A seguito delle piogge di questi giorni, unite a quelle di 15 giorni fa, i danni all’agricoltura dell’Emilia Romagna e delle Marche sono incalcolabili ed è difficile oggi fare una quantificazione corretta”. Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenuto a Roma al vertice sul maltempo, convocato dal ministro Musumeci presso la Protezione Civile.
I settori più in ginocchio sono orticole, frutticole, allevamenti. Come Confagricoltura – aggiunge – chiediamo velocità nelle indicazioni da dare agli agricoltori“.
Tra le misure più indispensabili ho chiesto, pertanto, l’immediata sospensione di tutte le scadenze di ordine tributario, previdenziale e creditizio previste da ora fino ai prossimi mesi”, conclude il presidente Giansanti.

Giovedì 11 maggio, i deputati hanno approvato la propria posizione su nuove norme per migliorare l’etichettatura e la durabilità dei prodotti e porre fine alle dichiarazioni ingannevoli.

Con 544 voti favorevoli, 18 contrari e 17 astensioni, la plenaria ha approvato la propria posizione negoziale su una nuova proposta di direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde. L’obiettivo principale è di aiutare i consumatori a fare scelte rispettose dell’ambiente e incoraggiare le aziende a offrire loro prodotti più durevoli e sostenibili.

Divieto di pubblicità ingannevole e dichiarazioni ambientali generiche

Il mandato negoziale approvato dal Parlamento prevede di vietare l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “naturale”, “biodegradabile”, “neutrale dal punto di vista climatico” o “ecologico” se non sono accompagnate da prove dettagliate. Mira inoltre a vietare le dichiarazioni ambientali basate esclusivamente su sistemi di compensazione delle emissioni di carbonio. Saranno vietate anche altre pratiche ingannevoli come fare dichiarazioni sull’intero prodotto se la dichiarazione è vera solo per una parte di esso, o affermare che un prodotto durerà un certo periodo di tempo o potrà essere utilizzato con un determinato livello di intensità se ciò non è vero.
Per semplificare le informazioni sui prodotti, i deputati prevedono di autorizzare solo etichette di sostenibilità basate su sistemi di certificazione ufficiali o stabiliti da autorità pubbliche.

Lotta contro l’obsolescenza precoce

Per aumentare la durata dei prodotti, il Parlamento vuole vietare l’introduzione di caratteristiche di progettazione che limitino la durata di un prodotto o che ne causino il malfunzionamento prematuro. Inoltre i produttori non dovrebbero essere autorizzati a limitare le funzionalità di un prodotto quando questo viene utilizzato con materiali di consumo, parti di ricambio o accessori (ad esempio caricabatterie o cartucce d’inchiostro) prodotti da altre aziende.
Per aiutare le persone a scegliere prodotti più duraturi e riparabili, gli acquirenti dovrebbero essere informati di eventuali limiti alla riparazione prima dell’acquisto. I deputati propongono inoltre un nuovo marchio di garanzia che indichi non solo la durata della copertura richiesta per legge, ma anche la durata di eventuali estensioni della garanzia offerte dai produttori. Ciò per mettere in evidenza i prodotti di qualità e motivare le aziende a concentrarsi di più sulla durabilità.

Prossime tappe

Il 3 maggio il Consiglio dell’UE ha adottato il proprio mandato negoziale. Ciò significa che i negoziati tra il Parlamento e gli Stati membri sul contenuto e la formulazione definitiva della direttiva potranno iniziare presto.

 

Fonte: Parlamento Europeo

Rafforzare e allargare i CCNL ai settori affini per evitare discriminazioni e dumping sociale

No all’introduzione di un salario minimo per legge. Lo ha evidenziato Confagricoltura intervenuta oggi all’audizione della Commissione XI (Lavoro Pubblico e Privato) della Camera dei deputati. La contrattazione collettiva, che in Italia ha una copertura più ampia degli altri Paesi Ue, per la Confederazione offre già sufficienti tutele per i lavoratori, proprio con l’applicazione delle retribuzioni minime previste dai diversi contratti.
Applicare un salario minimo superiore a quello previsto dalla contrattazione collettiva avrebbe un effetto a catena difficilmente controllabile, dai costi non quantificabili per le imprese, che versano già in gravi situazioni di difficoltà a causa dei ridotti margini tra prezzi dei prodotti agricoli, spesso decrescenti, e costi di produzione sempre in rialzo.
Confagricoltura segnala che le imprese potrebbero uscire dalle associazioni firmatarie di CCNL per applicare solamente il minimo legale anche ai lavoratori inquadrati nei livelli superiori, depotenziando funzione e ruolo delle Organizzazioni datoriali e sindacali di rappresentanza che li sottoscrivono, indebolendo così efficacia e copertura della contrattazione collettiva. Inoltre, il salario minimo potrebbe disincentivare la stipula e i rinnovi di questi contratti in presenza di una retribuzione già fissata e adeguata automaticamente per legge, con effetti sul trattamento economico complessivo: mensilità aggiuntive, maggiorazioni, welfare bilaterale, che proprio i CCNL garantiscono in aggiunta alla retribuzione minima.
Confagricoltura mette in evidenza anche gli effetti sull’occupazione: minimi retributivi elevati e rigidità nominali potrebbero addirittura contribuire a far aumentare il tasso di disoccupazione strutturale in Italia, far crescere il lavoro irregolare e incrementare il lavoro precario. Infine, l’adeguamento automatico e periodico delle retribuzioni fissate sulla base di indicatori ISTAT potrebbe innescare una sorta di nuova “scala mobile” con fenomeni inflattivi difficilmente controllabili e dai potenziali effetti negativi sull’intera economia.
Migliorare le condizioni retributive minime per tutte le categorie di lavoratori è possibile solo rafforzando la contrattazione collettiva. Per Confagricoltura i contratti stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative vanno estesi – individuando meccanismi coerenti coi nostri principi costituzionali – anche ai settori affini non coperti, per evitare zone d’ombra discriminatorie e condizioni di dumping sociale.

Con proprio decreto del 27 febbraio 2023, pubblicato in questi giorni, il Masaf detta le modalità attuative del Piano di gestione del rischio in agricoltura 2021 – 2022 e, nel contempo, invita a presentare proposte sulle suddette campa­gne assicurative per le polizze a copertura dei rischi sulle strutture azien­dali, dei costi di smaltimento delle carcasse animali, delle polizze sperimentali indi­cizzate e delle polizze sperimentali sui ricavi.
La sottoscrizione delle polizze assicurative agevo­late è volontaria e può avvenire in forma collettiva o individuale. Possono deliberare di dar ricorso a forme assicurative collettive, gli organismi collettivi di difesa, nonché le cooperative agricole e loro consorzi, riconosciuti ai sensi del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102.
Le polizze collettive sono contratte con le compagnie assicurative e sottoscritte per conto degli agricoltori che vi aderiscono. Gli imprendi­tori agricoli associati ai predetti organismi, per aderire alla polizza collettiva, possono sottoscrivere uno o più certificati assicurativi a copertura dei rischi sulle proprie produzioni e devono essere i destinatari degli eventuali risarcimenti.
La copertura assicurativa deve essere riferita all’anno solare o all’intero ciclo produttivo di ogni singola coltura/allevamento, qualora di durata inferiore all’anno solare.
L’entrata in copertura delle polizze non può avere decorrenza antecedente al 1° gennaio 2021 o 2022, a seconda dell’annualità di riferimento e non deve terminare oltre il 31 dicembre dello stesso anno. Le strutture aziendali sono assicurabili unicamente con polizze in cui sono comprese tutte le avversità obbligatorie, a cui possono aggiungersi quelle facoltative.
Le polizze agevolate devono prevedere che il rimborso dei danni non com­pensi più del costo totale di sostituzione delle perdite causate dai sinistri assicurati.

“MARCHI, ETICHETTE E SITI WEB: Facciamo chiarezza nel settore del vino”: è questo il titolo del convegno che Asti Agricoltura, in occasione dell’Assemblea annuale, ha organizzato per martedì 23 maggio, alle ore 9,30 presso l’Istituto Agrario “G. Penna” di Asti (Località Viatosto, 54).

Obiettivo del convegno è trasferire in forma comprensibile alle aziende vinicole l’intricata normativa sull’etichettatura, illustrare quanto prevede la legge sulle caratteristiche delle informazioni che possono essere riportate sui siti web nonché fornire delucidazioni sulla creazione, l’utilizzo e la protezione dei marchi.

Si tratta di un obiettivo ambizioso, non è semplice affrontare questi argomenti” spiega il Direttore di Asti Agricoltura, Mariagrazia Baravalle che modererà l’incontro: “denominazioni, luoghi citabili, coadiuvanti/additivi, nome sugli imballaggi, informazioni nutrizionali, QRcode…, predisporre un’etichetta è come entrare in una giungla in cui non è facile districarsi per le imprese del settore vitivinicolo”. “Per non parlare dei rischi che si corrono ad inserire informazioni sui nostri siti web aziendali”, aggiunge il Presidente dell’associazione astigiana, Gabriele Baldi, che darà il via ai lavori.

Dopo i saluti del “padrone” di casa, il Preside dell’Istituto Penna Renato Parisio, e quelli istituzionali, introdurrà gli argomenti Bruno Rivella, responsabile del settore vino dell’organizzazione agricola astigiana, per entrare poi nel vivo dell’evento con l’intervento di Angelo Di Giacomo, già direttore dell’ICQRF di Asti (Repressione Frodi), ora consulente in materia vitivinicola di LJ Lex Studio Legale che tratterà l’argomento “Norme sull’etichettatura”.

Anche il tema degli imballaggi sarà oggetto di analisi durante l’incontro di martedì: una materia di stretta attualità a seguito della proposta di un nuovo regolamento presentata dalla Commissione europea lo scorso novembre. Una proposta che, come affermato dallo stesso presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, “presenta forti criticità che rischiano di compromettere il settore del vino, strategico per il nostro Paese. L’impatto sarebbe devastante, andando a ricadere direttamente su 700.000 imprese italiane”. Affronterà l’argomento illustrando le “Linee guida sulla normativa imballaggiAlessia Fusco, referente ufficio vino di Asti Agricoltura.

Si discuterà anche del fatto che dall’8 dicembre 2023 sarà obbligatorio indicare in etichetta l’elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale dei vini secondo il Regolamento (UE) 2021/2117 pubblicato il 2 dicembre 2021 che modifica le norme di etichettatura dei vini e dei vini aromatizzati. Il regolamento prevede un periodo di transizione di 2 anni.

Partner del convegno è Interpatent, studio di consulenza in proprietà intellettuale e di assistenza in materia di brevetti, marchi, modelli, nomi a dominio e diritti correlati che, attraverso le relazioni di Luisa Curiale e Alberto Furno, “Protezione e tutela di marchi, nomi a dominio e layout delle pagine web”, porterà l’attenzione su questo delicato tema, molto importante per l’impresa, che deve essere accorta e capace di tutelarsi anche in questo campo.

Si allega la locandina dell’evento. Per informazioni e prenotazioni: 0141434966 – 0141434951 . ufficiostampa@confagriasti.com

 

locandina convegno 23 maggio 2023