La Legge di Bilancio è stata approvata da pochi giorni, le novità sono molte e stanno facendo parlare parecchio. Il settore agricolo, di particolare rilevanza per l’Italia, è stato altresì interessato da novità di carattere fiscale, previdenziale e non solo.
Con riferimento ai contributi INPS, la nuova normativa prevede l’estensione, anche per l’anno 2018, di alcune agevolazioni che erano già state introdotte nell’ordinamento per il 2017.
In particolare, viene stabilito che ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali di cui all’articolo 1 del Decreto Legislativo 29 marzo 2004, n. 99, con età inferiore a quaranta anni, con riferimento alle nuove iscrizioni nella previdenza agricola effettuate tra il 1 gennaio 2018 e il 31 dicembre 2018, è riconosciuto l’esonero dal versamento del 100% dell’accredito contributivo presso l’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti per un periodo massimo di 36 mesi.
Inoltre, decorsi i primi 36 mesi, l’esonero descritto può essere riconosciuto per ulteriori 12 mesi nel limite del 66% e per 12 mesi aggiuntivi nel limite del 50%.
In sostanza, dunque, i soggetti aventi età inferiore ai 40 anni che effettuano una nuova iscrizione all’INPS in qualità di coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali nel 2018 possono richiedere un cospicuo sgravio dal versamento dei contributi, godendo di risparmi economici per un periodo massimo di 5 anni.
Si tratta di una misura che era già prevista per il 2017 quasi uguale e che viene estesa, con alcune modifiche, anche al 2018. Può essere utile, in quanto, specie in fase di avvio, l’azienda agricola ha molti costi, pertanto la possibilità di sgravarne qualcuno costituisce un valido aiuto.
Fonte: www.terraoggi.it

Un’annata che ricorderemo tutti per gli effetti dei cambiamenti climatici che sono sempre più evidenti e che mettono sempre più in difficoltà le attività agricole. Da ricordare le gelate di aprile e la siccità che è perdurata fino all’autunno”. Così ad AGRICOLAE il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti tirando le somme sul 2017 con u occhio già al 2018. “Il segnale è anche quello di un’agricoltura sempre più globalizzata e connessa ma ancora non competitiva come vorremmo che fosse”, precisa. Secondo Giansanti il 2017 per certi versi è un anno di svolta perché ha dimostrato che l’innovazione digitale avrà un impatto decisivo sulla redditività delle aziende. Sto dicendo da tempo che avrà lo stesso effetto dell’introduzione della meccanizzazione in agricoltura. Proprio da qui si parte per recuperare il gap di competitività. Ne è un esempio la precision farm”.

E dal prossimo anno cosa si aspetta? “più che altro dal prossimo governo mi aspetto che possa essere guidato da persone che vorranno ascoltare chi ha le aziende e chi fa l’Italia tutti i giorni. Nello specifico per l’agricoltura abbiamo bisogno di adeguare le strutture portuali e aeroportuali al fine di poter vendere i prodotti made in Italy nel mondo”, prosegue. Ma non solo: “Anche di tutti gli strumenti, a partire dal una maggiore aggregazione dell’offerta e le organizzazioni interprofessionali, che mettano il nostro paese nelle condizioni di poter competere ad armi parti con i competitor stranieri. Per questo servono delle politicbe adeguate, come l’Ocm”. E dall’Europa? “ Ci aspettiamo che possa iniziare una seria discussione sulla Pac in termini sia di budget che di rivisitazione. Si tratta di una politica comune che nasce nel ‘60 con lo scopo di sostenere il reddito degli agricoltori. Tale deve restare”.

Da ricordare infine – spiega ancora il presidente di Confagricoltura – un importante accordo tra agricoltura e industria sulla pasta. “Chi ha a cuore il futuro del comparto riesce a trovare delle soluzioni sinergiche per il bene di tutti. Perché gli agricoltori si aspettano dalle proprie organizzazioni di categoria di essere tutelati e rappresentati nella valorizzazione dei propri interessi. Come riporta l’articolo 1 dello statuto della Confagricoltura”, conclude.

FONTE: AGRICOLAE