Si rende noto che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) e l’Associazione Nazionale Città del Vino hanno condiviso un documento recante “Linee Guida per la vendemmia turistica” (all.to n.1) allo scopo di individuare regole di comportamento uniformi circa lo svolgimento di questa attività.
La partecipazione ad attività di “vendemmia turistica” non è riconducibile ad un rapporto di lavoro. Pertanto, non può essere corrisposto alcun trattamento economico, comunque denominato, né in denaro né in natura. La vendemmia turistica deve svolgersi secondo alcune modalità puntualmente individuate dalle Linee Guida relativamente a tempo/orario, spazi dedicati e attrezzati, numero massimo di partecipanti, tutoraggio, cartellini identificativi.

In particolare:

– l’attività deve durare poche ore e deve svolgersi alternativamente di mattina o di pomeriggio e per non più di 2 volte nella stessa azienda nell’arco della stessa settimana;
– i filari della vendemmia didattica devono essere resi riconoscibili e distinguibili dai luoghi di lavoro in cui svolgono la propria attività i dipendenti dell’azienda;
– l’attività deve essere svolta sotto la supervisione di referenti aziendali/tutor qualificati che possono seguire al massimo 8 turisti;
– agli enoturisti è vietato l’utilizzo di qualsiasi macchina agricola e lo svolgimento delle operazioni di carico e scarico delle cassette.

La vendemmia turistica, inoltre, dovrà svolgersi con modalità che assicurino la salute e sicurezza dei turisti, anche con riferimento alle attrezzature messe a disposizione degli stessi nonché agli indumenti e alle calzature indossate.

Prima dell’inizio dell’attività, l’azienda dovrà:

– stipulare apposita assicurazione per la responsabilità civile nei confronti dei turisti;
– comunicare lo svolgimento dell’attività al Comune competente per territorio, attraverso la piattaforma S.U.A.P. (o sportello equipollente), indicando il numero e la validità temporale della polizza assicurativa, il nominativo del referente aziendale e del suo delegato/tutor, il luogo di svolgimento (dati catastali), gli orari di svolgimento dell’esperienza della vendemmia, le generalità (nome cognome e data luogo di nascita) degli enoturisti;
– fornire ai turisti istruzioni adeguate circa l’utilizzo delle attrezzature e i comportamenti da tenere durante le operazioni.

Per ulteriori informazioni è possibile leggere le linee guida in allegato

INL-protocollo-Vendemmia-Turistica-2023

 

foto tratta da “Il Gambero Rosso”

Riprendiamo la tematica della manodopera stagionale per fornire alcuni aggiornamenti sui provvedimenti che stanno per entrare in attuazione o per essere assunti dal Governo. Il DPCM integrativo del decreto flussi per l’anno 2022 – che autorizza l’ingresso aggiuntivo di 40 mila stranieri da ammettere nel territorio italiano per motivi di lavoro e da destinare interamente ai settori agricolo e turistico-alberghiero, a valere sulle domande già presentate nel click-day del 27 marzo scorso – sarà probabilmente rilasciato in Gazzetta ufficiale tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto.
A seguito della pubblicazione del DPCM e delle correlate circolari dei ministeri competenti (interno, lavoro, e agricoltura), verranno automaticamente rilasciati, nei termini previsti dalla legge (massimo 30 giorni), i nulla osta all’ingresso relativi alle istanze di lavoro stagionale già presentate e rimaste in sospeso nei mesi scorsi per incapienza delle quote, dal momento che erano disponibili 44 mila unità a fronte di oltre 90 mila richieste presentate. In altre parole non dovrebbero essere necessari ulteriori adempimenti da parte dei soggetti che hanno presentato domande.
Per quanto riguarda invece la bozza di DPCM – approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri – sulla programmazione triennale dei flussi 2023/2025, il cui testo potrebbe ancora subire modifiche nel corso della sua approvazione definitiva, viene confermata una riserva di quote per il lavoro subordinato stagionale dei settori agricolo e turistico-alberghiero pari a:

– 82.500 unità per il 2023;
– 89.050 unità per il 2024;
– 93.550 unità per il 2025.

Viene altresì riservata, nell’ambito di questa ripartizione, una quota alle istanze presentate dalle Organizzazioni di rappresentanza delle imprese agricole, tra cui Confagricoltura, nelle seguenti misure:

– 40.000 unità per il 2023;
– 41.000 unità per il 2024;
– 42.000 unità per il 2025.

Inoltre la bozza di provvedimento favorisce gli ingressi di lavoratori “formati” in Italia o all’estero, che potranno essere autorizzati a svolgere attività di lavoro anche “fuori quota”.

Infine, viene previsto che le nuove domande per lavoro stagionale potranno essere presentate:

– per l’anno 2023 a partire dal 70° giorno dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del DPCM stesso;
– per gli anni 2024 e 2025 il 12 febbraio di ciascuno anno.

Al momento non si conoscono i tempi di pubblicazione del decreto di programmazione triennale, anche perchè la bozza deve essere sottoposta alla valutazione di numerosi organi consultivi (Cnel, Conferenza Stato-Regioni, etc.) e poi tornare in Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva.

Il piano strategico della PAC ha stabilito, tra i vari interventi per il comparto agricolo, anche misure rivolte al settore dell’apicoltura. Le Regioni possono stabilire, in funzione della specificità dell’apicoltura del proprio territorio, i criteri per l’ammissibilità dei soggetti richiedenti il beneficio e le modalità per l’applicazione dei sottoprogrammi. La Regione Piemonte a tal proposito comunica che dal 20 luglio 2023 e fino al 30 settembre 2023 è possibile presentare domanda sull’applicativo SIAN per la richiesta dei contributi per l’intervento A, l’azione f.1 e per l’Intervento B. relativo al settore apistico.
Alcuni interventi del bando sono destinante a forme associate di apicoltori, mentre altre a forme singole.

Non è possibile delegare il CAA che detiene il fascicolo alla presentazione della domanda di aiuto o di pagamento.

La procedura da seguire per la presentazione della domanda di aiuto è quella contenuta nel manuale AGEA, consultabile al seguente link: https://www.sian.it/downloadpub/zfadlx010?id=512799

In allegato gli interventi disponibili, la Determinazione Dirigenziale della Regione Piemonte e la Dichiarazione domanda di aiuto per gli apicoltori singoli

Allegato_1_INTERVENTO_A_FORME_ASSOCIATE

Allegato_2_INTERVENTI_B_FORME_ASSOCIATE&SINGOLE_AZIENDE_APISTICHE

Allegato_3_azione_F.1._FORME_ASSOCIATE

Allegato_A-_DICHIARAZIONE_DOMANDA_AIUTO

DD-A17-625-2023

 

Il Piemonte si è dotato del Regolamento che disciplina l’attività delle Fattorie sociali. In sostanza il provvedimento riconosce ufficialmente le aziende che, attraverso l’attività agricola, favoriscono l’inserimento di lavoratori con disabilità o svantaggiati, svolgono attività sociali e di servizio per le comunità locali, forniscono prestazioni e servizi utili alle terapie mediche, sociali e riabilitative, sviluppano progetti di educazione ambientale e alimentare.
Le Fattorie Sociali che rispondono ai requisiti definiti dal nuovo Regolamento possono iscriversi nell’Elenco regionale del Piemonte. Con il Regolamento, nato dal confronto con le Organizzazioni agricole, la Regione riconosce ufficialmente il lavoro degli imprenditori agricoli che portano avanti progetti di inclusione sociale e che, nella vita quotidiana, si concretizzano in servizi utili a sostegno delle famiglie e delle comunità rurali.

In allegato il decreto del presidente della Regione Piemonte che sancisce il Regolamento delle Fattorie Sociali

aa_aa_regione piemonte – regolamento_2023-07-14_86605_fattorie sociali

L’EBAN, l’Ente Bilaterale Agricolo Nazionale ha pubblicato il bando 2023 per il finanziamento di attività formative obbligatorie in materia di salute e sicurezza dei lavoratori agricoli (www.enteeban.it).
Dopo l’interesse suscitato dalle edizioni degli scorsi anni, l’EBAN (sotto la Presidenza Confagricoltura) ha infatti voluto riproporre questa importante iniziativa che contribuisce a garantire ai datori di lavoro e ai lavoratori aderenti al sistema della bilateralità la possibilità di svolgere, con finanziamento a carico dell’Ente, corsi in materia di salute e sicurezza obbligatoria.
Vale la pena di ricordare peraltro che esso costituisce l’unico strumento di finanziamento a fondo perduto dei citati obblighi formativi, dato che i fondi interprofessionali per la formazione continua, quale FOR.AGRI, possono finanziare questa tipologia di corsi solo ai sensi del Regolamento dell’Unione Europea n. 651/2014 (e cioè in cofinanziamento) o ai sensi del regolamento n. 1407/2013 (de minimis).
Nel rinviare ad un’integrale lettura dei documenti presenti sul sito www.enteeban.it, si riassumono qui di seguito gli elementi essenziali del bando:
• vengono messi a disposizione 1.000.000,00 euro, ripartiti in tre aree territoriali (nord: 30%, centro: 30%, sud: 40%);
• sono ammessi progetti aziendali, di gruppo/rete e territoriali con massimali di finanziamento differenziati per tipologia (aziendali: € 5.000; di gruppo/rete e territoriali: € 15.000);
• ogni impresa può richiedere solo un finanziamento e può partecipare ad un solo progetto. I gruppi aziendali, le aziende legate da un contratto di rete e i progetti territoriali presentati dagli Enti o Agenzie formative possono ricevere al massimo 30.000 euro;
• i progetti da finanziare – trattandosi di formazione obbligatoria – sono predefiniti secondo le normative vigenti (non ci sarà dunque una valutazione di merito da parte dell’Ente);
• l’assegnazione dei finanziamenti avverrà con la modalità “a sportello”, seguendo l’ordine cronologico di arrivo dei progetti (click day);
• le richieste di finanziamento devono essere inviate con posta elettronica certificata all’indirizzo enteeban@pec.it a partire dalle ore 9:00 del 18 settembre 2023 e fino alle ore 18:00 del 2 ottobre 2024 (la documentazione da inviare separatamente in formato cartaceo, con raccomandata con ricevuta di ritorno, presso la sede di EBAN – Via Flavia 3; 00187 Roma – deve essere spedita entro le ore 18:00 del 31 ottobre 2023);
• i contributi saranno erogati in un’unica soluzione alla chiusura delle attività, previa giustificazione delle spese sostenute, nel rispetto del preventivo presentato;
Si ricorda che possono beneficiare dei finanziamenti per la formazione in parola esclusivamente le imprese agricole iscritte all’EBAN da almeno 18 mesi ed in regola con il pagamento della relativa contribuzione di competenza dell’anno 2019.