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Il settore del vino sta vivendo un buon momento e le aziende italiane stanno recuperando le forti perdite subite negli scorsi due anni. Contrariamente a quello della pasta e dei prodotti da forno, il vitivinicolo non ha problemi nel reperire la materia prima, ma potrebbe trovarsi a far fronte alla scarsità di vetro: a mancare infatti sarebbero le bottiglie per la prossima vendemmia. A seguito del conflitto ucraino – russo c’è stato un considerevole aumento dei costi energetici, che ha colpito pesantemente i produttori italiani di bottiglie, e, per di più, tre dei più grandi stabilimenti dell’est Europa sono stati demoliti dai bombardamenti. Non è stato ancora quantificato l’ammanco teorico, mentre è stato valutato il grado di autosufficienza dei magazzini italiani, che dovrebbero riuscire a far fronte alle richieste, grazie a 39 impianti attivi. Tuttavia, dopo un secondo rincaro del vetro avvenuto nei giorni scorsi, le cantine stanno valutando le alternative offerte dai mercati mondiali e sono orientate a intraprendere anche altre azioni, tra le quali anche quella di presentare un esposto all’Autorità antitrust.

Record storico per il commercio di vino italiano nel mondo. Il 2021 si chiude in crescita del 12,4% in valore, per un corrispettivo di 7,1 miliardi di euro e una bilancia commerciale, tra le più performanti del made in Italy, che segna un attivo di quasi 6,7 miliardi di euro. Lo annuncia l’Osservatorio Uiv-Vinitaly-Ismea, che ha elaborato i dati rilasciati da Istat sull’export nei 12 mesi 2021. Secondo l’analisi, in un anno fortemente condizionato dalla revenge spending (la spesa di rivalsa), il vino tricolore (22,2 milioni di ettolitri esportati, + 7,3%) consolida il ruolo di superpotenza enologica grazie in particolare alle proprie produzioni Dop, che fanno meglio della media generale (+15,8% in valore) con gli spumanti (+25,3%) che doppiano il pur lusinghiero incremento dei vini fermi (+12,3%).
Complessivamente le denominazioni d’origine rappresentano oggi i 2/3 delle esportazioni in valore registrate nel 2021. In rialzo, più contenuto, anche le Igp (5,4%) e i vini comuni, a +8,9%. Un anno sicuramente “gonfiato” da una congiuntura favorevole ai consumi di rivalsa post-Covid, ma che – secondo Unione italiana vini, Vinitaly e Ismea – ha accelerato il trend di crescita della domanda di vini di qualità, come dimostra l’ulteriore crescita, +4,7%, del prezzo medio. Un anno, infine, “irripetibile”, anche alla luce di un 2022 che si è aperto con numerose criticità date dai costi delle materie prime, dalla crescita dell’inflazione e, ora, dal conflitto in Ucraina. Conferme importanti arrivano dalle diverse aree della domanda, in particolare dall’extra-Ue (+14,2%), che oggi vale il 61% del mercato. Tra i Paesi, luce verde per tutta la top 10 guidata come al solito dagli Stati Uniti (+18,4%), seguita da Germania e Regno Unito. Segno più anche per Svizzera, Canada, Paesi Bassi, Francia, Svezia, Belgio, e Danimarca. Tra gli emergenti, exploit di Cina (+29,2%) e Corea del Sud (75,5%).

In aumento le giacenze

Alla data del 30 settembre 2021 nelle cantine italiane c’erano 36,8 milioni di ettolitri di vino, 8,9 milioni di ettolitri di mosti e 3,4 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione.
Rispetto al 30 settembre 2020, si osserva un valore delle giacenze superiore per tutti i principali prodotti: +3 % per i vini; +21,3% per i mosti e +22,1% per i vini nuovi ancora in fermentazione. Rispetto al 31 luglio 2021, si osserva una riduzione delle giacenze del 12,4% per i vini, mentre, come prevedibile per questo periodo, in forte aumento risultano le giacenze per i mosti e per i vini nuovi ancora in fermentazione. Il report completo al link che segue
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/17430

Galoppa l’export 

Secondo le elaborazioni di Ismea e Uiv su dati Istat, nei primi sette mesi dell’anno le spedizioni di vini all’estero sono aumentate del 6% in quantità rispetto allo stesso periodo del 2020,  per una crescita del 15% dei corrispettivi. Nello stesso periodo anche gli invii da Francia e Spagna hanno fatto segnare un forte rimbalzo (rispettivamente +34% e + 11% a valore) dopo le ingenti perdite subite nel 2020 a causa della pandemia.
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Dopo l’appello delle organizzazioni del settore al Commissario UE all’Economia Gentiloni e agli europarlamentari De Castro e Dorfmann, l’Europa rassicura il comparto. Il vino non sarà penalizzato. “Plaudiamo alle rassicurazioni fornite oggi dal vicepresidente dell’esecutivo comunitario Margaritis Schinas, secondo cui ‘l’Unione Europea non ha alcuna intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica’; tali affermazioni, infatti, vengono incontro a una nostra espressa richiesta avanzata in una lettera inviata nei giorni scorsi al commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni e agli eurodeputati Paolo De Castro e Herbert Dorfmann”. Lo sottolineano le organizzazioni della filiera vitivinicola di Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi a proposito dei contenuti della bozza di comunicazione della Commissione UE “Europe’s Beating Cancer Plan” che sarà approvata in vista della Giornata Mondiale contro il cancro e che prevede, fra l’altro, l’introduzione di etichette di natura allarmistica sui prodotti alcolici.
E’ necessario scongiurare il rischio che decisioni avventate e dogmatiche mettano in pericolo il futuro di una filiera strategica per il nostro Paese come quella vitivinicola, senza peraltro riuscire a trovare una soluzione ai problemi di salute pubblica”, proseguono le associazioni della filiera del vino, che nella lettera inviata al commissario UE e agli europarlamentari rendono noto di “apprezzare il grande sforzo dell’UE nel programmare un piano coordinato di attività che sostengano il contrasto a questo male e che richiamino l’attenzione dei governi per uno sforzo comune, importante per la salute dei cittadini europei e per lo sviluppo mondiale futuro”.
Nel documento della Commissione UE si parte tuttavia da un assunto erroneo, ovvero che qualsiasi consumo di alcol sia dannoso, senza tenere conto della quantità consumata o delle condizioni in cui si realizza il consumo. È inconfutabile che un consumo eccessivo di alcol, qualsiasi sia la bevanda in questione, sia nocivo per la salute, ma non è tuttavia corretto considerare che il consumo moderato di vino, durante i pasti, rappresenti un pericolo per la salute”, spiegano Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi.
La filiera vitivinicola sottolinea a tal riguardo la determinazione con cui le varie sigle abbiano iniziato a lavorare, “con un approccio assolutamente volontario, sulla strada dell’autoregolamentazione in merito a calorie e ingredienti. L’indicazione del valore energetico e dell’elenco degli ingredienti, su cui siamo assolutamente d’accordo – si legge ancora nella lettera – è ora in via di realizzazione e presto verrà inquadrata a livello normativo nell’ambito della riforma della Politica Agricola Comune-PAC”.
Le organizzazioni manifestano infine la propria perplessità per il quadro di incertezza che oggi si profila nelle politiche di promozione dei prodotti agricoli. “È oggi imprescindibile uno sforzo di trasparenza da parte della Commissione per rassicurare l’intera filiera sulla volontà di proseguire nelle azioni di sostegno volte ad incrementare la competitività delle imprese sui mercati internazionali e ad accrescere il livello di conoscenza dei prodotti vitivinicoli di qualità a DOP/IGP presso i consumatori”.

Il 28 gennaio scorso la Commissione Europea ha stabilito la proroga di un anno delle misure eccezionali a sostegno del settore vitivinicolo. Le misure si applicheranno retroattivamente dal 16 ottobre 2020 fino al 15 ottobre 2021.
Le misure mirano a massimizzare l’utilizzo del budget disponibile nell’ambito dei programmi nazionali di sostegno nel settore vitivinicolo, fornire assistenza finanziaria ai beneficiari e ridurre al minimo gli impatti negativi sui prezzi. Le misure prorogate riguardano l’uso della distillazione di crisi e gli aiuti allo stoccaggio (per la rimozione del vino dal mercato interno) – sarà possibile per gli Stati membri fornire pagamenti anticipati a copertura del 100% dei costi; un contributo dell’UE più elevato, dal 50 al 70%, per tutte le misure dei programmi nazionali di sostegno; una maggiore flessibilità nell’ambito dei programmi di sostegno al mercato (tra cui strumenti per il controllo del potenziale di produzione più flessibili, lo strumento della vendemmia verde e la possibilità per gli Stati membri di adattare i loro programmi di sostegno).
Gli Stati membri dovranno ora valutare come eventualmente attivare le misure.