Lunedì 8 marzo Confagricoltura ha partecipato al Gruppo di Lavoro promozione dei prodotti agricoli del Copa-Cogeca. Il punto focale dell’incontro ha riguardato la revisione della politica di promozione e il programma di lavoro 2021, temi che preoccupano gli addetti ai lavori anche per il futuro.
La Commissione ha deciso di adottare totalmente la politica di promozione ai principi di sostenibilità della strategia Farm to Fork, incluso lo spostamento di una parte del budget per la promozione di prodotti agricoli sostenibili e di agricoltura biologica, escludendo prodotti considerati nocivi, quali la carne e le bevande alcoliche, incluso il vino.
Copa-Cogeca ha chiesto il coinvolgimento di tutte le associazioni partecipanti per modificare la posizione della Commissione; per questo, si è aperto un dibattito in cui Confagricoltura sta partecipando attivamente attraverso documenti di posizione.
Confagricoltura ha sempre sostenuto una politica di revisione più efficiente, chiedendo in primo luogo un aumento del budget dedicato ai programmi semplici. Le modifiche introdotte nel 2021 dalla Commissione hanno portato ad una modifica sostanziale del piano di lavoro e dei bandi, tenendo conto dei principi della strategia Farm to Fork e, allo stesso tempo, trascurando il motivo sostanziale della politica di promozione, ossia l’apertura verso nuovi mercati per tutti i prodotti agricoli europei. Confagricoltura, appoggiando la posizione del Copa Cogeca, crede fermamente che, se è corretto che la politica di promozione debba rispondere ai principi F2F, ciò non deve minare i suoi obiettivi fondamentali, ovvero promuovere tutti i prodotti agricoli e i metodi di produzione sia all’interno dell’UE che verso i Paesi terzi. Pertanto, ritiene che non debbano essere esclusi prodotti di grande consumo quali la carne (compresa la carne lavorata) o il vino. Inoltre, tutti i prodotti dell’UE sono sostenibili: una revisione della politica di promozione è un’opzione e anche una necessità, ma deve tenere in considerazione le richieste e le esigenze del mondo agricolo senza trascurare nessuno.
Confagricoltura ha più volte fatto presente che per rendere più efficiente la politica di promozione sarebbe necessario, oltre a aumentare i fondi stanziati, aprire la partecipazione ai bandi a una più ampia fascia di partecipanti senza percentuali rigide di rappresentatività. Confagricoltura ha chiesto anche la semplificazione della presentazione delle proposte: tempi più rapidi nell’elaborazione dei risultati, maggiore chiarezza nelle comunicazioni relative all’approvazione dei progetti e maggiore equilibrio nei principi di approvazione.

 

Fiducia nella ripresa, grazie alle capacità individuali ma anche al valore aggiunto di fare squadra, sia a livello generazionale, sia professionale. È questa la sintesi dell’indagine “Focus IMPatto Giovani”, dell’omonimo tavolo interassociativo di cui fanno parte i Giovani di Confagricoltura – Anga.
Lo studio era dedicato alla percezione per il 2021 di imprenditori, manager e professionisti under 40 sull’economia, sul lavoro e sul tessuto produttivo, ed è stato presentato oggi alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini.
Per la maggioranza degli intervistati, nonostante la grave crisi, la percezione del futuro resta positiva: per il 74,4% è «molto positiva» e per il 16,5% è «abbastanza positiva». Il dato è confermato da due fattori: il 40% degli imprenditori prevede di assumere e il 46,6% ha in programma di investire nel corso dell’anno. Nel 44,4% dei casi, nel 2021, le imprese prevedono di accedere alla misura che azzera i contributi per chi assume le donne mentre una percentuale più alta, il 62%, utilizzerà lo sgravio per l’assunzione dei giovani under 35.
Questi risultati, tuttavia, sono condizionati da fattori esterni e interni: la risoluzione dell’attuale pandemia incide per il 48,7% degli intervistati, mentre per il 40,4% è l’alleanza strategica tra imprenditori, professionisti e manager a fare la differenza.
E se per il 2021, pur facendo leva sui propri sforzi, nel complesso la percezione degli under 40 appare positiva, il sondaggio rileva grande preoccupazione sul Sistema Paese nel suo complesso: il 71,9% prevede che sarà un anno difficile per l’Italia.
Tra i fattori che determinano questa percezione negativa ci sono l’eccesso di burocrazia (62,8%), la crisi economica (57,9%) e le conseguenze della pandemia sul tessuto sociale (46,9%), mentre per il 45,8% l’instabilità/conflittualità politica è uno dei primi ostacoli da superare.
Secondo gli under 40 le priorità delle aziende per ripartire sono formazione, digitalizzazione e innovazione. Ma saranno necessari interventi a tutto campo come la riduzione fiscale (55,1%), lo snellimento della burocrazia (45,8%) e un’azione decisa sull’istruzione e la formazione (37,4%).
Per quanto riguarda il Programma Next Generation EU, sono state individuate principalmente tre aree d’intervento su cui concentrare le risorse europee: la riduzione del costo del lavoro per il 53,8%, la sanità per il 37,9%, l’efficienza energetica e il digitale per il 37%.
La crisi pandemica, oltre a farci realizzare l’interconnessione tra i fenomeni, ha reso evidente la necessità di accelerare verso un nuovo modello di sviluppo, che sia sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale”, ha commentato il Ministro Giovannini. “Le imprese che hanno avviato politiche di sviluppo sostenibile, oltre ad averne guadagnato in termini di produttività, come ha evidenziato l’Istat, sono state le più resilienti, hanno resistito e reagito meglio allo shock e sapranno sfruttare le opportunità di ripresa. I giovani imprenditori hanno nelle mani il futuro del Paese, la responsabilità di cambiare verso il nuovo paradigma, quello che l’Europa ci chiede per sfruttare al meglio le risorse che mette a disposizione. Il Ministero che guido sostiene con convinzione questa nuova visione, verso la quale orienterà le risorse del Next Generation Eu, così come gli altri fondi europei e nazionali, in linea con il cambio del nome del Dicastero”.
Sin dal primo giorno dell’insediamento del Presidente Draghi, l’attenzione ai giovani è stata prioritaria per il nuovo Esecutivo – ha affermato Francesco Mastrandrea, presidente dei Giovani di Confagricoltura – Anga.L’alleanza dei giovani imprenditori dei vari settori si mette a disposizione del Governo per contribuire a costruire un Piano di Next Generation Eu per uscire dalla crisi e incrementare la competitività delle imprese”.

Il Decreto Legislativo 116/2020 ha introdotto, a partire dal 2021, rilevanti modifiche al Testo Unico Ambientale in attuazione delle Direttive UE meglio note come “Pacchetto Economia Circolare”.
Le novità hanno un importante impatto sulle attività agricole e in particolare producono effetti penalizzanti sulla gestione dei rifiuti e sul pagamento della Tari.
Alla luce delle modifiche e in attesa di indicazioni da parte delle amministrazioni competenti, la situazione per il settore agricolo è la seguente:

– i rifiuti agricoli prodotti da utenze domestiche continuano a essere classificati quali rifiuti urbani e possono essere conferiti nell’ambito del servizio pubblico per cui si paga la Tari;

– i rifiuti prodotti da attività di impresa agricola in senso stretto continuano a essere classificati quali rifiuti speciali e devono essere conferiti a un soggetto di gestione rifiuti privato, o nell’ambito di un circuito organizzato di raccolta, o tramite una convenzione con il gestore del servizio pubblico;

– i rifiuti generati dagli uffici/bagni/mense della struttura aziendale dell’azienda agricola, salvo diversi chiarimenti, devono essere classificati quali rifiuti speciali e devono essere conferiti a un soggetto di gestione rifiuti privato, o nell’ambito di un circuito organizzato di raccolta o tramite una convenzione con il gestore del servizio pubblico;

– i rifiuti generati da attività connesse a quella agricola, quali per esempio l’attività di ristorazione per gli agriturismi o degustazione per gli enoturismi e la vendita diretta di prodotti agricoli sono classificati rifiuti speciali e devono essere conferiti a un soggetto di gestione rifiuti privato, o nell’ambito di un circuito organizzato di raccolta, o tramite una convenzione con il gestore del servizio pubblico.

La novità principale è pertanto rappresentata dal punto 4) che oggi impone l’esclusione dal sevizio pubblico di gestione dei rifiuti prodotti dalle attività connesse delle attività agricole (quali per esempio i rifiuti degli agriturismi e/o i rifiuti degli spacci agricoli), salvo convenzioni con il gestore. Quale corollario si prospetta anche l’ipotesi di proporzionale riduzione della Tari come conseguenza della qualifica di rifiuto speciale non gestito dal servizio pubblico di parte dei rifiuti prodotti.
Confagricoltura, insieme ad altre organizzazioni della filiera, ha inviato una lettera sia al Mipaaf, sia al Ministero della transizione ecologica per chiedere un congruo periodo di proroga per l’entrata in vigore delle nuove norme.
Fino all’anno scorso le attività agrituristiche erano semplicemente assoggettate alla Tari, tenendo presente quanto deciso dal Consiglio di Stato con la sentenza del 19 febbraio 2019 n. 1162. I giudici di Palazzo Spada, confermando una decisione del Tar dell’Umbria, avevano infatti stabilito che sebbene l’attività agrituristica sia da classificarsi come utenza non domestica, in quanto i rifiuti prodotti non possono considerarsi alla stregua di quelli provenienti dalle unità abitative, ciò non deve condurre alla conclusione che si tratti di rifiuti provenienti da attività commerciale, in quanto l’attività agrituristica è da qualificarsi come agricola ai sensi dell’articolo 2135 del Codice Civile.

 

Negli ultimi giorni sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale quattro decreti legislativi relativi al riordino del servizio fitosanitario nazionale e ai controlli in materia di sanità delle piante. Si tratta di provvedimenti che recepiscono in Italia il nuovo regime fitosanitario europeo introdotto con il regolamento 2016/2031 e adeguano la normativa nazionale sui controlli ufficiali in materia di sanità delle piante al Regolamento (UE) 2017/625.
Il pacchetto legislativo punta, in particolare, a rilanciare il ruolo e l’efficienza del Servizio Fitosanitario Centrale (SFC) e dei Servizi fitosanitari regionali (SFR), con l’obiettivo di rendere più efficiente e veloce la capacità di risposta del sistema nei confronti delle minacce derivanti dall’introduzione di organismi nocivi.
Inoltre i provvedimenti disciplinano gli aspetti relativi alla produzione e alla commercializzazione dei materiali vegetativi e delle piante di fruttiferi e ortive, di materiali vegetativi della vite nonché delle sementi.

Queste le nuove disposizioni:

– Decreto legislativo recante norme per la protezione delle piante dagli organismi nocivi: d.lgs.sistema-di-protezione-delle-piante

– Decreto legislativo recante norme per la produzione a scopo di commercializzazione e la commercializzazione di prodotti sementieri: testo-unico-sementi

– Decreto legislativo recante norme per la produzione e la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione e delle piante da frutto e delle ortive: d.lgs.materiale-moltiplicazione-piante-da-frutto-e-ortive

– Decreto legislativo recante norme per la produzione e la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione della vite: d.lgs.materiale-vegetativo-vite

I decreti legislativi prevedono l’emanazione di provvedimenti di secondo livello che definiranno il funzionamento operativo del Servizio fitosanitario nazionale e delle strutture responsabili delle varie procedure. Proprio su questo aspetto il Mipaaf ha informato che a partire da fine marzo (le date sono in via di definizione), convocherà riunioni specifiche di confronto e di approfondimento con i diversi settori coinvolti.

La Regione Piemonte con la D.D. n. 218 del 10.03.2021 ha approvato i Disciplinari di Produzione Integrata 2021. La Regione informa che la pagina internet dedicata alla materia sarà aggiornata a breve.
I documenti possono essere scaricati cliccando sul seguente allegato

DPI 2021_Regione Piemonte