Negli ultimi tempi alcuni Paesi, come ad esempio Albania e Macedonia del Nord, hanno modificato le loro normative fitosanitarie per uniformarle a quelle dell’UE, in vista di un loro adeguamento complessivo e nell’ottica di future adesioni all’Unione. Quindi che per poter esportare una macchina agricola usata verso uno di questi Paesi Terzi è necessario richiedere al Settore fitosanitario regionale uno specifico certificato. I macchinari da esportare devono inoltre essere puliti in tutte le loro parti da residui di terra e/o di vegetali.
Il certificato fitosanitario viene emesso solo se sono soddisfatte determinate condizioni che garantiscano che l’oggetto rispetti le prescrizioni del paese terzo importatore (normativa fitosanitaria terza).
Le procedure per le iscrizioni, le richieste ed il pagamento della tariffa fitosanitaria sono completamente online, ma possono essere svolte con l’assistenza degli uffici di Asti Agricoltura.

Nei giorni scorsi il Mipaaf ha prodotto due schemi di decreti ministeriali: il primo riguarda i sostegni per alcuni comparti zootecnici in crisi, mentre il secondo gli aiuti eccezionali di adattamento in favore dei produttori del comparto zootecnico per i danni indiretti conseguenti al conflitto Russo-Ucraino.
Per il sostegno dei comparti zootecnici in crisi lo stanziamento previsto è di 80 milioni di euro, distribuiti in questo modo: filiera suinicola, 40 milioni di euro; filiera delle carni bovine di età inferiore agli 8 mesi, 4 milioni di euro; filiera bovini di razze autoctone in contratti di filiera di tipo privatistico o in SQN, 5 milioni di euro; filiera ovicaprina, 11 milioni di euro; filiera cunicola, 3 milioni di euro; filiera galline ovaiole, 6 milioni di euro; filiera tacchini, 5 milioni di euro; filiera polli, 4 milioni di euro; filiera avicola imprese di trasformazione, incubatoi e centri di imballaggio uova, 2 milioni di euro.
Gli aiuti eccezionali di adattamento per i danni indiretti conseguenti al conflitto Russo-Ucraino hanno invece una dotazione di circa 144 milioni di euro. I sostegni sono destinati alle filiere delle vacche da latte, bufale, vacche a duplice attitudine e i capi bovini macellati di età compresa tra i 12 e i 24 mesi e sono destinati agli agricoltori che perseguono l’obiettivo di adottare metodi di produzione rispettosi dell’ambiente e del clima.

L’ISMEA ha attivato sul suo portale la funzionalità per presentare le domande relative alla nuova tipologia di garanzia chiamata “U35”, introdotta dal legislatore all’articolo 20 del Decreto-legge n. 50 del 2022 (cd. DL Aiuti).
L’agevolazione viene rilasciata a fronte di finanziamenti bancari destinati a tutte quelle PMI agricole e della pesca che sono state inevitabilmente danneggiate dai rincari energetici, del carburante e delle materie prime. Essa copre al 100% le operazioni di credito d’importo non superiore a 35.000 euro e comunque entro il valore dei costi per l’energia, carburante e materie prime registrato nel 2021, di durata fino a 10 anni, comprensivi di un periodo di preammortamento di almeno 24 mesi.
Inoltre, la garanzia “U35” è gratuita e cumulabile con le altre garanzie rilasciate da ISMEA, oltre ad essere ottenibile automaticamente in maniera analoga con le modalità già sperimentate in passato per le operazioni “L 25 COVID” di cui al Decreto-legge n. 23 del 2020 (cd. D.L. “Liquidità”).
Questo nuovo strumento si affianca agli aiuti “de minimis”, che vengono concessi sotto forma di garanzia, ai quali le aziende possono altresì accedere per fronteggiare le difficoltà scaturite dalla crisi internazionale in atto.
Come di consueto, gli uffici di Asti Agricoltura sono a disposizione per supportare le aziende nella presentazione delle domande.

 

Stiamo ricevendo dalle nostre sedi territoriali, in particolare delle province di Novara, Vercelli e Torino, segnalazioni di un forte aumento degli attacchi di Popillia – afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemontein particolare su vite e piccoli frutti, ma più in generale su tutte le colture agrarie. I danni sono rilevanti e si aggiungono all’emergenza siccità; per questo è necessario un piano straordinario di interventi”.
La Popillia japonica si sta diffondendo progressivamente in Piemonte almeno dal 2015. Si tratta di un insetto nocivo: è un coleottero scarabeide che vive parte della sua vita allo stadio di larva o pupa nel terreno (da luglio/agosto a fine maggio dell’anno successivo), soprattutto nei prati irrigui e in altre colture irrigue nutrendosi delle radici. Da inizio giugno fino a fine agosto è presente l’adulto, che si nutre di numerose specie di piante, tra cui alberi da frutto, vite, nocciolo, piccoli frutti, mais, soia, piante ortive e ornamentali (es. melanzana, basilico, rosa, glicine), essenze forestali e specie selvatiche (per esempio tiglio, betulla, olmo, rovo, ortica). Ha un comportamento gregario e quindi gli adulti possono essere presenti in gran numero su una o più piante vicine, provocando estese erosioni a carico di foglie, fiori e frutti in maturazione. “Nel pieno dell’infestazione – chiarisce Marco Boggetti, responsabile dell’area tecnica ambiente di Confagricoltura Piemontesono sufficienti poche ore per defogliare, per esempio, un vigneto o un impianto di piccoli frutti e comprometterne la produttività”.
Per la difesa delle produzioni è possibile effettuare trattamenti con prodotti fitosanitari, ma molto spesso sono necessari più interventi, anche ravvicinati, che comportano un notevole dispendio economico. Anche i metodi a minore impatto, che utilizzano trappole e antagonisti, sono di gestione molto onerosa, sia dal punto di vista logistico, sia sotto il profilo dei costi.
Siamo consapevoli che la Regione Piemonte ha ben presente questa problematica – aggiunge Allasia – e di come la stia gestendo con opportuni piani di monitoraggio e lotta. Tuttavia, come indicano i monitoraggi stessi, le infestazioni di Popillia quest’anno, anche per l’inverno mite che ha favorito la sopravvivenza delle larve, sono aumentate in maniera esponenziale, provocando danni insostenibili alle colture, con la prospettiva di un ulteriore peggioramento della situazione nelle prossime campagne, anche per la prevedibile rapida diffusione dell’insetto nelle zone del Piemonte che sino a oggi sono state risparmiate.
Alla Regione chiediamo interventi tempestivi, deroghe all’uso di prodotti fitosanitari già in commercio e autorizzazioni all’impiego di prodotti più specifici, nonché bollettini che possano guidare con precisione gli interventi. Confagricoltura e le aziende agricole sono disponibili a collaborare in progetti regionali o universitari per il controllo dell’insetto, ma necessitano di uno scambio di informazioni tempestivo e continuo nell’applicazione di tutte le tecniche di lotta. Inoltre le zone incolte e arborate devono essere bonificate per evitare poi successive migrazioni. Tutte le azioni devono essere guidate dagli esperti del settore fitosanitario e non solo nel periodo di volo dell’insetto, ma soprattutto durante la fase di svernamento, cercando di ridurre al minimo già la presenza di larve nel terreno. Oltre a intensificare e rendere più efficace la lotta all’insetto, alla Regione chiediamo anche di individuare le possibili modalità di aiuto per gli agricoltori colpiti, in modo da sostenerli nell’attività di lotta e ristorarli dei danni subiti, che si aggiungono a tutte le difficoltà che sta attraversando attualmente il comparto agricolo per la siccità, l’aumento incontrollato dei costi di produzione e lo sconvolgimento delle dinamiche di mercato dovuto alle crisi internazionali”.

“L’agricoltura italiana di fronte alla crisi internazionale: energia e commercio”: questo il titolo del ciclo di workshop organizzato dal CREA e dal suo Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia, nell’ambito della Rete Rurale Nazionale.

Si inserisce in questa serie di incontri l’appuntamento del 13 luglio “I costi correnti di produzione dell’agricoltura. Dinamiche di breve e lungo termine, effetti degli aumenti dei costi e prospettive per le imprese della filiera”.

Per Confagricoltura parteciperà Vincenzo Lenucci, Direttore dell’Area Politiche europee, competitività, Ufficio Studi.

L’incontro, che si svolgerà on line e che potrà essere seguito sul canale YouTube della Rete Rurale Nazionaleintende analizzare gli effetti sul reddito delle aziende agricole italiane e sulle filiere produttive degli incrementi dei costi di produzione conseguenti alla particolare situazione di mercato e all’aumento dei costi energetici.

Il persistere dell’attuale situazione internazionale rischia di compromettere pesantemente la sostenibilità economica e la permanenza sul mercato di numerose aziende agricole, con effetti negativi anche su alcune produzioni particolari.

Durante il workshop verranno presentati alcuni studi sugli effetti della crisi energetica condotti da CREA e ISMEA. A seguire si svolgerà una tavola rotonda a cui parteciperanno, oltre alle Organizzazioni professionali, anche operatori dei servizi di contoterzismo e l’ISTAT, per analizzare le dinamiche in atto, le possibili contromisure e gli interventi di politica agricola ed energetica attuabili.

I materiali dei precedenti appuntamenti sono disponibili sul sito della Rete Rurale Nazionale, www.reterurale.it.