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Confagricoltura ha partecipato con una delegazione di Agrinsieme all’audizione relativa all’approvazione del disegno di legge per il comparto florovivaistico. L’audizione si è tenuta il 3 marzo scorso.
La posizione di Agrinsieme ricalca quasi completamente quella di Confagricoltura e prevede in estrema sintesi: una certa distinzione, ove opportuna, delle misure e degli interventi tra comparto floricolo e comparto vivaistico; uno stretto riferimento all’articolo 2135 del Codice civile quando si va a definire l’attività florovivaistica e i cosiddetti “centri di giardinaggio” laddove le attività diverse da quella agricola devono essere solo connesse ad essa; una selezione dei distretti produttivi che vanno individuati con criteri obiettivi per delimitare aree effettivamente vocate e dove è rilevante la dimensione economica; la previsione di marchi identificativi della produzione evitando una proliferazione dei marchi stessi e pregiudizi a quelli preesistenti.
Infine, Confagricoltura ha chiesto di eliminare dallo schema di legge l’articolo che prevede di inserire nei Piani di Sviluppo Rurale priorità specifiche per il comparto e per talune figure giuridiche come le Organizzazioni dei Produttori; la misura appare inopportuna anche perché inefficace, visto che non è possibile influire sulle scelte delle istituzioni responsabili della programmazione.

Esprimiamo apprezzamento e condivisione per l’impianto generale della PdL sulle piccole produzioni locali, ma riteniamo che la proposta si debba coordinare con gli altri schemi legislativi depositati. La promozione e salvaguardia delle piccole produzioni locali è fondamentale per contrastare lo spopolamento delle aree montane e collinari, ma anche per tutelare la biodiversità, contrastare il consumo di suolo e contribuire alla conservazione delle tipicità enogastronomiche territoriali; senza contare poi la necessità di salvaguardare il reddito dei produttori agricoli, puntando a valorizzare un’agricoltura ‘di piccola scala’ e sostenendo il ‘ritorno alla terra’ e il ricambio generazionale nel primario”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione informale in Commissione Agricoltura della Camera sulla PdL con “Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale”.
Fin dalla sua costituzione, infatti, Agrinsieme si è attivamente impegnato per la valorizzazione e la promozione delle produzioni agricole locali, che rappresentano un volano di sviluppo del Paese nonché un insostituibile elemento di coesione economico-sociale dei nostri territori”, ha aggiunto il Coordinamento, sottolineando però la necessità di continuare a lavorare sul testo, limandone alcune storture che rischierebbero di creare disparità applicative e vanificare la ratio del provvedimento, andando al contempo ad appesantire la mole burocratica sulle spalle degli agricoltori.
In ogni caso, ribadiamo il nostro apprezzamento per l’impianto generale del testo e per l’intento in esso previsto di dare agli imprenditori agricoli e ittici, ivi compresi gli imprenditori apistici come da noi richiesto, la possibilità di valorizzare alcune produzioni primarie e trasformate delle proprie aziende e di somministrarle o venderle direttamente in piccole quantità allo scopo di contribuire all’integrazione del proprio reddito, secondo un approccio inedito e pienamente condivisibile che valorizza e regolamenta una opportunità legata alla multifunzionalità e alla pluriattività delle imprese”, ha rimarcato Agrinsieme.
Il tutto secondo un quadro legislativo arricchito di principi e prescrizioni, ivi comprese le relative sanzioni per le inadempienze, che sarà completato da indicazioni previste a livello locale in regime di sussidiarietà”, ha concluso il Coordinamento, invitando a “valutare con attenzione il paniere dei prodotti oggetto della norma e i dettagli quantitativi, scongiurando il rischio che dalle piccole produzioni locali vengano escluse le carni suine trasformate, quelle avicunicole fresche e trasformate, i prodotti lattiero-caseari, il miele e i prodotti dell’alveare, il pane e i prodotti da forno, le conserve e le confetture vegetali, i succhi di frutta, le farine e vegetali essiccate, l’olio d’oliva”.

Abbiamo ascoltato con grande attenzione le parole del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, che ha dimostrato di conoscere molto bene la situazione dell’agroalimentare del Paese e di avere chiare le linee sulle quali impostarne la ripresa. Il Premier incaricato, infatti, ha spiegato che intende puntare sull’agroalimentare quale volano per la crescita e lo sviluppo del Paese, privilegiando contributi mirati invece che sussidi a pioggia e dando una sensibile accelerata al lavoro sulle infrastrutture, vera e propria chiave di volta per accrescere la competitività delle imprese”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, e che è stato ricevuto nei giorni scorsi nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio nell’ambito del secondo giro di consultazioni preventivo alla formazione del nuovo esecutivo, che oggi è nato ufficialmente.
Da parte nostra, abbiamo ricordato al Presidente incaricato che le criticità delle filiere agricole non nascono con l’emergenza coronavirus e purtroppo non si esauriranno con il concludersi di questa pandemia, se prima non si risolvono i problemi atavici che frenano lo sviluppo dell’agricoltura; la modernizzazione del Paese, la transizione ecologica e l’inclusione sociale, territoriale e di genere dovranno quindi essere le linee strategiche sulle quali innestare la ripartenza, senza prescindere dal necessario lavoro sulla semplificazione, sulle infrastrutture e sulla promozione degli investimenti”, ha aggiunto il Coordinamento.
Condividiamo le priorità indicate dal Presidente incaricato per il rilancio dell’agroalimentare, che attendiamo di conoscere nel dettaglio e sulle quali auspichiamo un consenso parlamentare ampio e solido; tali priorità andranno portate avanti di pari passo con le sempre più necessarie e improcrastinabili riforme della Pubblica Amministrazione, della giustizia e del fisco, tutte espressamente richieste al nostro Paese da Bruxelles e propedeutiche all’accesso al Recovery Fund”, ha proseguito Agrinsieme.
Abbiamo, infine, ricordato al Premier incaricato che l’agroalimentare può, vuole e deve continuare a essere protagonista della ripartenza del Paese in ragione del grande contributo che può offrire in termini economici, occupazionali e sociali. Fondamentale diventa quindi lavorare all’unisono e sfruttare appieno le potenzialità del sistema-Paese; in tale ottica, il Coordinamento è in prima linea ed è pronto a fare la sua parte”, ha concluso il Coordinamento.

 

In allegato il documento del coordinamento Agrinsieme presentato in occasione dell’incontro del Presidente del Consiglio incaricato, Prof. Mario Draghi, con le parti sociali svoltosi mercoledì 10 febbraio

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Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, nel corso dell’audizione informale in Commissione Agricoltura della Camera sul disegno di legge di bilancio 2021 ha sostenuto che “l’efficacia delle azioni messe in campo fino ad oggi per le imprese che operano nel comparto agricolo e agroalimentare è circoscritta al ristoro nel brevissimo periodo, la cui applicazione è spesso rallentata da stringenti maglie burocratiche. E’ quindi prioritario che nella manovra venga messo al centro con maggior decisione il sistema agroalimentare che, se opportunamente sostenuto, può costituire il volano di una sicura e duratura ripresa economica per l’intero sistema nazionale, messo duramente alle corde dall’emergenza socio-sanitaria in atto”.

Il coordinamento Agrinsieme, costituito dalle organizzazioni professionali Confagricoltura, Cia, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare, che rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata e oltre 800mila persone occupate, esprime pieno apprezzamento per l’iniziativa assunta dalla comunità scientifica nazionale che si occupa di Scienze agrarie, che con una lettera aperta alla ministra delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Teresa Bellanova si è detta “pronta a svolgere il proprio ruolo a supporto delle scelte” che il dicastero sarà chiamato ad assumere, anche in vista della riforma della PAC.
La disponibilità espressa dalla comunità scientifica non può restare senza seguito, ma deve essere, al contrario, accolta e valorizzata; per tali ragioni assicuriamo la nostra piena disponibilità a lavorare insieme per il rafforzamento e nell’interesse del sistema agroalimentare italiano”, afferma Agrinsieme, evidenziando che “l’agricoltura italiana sconta un notevole divario tecnologico nei confronti dei paesi europei ed è alle prese con un calo generalizzato della produzione, che ha portato a una conseguente riduzione del tasso di autoapprovvigionamento nazionale. Tale situazione rischia di aggravarsi per gli effetti della pandemia del Coronavirus a causa della quale, con tutta probabilità, tenderanno a restringersi le catene di produzione del valore, cambieranno le scelte dei consumatori e le modalità di acquisto e si ridurrà la consolidata dinamica del commercio internazionale di prodotti agroalimentari”, aggiunge Agrinsieme.
In questo quadro, all’agricoltura europea viene chiesto di aumentare la sostenibilità ambientale dei processi produttivi, garantendo una maggiore protezione delle risorse naturali e della biodiversità, dando all’innovazione un ruolo centrale. Anche l’Unione Europea è chiamata a superare alcune incertezze e contraddizioni, come quelle relative, ad esempio, alle nuove tecnologie per il miglioramento genetico; rischiamo, infatti, di trovarci nella stessa situazione legata alla questione degli OGM, in base alla quale importiamo e consumiamo prodotti che i nostri agricoltori non sono autorizzati a produrre. Le innovazioni, dalla genetica al digitale, rivestono una funzione strategica, soprattutto in un Paese come l’Italia, che può contare su un sistema agroalimentare inclusivo, efficiente, sostenibile: produrre di più, utilizzando meno risorse, è infatti la sfida che abbiamo di fronte, anche per far crescere la sovranità alimentare dell’Europa”, prosegue Agrinsieme.
Per fare ciò è però indispensabile superare l’atteggiamento negativo nei confronti della ricerca scientifica e delle innovazioni. A volte, è prevalso un vero e proprio pregiudizio. Con i pregiudizi verso le novità, però, non si aiutano le imprese a crescere, a creare ricchezza e posti di lavoro”, conclude Agrinsieme, annunciando l’imminente organizzazione di un evento sul tema, che si svolgerà non appena l’emergenza sanitaria lo renderà possibile.