Unioncamere Piemonte, in collaborazione con Ecocerved scarl e numerosi partners locali, organizza un ciclo di incontri online dedicato al tema dei sottoprodotti con l’obiettivo di presentare alle imprese il quadro normativo nazionale, le esperienze e linee guida sviluppate a livello regionale e le opportunità di finanziamento.
La partecipazione ai singoli incontri è gratuita, previa iscrizione.
Il webinar si propone di esaminare il quadro normativo e di evidenziare le azioni che un’azienda deve realizzare per trasformare un residuo di produzione in sottoprodotto. Il processo produttivo di un’azienda infatti origina scarti che possono avere una duplice finalità: possono essere rifiuti oppure essere qualificati come sottoprodotto. I sottoprodotti sono dunque residui di un processo produttivo che, rispettando determinate condizioni, possono essere gestiti come beni, con vantaggi ambientali ed economici. Le condizioni e requisiti che consentono di qualificare i residui di produzione come sottoprodotti, anziché come rifiuti, sono stabiliti dal DM 264/2016.

I successivi appuntamenti sono programmati secondo il seguente calendario:

• I sottoprodotti dell’industria agroalimentare – 31 maggio 2023, h.10-12 – link per l’iscrizione: http://piemontedesk.pie.camcom.it/scheda-webinar?id=94&p=1

• Iniziative e finanziamenti per l’economia circolare nel food in Piemonte – 7 giugno 2023, h.10-12 – link per l’iscrizione: http://piemontedesk.pie.camcom.it/scheda-webinar?id=95&p=1

• I sottoprodotti: esperienze in Piemonte e opportunità di finanziamento – 16 giugno 2023, h.10-12 – link per l’iscrizione: http://piemontedesk.pie.camcom.it/scheda-webinar?id=96&p=1

Ulteriori richieste di informazioni possono essere rivolte a Unioncamere Piemonte: e-mail innovazione@pie.camcom.it

In allegato il programma del webinar

Programma webinar

Si è tenuta il 18 maggio scorso una riunione indetta dal MASAF con organizzazioni professionali e Regioni per analizzare la situazione di crisi di mercato e individuare gli strumenti più idonei per ridurre le eccedenze presenti in alcuni areali e per talune tipologie di vino. Il MASAF ha riferito che sul Piano Nazionale di Sostegno per il settore vitivinicolo non sono disponibili risorse sufficienti per finanziare una misura di distillazione di crisi, pertanto sarà eventualmente necessaria l’attivazione di risorse nazionali o regionali. Inoltre, stante la normativa comunitaria in vigore, la misura di distillazione finanziata con fondi nazionali o regionali non potrà essere sostenuta per un ammontare superiore al 15% delle risorse dell’OCM vino, ovvero per non più di 48milioni di euro. Tale cifra consentirebbe di finanziare circa 2 milioni di ettolitri di vino comune a 20 cent, oppure 600 mila hl circa di vino DOP IGP a 70 cent. Il MASAF ha chiesto quindi di orientare la discussione su ipotesi di misure strutturali che nel medio periodo possano influenzare i volumi produttivi.
Confagricoltura ha sostenuto la richiesta di attivazione della misura di distillazione per i territori dove le giacenze non sono sostenibili, ma ha evidenziato la sua contrarietà a prevedere l’utilizzo di fondi OCM destinati a misure di promozione, investimenti o ristrutturazione e riconversione vigneti. Ha invece espresso una valutazione favorevole alla limitazione del meccanismo di assegnazione di autorizzazioni per nuovi impianti vitati nei territori dove si registra maggiore sofferenza di mercato e soprattutto all’eliminazione della deroga alle rese dei vini comuni, in modo che non si possano produrre più di 300 q/ha. Ha infine appoggiato un più ampio utilizzo delle possibilità di gestione delle produzioni dei vini DOP/IGP contemplate dall’art. 39 della Legge 238/2016(Testo unico del vino) e richiesto una maggiore attenzione in fase di controllo, soprattutto nelle aree di maggiore produzione di uva da tavola.

Respinta dalla Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale UE, come richiesto da Confagricoltura, la proposta della Commissione riguardante il regolamento sul ripristino della natura. “Ringrazio l’ampia maggioranza di parlamentari europei che, esprimendo voto contrario, ha deciso di accogliere in pieno le nostre richieste, che avevamo anticipato per lettera”. Lo ha affermato il presidente Massimiliano Giansanti, dopo il voto espresso dai parlamentari della COMAGRI.
Pur condividendo gli obiettivi di fondo della proposta – continua il presidente di Confagricoltura la sua approvazione, così come è stata formulata, avrebbe determinato una riduzione, in UE, dei terreni agricoli di almeno il 10%. Una eventualità che non ci possiamo permettere, proprio in questa fase in cui la sicurezza alimentare è all’ordine del giorno”.
Il risultato raggiunto è importante dal punto di vista politico. “Serve ora – conclude Giansanti – che la Commissione Ambiente UE, competente per questo dossier, assuma un analogo orientamento di voto il prossimo 15 giugno. Confagricoltura continuerà a sensibilizzare in tal senso i parlamentari italiani”.

Confagricoltura si dice soddisfatta per l’accordo raggiunto sul prezzo del pomodoro da industria, avvenuto a conclusione di una lunga contrattazione che ha riconosciuto alla parte agricola un giusto prezzo, pari a 150 euro a tonnellata, indicato già a inizio mese come obiettivo della trattativa e che tiene conto dell’aumento dei costi e delle quotazioni fissate in altri Stati membri diretti concorrenti dell’Italia e della dinamica di mercato. Ammessa anche una maggiorazione sul pomodoro tardivo rispetto allo scorso anno.
Grazie anche all’intesa di questi giorni, che interessa il bacino del Nord, con oltre il 50% del pomodoro da industria italiano trasformato e quasi il 60% della superficie coltivata, l’Italia può restare saldamente al terzo posto al mondo dei Paesi produttori di pomodoro da industria, con 5,5 milioni di tonnellate, dopo California e Cina, magari anche recuperando il calo produttivo del 2022 di circa il 10% rispetto all’anno precedente.

Con una dotazione finanziaria complessiva di poco più di 1 milione di euro, il bando 2023 per l’adesione ai regimi di qualità (intervento SRG03) del nuovo Sviluppo rurale, sostiene le aziende agricole piemontesi che aderiscono ai sistemi di qualità dei prodotti agroalimentari, istituiti da Unione Europea, Stato e Regione. Si tratta di: Dop (denominazioni d’origine protetta), Igp (indicazione geografica protetta), Stg (specialità tradizionali garantite), Doc e Docg per i vini, indicazioni geografiche delle bevande spiritose, vini aromatizzati, sistemi di qualità nazionale per la zootecnia (SQNZ), produzione biologica, sistema di qualità nazionale di produzione integrata (SQNPI), sistemi di qualità per il benessere animale, regimi di qualità di natura etica e sociale, indicazione facoltativa di qualità “prodotto di montagna”.
Possono partecipare al bando le aziende agricole singole o associate, di nuova costituzione o già esistenti, che aderiscono per la prima volta a questi metodi di qualità o che hanno partecipato ai medesimi regimi nei cinque anni precedenti alla presentazione della domanda di sostegno.
Viene riconosciuto un contributo a fondo perduto a copertura del 100% dei costi sostenuti ai fini della partecipazione al sistema di certificazione per ciascuna annualità, \fino ad un massimo di 3 mila euro all’anno per ogni beneficiario e per un massimo di cinque anni.
La presentazione delle domande è possibile da venerdì 19 maggio 2023 è possibile presentare le domande di preadesione al sostegno, obbligatorie per la successiva trasmissione delle domande di sostegno a partire dal mese di luglio 2023.