La Commissione UE ha emanato in tempi brevi un pacchetto specifico di misure per il settore vitivinicolo che deve affrontare questioni urgenti. E’ un segnale che evidenzia l’importanza del comparto per tutta l’Europa. Chiediamo tuttavia che la maggiore flessibilità contenuta in alcune misure della proposta sia applicata anche alla gestione finanziaria per un migliore utilizzo delle risorse”.
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, commenta a caldo il pacchetto presentato oggi da Bruxelles che dà seguito alle raccomandazioni del Gruppo di alto livello vino diffuse nel dicembre scorso. Misure ritenute più urgenti e specifiche per aiutare il comparto vitivinicolo europeo ad affrontare le importanti sfide e a diventare più competitivo a fronte di uno scenario sempre più complesso, con consumi in diminuzione e minacciato dai dazi USA.
Ad una prima lettura riteniamo positiva l’introduzione di alcuni elementi, come chiesto da Confagricoltura, a favore di una maggiore flessibilità nella gestione del potenziale produttivo, per ridurre le eccedenze, e di potenziamento degli investimenti che perseguono l’obiettivo di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”.
La Commissione – prosegue il presidente – ha gestito le istanze del comparto in maniera rapida e specifica, tenendo separata la proposta normativa da altre misure emanate di recente. Occorre ancora lavorare su vari aspetti”.
Come Confagricoltura recependo le istanze dei nostri produttori, chiediamo che ci sia maggiore flessibilità finanziaria per un utilizzo ottimale delle risorse dell’OCM Vino. Si rischia altrimenti di restituire somme importanti alla UE: somme che le imprese possono impiegare per gli investimenti in campo e in cantina, nonché per la promozione dei vini e dei territori di produzione nell’ottica di un allargamento del mercato e nella formazione di consumatori consapevoli”, conclude Giansanti.

“Così si rischia di penalizzare l’attività zootecnica e quella delle associazioni senza un reale beneficio per l’ambiente”

Dopo il provvedimento regionale che dispone un avvio graduale dell’obbligo di comunicazione preventiva delle fertilizzazioni con reflui zootecnici e gli incontri tecnici con gli Assessorati, il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, ritiene ancora troppo gravose, per le aziende e per le organizzazioni professionali, le procedure che governano questo adempimento: “Nonostante la disponibilità al dialogo della Regione, le comunicazioni di spandimento nell’ambito del PRQA – stralcio agricoltura, sono ancora un punto critico dell’intero impianto normativo, anche perché questo adempimento spesso non è effettuato direttamente dall’azienda, ma dalla sua Organizzazione professionale di riferimento: il rischio, quindi, è di generare in alcuni periodi dell’anno un carico di lavoro insostenibile per qualsiasi struttura, con le conseguenti elevatissime probabilità di errori e conseguenti sanzioni nei confronti delle aziende, nonché gravi situazioni di contenzioso con l’Organizzazione stessa per non aver presentato correttamente la comunicazione”.
Per la Federazione degli imprenditori agricoli piemontese è necessario ridefinire al più presto tutta la materia per scongiurare situazioni di danno per il settore agricolo in tutte le sue componenti.
Siamo consapevoli – prosegue Allasia – del fatto che la comunicazione preventiva delle operazioni di campo sia stata introdotta per facilitare l’effettuazione dei controlli previsti dal Piano stralcio agricoltura per la qualità dell’aria, tuttavia riteniamo che questi, dato anche il loro numero non elevato (1% delle distribuzioni) potrebbero essere organizzati in modo efficace basandosi in larga parte sulle informazioni che le aziende zootecniche già forniscono all’Ente pubblico, senza introdurre nuovi adempimenti che rischiano di mettere in seria difficoltà il settore zootecnico della nostra regione”.
Confagricoltura Piemonte suggerisce quindi di non limitarsi a dilazionare le tempistiche di entrata in vigore dell’obbligo, ma di rivederne profondamente le modalità di attuazione, in modo da coniugare le necessità di controllo del sistema con quelle di operatività delle aziende.

L’apertura delle domande è prevista per il 31 marzo, con scadenza fissata al 16 giugno

Con la determinazione dirigenziale n. 682 del 4 settembre 2024 il Settore Agricoltura della Regione Piemonte, sulla base della proposta del Consorzio di Tutela Barbera d’Asti e vini del
Monferrato, ha approvato il programma rimodulato che prevede la sospensione di nuove iscrizioni per il 2024 e l’aumento del potenziale produttivo, pari a 150 ettari, nel 2025.
In base a questa premessa la Regione Piemonte ha emanato un bando pubblico per la presentazione delle domande di assegnazione dell’idoneità alle superfici vitate ai fini della rivendicazione della denominazione di origine Barbera d’Asti per l’anno 2025. All’interno del bando sono presenti le modalità di presentazione della domanda, i criteri di ammissibilità e di priorità, le modalità di approvazione della graduatoria e il successivo iter di riconoscimento dell’idoneità. Le domande di adesione al bando sono disponibili dal 31 marzo 2025 fino al 16 giugno 2025. E’ possibile presentare la domanda tramite l’applicativo Siap.

Per maggiori informazioni e delucidazioni è possibile contattare l’ufficio vino di Asti Agricoltura

In allegato la determina dirigenziale della Regione Piemonte

Ministero della Salute_circolare aflatossina latte dd-a17_258_2025_-_file_primario_-_dd-a17-258-2025

Si trasmette la nota DGISAN n. 9487 del 3 marzo 2025 (Allegato 1) con la quale il Ministero della Salute trasmette la revisione delle linee guida (Allegato 2) inerenti la prevenzione e gestione del rischio di contaminazione da aflatossine nella filiera lattiero-casearia.
Oggi, a seguito dei cambiamenti climatici in atto, si assiste ad una maggiore variabilità annuale e regionale delle contaminazioni da micotossine a livello nazionale ed europeo e pertanto la contaminazione delle produzioni agricole non può più essere gestita come un evento eccezionale o emergenziale con procedure straordinarie, ma occorre che sia gestita in modo programmato attraverso il sistema di autocontrollo degli Operatori.
Il Ministero ritiene, quindi, necessario considerare le linee guida del 2013, emanata in uno specifico periodo emergenziale, non più applicabili, tenuto conto che il rispetto della legislazione dell’unione europea garantisce di per sé la gestione ordinaria del controllo della filiera per il raggiungimento degli obiettivi sanitari.

In allegato la circolare del Ministero della Salute e le linee guida

Ministero della Salute_circolare aflatossina latte

Ministero della Salute_linee guida

 

Le istruzioni Operative n° 30 del 25 marzo, emanate da AGEA, riportano chiarimenti relativi all’intervento Ecoschema 4 (ECO 4 – pagamento per sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento) e in materia di sanzioni applicate agli eco-schemi.
L’impegno biennale previsto dall’ECO4 richiede un avvicendamento biennale sulla stessa superficie, con la presenza di almeno una coltura miglioratrice (leguminosa o da rinnovo) durante il biennio.
La Circolare Agea precisa che l’agricoltore deve rispettare l’avvicendamento all’interno di ciascun biennio, che viene considerato autonomo rispetto ai bienni precedenti o successivi. Una volta concluso un biennio, l’agricoltore può scegliere se avviarne uno nuovo. Nella sostanza, ciascun biennio, sia ai fini della verifica del rispetto dell’avvicendamento che dell’applicazione di eventuali sanzioni deve essere trattato autonomamente rispetto ad un precedente o successivo biennio.
Inoltre, è chiarito che la rotazione almeno biennale costituisce “Impegno principale”, adempiuto o non adempiuto, perciò non graduabile e, pertanto, per tale specifico impegno, non trova applicazione la disciplina prevista relativa ai criteri comuni di controllo e agli indici di verifica degli impegni. Di conseguenza, qualora l’agricoltore non intendesse confermare in tutto o in parte la richiesta di aiuto nel secondo anno sulla superficie accertata il primo anno, gli Organismi pagatori procedono al recupero di quanto erogato nel primo anno del biennio, limitatamente alla parte di superficie sulla quale non è stata confermata la volontà di proseguire nell’avvicendamento nel secondo anno.
In ordine alla possibilità di manifestare la volontà di non proseguire nel 2024 e, conseguentemente, di non adempiere agli impegni almeno biennali, le allegate Istruzioni Operative n° 30 del 25 marzo u.s. emanate dall’Organismo Pagatore AGEA normano la possibilità per gli agricoltori di poter decidere di non continuare con l’Eco-schema 4 nel secondo anno di un biennio, a condizione che le superfici non più interessate siano escluse dagli aiuti per il secondo anno e vengano restituite le somme già erogate per il primo anno .
Ad esempio, gli agricoltori che nella campagna 2023 hanno richiesto il sostegno dell’eco-schema 4 possono manifestare la volontà di non proseguire nel 2024 e di non adempiere alla rotazione almeno biennale, questo comporta che:

– le parcelle/appezzamenti in cui non è stata applicata la rotazione sono escluse dall’aiuto per la campagna 2024 e deve essere eseguita la restituzione di quanto già ricevuto per l’anno di domanda 2023;

– tali agricoltori non potranno presentare una nuova domanda di adesione all’eco-schema 4 nel 2024, come primo anno del biennio 2024-2025 sulle stesse superfici oggetto di non prosecuzione dell’avvicendamento iniziato nel 2023.

Ricordiamo che le verifiche relative alle superfici saranno svolte considerando anche gli eventuali subentri, procedendo quindi ad un controllo della presenza nel 2024 delle superfici dichiarate nel 1° anno a prescindere dal soggetto dichiarante. Ulteriore possibilità normativa e applicativa, è quella di acquisire espressamente la volontà da parte degli agricoltori di non proseguire nel 2024 l’impegno assunto nel 2023, ferme restando le manifestazioni – tacite – di volontà (agricoltori che hanno manifestato la volontà – tacita – a non proseguire l’impegno biennale richiedendo in aiuto per l’eco-schema 4, nel 2024, una superficie inferiore a quella richiesta nel 2023).
A tale riguardo l’Organismo pagatore AGEA ha predisposto un apposito servizio che consentirà ai singoli agricoltori, per il tramite del CAA mandatario, di manifestare la volontà a non proseguire l’impegno, in tutto o in parte, per gli appezzamenti richiesti a premio nel 2024. Nello specifico le porzioni di superfici (espresse a livello di appezzamento) saranno proposte agli agricoltori in modalità precompilata e con l’applicazione delle tolleranze.
Non sarà consentito presentare manifestazione di volontà di non prosecuzione dell’impegno nei casi in cui, a parità di superficie dichiarata nel secondo anno, le colture dichiarate per l’assolvimento dell’impegno nel piano di coltivazione grafico non sono correttamente riscontrate nel procedimento di verifica dell’AMS.
Le comunicazioni relative alle manifestazioni a non proseguire l’impegno, potranno essere presentate a partire dal giorno 26 marzo 2025 e fino al giorno 14 aprile 2025 per consentire all’Organismo Pagatore Agea il conseguente perfezionamento delle attività istruttorie sulle due campagne interessate.

Trattandosi di impegno pluriennale, in merito all’applicazione delle sanzioni sull’ECO4, si procede altresì, al recupero dell’aiuto erogato negli anni precedenti nella stessa misura determinata nell’anno dell’accertamento. Sono pertanto da sottoporre a controllo nella compagna 2024 i beneficiari di Eco-schemi a superficie (nel caso trattato Eco 4) che rientrano in tutte le seguenti condizioni:

– nel controllo 2023 hanno avuto esito negativo per gli impegni degli eco-schemi

– è stata applicata una riduzione pari o inferiore al 30%

– abbiano presentato per la campagna 2024 una domanda per il medesimo Eco-schema.

Qualora pur a fronte di un esito negativo del controllo, l’applicazione della procedura di calcolo delle sanzioni abbia determinato l’applicazione di una percentuale di riduzione pari a 0, non è necessario eseguire il controllo nella campagna 2024.
Le istruzioni operative, infine, dettagliano le modalità di calcolo e applicazione delle sanzioni, distinguendo tra infrazioni di grado basso, medio e alto. Il documento stabilisce come debbano essere calcolati i parametri di controllo (GED) per le infrazioni relative agli eco-schemi, che influenzano il livello delle sanzioni.