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E’ fondamentale il rilancio della produzione maidicola, per questo Confagricoltura ha valutato positivamente la recente riunione del Tavolo tecnico ministeriale. In tale occasione ha sostenuto le proposte presentate nelle bozze dei documenti programmatici integrativi del piano di settore che prevedono di consolidare e rafforzare lo strumento economico dei pagamenti diretti, di promuovere anche un sostegno accoppiato, nonché di favorire l’accesso ai PSR attraverso un’adeguata premialità e potenziate misure a supporto di investimenti e pratiche produttive innovative.
Confagricoltura ha ribadito la necessità di rafforzare ricerca, innovazione ed assistenza tecnica. In tale ottica: il potenziamento della Rete nazionale di confronto varietale; l’individuazione di percorsi produttivi per specialties in filiera e per rispondere alle sfide ambientali; l’analisi e la verifica in campo delle potenzialità delle NBT (New breeding technique), cioè cisgenesi e genome editing, che si differenziano dagli OGM.
Confagricoltura adesso sta approfondendo la materia con i dirigenti sul territorio e con la base associativa, per perfezionare in tempi brevi le linee programmatiche tracciate.
La coltivazione maidicola registra una progressiva riduzione degli ettari investiti che, in 15 anni, si sono praticamente dimezzati, favorendo la crescita delle importazioni nel nostro Paese anche di prodotto OGM. Le aziende maidicole italiane sono circa 100mila ed investono meno di 600mila ettari. Se non si provvederà al rilancio colturale in particolare saranno a rischio – ricorda Confagricoltura – le produzioni alimentari DOP di origine animale vincolate, dai disciplinari produttivi, ad avvalersi per il bestiame di mangimi e foraggi del territorio.
E’ fondamentale il rilancio della produzione di granoturco, per rafforzare la filiera e fornire all’industria di trasformazione locale materie prime di qualità per la realizzazione di specialità alimentari sempre più apprezzate dai consumatori”, dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte. Gli fa eco il direttore Ercole Zuccaro che afferma: “È necessario rafforzare ricerca, innovazione e assistenza tecnica”, aggiungendo che “l’Università di Torino ha sempre dedicato grande attenzione alla ricerca e alla sperimentazione sul granoturco: con i fondi che l’Europa mette a disposizione per migliorare la sostenibilità delle produzioni occorre individuare percorsi produttivi per specialties in filiera e per rispondere alle sfide ambientali; inoltre è necessario aprirsi senza pregiudizi all’analisi e alla verifica in campo delle potenzialità delle NBT (New breeding technique), cioè cisgenesi e genome editing”.
Le aziende maidicole italiane sono circa 100.000 e investono meno di 600.000 ettari. Il Piemonte – precisa Confagricoltura – offre un contributo di primo piano alla produzione nazionale, con 15.526 aziende e 137.655 ettari di superficie coltivata. “Si tratta di un dato importante – sottolinea Allasia – ma nel 2010 le aziende erano 22.896 e gli ettari 170.913. La coltivazione ha subito una pesante battuta d’arresto e per questo occorre provvedere a rilanciarla, per non mettere a rischio le nostre produzioni alimentari di qualità”.

I termini per la presentazione delle domande di contributo a sostegno dei contratti di filiera per mais, soia e altre leguminose, in scadenza oggi venerdì 16 ottobre, sono stati prorogati a fine mese. Si tratta di un sostegno per lo sviluppo delle filiere del mais e delle proteine vegetali, legumi e soia che prevede un contributo di 100 euro per ettaro (massimo 50 ettari) a condizione che sia stato sottoscritto – direttamente o attraverso cooperative, consorzi e organizzazioni di produttori riconosciuti, a cui le aziende sono associate – un contratto di filiera di durata almeno triennale. I pagamenti ricadono nelle regole del regime de-minimis. Per le domande è possibile rivolgersi all’Ufficio Tecnico di Confagricoltura Asti.

La domanda di contributo a sostegno dei contratti di filiera per mais, soia e altre leguminose dovranno essere presentate entro il 16 ottobre prossimo rivolgendosi agli uffici del CAA Confagricoltura, portando il contratto triennale sottoscritto con l’acquirente o la cooperativa.
Il Decreto Ministeriale 3 aprile 2020 ha previsto l’istituzione del Fondo per la competitività delle filiere, con la previsione di un sostegno per lo sviluppo delle filiere del mais e delle proteine vegetali (legumi e soia). Le risorse per il mais sono di 5 milioni di euro per il 2020 e di 6 milioni di euro per il 2021. La filiera delle proteine vegetali (legumi e soia) può vantare di un finanziamento di 4,5 milioni di euro annui per le annualità 2020 e 2021. Il contributo previsto è di 100 euro per ettaro a condizione che sia stato sottoscritto, direttamente o attraverso cooperative, consorzi e organizzazioni di produttori riconosciute di cui sono socie, un contratto di filiera di durata almeno triennale. Il contributo verrà stanziato su massimo 50 ettari ed è commisurato alle superfici totali dichiarate. I pagamenti ricadono nelle regole del de minimis e tutti gli importi sono concessi in regime di esenzione dalla normativa degli aiuti di stato. Per informazioni le aziende interessate possono rivolgersi ai tecnici di Confagricoltura.

Con l’applicazione congiunta delle premialità derivanti dall’‘Accordo Quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata’ e dall’incentivo previsto da Ministero delle Politiche Agricole, da questa campagna di commercializzazione, i produttori italiani di mais potranno percepire premialità aggiuntive rispetto al normale prezzo di mercato per il prodotto raccolto”. Lo sottolineano le organizzazioni firmatarie e promotrici dell’Accordo Quadro, pienamente operativo e siglato dalla filiera maidicola nazionale composta da Assalzoo in rappresentanza dell’industria mangimistica italiana, AMI, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e Copagri per i produttori agricoli, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari per il mondo cooperativo, Compag e AIRES per gli stoccatori e per gli essiccatori, Assosementi per le ditte sementiere, e Origin Italia per i Consorzi di Indicazioni Geografiche.
Grazie anche alla firma da parte della filiera di questo Accordo quadro, il Mipaaf ha emanato il decreto ministeriale per la competitività delle filiere, fortemente richiesto e sostenuto dalle stesse Organizzazioni firmatarie dell’intesa, con il quale è stato stabilito un incentivo di 100 euro ad ettaro a favore degli agricoltori che coltiveranno mais sulla base di tale accordo”, proseguono le organizzazioni firmatarie, ricordando che “l’Accordo Quadro rappresenta una strada fortemente voluta dalla filiera, come primo passo verso un rilancio della coltivazione italiana di mais, cereale che in pochi anni ha registrato un crollo del 50% delle superfici seminate”.
L’Accordo è nato per favorire la stipula di contratti di filiera per il mais destinato all’alimentazione animale per le prossime tre campagne maidicole, con l’obiettivo di risollevare una produzione divenuta insufficiente per le esigenze dell’allevamento italiano, la cui importanza è fondamentale per le produzioni zootecniche e per il Made in Italy agroalimentare. L’intesa prevede, a beneficio degli agricoltori, l’applicazione di specifiche premialità per la granella di origine certificata e, qualora concordata tra le parti, per la sostenibilità e/o per specifiche caratteristiche qualitative del mais raccolto, che vanno ad aggiungersi al prezzo di acquisto che le parti potranno decidere di fissare in base a due diverse opzioni, scegliendo di legarlo all’andamento delle quotazioni delle borse merci oppure fissando un prezzo definito”, ricordano Assalzoo, AMI, Cia, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Aires, Assosementi e Origin Italia.
Si tratta di una grande opportunità, che consente ai produttori italiani di mais di recuperare margini di competitività, con lo scopo di favorire una ripresa della produzione italiana di questo cereale, indispensabile per garantire una alimentazione di qualità agli allevamenti nazionali da latte e da carne e, soprattutto, per garantire i circuiti di eccellenza, per i quali il mais di origine italiana è una materia prima ad oggi irrinunciabile”, aggiungono le organizzazioni firmatarie e promotrici dell’Accordo Quadro.
“Per tali ragioni, e vista la scadenza imminente della Domanda Unica 2020, tutte le Organizzazioni firmatarie chiedono che AGEA, emani al più presto la circolare applicativa con le indicazioni specifiche per accedere al nuovo contributo ministeriale e garantire la più ampia adesione da parte di tutti i produttori”, concludono Assalzoo, AMI, Cia, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Aires, Assosementi e Origin Italia.

È stato firmato l’ “Accordo quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata” che favorisce la stipula di contratti di filiera per il mais destinato all’alimentazione animale. Al riguardo, Assalzoo – in rappresentanza dell’industria mangimistica italiana – Ami, Cia, Confagricoltura  e Copagri – in rappresentanza dei produttori agricoli – Aci – in rappresentanza del mondo cooperativo – Assosementi – in rappresentanza delle ditte sementiere – Origin Italia – in rappresentanza dei Consorzi di Indicazioni Geografiche – esprimono grande soddisfazione per il risultato raggiunto. L’Accordo Quadro sarà valido per le campagne cerealicole 2020, 2021 e 2022. La firma del documento rappresenta un’ulteriore tappa del percorso avviato nel 2018 con la firma del Memorandum of Understanding sottoscritto per contrastare lo stato di forte crisi in cui imperversa la maiscoltura italiana e favorire la ripresa della coltivazione di una materia prima strategica per la zootecnia e la filiera agro-alimentare ed indispensabile per le produzioni di eccellenza del nostro Paese. Negli ultimi anni la produzione interna di granturco ha infatti registrato un pericoloso crollo delle superfici seminate di oltre il 50%, con una produzione che ha raggiunto un minimo storico.
L’Accordo Quadro si propone innanzitutto di ridare stimoli e fiducia alla produzione primaria di mais, per frenare la caduta produttiva e per sostenere la produzione di un cereale fondamentale per garantire le produzioni zootecniche del nostro Paese, da cui derivano anche gran parte delle eccellenze del Made in Italy agroalimentare, basti pensare a formaggi e salumi. L’intento è quello di favorire il ripristino di un’adeguata capacità di approvvigionamento interno e di arginare, nel contempo, la forte dipendenza dall’estero che, nel solo 2019, ha portato il livello delle importazioni a raggiungere un picco storico di 6,4 milioni di tonnellate, valore che incide sulla bilancia commerciale per più di un miliardo di euro.
Grazie all’Accordo Quadro sarà possibile programmare la produzione, con l’adozione di efficaci modelli contrattuali di filiera, e diversificare il rischio rispetto agli andamenti del mercato scegliendo tra diverse opzioni di fissazioni del prezzo. “A tal fine tra le opzioni, se in accordo tra le parti, è prevista anche la possibilità di far riferimento a un prezzo di 195 Euro/t”.
L’ “Accordo quadro per il mais da granella di filiera italiana certificata” rappresenta un primo concreto impegno per promuovere una ripresa produttiva di mais in Italia, ma è fondamentale che la filiera non venga lasciata sola in un momento così difficile come quello che stiamo attraversando, anche a causa dell’emergenza coronavirus. È di fondamentale importanza, pertanto, che questo sforzo venga supportato da un intervento pubblico specifico per il mais, ed è per tale ragione che tutta la filiera chiede ora l’impegno del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, affinché vari con urgenza misure che incentivino la produzione maidicola attraverso uno specifico aiuto ad ettaro sul modello dell’incentivo grano duro “de minimis”. Una misura, questa, indispensabile per consentire agli agricoltori italiani di compiere uno sforzo produttivo che consenta di recuperare quella necessaria capacità di auto approvvigionamento di mais a garanzia e a beneficio di tutta la filiera agro-zootecnica-alimentare italiana.