E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto-legge n. 146 del 21 ottobre 2021 recante “Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”, cosiddetto Decreto Legge Fiscale e sicurezza sul lavoro.
In considerazione degli effetti economici derivanti dall’emergenza Covid-19, sono adottate alcune norme volte a tutelare i contribuenti maggiormente in difficoltà. In particolare:
• è previsto il differimento del versamento delle rate delle definizioni agevolate dei carichi affidati alla riscossione (cosiddetti “Rottamazione-ter” e “Saldo e Stralcio”) originariamente in scadenza a decorrere dal 2020. In particolare, potranno essere versate entro il 30 novembre 2021 le rate in scadenza nel 2020 e in scadenza dal 28 febbraio al 31 luglio 2021;
• viene prolungato a 150 giorni dalla notifica, in luogo di 60, il termine per l’adempimento spontaneo delle cartelle di pagamento notificate dal primo settembre al 31 dicembre 2021. Fino allo scadere del termine dei 150 giorni non saranno dovuti interessi di mora e l’agente della riscossione non potrà agire per il recupero del debito;
• per i piani di rateizzazione già in essere prima dell’inizio del periodo di sospensione della riscossione, viene esteso da 10 a 18 il numero delle rate che, se non pagate, determinano la decadenza dalla rateizzazione concessa.
Sono previsti alcuni correttivi alla disciplina al credito di imposta in Ricerca e Sviluppo al fine di superare alcune incertezze interpretative connesse all’originaria formulazione della misura.

Sono previste inoltre semplificazioni della disciplina della patent box.

L’aumento dei costi dell’energia, degli imballaggi e delle materie prime freneranno l’economia, ripercuotendosi sulle tasche dei consumatori e minacciando la competitività dei settori produttivi. Il rischio è il blocco della ripresa, che l’Italia non può permettersi.
L’Italia sconta un forte deficit energetico: importiamo il 73,4% dell’energia consumata in Italia, con valori del 93% per il solo gas, con le rinnovabili che arrivano soltanto al 20% del fabbisogno. L’aumento dei prezzi per i prodotti da origine fossile, insieme alla necessità di affrontare i cambiamenti climatici e contrastare l’inquinamento spingono con forza verso un’indispensabile transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy.
Occorre tendere all’autosufficienza, valorizzando il settore agricolo anche nel suo ruolo di produttore di energia verde. In particolare il biometano è una grande opportunità per contribuire alla transizione energetica ed alla decarbonizzazione, diminuendo le importazioni di metano per le aziende agricole e utilizzando la rete gas come vettore di energia rinnovabile.
La crescita dei costi delle materie prime, dal mais alla soia, dall’acciaio ai fertilizzanti, che va dal 20 al 60% è un forte campanello di allarme perché siamo fortemente dipendenti dall’estero.
Il rischio concreto è quello di una forte impennata dei prezzi alla fonte e al consumo già a partire dall’autunno e si deve agire velocemente con politiche a salvaguardia della competitività.

La Regione Piemonte, con la determinazione dirigenziale n. 914 del 25 ottobre ha approvato le ultime graduatorie della misura 10 del PSR, relative alle operazioni:
– 10.1.5 (tecniche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera)
– 10.1.6 (difesa del bestiame dalla predazione da canidi sui pascoli collinari e montani)
– 10.1.8 (allevamento di razze autoctone minacciate di abbandono)
– 10.1.9 (gestione eco-sostenibile dei pascoli).
Gli agricoltori interessati possono contattare l’ufficio tecnico di Asti Agricoltura per ulteriori chiarimenti.

 

Una scelta di vita in sostegno delle aziende agricole, dell’intera filiera agroalimentare, ma soprattutto a tutela dei consumatori italiani e stranieri, della dieta mediterranea e di tutto il Made in Italy”. E’ sempre stata molto netta la posizione di Confagricoltura contro il Nutriscore, il sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia pensato per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare attraverso l’utilizzo di due scale correlate: una cromatica divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso, ed una alfabetica comprendente le cinque lettere dalla A alla E.
A Confagricoltura nazionale fa eco anche l’unione astigiana che considera il Nutriscore contrario a tutti i principi dell’alimentazione italiana.
Un problema molto serio, soprattutto per le ricadute economiche sull’export del nostro Paese e sui vincoli imposti alle aziende di tutta la filiera agroalimentare nella commercializzazione dei loro prodotti.
Asti Agricoltura auspica una revisione di questo sistema di classificazione degli alimenti, appoggiando invece l’alternativa rappresentata dal Nutrinform Battery, che non valuta i singoli cibi, quanto piuttosto la loro incidenza all’interno della dieta.
E’ notizia recente però che anche lo stesso Governo francese sembra nutrire dubbi e perplessità in vista dell’approvazione di questo metodo. Come riportato dalla stampa francese, il Ministro dell’Agricoltura, Julien Denormandie, ha dichiarato che “è necessaria una revisione della metodologia su cui si basa il sistema, perché determina classificazioni che non sono necessariamente conformi alle abitudini alimentari”.
Non è accettabile un sistema nutrizionale ‘a fisarmonica’ degli alimenti che gratifica quelli che possono essere modificati perché frutto di un processo di trasformazione di ingredienti, magari di origine sintetica, e penalizza quelli che sono il frutto di cultura enogastronomica, tradizioni, territori, clima”, affermano il presidente e il direttore di Asti Agricoltura Gabriele Baldi e Mariagrazia Baravalle.
Nutriscore non fornisce informazioni sulla composizione del cibo ma dà un verdetto generale sul cibo, escludendo tutti quei prodotti che da sempre sono stati pilastri fondamentali per la nostra alimentazione e con essi tutti gli attori della filiera impegnati a produrli”. “Confidiamo – concludono i vertici della Confagricoltura di Astiin un deciso intervento da parte del Governo italiano in merito alla questione, ma ci rafforza la recente presa di posizione del Presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha assicurato il pieno impegno dell’Esecutivo nella tutela della filiera agroalimentare italiana”.

Venerdì mattina, alle ore 9,30, l’Aula Magna dell’Università di Asti ha ospitato la presentazione del progetto di ricerca “Nocciola di qualità”, a cura di Fondazione Agrion, Disafa-Università degli Studi di Torino e Agroinnova. L’incontro, moderato da Paolo Balocco (Direttore settore agricoltura e cibo Regione Piemonte), ha visto in primis la partecipazione del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, al quale è stato dato ampio spazio e che ha dimostrato ampia conoscenza nel settore, insistendo sul concetto di sostenibilità e di filiera. Tra le altre autorità presenti anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Protopapa, il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia e il presidente della Fondazione Agrion Giacomo Ballari. Presente anche Asti Agricoltura con la partecipazione del direttore Mariagrazia Baravalle, della presidente della Sezione Corilicola Cristina Bello e del tecnico specialistico Enrico Masenga.
Secondo il tavolo tecnico riunitosi il 23 dicembre 2020, la varietà Tonda e Gentile rappresenta un’eccellenza produttiva da valorizzare al meglio e le sue caratteristiche ne fanno una delle migliori varietà al mondo. Negli ultimi anni purtroppo la proliferazione di alcuni parassiti, in primis la cimice asiatica, e il clima anomalo hanno determinato un aumento delle alterazioni a carico dei frutti ed un peggioramento del livello qualitativo di alcune partite.
Il tavolo tecnico ha quindi condiviso la necessità di intervenire il prima possibile perseguendo ambiziosi progetti insieme a: Regione Piemonte, Università di Torino, Fondazione Agrion, le Organizzazioni dei produttori, le Organizzazioni professionali, Unioncamere Piemonte, Camera di Commercio di Cuneo, Fondazione CRC, Fondazione CRT ed il Gruppo “Ferrero HCo”. Tutti partners con in quali negli ultimi anni c’è stata una proficua collaborazione, con il raggiungimento di importanti risultati.
Le attività prioritarie sono quindi quelle relative al superamento delle criticità derivanti dai danni da cimice, dall’avariato sui frutti e dalle problematiche che caratterizzano la cascola pre-raccolta.

 

Il tavolo dei relatori del convegno di venerdì mattina e il pubblico intervenuto, tra il quale si può riconoscere la presidente della Sezione Corilicola di Asti Agricoltura Cristina Bello e il tecnico specialistico Enrico Masenga