la realizzazione di invasi aziendali per gli imprenditori agricoli sono concreti manifesti di un iniziale impegno da parte del Governo in carica di cercare di risolvere le future carenze di approvvigionamento della risorsa blu.
Un segno di ulteriore sensibilità del Governo emerge altresì dall’istituzione degli Osservatori distrettuali permanenti sugli utilizzi idrici e per il contrasto dei fenomeni di scarsità idrica presso ciascuna Autorità di bacino distrettuale. Questi organismi saranno determinanti per la raccolta, l’aggiornamento e la diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all’utilizzo della risorsa idrica nel distretto idrografico di riferimento.