A seguito della pubblicazione del Bando in oggetto, il G.A.L. Terre Astigiane organizza un ulteriore incontro informativo pubblico per illustrare i contenuti del Bando ai potenziali beneficiari. L’incontro si terrà il giovedì 13 giugno 2019, alle ore 18, presso la Sala degli Specchi – 2° piano Castello di Costigliole d’Asti (Piazza Vittorio Emanuele II, 10).
Ricordiamo che la scadenza per la presentazione delle domande telematiche di contributo e’ fissata al 31 agosto 2019, ore 12,00. I dettagli del bando e i relativi allegati sono consultabili sul sito www.galterreastigiane.it, nella sezione “Bandi Aperti”.
Per esigenze organizzative è richiesta un’iscrizione all’incontro inviando una mail a: segreteria@galterreastigiane.it

Roma, 4 giugno 2019 – Il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, ringrazia la Direzione generale delle foreste-DIFOR del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo, per la preziosa attività di coordinamento e indirizzo che ha consentito la stesura del primo Rapporto nazionale sullo stato delle foreste in Italia (RAF Italia), che rappresenta senza alcun dubbio uno strumento fondamentale e un primo passo significativo per il rilancio della filiera del bosco, strategica per il nostro Paese e in particolare per le aree montane e svantaggiate.
I nostri boschi, infatti, quando opportunamente gestiti, rappresentano una risorsa preziosa per l’uomo e per l’ambiente, da cui è possibile trarre risorse rinnovabili fondamentali per lo sviluppo della bioeconomia, oltre a rappresentare un elemento caratterizzante del nostro paesaggio. Per queste ragioni, le superfici forestali nazionali, che per più del 60% sono di proprietà privata, devono essere opportunamente valorizzate e salvaguardate”, sottolinea Agrinsieme. “A tal fine, occorre una armonizzazione e semplificazione delle autorizzazioni per gli interventi selvicolturali, la digitalizzazione delle pratiche forestali, adeguate risorse nella nuova programmazione di sviluppo rurale volte a sostenere e certificare una gestione forestale sostenibile”, aggiunge il Coordinamento.
In questo ambito, è inoltre fondamentale che i dicasteri di competenza, di concerto con le Regioni, si impegnino a finanziare l’ammodernamento della viabilità forestale, essenziale per la sicurezza degli operatori. Gestire il bosco significa valorizzare biomasse e territori, favorendo nuove opportunità di occupazione e andando a contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Per tali ragioni, e tenuto conto delle evidenze del RAF Italia, il Coordinamento invita i ministeri coinvolti nella redazione del Piano nazionale per l’energia e il clima (PNIEC) a rivalutare il ruolo del settore forestale nell’ambito della strategia climatica al 2030, riconoscendo al settore le sue potenzialità in termini di produzione di biomasse legnose e di assorbimento di CO2”, continua Agrinsieme.
Un’altra grande opportunità per il rilancio del settore viene poi dal Testo unico in materia di foreste e filiere forestali, per la cui attuazione è fondamentale una stretta concertazione e un confronto continuo con le organizzazioni che rappresentano la proprietà privata delle nostre foreste”, conclude il Coordinamento.

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Agrinsieme è costituita dalle organizzazioni professionali Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare. Il coordinamento Agrinsieme rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata, oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate.

Ci auguriamo che il chiarimento richiesto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte possa arrivare in tempi brevi e consentire il rilancio dell’azione di governo, soprattutto in campo economico. A questo riguardo, abbiamo apprezzato l’esplicito riferimento al ruolo che può svolgere la filiera agroalimentare”. E’ il commento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti alla conferenza stampa odierna del premier.
Il ciclo economico non ci lascia molto tempo a disposizione – prosegue Giansanti – le imprese attendono con urgenza le decisioni necessarie per puntare sulla crescita, d’intesa con l’Unione Europea. Le prossime scadenze in ambito europeo, a partire dalla nomina dei vertici delle istituzioni della UE, dovrebbero essere affrontate in un contesto di solida stabilità interna”.
Per far salire la crescita economica e l’occupazione – conclude il presidente di Confagricolturala strada è obbligata: più investimenti, modernizzazione delle infrastrutture e innovazioni tecnologiche”.

Siamo all’inizio di giugno e la Regione Piemonte non ha ancora approvato il calendario venatorio 2019/2020. La mancata approvazione del provvedimento, che deve essere adottato dalla Giunta regionale, sta creando una forte apprensione nel mondo agricolo, in quanto senza il calendario venatorio non possono essere definiti i piani di prelievo per i caprioli, ungulati che stanno proliferando in modo a dir poco eccessivo e per i quali si rende necessaria un una forte limitazione. “In base alla legge regionale 5/ 2018 sulla tutela della fauna e la gestione faunistico venatoria tocca alla Giunta regionale disciplinare il prelievo degli ungulati – spiega il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiail calendario venatorio, così come dispone la legge, deve essere adottato entro e non oltre il 15 giugno di ogni anno. In mancanza di questo non è possibile aprire la caccia di selezione al capriolo“.
La Giunta uscente non ha deciso nulla in proposito e, considerando i tempi tecnici per la formazione della nuova Giunta e per l’attivazione delle procedure connesse all’approvazione della delibera, si può ora prevedere che l’apertura della caccia al capriolo venga avviata non prima di luglio.
Per le coltivazioni, in particolare i vigneti, i caprioli rappresentano una vera e propria piaga: in questa stagione – chiariscono i tecnici di Confagricolturagli animali si cibano dei germogli di vite ancora teneri, arrivando anche a danneggiare le gemme e compromettendo così il raccolto del prossimo anno. Le scorrerie di cinghiali e caprioli rappresentano un vero e proprio flagello per le campagne, lasciando senza difese gli agricoltori. Inoltre il proliferare incontrollato di selvatici rappresenta un problema di sicurezza, in quanto gli ungulati mettono a repentaglio l’incolumità degli automobilisti“. L’anno scorso la delibera della Giunta regionale che stabiliva il piano di controllo selettivo dei caprioli venne adottata il 5 giugno: il numero di animali da abbattere in Piemonte venne quantificato in 6.717 unità. “Oggi questo esercito di selvatici – conclude Confagricolturaagisce indisturbato arrecando danni gravissimi alle coltivazioni e alla sicurezza dei cittadini: chiediamo che le istituzioni prendano atto della situazione e agiscano immediatamente per evitare che la situazione diventi ingestibile”.

La Cassazione, con propria soluzione, afferma che non possono essere commercializzati prodotti a base di cannabis che abbiano un effetto drogante. Ma le varietà ammesse dalla legge 242/2016 non devono destare allarme, perché sono a basso contenuto di THC (che è la sostanza che produce l’effetto psicoattivo) con valori entro lo 0,2%. Riguardo all’effetto drogante la giurisprudenza si è ampiamente espressa negli ultimi anni escludendo dal campo di applicazione del DPR 309/90 sugli stupefacenti, i prodotti della canapa industriale con valori di THC entro lo 0,5%”. Commenta così Confagricoltura la decisione adottata ieri dalle Sezioni Unite della suprema Corte di Cassazione in merito alla commercializzazione dei prodotti della cannabis sativa.
In attesa di conoscere le motivazioni, riteniamo che la decisione della Cassazione non debba essere letta come divieto generalizzato di vendita dei prodotti a base di canapa industriale – sottolinea Confagricolturain ogni caso il Parlamento, il Governo ed i Ministeri competenti dovranno intervenire al più presto per perfezionare la normativa, ad esempio regolamentando i prodotti nutraceutici e cosmetici a base di cannabinoidi quali il CBD e definendo i livelli massimi di THC ammessi per gli alimenti, che vanno stabiliti con un decreto del ministero della Salute che aspettiamo ormai da quasi due anni“.
Ci preoccupa il fatto che la sentenza possa introdurre ulteriori incertezze – prosegue Confagricolturaabbiamo una filiera produttiva importante che non può essere smantellata per i vuoti normativi. Non è più accettabile che il settore della coltivazione e della trasformazione della canapa debba continuamente raffrontarsi con giudizi e sentenze che spesso rimettono in discussione l’intero apparato normativo del settore”.
Riteniamo – conclude Confagricolturache la canapa industriale, nell’interezza della pianta (fusto foglie, semi, fiori), abbia tutti i requisiti e le potenzialità per soddisfare le diverse domande dei nuovi mercati della bioeconomia (integratori alimentari, nutraceutici, biocosmesi, bioedilizia, bioplastiche, bioenergie) e che oggi, con i circa 5.000 ettari coltivati in Italia, sia una realtà produttiva importante che merita di essere tutelata e salvaguardata”.