Su richiesta dei rispettivi Consorzi di Tutela per la Docg Brachetto d’Acqui e Piemonte Doc Brachetto, la Regione Piemonte, dopo aver valutato i dati e la situazione generale delle due DOP, ha emanato la determina dirigenziale n. 574 del 18/08/2020 per le rese, destinazione mosti e possibilità di sblocco per la campagna vendemmiale 2020 delle uve brachetto.

Le rese delle uve Brachetto atte a divenire DOCG Brachetto d’Acqui e Piemonte DOC Brachetto vengono riassunte come segue:

D.O.C.G. Brachetto d’Acqui spumante: 36 q/ha, più 20 q/ha di riserva vendemmiale; –

D.O.C.G. Brachetto d’Acqui (tappo raso): 36 q/ha, più 44 q/ha di riserva vendemmiale; –

D.O.C. Piemonte Brachetto spumante: 43 q/ha, più 20 q/ha di riserva vendemmiale; –

D.O.C. Piemonte Brachetto (tappo raso): 43 q/ha, più 47 q/ha di riserva vendemmiale.

In allegato la DD 574 della Regione Piemonte

DD 574 Rese e riserva vendemmiale per DOCG Brachetto e DOC piemonte Brachetto

Agea lo scorso 29 luglio ha emanato la circolare che riporta le istruzioni applicative generali per la compilazione e la presentazione delle dichiarazioni di giacenza dei vini e/o mosti per la campagna 2019/2020. Tale adempimento è richiesto ai detentori di vini e/o mosti, diversi dai consumatori privati e dai rivenditori al minuto. Con la dichiarazione di giacenza i soggetti obbligati sono chiamati a dichiarare i quantitativi, espressi in ettolitri, detenuti alla mezzanotte del 31 luglio. I quantitativi di vini e/o mosti viaggianti alla mezzanotte del 31 luglio sono dichiarati dal destinatario. Le dichiarazioni di giacenza 2019/2020 possono essere presentate a partire dal 1° agosto e non oltre il 10 settembre 2020, per non incorrere nelle sanzioni amministrative per ritardata presentazione ovvero alle sanzioni pecuniarie anche attraverso la più complessa disciplina del ravvedimento operoso. Le dichiarazioni sono inoltrate ad Agea esclusivamente con modalità telematica mediante registrazione nel sistema informativo. Inoltre, al fine di semplificare gli adempimenti amministrativi a carico delle aziende viticole, sono disponibili servizi telematici opzionali che consentono di predisporre la dichiarazione di giacenza a partire dai dati del registro dematerializzato da carico e scarico. Precisiamo, infine, che la dichiarazione di giacenza da registro, una volta predisposta, non è modificabile ed eventuali successive rettifiche devono essere effettuate con le ordinarie procedure previste (Ravvedimento Operoso o Diffida dell’O.d.C.).

Il prossimo mese sarà cruciale per l’esito della vendemmia. “Confagricoltura Piemonte – dichiara il direttore regionale dell’organizzazione Ercole Zuccaro – con una rete di 40 tecnici sul territorio sta seguendo l’evoluzione dell’annata che per il momento si presenta molto buona, con punte di eccellenza: il quantitativo di uva che sta giungendo a maturazione è nella media, paragonabile al 2018, ma in aumento del 10% circa sulla campagna 2019, decisamente scarsa dal punto di vista produttivo. La qualità delle uve è buona e le gradazioni dovrebbero essere in aumento rispetto a quelle dello scorso anno”.

Le date di vendemmia

Le prossime quattro settimane – afferma Alessandro Bottallo, esperto vitivinicolo della Confagricoltura di Alba – saranno fondamentali per capire come si presenteranno i grandi rossi del Piemonte. A partire dalla seconda decade di agosto – chiarisce Bottallo – intensificheremo i prelievi di uve nei vigneti perseguire le curve di maturazione e consigliare ai viticoltori il periodo migliore per avviare lo stacco dei grappoli, quando l’equilibrio acidi zuccheri avrà raggiunto il suo punto ottimale. Pur essendo molto cauti nelle previsioni possiamo esprimere una valutazione moderatamente ottimistica. Se l’andamento climatico ci accompagnerà la vendemmia 2020 potrà riservarci grandi soddisfazioni”.
Le prime uve a essere vendemmiate – spiegano i tecnici di Confagricoltura – saranno pinot nero e chardonnay per la produzione dello spumante a denominazione d’origine controllata e garantita Alta Langa: la raccolta partirà attorno al 22 – 23 di agosto, nei vigneti con le migliori esposizioni. Per fine mese è previsto l’avvio della raccolta delle uve moscato per la produzione di Moscato d’Asti e Asti a denominazione d’origine controllata e garantita.
Nell’Acquese e nell’Astigiano, anche a causa di alcune grandinate, la produzione di uva moscato è data in leggero calo rispetto allo scorso anno, mentre in provincia di Cuneo il raccolto si presenta con un livello soddisfacente.
Subito dopo il moscato sarà la volta delle uve brachetto per la produzione di Acqui docg.
Attorno al 10 settembre, tempo permettendo, dovrebbe iniziare la raccolta delle uve dolcetto: qualora le temperature notturne dovessero però scendere sensibilmente verso la fine del mese di agosto la raccolta potrebbe essere anticipata di qualche giorno, per evitare problemi di cascola. Il vitigno dolcetto, infatti, a maturazione medio precoce, quando la fase di completamento del grappolo avviene molto celermente, accompagnata da importanti escursioni termiche, va soggetto a un fenomeno di caduta degli acini; per questo motivo i viticoltori potrebbero decidere di anticipare di qualche giorno lo stacco dei grappoli.
Verso metà settembre, o più probabilmente all’inizio della terza decade del mese, è previsto l’avvio della raccolta delle uve cortese per la produzione di Cortese dell’Alto Monferrato doc e di Gavi docg: il vitigno a bacca bianca è tra i più tardivi nella maturazione e i viticoltori, per la produzione di vini fermi, preferiscono non anticipare troppo la raccolta per consentire all’uva di sprigionare tutte le proprie caratteristiche.
Nello stesso periodo è prevista la vendemmia dell’Erbaluce in Canavese: la raccolta, per la produzione di vino spumante metodo classico, verrà probabilmente anticipata di una settimana, mentre le uve destinate al Passito di Caluso docg non verranno staccate prima della metà di ottobre.
Per quanto riguarda le uve per la produzione di vini rossi la vendemmia inizierà attorno al 20 settembre per l’uva barbera, per proseguire con i nebbioli, in Roero, Langa e nell’Alto Piemonte, verso la fine del mese.

L’annata 2020

L’annata – chiarisce Confagricoltura Piemonte – era iniziata con abbondanti piogge in primavera. A seguire il caldo ha fatto partire velocemente il germogliamento delle viti: oggi l’anticipo vegetativo, rispetto all’anno scorso, è di circa una settimana.
Il maltempo primaverile, con un’elevata umidità, ha impegnato non poco gli agricoltori a contenere peronospora e oidio. Oggi le uve si presentano in buone-ottime condizioni sanitarie e le produzioni di alcune varietà, che potrebbero rivelarsi abbondanti, unite alla riduzione dei volumi commercializzati a causa del mercato non favorevole per la pandemia, stanno orientando più di un consorzio di tutela (organismi espressione di produttori, vinificatori e imbottigliatori) a valutare l’opportunità di attivare la “riserva vendemmiale”. Si tratta, spiegano i tecnici di Confagricoltura, di tenere da parte un certo quantitativo della produzione per renderlo disponibile qualora si aprissero interessanti sbocchi commerciali.
Una delle preoccupazioni che angustiano i viticoltori in questo periodo, aldilà delle condizioni climatiche, è quello della raccolta, in quanto – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiaa causa del delle misure sanitarie imposte e della scarsa presenza di lavoratori extracomunitari sul nostro territorio, potrebbero esserci difficoltà a reperire manodopera per la raccolta, soprattutto se le operazioni dovessero concentrarsi in pochi giorni per avversità meteorologiche”.

I NUMERI DEL VINO PIEMONTESE

– 10.862 aziende viticole
– 41.800 ettari di vigneto
– 20 vini docg e 41 vini doc
– 2,4 milioni di ettolitri di vino (produzione stimata annata 2020) per volume complessivo di 320 milioni di bottiglie
– 54 cantine cooperative con circa 12.000 soci
– 280 imprese industriali produttrici di vini e distillati con circa 3.300 addetti
– 14 consorzi di tutela

Export vini piemontesi: circa 195 milioni di bottiglie (60% della produzione) per un valore stimato di 1 miliardo di euro (22% del valore complessivo dell’export agroalimentare piemontese)

TUTTI I DATI SUDDIVISI PER OGNI SINGOLA PROVINCIA
ANNO 2020
PROVINCIA  Aziende (n.) Superficie vitata (ha)
ALESSANDRIA 2.390 10.473,05
ASTI 3.267 13.925,39
BIELLA 160 212,71
CUNEO 4.184 15.643,16
NOVARA 181 511,28
TORINO 1.116 826,3
VERBANO-CUSIO-OSSOLA 23 11,27
VERCELLI 136 197,39

Il Ministero delle Politiche Agricole ha prorogato al 10 agosto prossimo il termine per la presentazione delle domande di riduzione volontarie delle rese delle uve dei vini Igt, Doc e Docg per favorire una più ampia partecipazione delle imprese vitivinicole alla misura della riduzione volontaria della produzione.

E’ stato pubblicato recentemente un nuovo decreto che tutela la viticoltura eroica e storica. Si tratta del Decreto n. 6899 del 30 giugno 2020, relativo alla “salvaguardia dei vigneti storici ed eroici” in attuazione della Legge n. 238 del 2016: il cosiddetto “Testo Unico del Vino”. Questo provvedimento stanzia diverse risorse finanziarie per la tutela e la conservazione di questi vigneti tramite interventi mirati in materia di consolidamento delle strutture con tecniche tradizionali. Tale misura si impegna ad erogare fondi anche per l’utilizzo di vitigni autoctoni, la valorizzazione, promozione e pubblicità delle uve e dei vini riconducibili a questo tipo di coltivazione.
Ci auguriamo che il provvedimento possa presto trovare attuazione – dichiara il direttore di Confagricoltura Asti Mariagrazia Baravallee contribuire alla valorizzazione di un prezioso patrimonio produttivo, ambientale e culturale, quale per esempio quello dei sorì del Moscato”.
La Provincia di Asti – evidenzia il direttore – è ricca di questi vigneti, coltivati con enormi sacrifici in aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico e di particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale”.
Questi vigneti rappresentano infatti un vero patrimonio su tutto il territorio regionale, dove vengono coltivati più di 3300 ettari (su una superficie vitata regionale complessiva di 44.000 ettari), con una produzione di oltre 25 milioni di bottiglie prevalentemente a denominazione di origine controllata e controllata e garantita.
“Si tratta di una buona opportunità finalizzata al recupero dei vigneti”, afferma Andrea Faccio, referente per la vitivinicoltura di Confagricoltura Asti. “E’ necessario però – continua Faccio – sostenere anche la viticoltura tradizionale che negli ultimi anni è stata purtroppo parecchio trascurata. Un comparto che ha sempre rappresentato una fonte di sostentamento per le realtà locali, le quali hanno contribuito a rendere celebre il territorio astigiano in tutto il mondo”.