Articoli

Il nuovo Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), ovvero lo strumento che l’Italia ha adottato per la strategia di decarbonizzazione mediante il graduale disuso delle fonti fossili, si avvale dei fondi aggiuntivi del Piano energetico europeo, da integrare nei Pnrr, per finanziare progetti sull’energia.
Sulla base delle norme comunitarie, nel 2030 gli Stati membri dovranno garantire collettivamente almeno 35 miliardi di metri cubi di biometano, allo scopo di sostituire almeno il 20% delle importazioni di gas naturale, con un’alternativa sostenibile, più economica e prodotta localmente.
Recentemente, proprio in funzione di questi obiettivi, la Commissione Europea ha proposto interventi finalizzati ad ampliare la produzione di biogas da trasformare in biometano nonché azioni volte a promuovere la produzione di biometano non tanto da alimenti e materie prime (che potrebbero portare problemi legati al cambiamento di destinazione dei terreni) quanto piuttosto da rifiuti e residui.
La Commissione ha ricordato anche come, per ottenere il pieno effetto della produzione di biometano sulla transizione verde, sia fondamentale il raccordo con le aziende agricole per massimizzare l’efficienza nella produzione di questa fonte. Inoltre, l’adozione del biometano comporta il continuo sostegno di tecnologie innovative per rendere sostenibile il passaggio del biogas a biometano e la sua integrazione nella rete del gas.

La Camera di Commercio di Alessandria – Asti comunica che è stata pubblicata una nuova edizione autunnale della brochure realizzata dall’ufficio PID della Camera di Commercio con numerose misure (contributi e finanziamenti per la transizione verde e digitale) ad oggi promosse da diversi Enti. Per informazioni e adesione alle misure è possibile collegarsi ai rispettivi siti di competenza dei vari enti sui quali sono pubblicate anche le tempistiche e le modalità operative

Brochure contributi e finanziamenti ed 10_23

Con il decreto 6 maggio 2022 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 168 del 20 luglio 2022) il ministero delle Politiche agricole ha reso noti i criteri di sostegno per favorire la transizione ecologica nel settore della ristorazione. Per il 2022 è previsto un contributo con una dotazione complessiva di un milione di euro, salvo successive integrazioni.

Si tratta di agevolazioni o incentivi per le attività ricettive, di ristorazione e di pubblici esercizi che rappresentano uno strumento per migliorare la competitività e il consumo dei prodotti agroalimentari con particolare riferimento alle produzioni alimentari tipiche, per aumentare la quota di mercato di tali prodotti, anche nell’ottica di ripristino dell’equilibrio del mercato stesso e contenere cosi’ gli effetti derivanti dalla pandemia da Covid-19;

Soggetti interessati

– imprese di ristorazione con somministrazione di pasti rientranti nella tradizione culinaria regionale e nazionale;
– imprese ricettive, compresi gli agriturismi, con attività di somministrazione pasti rientranti nella tradizione culinaria regionale e nazionale;
– pubblici esercizi – comprese scuole e ospedali – con attività di somministrazione

Obiettivi

a) sostenere e incrementare l’offerta, nel settore della ristorazione, di prodotti alimentari tipici, ad indicazione geografica e biologici;

b) migliorare la conoscenza dei prodotti alimentari tipici nelle regioni di riferimento, nonché dei prodotti ad indicazione
geografica e biologici;

Qui di seguito il testo integrale del provvedimento sulla transizione ecologica nel settore della ristorazione.

Gazzetta Ufficiale

Accrescere e valorizzare il ruolo svolto dall’agricoltura e dalla silvicoltura in termini di assorbimento del carbonio. E’ il tema – fa sapere Confagricoltura – che sarà al centro della riunione informale del ministri dell’agricoltura della UE che si apre oggi, a Strasburgo.
L’obiettivo della presidenza francese di turno è quello di fornire una serie di indicazioni alla Commissione in vista della proposta di regolamento, che sarà presentata entro la fine dell’anno, relativa al varo di un sistema di certificazione europea tale da consentire la giusta remunerazione dei produttori agricoli per un servizio svolto nell’interesse della collettività.
Dai dati resi noti dalla presidenza francese del Consiglio – rileva il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantia livello globale nel 2020 il mercato della compensazione volontaria del carbonio ha riguardato circa 190 milioni di tonnellate di C02. Il doppio rispetto all’anno precedente. E per il 2030 è prevista un’espansione di 15 volte”. “Le prospettive per il nostro settore sono di assoluto rilievo – prosegue Giansanti – considerato che attualmente l’agricoltura rappresenta meno dello 0,1% dei crediti di carbonio scambiati globalmente”.
Nel Piano italiano per la transizione ecologica – evidenzia Confagricoltura – è stato messo in evidenza che, attraverso la fotosintesi, da sole le foreste assorbono ogni anno circa 40 milioni di tonnellate di C02, pari al 10% dei gas ad effetto serra emessi nel nostro Paese. “Un quantitativo – sottolinea Giansanti – che supera di circa 10 milioni di tonnellate le emissioni totali del settore agricolo”.
Le cifre dimostrano che il nostro settore ha un ruolo di primo piano nella transizione verso la neutralità climatica. E’ perciò di fondamentale importanza la messa a punto di una metodologia comune per la certificazione degli assorbimenti di carbonio che consentirà di assegnare la giusta remunerazione agli agricoltori”.
Occorre però puntare sulle imprese professionali che sono in grado di investire sulle innovazioni tecnologie e di intercettare, allo stesso tempo, la domanda dei consumatori di prodotti agroalimentari e le esigenze della società in termini di crescente sostenibilità ambientale”, conclude il presidente di Confagricoltura.

Il Ministero della Transizione ecologica ha firmato il progetto per la rinaturazione dell’area del Po e che coinvolge tutti gli enti interessati di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Il progetto, del valore complessivo di circa 360 milioni di euro, è uno degli impegni previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di un investimento che interesserà l’intero bacino del fiume Po in cui ricadono, fra l’altro, 37 Siti Natura 2000 e la Riserva MAB Po Grande. E’ un intervento diretto al miglioramento dell’ecosistema fluviale, alla navigazione, alla sicurezza e alla qualità della vita per chi vive in quelle zone.
Il Po, infatti, è una delle sei aree prioritarie per la connettività ecologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici, dove avviare una diffusa azione di ripristino ambientale, rappresentando un primo passo per la più grande e importante azione di recupero ecologico e di adattamento nel nostro Paese.
Il progetto vede il coinvolgimento dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po e dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po e prevede la rinaturazione di 37 aree lungo il suo corso più altre 7 nel Delta del Po, con 5 tipologie di interventi: riqualificazione, riattivazione e riapertura di lanche e rami abbandonati; riduzione dell’artificialità dell’alveo e in particolare l’adeguamento dei “pennelli”; riforestazione diffusa naturalistica; contenimento di specie vegetali alloctone invasive.