Ieri Agrinsieme, il coordinamento tra Confagricoltura, Cia e Alleanza delle Cooperative, ha inviato una lettera alla Presidenza del Consiglio e ai Ministeri dell’Agricoltura, dello Sviluppo Economico e della Salute, per evidenziare, dopo i ripetuti interventi di Confagricoltura in sede legislativa, la necessità impellente di reinserire trae attività consentite e descritte nell’allegato 1 del DPCM 22 marzo 2020 (relativo alle misure per il contenimento e alla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e alle attività sospese), come modificato dal DM 25 marzo 2020, quelle rientranti nel codice ATECO 02 (Silvicoltura e altre attività forestali).
Nel motivare la richiesta si sono addotte diverse esigenze del comparto forestale, tra cui l’urgenza da parte delle imprese di completare le operazioni forestali previste dai piani di taglio. Per quanto riguarda le imprese dedite alla produzione di legna da ardere e del cippato per teleriscaldamento o cogenerazione, si è evidenziata l’esigenza di rispettare i tempi di allestimento dei cantieri e delle lavorazioni post raccolta (quali stoccaggio e stagionatura del legno) per garantire la qualità degli assortimenti e la continuità delle forniture e, per le aziende forestali delle filiere degli imballaggi in legno (pallet) sia per il settore agroalimentare ma anche per settori fondamentali quali per esempio quello farmaceutico.
Oltre a queste motivazioni si è fatto ovviamente riferimento alle funzioni di prevenzione e di protezione che le attività selvicolturali permettono di mantenere in equilibrio, nonché alla necessità di garantire la continuità aziendale ed occupazionale in territori marginali e nelle aree interne dove sovente le attività forestali rappresentano una delle principali attività produttive.

Ci fa piacere sapere che la Commissione europea intende aiutare gli agricoltori che ogni giorno danno da mangiare al nostro continente. Però non c’è altro tempo da perdere per salvaguardare la continuità produttiva, i raccolti, i redditi e l’occupazione”. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha così commentato l’articolo a firma della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leynen, pubblicato ieri su “La Repubblica”.
Per ora è stato solo aumentato il massimale degli aiuti di Stato alle imprese agricole che sono a carico dei bilanci nazionali – prosegue Giansanti – la diffusione degli interventi a livello di singoli Stati membri rischia di minare l’integrità del mercato unico e la libera concorrenza”.
Confagricoltura evidenzia che nei giorni scorsi il governo spagnolo ha varato un sostegno specifico per il settore florovivaistico. In Francia, è partito un programma per la riduzione della produzione di latte nel mese di aprile con una dotazione di 10 milioni di euro destinati agli allevatori.
La normativa europea – rileva il presidente di Confagricolturagià prevede una serie di strumenti per la gestione delle crisi. Dai ritiri di mercato, agli aiuti per lo stoccaggio dei prodotti a fronte della contrazione della domanda. Data l’eccezionalità della situazione, è necessario il varo di uno strumento innovativo per il sostegno dei redditi delle imprese”.
Confagricoltura ricorda che nel 2014, a seguito del blocco delle esportazioni agroalimentari della UE sul mercato della Federazione Russa, fu varato un programma di sostegno con una dotazione di oltre un miliardo di euro sul bilancio dell’Unione.
Ora, di fronte a una emergenza sociale ed economica di portata epocale, manca ancora un programma europeo di supporto alle imprese agricole impegnate a garantire, con le altre componenti della filiera, la sicurezza alimentare” – conclude Giansanti.
Ringraziamo per l’attenzione la presidente von der Leyen, ma è urgente passare dalle buone intenzioni alle decisioni efficaci e adeguate al momento”.

La Giunta Regionale, su proposta degli assessori Matteo Marnati e Marco Protopapa, ha approvato il 27 marzo la delibera “Disposizioni urgenti per favorire l’invio del siero di latte, tal quale o concentrato, agli impianti per la produzione di biogas”, con la quale si consente l’invio di siero di latte agli impianti di biogas.
Il provvedimento si è reso necessario dal momento che il comparto lattiero-caseario del Piemonte sta vivendo un momento di difficoltà a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
In particolare si registrano le difficoltà dei caseifici nella gestione del siero di latte, che costituisce oltre l’80% in volume del latte caseificato, nella consegna alle imprese di trasformazione. Le criticità sono dovute alla logistica dei trasporti e al blocco di alcune frontiere interne all’Unione Europea e pertanto i caseifici sono ad oggi costretti a stoccare quantità crescenti di sottoprodotto che non possono più delocalizzare ai trasformatori, con il rischio di dover sospendere la propria attività e di conseguenza di dover sospendere anche il ritiro giornaliero del latte dagli allevatori conferenti.
Il provvedimento approvato dalla Giunta regionale è una prima risposta alle difficoltà del comparto lattiero-caseario e all’urgenza del momento, in emergenza sanitaria da Covid-19 – precisa l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapaperché il latte è un alimento altamente deperibile, prodotto quotidianamente dagli allevamenti, e per limitare la sua produzione occorrono interventi graduali che richiedono un tempo di medio-lungo periodo. L’obiettivo è offrire un’opportunità in più al fine di limitare i danni ai caseifici e le possibile ricadute negative sul settore zootecnico”.

Confagricoltura Piemonte, in seguito ad un incontro istituzionale con il vice presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso, in cui si è parlato dei danni causati dagli animali selvatici alle colture, ha scritto una lettera alla Regione Piemonte all’interno della quale ha sottolineato le grandi difficoltà riscontrate dalle aziende agricole pesantemente danneggiate dal passaggio di questi animali, soprattutto in un momento particolare come quello che stiamo vivendo.
Il mondo dell’agricoltura sta affrontando un periodo di particolare difficoltà – si legge nella lettera – dovuto alle note contingenze legate all’epidemia del Covid-19.
Questa attenzione è salita anche a livello comunitario e abbiamo appreso che l’Unione Europea, in questa situazione contingenziale terribile per il settore, ha aperto al riconoscimento dei c.d. “aiuti di stato” all’agricoltura; con una estensione del limite massimo dagli attuali 20.000,00 euro a 100.000,00 euro.
In questa situazione, riteniamo doveroso seguire questi principi, di promanazione comunitaria, prevedendo il rapido adeguamento della soglia degli “aiuti di stato” (relativi, nel nostro caso, ai danni da selvatici) alla cifra complessiva di 100.000,00 euro.
A prescindere dalla qualificazione dei danni da selvatici come “Aiuto di Stato” o diritto soggettivo al risarcimento, infatti, l’intervento comunitario rappresenta una opportunità per dare una “boccata di ossigeno” alle tante imprese agricole piemontesi falcidiate dalla drammatica situazione dei danni arrecati alla fauna selvatica.
La crisi che, fisiologicamente, colpisce anche il nostro settore, non consente alle nostre aziende di “sopportare” ancora anche i continui e gravi danni della fauna selvatica senza ottenere il giusto e dovuto ristoro.
Alla luce di ciò, Confagricoltura Piemonte chiede che la Regione Piemonte:

– si prodighi per dare tempestiva attuazione alla prescrizione comunitaria e, di intesa con il Ministero competente, disponga l’innalzamento dell’”aiuto” / regime del “de minimis” relativo al risarcimento del danno da selvatici – sino alla soglia di 100.000,00 euro, così come definito in sede comunitaria:
– ne stabilisca le linee guida operative, fornendo indicazioni alle singole Province e alla Città Metropolitana di Torino affinché vengano “sbloccati” i pagamenti dei danni già verificatisi e accertati, considerando la soglia del “de minimis” innalzata a 100.000,00 euro; ciò in modo tale da consentire alle imprese agricole, che ora stanno affrontando questa crisi, di ottenere la liquidazione in tempo utile;
– specifichi alle Province e alla Città Metropolitana che la somma di 100.000,00 euro costituisce la soglia massima risarcibile: ciò per evitare una modalità operativa di accertamento e liquidazione, attualmente adottata, che riteniamo fortemente penalizzante e ingiusta. Nell’operatività attuale, infatti, le Province e la Città Metropolitana – qualora si superi la soglia massima prevista dal de minimis (Euro 20.000 – da innalzare ora a 100.000
euro) non liquidano alcunché. Mentre è necessario chiarire che – per tutti i danni che superino la soglia massima (20.000,00 euro – da innalzare a 100.000, 00 euro) – sia da riconoscersi comunque il massimo previsto (20.000,00 oppure 100.000,00 euro).
In pratica, se l’azienda agricola, nel triennio, avrà subito danni per 21.000,00 euro oppure 101.000,00 euro), complessivi, dovrà essere risarcita per il massimale (ovverosia
20.000,00 oppure 100.000 euro);
– si attivi affinché vengano stanziate le risorse economiche necessarie per l’implementazione del Fondo Regionale previsto dalla normativa vigente (introdotto già con la Legge 968 / 1977), in modo tale da consentire la tempestiva liquidazione dei danni“.

A seguito delle numerose difficoltà conseguenti all’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19, il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) ha predisposto un decreto contenente una serie di proroghe e deroghe su cui si è raggiunta l’intesa nella Conferenza Stato-Regioni tenutasi martedì 31 marzo. Oltre a garantire la necessaria flessibilità al
mondo produttivo, l’atto ministeriale si pone l’obiettivo di assicurare la corretta attuazione dei diversi programmi di intervento nei settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo e zootecnico.
Per il comparto vitivinicolo, il termine ultimo per la presentazione delle domande di aiuto per la misura della ristrutturazione e riconversione dei vigneti  è fissato al 15 luglio mentre la graduatoria di ammissibilità delle domande è prevista al 15 gennaio 2021. Non verranno applicate sanzioni per chi non abbia realizzato sinora l’intera superficie oggetto di domanda di aiuto negli scorsi anni. Inoltre, sarà possibile dilazionare i tempi di realizzazione e richiedere il pagamento in forma anticipata.
Per il settore ortofrutticolo e olivicolo, non si applicano le sanzioni relative alle condizioni di equilibrio stabilite dalla Strategia nazionale e alla spesa minima del fondo di esercizio, si soprassiede sul mancato aggiornamento del fascicolo aziendale, viene prorogato al 30 maggio il termine per il rimborso da parte delle Op (Organizzazioni dei produttori) ai soci delle spese rendicontate per l’annualità 2019 mentre viene prorogato al 1° giugno il termine per la presentazione delle relazioni sull’attuazione del programma di attività per il biennio 2019-2020. Si evitano i controlli in loco viste le circostanze eccezionali di pandemia in corso. Diverse, infine, le misure che interessano i comparti zootecnico e dell’apicoltura.
Sono sospesi i controlli relativi alla verifica della sussistenza dei requisiti necessari per il mantenimento delle autorizzazioni per i centri di imballaggio delle uova e il periodo di emergenza non viene conteggiato.
Sono sospesi fino al 31 dicembre, poi, i controlli e le verifiche in loco sulle comunicazioni della filiera lattiero-casearia mentre sono validi fino a fine anno i tesserini per l’abilitazione alla classificazione delle carcasse bovine e suine.
I controlli in loco per il comparto apistico vengono svolti, nel periodo interessato dalle restrizioni anti-diffusione coronavirus, nella percentuale minima stabilita dalla normativa in materia.