l’INPS ha differito fino a nuova comunicazione i termini di pagamento già scaduti o di imminente scadenza dei contributi dovuti dai datori di lavoro e lavoratori autonomi agricoli interessati dagli esoneri contributivi disposti dalla legislazione di emergenza Covid-19.
Il differimento è stato previsto per evitare alle aziende interessate di dover corrispondere contributi oggetto di esonero in attesa che si completi l’iter di attuazione delle relative norme e delle conseguenti procedure. Con riferimento al settore agricolo, si tratta in particolare dell’esonero contributivo per le aziende appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura relativo ai mesi di novembre 2020, dicembre 2020 e gennaio 2021 (artt. 16 e 16-bis del D.L. n. 137/2020 convertito con L. n. 176/2020), nonché dell’esonero relativo al mese di febbraio 2021 per le sole aziende agricole appartenenti ai settori agrituristico e vitivinicolo (art. 70 del D.L. n. 73/2021).
L’INPS, nelle more della definizione delle procedure di attuazione, ha quindi differito i termini di pagamento, coerentemente con quanto preannunciato con messaggio n. 2263 dell’11 giugno 2021 (cfr. ns nota pubblicata in Area riservata il 12 giugno 2021).
In particolare, per quanto riguarda i lavoratori autonomi agricoli (coltivatori diretti, coloni, mezzadri, e imprenditori agricoli professionali) è stato differito il pagamento della prima rata 2021 in scadenza il 16 luglio ed è stato confermato il differimento del pagamento della quarta rata 2020, scaduta il 16 gennaio 2021 e già posticipata al 16 febbraio 2021 dalla legge n. 21/2021 (c.d. “decreto milleproroghe”).
Per quanto riguarda i datori di lavoro agricolo che occupano operai e che operano con il sistema Uniemens Posagri, l’INPS ha confermato il differimento della rata relativa alla manodopera occupata nel IV trimestre 2020 scaduta il 16 giugno scorso.
Relativamente ai datori di lavoro agricolo che occupano impiegati, quadri e dirigenti, e alle cooperative ex L. n. 240/1984, che operano con il sistema Uniemens, è stato chiarito che il differimento riguarda anche i termini di versamento con scadenza 16 dicembre 2020, 16 gennaio e 16 febbraio 2021 riferiti, rispettivamente, alla contribuzione del mese di novembre 2020, dicembre 2020 e gennaio 2021. Limitatamente ai datori di lavoro del settore agrituristico e vitivinicolo, è stato differito anche il termine di versamento con scadenza 16 marzo 2021 riferito alla contribuzione del mese di febbraio 2021.

Con il decreto ministeriale n. 290878 del 24 giugno e la Circolare Agea 2021/45733 emanata nella stessa giornata, sono state definite le condizioni per le erogazioni degli anticipi sui contributi PAC 2021.
L’anticipo viene concesso nella misura del 70% del premio per i titoli e il greening; non vengono concessi anticipi per il premio giovani, gli aiuti accoppiati e le superfici a pascolo.  L’aiuto, che consiste nell’accollo degli interessi sull’anticipazione, costituisce aiuto di Stato nell’ambito del regime de minimis.
L’anticipo dovrebbe essere erogato entro il 31 luglio prossimo.

Venerdì 25 giugno è scaduto il termine per la presentazione delle domande PAC. Le modifiche alla domanda unica, apportate ai sensi dell’articolo 15 del regolamento (UE) n. 809/2014, dovranno essere inoltrate entro il 12 luglio 2021.

Tra aiuti diretti e misure per lo sviluppo rurale, il 60% dei fondi europei per l’agricoltura sarà finalizzato con la nuova PAC al miglioramento della sostenibilità ambientale, ma il bilancio è stato ridotto in termini reali rispetto a quanto assegnato al settore nel periodo 2014-2020”. Lo rileva il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, con riferimento ai lavori in corso del Consiglio Agricoltura della UE. I Ministri hanno dato il via libera all’accordo provvisorio sulla riforma della PAC raggiunto la scorsa settimana.
Per l’agricoltura italiana la riduzione totale dei trasferimenti ammonta, fino al 2027, a 6,2 miliardi di euro, il 15% in meno sul periodo 2014-2020.
La nuova sfida ambientale impone agli agricoltori di investire in capitale umano e tecnologie – evidenzia Giansanti – un’esigenza che non si concilia con la contrazione delle risorse finanziarie dell’Unione; tanto più in contesto economico sempre più competitivo e mercati caratterizzati da elevata competitività, anche per la presenza di operatori della finanza”.
La lotta al cambiamento climatico, la tutela delle risorse naturali e la sovranità alimentare sono obiettivi strategici per l’Unione e per gli Stati membri”, prosegue il presidente di Confagricoltura.
L’esito del negoziato sulla riforma della PAC non ha risposto in pieno, sul piano delle risorse finanziarie e degli strumenti, alle attese della società e degli agricoltori. Inoltre, come ha rilevato il Ministro Patuanelli, non sono stati fatti sostanziali passi in avanti verso la semplificazione e la semplicità delle regole”.
L’accordo sulla nuova PAC prevede la messa a punto di piani strategici che i singoli Stati membri dovranno sottoporre alla Commissione Europea entro la fine dell’anno. La novità assoluta è che il piano dovrà includere anche i programmi per lo sviluppo rurale finora rientranti nell’esclusiva competenza delle Regioni.
Abbiamo l’occasione – conclude il presidente di Confagricolturaper dare un filo conduttore coerente e condiviso tra amministrazione centrale e regioni alle scelte complesse da fare per l’agricoltura italiana”.