Covid-19: la Provincia di Asti ha attuato un piano di contenimento della fauna selvatica ungulata

L’isolamento sociale in seguito all’emergenza sanitaria da Covid-19 ha permesso una maggiore proliferazione di animali selvatici, tra cui il capriolo, in rapida espansione su tutto il territorio della Provincia di Asti, la cui presenza ha determinato alcune situazioni critiche. In particolare sono purtroppo molto frequenti i danni registrati alle produzioni agricole con particolare riguardo alle colture sensibili di pregio, come il Moscato, danneggiate in modo rilevante da questi ungulati. Per questa ragione la Provincia ha ritenuto opportuno procedere all’approvazione di un piano di contenimento del capriolo.
L’interesse primario dell’ente provinciale è quello di conservare la specie con particolare attenzione alla salvaguardia delle attività agricole, avvalendosi di un piano di controllo che persegue le seguenti finalità:

– incrementare l’efficacia dei piani di prelievo predisposti dagli Ambiti Territoriali di Caccia della provincia di Asti attuando il controllo all’interno delle zone a divieto dove la specie non viene cacciata durante l’effettuazione dei piani di prelievo autorizzati dalla Regione Piemonte;

– limitare i danni alle produzioni agricole di pregio relativamente a: colture arboree da frutto, e vigneti;

– risolvere specifici problemi di sicurezza e di pubblica incolumità provocati da eventuale presenze anche estemporanee o episodiche di ungulati.

Il Piano di controllo si attua negli Istituti a divieto di Caccia previsti dal Piano Faunistico Venatorio Provinciale ricadenti nei distretti di caccia al capriolo.
Gli interventi di abbattimento saranno circoscritti alle zone di ripopolamento e cattura e alle Oasi di Protezione all’interno delle quali sono state effettuate le operazioni di censimento e caratterizzate da situazioni di elevato danno attuale o potenziale causato dalla specie alle colture agricole. Le aree in questione sono caratterizzate soprattutto da impianti viticoli di pregio (DOC e DOCG), o presentano peculiari altre attività agricole (noccioleti e frutteti).
La gestione venatoria si pone i seguenti obiettivi:

1. la conservazione delle specie autoctone ed il mantenimento della biodiversità;
2. il conseguimento di densità di popolazione compatibili con le attività agro-silvo-pastorali ed
antropiche in generale;
3. il raggiungimento, nell’attuazione dei piani di prelievo selettivo, di un risultato equilibrato in
termini di rapporto tra i sessi e le classi d’età;
4. la crescita culturale dei cacciatori.

dlg_00036_27-04-2020