CIBUS, SICUREZZA ALIMENTARE E SOSTENIBILITÀ. GIANSANTI: NON C’È CONTRAPPOSIZIONE TRA PRODUTTIVITÀ E TRANSIZIONE ECOLOGICA

Pianificare la politica agricola del prossimo futuro significa garantire sicurezza alimentare e stabilità sociale. Questo è il messaggio emerso al convegno di Confagricoltura a Cibus “Food security Europa, produttività e sostenibilità”. Un confronto ad ampio raggio tra istituzioni italiane ed europee, analisti ed esperti del settore agroalimentare sul futuro del comparto e delle imprese alla luce del conflitto in corso.
La guerra – ha affermato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantiha fatto emergere in modo evidente questioni già aperte, come l’autosufficienza alimentare, che non vuole dire autarchia, ma garantire cibo per le popolazioni e stabilità per le imprese dell’intera filiera”.
Per questo l’Europa – ha detto Sandra Gallina, direttore generale della DG SANTE della Commissione UE – è chiamata a impegnarsi senza perdere di vista la sostenibilità dell’intero sistema agricolo”.
La zootecnia è tra i comparti che soffrono di più per l’attuale situazione geopolitica, con un aumento senza precedenti dei costi – ha evidenziato Michele Liverini, presidente di Assalzoo – e un contesto internazionale che influenzano i sistemi produttivi e mettono a dura prova gli allevamenti”.
Le difficoltà del nostro continente non sono legate agli approvvigionamenti alimentari, ma ai prezzi delle materie prime e dell’energia – ha aggiunto l’europarlamentare Paolo De Castrodobbiamo mettere in atto strategie che tengano conto di questo e anche delle esigenze dei nostri agricoltori, che sono chiamati a produrre con regole sempre più restrittive”.
Oggi paghiamo la mancanza di una visione e una pianificazione energetica: dobbiamo prestare attenzione a non fare altrettanto in agricoltura – ha avvertito Marco Fortis, direttore e vicepresidente della Fondazione Edison.
Gli fa eco Maria Chiara Zaganelli, direttore generale di Ismea: “Ci sono molte più risorse a disposizione, anche con il PNRR, ma bisogna agire con politiche lungimiranti. Il settore primario oggi deve puntare su filiere più efficienti e sostenibili, con particolare attenzione a logistica, rinnovabili e tecnologia”.
Con l’invasione dell’Ucraina, in alcuni Paesi del Nord Africa i prezzi dei cereali sono saliti dell’80% e le scorte si esauriranno nel giro di poche settimane. FMI, Banca mondiale, FAO e WTO hanno lanciato un appello alla comunità internazionale, per scongiurare una crisi alimentare globale.
L’Italia, in fatto di cibo e nutrizione, è protagonista e lo deve essere anche nel trovare soluzioni alla crisi in atto e in divenire – ha spiegato Stefano Gatti, Inviato Speciale per la Sicurezza alimentare del Ministero degli Esteri – la guerra porterà tensioni sociali soprattutto nell’area mediterranea, dove si affacciano i principali Paesi importatori di grano da Russia e Ucraina: l’Italia sta svolgendo un ruolo fondamentale in questa nuova dimensione della diplomazia in ambito agroalimentare”.
Anche per il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, “è assolutamente necessario pensare a un nuovo modello di diplomazia alimentare con l’obiettivo di nutrire il pianeta e dare stabilità sociale alle nazioni. Il Covid prima e la guerra ora ci stanno mettendo di fronte a sfide inaspettate. La certezza di avere cibo sulle nostre tavole a prezzi sempre accessibili non è più così scontata e questo deve portarci a fare importanti considerazioni. Una sfida enorme, che si aggiunge ad altre questioni, una su tutte, quella della sostenibilità”.
È arrivato il momento di includere nella strategia di crescita un principio su cui Confagricoltura si batte da tempo: non c’è contrapposizione tra produttività e sostenibilità – ha concluso Giansanti – i problemi sono tanti e colpiscono direttamente le imprese; tuttavia, se vogliamo vincere la sfida, dobbiamo lavorare insieme, con tutta la filiera a monte e a valle del nostro settore, per vedere riconosciuti il valore delle produzioni agricole e il ruolo attivo nei processi di transizione energetica ed ecologica”.