Il settore vitivinicolo risulta fra quelli maggiormente colpiti dalle misure restrittive dovute all’emergenza Covid-19. L’aumento delle giacenze di alcune tipologie di prodotto dovute alla mancata vendita per la chiusura del canale HORECA e alle difficoltà sui mercati esteri hanno condotto il governo ad emanare alcune misure volte a gestire le eccedenze e a contenere la futura produzione: la distillazione di crisi, la riduzione volontaria delle rese per i vini DOP e IGP e la riduzione obbligatoria delle rese per i vini generici.
Di seguito si riporta una sintesi, a cura della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura, della discussione in atto sui provvedimenti indicati ed una nota di aggiornamento sulla modifica del DM promozione che consentirà una maggiore flessibilità nell’applicazione della misura.

Distillazione di crisi

Il recente Reg. 592/2020 ha aperto alla possibilità per gli stati membri di inserire nelle misure del piano di sostegno anche la distillazione di crisi.
Il testo prevede la distillazione volontaria per i vini senza DOP e senza IGP – anche se in via ufficiosa in questi giorni si sta discutendo di una probabile apertura anche ai vini DOP e IGP – ad un prezzo di 2,5 euro ettogrado. Il premio sarà pagato direttamente ai produttori che partecipano alla distillazione e non sarà sostenuto alcun costo di trasporto con evidente vantaggio dei produttori più vicini agli impianti di distillazione. Alla misura sono assegnati 50 milioni derivanti dalla rimodulazione e dalle economie delle risorse del PNS 2020. Il MIPAAF ha tenuto a precisare che non saranno decurtati fondi specifici dalla promozione ma solo le eventuali economie generate dalla misura stessa. ll decreto relativo al provvedimento di distillazione andrà in conferenza stato regioni il 4 giugno prossimo.

Riduzione volontaria delle rese per le uve destinate alla produzione dei vini DOP e IGP Art.223 DL Rilancio

Il governo ha destinato 100 milioni di euro per le imprese viticole che volontariamente si impegnano a ridurre la produzione di uva destinata alla
produzione dei vini DOP e IGP di almeno il 15 % rispetto al valore medio delle quantità prodotte dall’azienda stessa negli ultimi 5 anni, eliminate le campagne con produzione più alta e più bassa. Le verifiche saranno condotte sui dati contenuti in dichiarazione di produzione e nei registri telematici. Seguirà un decreto ministeriale attuativo con gli eventuali criteri di priorità e le procedure per l’ottenimento del contributo. Il MIPAAF informa che i premi saranno suddivisi per fasce IGT, DOC e DOCG e che non sarà possibile ricaricare sui vini generici la mancata produzione delle altre tipologie. Un
controllo sarà fatto anche sulla resa di produzione delle uve destinate alla produzione dei vini generici che non potrà essere più alta della media degli ultimi 5 anni, si terrà conto anche degli andamenti climatici dei prossimi mesi. La domanda sarà probabilmente precompilata sulla base dei valori dichiarati negli ultimi 5 anni, pagamento dovrebbe effettuarsi entro fine novembre. Il decreto inerente le modalità applicative per la riduzione volontaria dovrebbe essere approvato nella seconda conferenza stato regioni di giugno.

Riduzione obbligatoria delle rese per le uve destinata alla produzione di vini senza DOP e senza IGP. Art.224 comma 3 DL Rilancio

L’art 224 del DL rilancio modifica la Legge 238/2016, c.d. Testo Unico, abbassando la resa massima di uva per la produzione di vini generici da 50 t a 30 t. E’ prevista altresì l’individuazione mediante successivo Decreto Ministeriale di aree vitate dove, in deroga, sarà consentita una resa massima di 40 t. Per questo decreto si prevedono tempi più lunghi. La riduzione delle rese, sarà obbligatoria a partire dal 1 gennaio 2021 e comunque non prima dell’adozione del decreto di proroga con l’individuazione delle aree vitate a cui si applicherà la resa di 40 tonnellate.

DM promozione

Il decreto ampiamente discusso in conferenza stato regioni dovrebbe essere arrivato ad una sua stesura definitiva. Il testo apporterà alcuni elementi di flessibilità all’ applicazione della misura molto attesi dalle imprese beneficiarie. Fra le principali novità la possibilità di svolgere i programmi di promozione fino al 31 marzo 2021 e non fino al 31 dicembre 2020, l’eliminazione delle penalità e dell’obbligo di effettuare almeno l’80 % delle azioni previste e la possibilità di una variante al ribasso per rimodulare la propria offerta entro il 15 luglio, infine la possibilità di introdurre una
variante straordinaria per spostare le risorse fra i paesi previsti dal programma. Con successivo decreto direttoriale saranno inseriti altri elementi di flessibilità con la modifica del massimale di spesa per alcune operazioni come le pubbliche relazioni e l’expertise che passerebbe dal 5 al 20% e lo svolgimento di attività di promozione anche a distanza su piattaforme telematiche. Per i programmi 2020/2021 si prevederà come termine ultimo di presentazione delle offerte il 30 settembre 2020 con avvio attività’ al 1° aprile 2021. Il testo del decreto dovrebbe andare in conferenza stato
regioni il 4 giugno.

Riflessi operativi sindacali

Come anticipato, la discussione sulla riduzione volontaria delle rese per le uve destinate alla produzione di vini DOP ed IGP e’ in atto in questi giorni fra Regioni e MIPAAF. Questa misura e’ di estremo interesse per le nostre imprese ma molto dipenderà dal valore del premio che il MIPAAF deciderà di attribuire per la riduzione della produzione. Confagricoltura ha promosso un emendamento al testo del DL rilancio che mira a fissare un contributo pari al costo sostenuto per realizzare le riduzione volontaria della produzione ed al mancato ricavo delle uve oggetto di riduzione, tenendo conto della tipologia dei vini cui esse sono potenzialmente in grado di essere destinate. Il costo stimato per una riduzione parziale delle rese non e’ inferiore a 500 euro per ettaro e questo dovrebbe essere il premio di base a cui mirare per le IGT e poi man mano in funzione al valore delle uve dovrebbe essere più alto per
le DOC con almeno 900 euro e per le DOCG con almeno 1300 euro. L’auspicio e’ che il plafond venga interamente utilizzato per la misura a cui e’ stato destinato e non venga dirottato verso altre misure e verso altre produzioni in caso di economie. Inoltre la riduzione obbligatoria delle rese delle uve destinate alla produzione di vini generici dovrebbe essere operativa, come detto, dal 1° agosto 2020 e non dal 1° gennaio 2021 affinché l’effetto si possa sentire su questa campagna e contemporaneamente, quindi, non si invalidi l’efficacia della misura della distillazione.
E’ importante in questi giorni sensibilizzare le Regioni sulle riflessioni riportate, pertanto si invitano le Federazioni regionali a contattare le proprie amministrazioni di riferimento per sensibilizzare i decisori politici regionali circa le istanze confederali.

La filiera del vino, che unisce le associazioni di categoria Confagricoltura, CIA, Alleanza delle Cooperative Italiane, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi, ha scritto una lettera al Ministro delle Politiche Agricole, Ambientali e Forestali, Teresa Bellanova, che completa le due precedenti già indirizzate al Governo, la prima in materia di misure economiche e fiscali a sostegno della liquidità delle imprese e la seconda sulla concessione di proroghe nella tempistica delle domande OCM e di deroghe nell’esecuzione dei programmi, investimenti e promozione. In questo momento, ribadiscono le organizzazioni, la priorità è garantire liquidità, fondamentale per la sopravvivenza dell’impresa e dei suoi dipendenti, in attesa della ripartenza delle attività economiche.
Nello specifico, sono quattro le ipotesi avanzate dal mondo del vino per far fronte all’impatto dell’emergenza sul mercato vitivinicolo, in particolare nel segmento on-trade e nella vendita diretta in cantina, caratterizzato da una riduzione delle vendite.
La prima proposta riguarda l’uso dell’alcol per l’emergenza con l’opportunità per i produttori vinicoli di destinare vino da tavola in giacenza alla distillazione, al fine di ricavarne alcol ad uso medicale, a disposizione della Protezione Civile. Le distillerie si dovrebbero fare carico del prelievo del prodotto, del trasporto e della distillazione. Resta inteso che, in questa catena, nessun anello dovrà conseguire un profitto.
A ciò si aggiunge la necessità di fissare una misura di distillazione per far fronte alle giacenze e alla potenziale mancanza di capienza nelle cantine per le uve e i mosti per la prossima vendemmia. Le organizzazioni ritengono però che debbano essere poste alcune specifiche condizioni per l’attivazione: innanzitutto, deve restare volontaria e non obbligatoria, inoltre dovrà essere finanziata da adeguate risorse economiche, preferibilmente all’interno di un nuovo budget di emergenza per il settore a livello europeo, con l’obiettivo di porre rimedio allo shock di mercato e alle conseguenze patite dai produttori, evitando distorsioni nel segmento dell’alcol uso bocca. Allo stesso tempo, la misura della distillazione dovrà essere seguita, già a partire dalla prossima campagna vitivinicola, da una modifica delle disposizioni nazionali in materia di rese massime di uva per ettaro per i vini non a indicazione geografica, che tenga tuttavia conto delle diverse specificità produttive territoriali.
Tra le proposte più significative avanzate dalla filiera del vino a sostegno del settore agricolo c’è anche la misura della vendemmia verde. La filiera auspica che la misura possa essere attivata dalle regioni, con l’obiettivo di ridurre la produzione per la successiva campagna vendemmiale e che il Ministero proceda a una rimodulazione dell’attuale dotazione del PNS. In via generale, lo strumento della vendemmia verde è destinato all’eliminazione del prodotto mentre si potrebbe esplorare la possibilità di introdurre una nuova misura transitoria destinata alla riduzione volontaria delle rese con un risarcimento al viticoltore o procedere con una modifica della misura stessa. Data la mancanza di forza lavoro nella fase dell’anno nella quale la vendemmia verde è normalmente attivata (mese di giugno), il mondo del vino chiede inoltre lo spostamento del calendario, dando la possibilità di esercitarla anche nel mese di luglio.
L’ultima richiesta della filiera riguarda invece la possibilità, per alcune produzioni vitivinicole temporaneamente eccedenti o con difficoltà di sbocco sul mercato, di ricorrere all’ammasso privato per una parte del quantitativo in giacenza. Questa misura potrebbe essere di supporto per alcune produzioni da invecchiamento che non troverebbero subito mercato nei mesi estivi quando auspicabilmente potrebbe riaprire il canale horeca.

 

Filiera_Vino_Lettera a Ministro Bellanova

PREMESSA

Le difficoltà di commercializzazione del comparto vino a causa dell’emergenza COVID-19 unita alle dinamiche assai incerte per quanto riguarda l’evoluzione dei mercati, tende a delineare una prospettiva preoccupante in vista della prossima vendemmia, col rischio che si creino tensioni complicate da gestire.

LA SITUAZIONE

In base ai dati del Ministero delle Politiche agricole “Cantina Italia” al 31 marzo 2020 il prodotto stoccato ammontava a oltre 60 milioni di ettolitri di prodotti vitivinicoli: 54 milioni di ettolitri di vino, 5,9 milioni di ettolitri di mosti e circa 260.000 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione. Di questo il 57,5% è stoccato nelle regioni del Nord (il 25% circa in Veneto).
Oltre la metà del vino stoccato è a denominazione di origine protettad. In Piemonte sono detenuti 4,3 milioni di ettolitri di vino, all’incirca quasi il doppio del quantitativo ricavato dalla vinificazione di due vendemmie.
Una parte importante del prodotto stoccato in Piemonte è costituito da mosti di uve Moscato e di uve Brachetto, prodotti che non possono essere conservati a lungo senza un ,oro deperimento.
Il lockdown imposto per motivi sanitari ha inoltre inibito le attività di enoturismo, vendita diretta, agriturismo, con un danno pesantissimo per le imprese vitivinicole.

INIZIATIVE DA ADOTTARE

Ad avviso di Confagricoltura occorre individuare una serie di misure e con le quali intervenire per alleggerire il mercato; con ogni probabilità, se l’emergenza COVID-19 non terminasse in tempi rapidi, le giacenze potrebbero, infatti, portarsi ben oltre il limite fisiologico. Un altro elemento da tenere in considerazione – secondo Confagricoltura – è il drastico calo del fatturato delle imprese vitivinicole singole e delle cantine cooperative, che mette a rischio il pagamento dei fornitori, dei dipendenti e anche il pagamento degli acconti ai conferenti di uve: a questo riguardo occorre intervenire con adeguati finanziamenti per far fronte alle necessità di liquidità delle imprese singole e associate.

LE PROPOSTE

Per contrastare l’emergenza Confagricoltura ritiene opportuno attivare più azioni, di seguito indicate.

Proroghe autorizzazioni e snellimento burocrazia

Confagricoltura chiede che la Regione individui tutte le autorizzazioni, permessi, controlli, etc. previste a livello comunitario, nazionale e territoriale, prevedendo l’adozione, da parte delle autorità competenti, di una proroga adeguata, almeno fino al 31.12.2020. Chiede inoltre che la Regione, d’intesa con gli enti competenti, vari un piano di semplificazione burocratica di tutte le richieste di concessioni, permessi, autorizzazioni, variazioni, avviamento al lavoro, domande di contributi, etc. per dar modo alle imprese di fruire di tutte le necessità ordinarie e straordinarie rese particolarmente difficoltose dalla situazione emergenziale in atto.

Distillazione “sovvenzionata”

L’Associazione delle regioni vinicole europee (AREV) ha chiesto di “aprire, su iniziativa dei sindacati dei produttori, la distillazione sovvenzionata di vini a denominazione di origine colpita dal calo della domanda“. L’intervento potrebbe rivelarsi sicuramente utile per alcune denominazioni del Piemonte, rapportando l’aiuto/intervento alla rese per ettaro.

Riduzione della resa di uva (prima della vendemmia)

Considerato il particolare momento legato all’eccezionalità dell’evento COVID-19, pur non ritenendo di aderire formalmente al regime della “vendemmia verde”, in quanto normata da disposizioni europee dell’OCM recepite dagli Stati membri e dalle Regioni, Confagricoltura propone un intervento più snello di riduzione di resa del 20 – 25% delle Dop del Piemonte, con un’integrazione del reddito dei viticoltori erogato dalla Regione.
L’intervento avrebbe la sua peculiarità nella riduzione lineare orizzontale, eventualmente con un livello minimo fissato su base regionale per tutte le Dop per aver diritto agli aiuti e con un’ulteriore riduzione, adottata su decisione dei singoli consorzi di tutela, approvata e comunicata al più presto ai viticoltori per metterli in condizione di gestire la produzione, escludendo da tale intervento le denominazioni per cui sarà richiesta la “riserva vendemmiale”.

Riserva vendemmiale

Si tratta di una proposta indirizzata al futuro rilancio dei consumi, da adottare perle denominazioni più pregiate e per vini con invecchiamento obbligatorio. Occorrerà valutare se tale misura dovrà essere resa obbligatoria per tutti gli utilizzatori della denominazione. In caso di mancato sblocco la “ricaduta” dovrà essere su un vino da tavola.

Stoccaggio invenduto

Confagricoltura propone di procedere a un’operazione di stoccaggio volontario sovvenzionato di parte della produzione con aiuti pubblici.

Prestiti di conduzione per liquidità

Confagricoltura propone che la Regione, con lo strumento della legge 63/78, finanzi in modo straordinario la liquidità delle imprese vitivinicole singole e associate, per far fronte alle ordinarie spese di gestione e all’erogazione degli acconti ai soci/conferenti di uve.

Promozione

Confagricoltura ritiene che il Governo nazionale debba chiedere all’Unione europea l’attivazione di una promozione specifica per il vino, con l’integrazione, per un anno, del 50% delle risorse OCM ordinariamente stanziate. Chiede inoltre che la Regione si impegni, anche con risorse proprie, a studiare una campagna promozionale straordinaria da attivare non appena le condizioni lo suggeriranno, destinata ai Paesi potenzialmente recettivi per le produzioni del territorio.

Con la circolare di ieri, 30 marzo 2020, Agea, a seguito dell’emergenza dovuta all’epidemia di COVID-19, e nelle more dell’emanazione di apposito Decreto Ministeriale in corso di approvazione col quale il Mipaaf, in accordo con gli Uffici della Commissione UE, darà istruzioni sulla proroga delle numerose scadenze in ogni settore, ha comunicato che la scadenza del termine per la presentazione delle domande per le autorizzazioni per nuovi impianti di vigneto viene spostata dal 31 marzo 2020 al 30 maggio 2020.

A seguito delle piogge alluvionali che si sono verificate nella nostra Regione dal 19 ottobre al 25 novembre 2019, la Giunta Regionale ha approvato in data 21 febbraio 2020 la deliberazione n. 24-1043 con la quale è riconosciuta l’eccezionalità di tali eventi e sono delimitate le zone danneggiate.
Tale provvedimento consente di invocare le cause di forza maggiore o circostanze eccezionali e di richiedere la proroga di un anno della scadenza di:

 autorizzazioni di nuovo impianto dei vigneti e
 autorizzazioni di reimpianto.

Pertanto tutti i conduttori che dispongono di autorizzazioni prossime alla scadenza, i cui terreni ricadano nelle zone delimitate dalla deliberazione del 21 febbraio 2020 e che sono stati colpiti dalle conseguenze delle piogge alluvionali, che si sono verificate dal 19 ottobre al 25 novembre 2019, possono richiedere la proroga di un anno della scadenza delle autorizzazioni.
Dal confronto avuto con il Ministero, è emerso che non esistono disposizioni normative che impediscano di usufruire della proroga a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza anche nel caso di autorizzazioni che sono già state prorogate per effetto della calamità naturale (siccità) del 2017.
Procedura operativa:

1. l’azienda invia una richiesta di proroga all’ufficio territoriale competente del Settore Attuazione programmi relativi alle produzioni vegetali ed animali mediante una comunicazione PEC all’indirizzo: produz.vegetalieanimali@cert.regione.piemonte.it indicando, come oggetto, “richiesta proroga autorizzazione_nome della provincia” e nel testo CUAA dell’azienda e numero delle autorizzazioni per cui si richiede la proroga.
2. qualora l’ufficio accolga tale richiesta invierà una mail al CSI all’indirizzo servizi.agricoltura@csi.it avente per oggetto “richiesta modifica data scadenza dell’autorizzazione” che deve riportare CUAA dell’azienda, numero autorizzazione e data modificata della scadenza;
3. i servizi agricoltura del CSI effettueranno la modifica della scadenza dell’autorizzazione all’interno dell’applicativo GRAPE.

Si ricorda, infine, che le autorizzazioni hanno validità triennale a partire dalla data di concessione, ma il mancato utilizzo delle autorizzazioni di nuovo impianto comporta l’applicazione delle sanzioni previste dall’articolo 69 della legge 12 dicembre 2016, n. 238, e, pertanto, si invitano i soggetti in indirizzo a dare massima diffusione alla presente comunicazione.