La Regione, rispondendo a una richiesta di Confagricoltura in merito alla possibilità per gli agricoltori di autocertificare i danni subiti da animali selvatici, ha già precisato che è sempre indispensabile la denuncia di danno e che si suggerisce di predisporre materiale fotografico dei luoghi e dei danni subiti, stante le difficoltà degli ATC – Ambiti Territoriali di Caccia – a disporre in tempo utile le perizie.
La Regione ha chiarito di aver autorizzato i CAA alla segnalazione dei danni anche in assenza di sottoscrizione preliminare da parte del rappresentante legale dell’azienda interessata e successiva regolarizzazione. La Regione ha altresì precisato che è possibile che si verifichino le condizioni per cui il sopralluogo, almeno nella maggior parte dei casi, possa non essere svolto nel rispetto delle tempistiche ordinarie previste dalla normativa regionale in materia di indennizzi di danni da fauna. “In proposito – scrive la Regione – si ricorda che anche qualora nella segnalazione del danno sia stata indicata l’urgenza della perizia è possibile posticipare tale attività di accertamento oltre i tempi indicati, come già previsto al punto 7 dell’art. 4 dell’Allegato A della DGR n. 114-6741 del 3 agosto 2007 ove specificato “fatti salvi i casi di forza maggiore”.
La Regione indica inoltre che al fine di “conservare quante più evidenze del danno e della sua effettiva entità, è necessario richiedere alle stesse aziende agricole segnalanti, di fornire ulteriori riscontri del danno stesso, ed in particolare documentazione fotografica e/o, utilizzo di strumenti tecnologici oggi disponibili come le riprese video o le video chiamate dai luoghi stessi di danno. Allo scopo di cui sopra è quindi necessario che, in seguito al ricevimento della segnalazione, l’ATC/CA prenda immediato contatto telefonico con il segnalante per approfondire la situazione, valutati la documentazione già allegata alla domanda, concordi una sua eventuale integrazione e soprattutto stabilisca se esistano i requisiti per stabilire che lo svolgimento dell’attività professionale di sopralluogo, sia indifferibile ed urgente; ad avviso del settore scrivente sono da considerarsi indifferibili ed urgenti quei sopralluoghi per i quali l’azienda abbia necessità di ripristino entro un termine dato (ad esempio nei casi di risemina) o quelli per i quali l’azione resiliente della coltura in atto determini, a stima del perito, una non possibilità di valutazione successiva del danno”.
La nota della Regione prosegue chiarendo che “è quindi necessario che, l’azienda informi l’ATC/CA prontamente e preventivamente, della necessità di ripristino e della sua tempistica, lasciando evidenze documentali di tale comunicazione. Qualora quindi i soggetti interessati valutino che sussistano i requisiti di esclusione dei divieti/limitazioni allo spostamento e all’attività lavorativa/professionale, si precisa che il sopralluogo, in seguito a contatti telefonici ed informativi con il richiedente, sarà effettuato garantendo l’adozione di tutte le misure di cautela e protezione previste dalla normativa vigente in ogni momento dello stesso. Si sottolinea inoltre la necessità di accompagnare il sopralluogo con documentazione autorizzativa e giustificativa dello stesso tale da dimostrarne singolarmente il carattere urgente ed indifferibile con riferimento anche agli spostamenti ad esso funzionali”.
Per le denunce di danno gli agricoltori possono contattare l’Ufficio Tecnico di Confagricoltura Asti.

 

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Anche Confagricoltura Asti sta già beneficiando di “Agrijob”, la piattaforma online istituita da Confagricoltura nazionale per facilitare l’incontro tra aziende agricole e lavoratori.
L’Organizzazione agricola astigiana, così come tutte le unioni provinciali italiane, sta lanciando un grido di allarme, lamentando la scarsità di manodopera per le molteplici attività agricole che stanno incombendo già in questo periodo.
Molte sono state le proposte avanzate da Confagricoltura per la ricerca e il reclutamento di personale da impiegare nei campi. Il presidente Massimiliano Giansanti aveva proposto nei giorni scorsi ai Ministri delle Politiche Agricole e del Lavoro di facilitare il ricorso alla manodopera, impiegando, in questo periodo emergenziale, persone che hanno perso il lavoro, cassintegrati o fruitori del reddito di cittadinanza, garantendo condizioni sanitarie ottimali e l’inquadramento nell’ambito del contratto collettivo nazionale. Un altro obiettivo è quello di riaprire il flusso dei lavoratori stagionali rumeni che si è interrotto a causa dell’emergenza sanitaria.
In attesa che si trovi una decisione contrattuale per la regolarizzazione di eventuali lavoratori, Confagricoltura ha promosso la possibilità di usufruire della piattaforma “Agrijob”. Il funzionamento è semplice: il lavoratore compila il modulo che trova cliccando sul banner dedicato in homepage sul sito confederale www.confagricoltura.it, indicando la provincia di interesse; la sua candidatura viene smistata automaticamente alla sede territoriale di Confagricoltura, che la prende in carico e la segnala all’azienda in cerca di manodopera. Anche le imprese possono usare la piattaforma, pubblicando le offerte di lavoro, per essere così intercettate dai candidati del proprio territorio. Nelle ultime due settimane su “Agrijob” sono già pervenute circa un migliaio di richieste di lavoro provenienti da tutta la Penisola.
Le aziende associate a Confagricoltura Asti necessitano di numerosi lavoratori da qui ai prossimi mesi per la raccolta di alcune primizie – che si sta già svolgendo in questo periodo – per poi proseguire con la semina, fino ai raccolti più consistenti, tra cui quello delle nocciole e la vendemmia.
E’ necessario affrettare i tempi e snellire la burocrazia”, ha affermato più volte il presidente Giansanti. “Il tempo sta per scadere: la carenza di manodopera in agricoltura rischia di compromettere i raccolti. Sarebbe un fatto gravissimo in una situazione di emergenza che vede salire ogni giorno il numero delle persone che chiede aiuti alimentari”.

 

GLI ASSOCIATI POSSONO CHIEDERE AI NOSTRI UFFICI L’ELENCO DEI LAVORATORI CHE HANNO INVIATO LA CANDIDATURA

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, tra lunedì 6, martedì 7 e giovedì 9 aprile, ha emanato quattro nuove ordinanze: La n. 38 stabilisce invece le tariffe che possono applicare i servizi di taxi e autonoleggio per la consegna a domicilio di beni, spesa e medicinali. La n. 39 sostituisce integralmente la numero 36 del 3 aprile scorso, ha decorrenza immediata e ha durata fino a lunedì 13 aprile: essa comprende le disposizioni per l’uso delle mascherine e le attività di colf, badanti e baby sitter. La n. 40 invece modifica il punto 14 del Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 39, in particolare: “che si raccomandi di provvedere alla rilevazione sistematica della temperatura corporea anche ai clienti
presso i supermercati e le farmacie, oltre che ai dipendenti dei luoghi di lavoro, se aperti. A seguito del rilevamento della temperatura corporea uguale o superiore a 37,5° C è previsto il divieto assoluto di mobilità dal proprio domicilio o residenza”.
La n. 41 stabilisce la chiusura di tutti gli esercizi commerciali dalle 13 di domenica 12 aprile fino alla mezzanotte di lunedì 13 aprile, ad eccezione di farmacie, parafarmacie e di tutti gli esercizi dedicati alla vendita esclusiva di prodotti sanitari. Consentite le consegne a domicilio per tutti i settori merceologici, da eseguire nel rispetto delle regole di sicurezza.

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Il problema della propria continua a rimanere al centro dell’attenzione. Sul “Il Giornale” il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti torna a chiedere interventi immediati, mentre sul “Secolo XIX” in edicola questa mattina il presidente di Confagricoltura Alessandria, nonché membro di giunta nazionale, Luca Brondelli di Brondello rilancio la proposta di semplificazioni burocratiche, anche per favorire l’impiego di cassaintegrati e percettori del reddito di cittadinanza nelle operazioni di raccolta dei prodotti agricoli.

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Apprendiamo da fonti stampa che, a fronte della carenza, nelle campagne italiane, di circa 250mila lavoratori stagionali necessari per la raccolta, il Ministro per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova, sarebbe al lavoro per stipulare accordi con Paesi stranieri, al fine di importare manodopera. Ma perché, oltre a pensare a lavoratori stranieri, il governo non valuta di coinvolgere in particolare gli italiani che hanno perso il posto di lavoro a causa del coronavirus e che non hanno alcuna tutela e anche quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza, ai quali il governo avrebbe già dovuto trovare lavoro da tempo ma che, nella stragrande maggioranza dei casi, risultano inattivi?
La domanda arriva dal Piemonte e precisamente dagli assessori regionali al Lavoro, Elena Chiorino e all’Agricoltura, Marco Protopapa: “Oltre a incontrare l’ambasciatore della Romania per pianificare l’arrivo di manodopera dall’estero – spiegano i due esponenti della giunta Cirio – il Ministro Bellanova potrebbe valutare di coinvolgere anche i tanti italiani letteralmente piegati dall’attuale emergenza, che avrebbero bisogno più che mai di un’occupazione, anche soltanto stagionale. In un momento del genere sarebbe opportuno, oltre a far lavorare gli stranieri non lasciare a casa italiani che, come si legge nelle cronache di questi giorni, non riescono ad arrivare alla fine del mese e a fare la spesa“. Non solo: i due assessori regionali sollecitano il governo ad avvalersi anche dei percettori del reddito di cittadinanza: “Ci avevano garantito che il reddito sarebbe stato funzionale all’inserimento nel mondo del lavoro – aggiungono Chiorino e Protopapa – ma ad oggi i risultati sono stati sicuramente non soddisfacenti, per non dire praticamente nulli. Allora perché non pensare di coinvolgere anche questi soggetti che, peraltro, solo per stare a casa, percepiscono un reddito superiore alla misera «una tantum» di 600 euro concessa ai lavoratori autonomi e alle partite Iva?“.
E allora cosa fare? Per Chiorino e Protopapa la prima preoccupazione deve essere quella di salvare l’agricoltura che in Piemonte è una delle principali fonti di lavoro e di produzione, considerando anche tutta la filiera. “In un momento di assoluta emergenza – concludono – occorre consentire alle imprese agricole di reperire la manodopera necessaria per non vanificare il raccolto, che rappresenterebbe un colpo ferale a tutto il comparto. Si potrebbe pensare a formule contrattuali snelle, magari della durata di pochi mesi e non rinnovabili, ma con importanti agevolazioni fiscali che siano sostenibili per le aziende e che possano consentire alle persone in cerca di occupazione o in cassa integrazione di lavorare e percepire un reddito. In questo modo andremmo a sostenere imprese, lavoratori e, più in generale, tutto il comparto agricolo“.