Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha avviato un percorso di consultazione per la costruzione dell’avviso pubblico per l’accesso agli incentivi del PNRR per la realizzazione dell’investimento “Parco Agrisolare” (impianti fotovoltaici su coperture di edifici in ambito agricolo e agroindustriale).
La consultazione, aperta a imprese, organizzazioni di produttori, cooperative e consorzi, si pone come obiettivo quello di informare il settore in merito alla realizzazione dell’Investimento 2.2 “Parco Agrisolare, Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica” – Componente C1 – “Economia Circolare E Agricoltura Sostenibile” e raccogliere osservazioni e proposte dei portatori di interesse, che consentano la costruzione di dispositivi di attuazione efficaci dello stesso.
La consultazione tecnica sarà articolata in diversi momenti (invio di questionari/sondaggi; riunioni; etc), che prendono l’avvio con l’adesione alla consultazione. Per aderire alla consultazione occorre inviare entro il 31 dicembre 2021, agli indirizzi PEC: saq.direzione@pec.politicheagricole.gov.it e saq2@pec.politicheagricole.gov.it, l’apposito format predisposto dal Mipaaf.
Il percorso di consultazione fa seguito ad una prima interlocuzione avviata dal ministero con le organizzazioni agricole nell’ambito della quale sono stati discussi alcuni elementi generali per l’impostazione dell’avviso pubblico.
Sul sito del Ministero è disponibile oltre al format per l’adesione alla consultazione, anche un documento contenente alcuni elementi informativi salienti della misura in argomento, nonché quelli inerenti agli obiettivi ed ai macro-ambiti di intervento. Rispetto a questo documento si segnala che Confagricoltura, nel confronto con il ministero ha rimarcato la necessità di aprire ad interventi più ampi in termini di potenza degli impianti e conseguentemente dei limiti di spesa (almeno 500 KW di potenza invece dei 300 KW proposti ora dal Mipaaf).
Per eventuali approfondimenti si rimanda al sito Mipaaf: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/17649

Il consiglio direttivo di Confagricoltura Piemonte, che si è riunito il 21 dicembre a Torino sotto la presidenza di Enrico Allasia, ha nominato Paolo Bertolotto vice direttore dell’Organizzazione.
61 anni, laureato in Scienze Agrarie all’Università di Torino, Paolo Bertolotto ha sviluppato tutto il suo percorso professionale all’interno dell’associazione agricola. Assunto nel 1989 in qualità di tecnico, ha maturato una lunga esperienza in diversi ambiti, assumendo da ultimo la guida dell’Area Politica Agricola ed Economica.
Confagricoltura Piemonte, diretta da Ercole Zuccaro, rappresenta circa 12.000 imprese agricole singole e associate della regione, aderenti alle Unioni provinciali degli Agricoltori, articolazioni territoriali di Confagricoltura.
L’organizzazione, attiva sul territorio subalpino con oltre 250 collaboratori qualificati, opera per la tutela degli interessi delle imprese e per il progresso dell’agricoltura, fornendo rappresentanza sindacale ai datori di lavoro e agli imprenditori agricoli professionali, consulenza e assistenza per lo svolgimento delle attività tecniche ed economiche delle aziende agricole, agroalimentari e ambientali.

 

Paolo Bertolotto

Il 16 dicembre la Conferenza Stato Regioni ha raggiunto un accordo sullo schema di decreto relativo al Fondo nazionale per la suinicoltura, creato con lo scopo di far fronte alla perdita di reddito degli allevatori di suini; garantire la massima trasparenza nella determinazione dei prezzi indicativi da parte delle commissioni uniche nazionali del settore suinicolo; rafforzare i rapporti di filiera; potenziare le attività di informazione e di promozione dei prodotti suinicoli; migliorare la qualità dei prodotti e il benessere animale negli allevamenti; promuovere l’innovazione, anche attraverso il sostegno dei contratti di filiera e delle organizzazioni interprofessionali.
Lo schema di decreto prevede una rimodulazione del budget a disposizione con ulteriori 10 milioni per il 2021. Il Fondo prevede ora una dotazione complessiva di 15 milioni di euro destinati alla concessione di contributi per l’acquisto e l’installazione di macchinari di valutazione automatica delle carcasse suine, al finanziamento di campagne di comunicazione istituzionale e attività di informazione e promozione, volte alla valorizzazione della filiera suinicola e in particolare delle produzioni di prosciutto DOP, al sostegno per il rafforzamento della trasparenza nella determinazione dei prezzi indicativi da parte delle commissioni uniche nazionali del settore suinicolo, attraverso il potenziamento dell’acquisizione e delle analisi dei dati oggettivi di mercato e dell’aggiornamento dell’equazione di stima, anche con utilizzo di software avanzati e accordi con università e centri di ricerca e alle iniziative per il benessere animale, la biosicurezza e la sostenibilità degli allevamenti suinicoli.
Con un successivo decreto ministeriale sarà indicato l’elenco delle spese ammissibili al contributo che potranno comprendere, a scelta delle Regioni, tra le altre, materiali, attrezzature e servizi. Gli aiuti saranno concessi nel rispetto dei massimali previsti dalle applicabili normative unionali in materia di aiuti di Stato.

L’approvazione di molti emendamenti al DDL Bilancio proposti da Confagricoltura sono di particolare rilevanza per il settore primario perché accolgono precise segnalazioni di comparti in difficoltà e pongono basi più solide per la ripresa. Così Palazzo Della Valle commenta il voto, da parte della Commissione Bilancio del Senato, di una serie di emendamenti alla manovra economica che dovrà essere votata dai due rami del Parlamento entro la fine del mese.
Come sollecitato dalla Confederazione, viene affrontata l’emergenza aviaria, destinando per il 2022 trenta milioni di euro del Fondo Filiere all’avicoltura. Si tratta di un primo significativo segnale nei confronti di un comparto in forte sofferenza per il diffondersi della malattia in numerosi allevamenti. Altrettanto significativa l’indicazione nei confronti degli imprenditori agricoli danneggiati dalle calamità naturali eccezionali. La Commissione ha infatti approvato un emendamento che consente il mantenimento della qualifica per gli stessi ancorché non in grado di rispettare il criterio della prevalenza e – per un periodo non superiore a 3 anni – si approvvigionino di prodotti agricoli del comparto agronomico in cui operano prevalentemente da altri imprenditori del settore primario.
Tra le misure di interesse approvate, Confagricoltura segnala l’emendamento che consente, negli uliveti colpiti da Xylella, di reimpiantare specie diverse dall’ulivo; l’intervento sul Fondo distribuzione derrate alimentari agli indigenti, incrementato di 4 milioni di euro annui a decorrere dal 2022.
Bene l’aumento del Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel terzo settore di 100 milioni di euro per il 2022, altrettanti per il 2023 e 2024, insieme con l’esenzione dell’IVA fino al 2024. Queste risorse – commenta Confagricoltura – consentono concrete possibilità di sviluppo alle iniziative di agricoltura sociale.
Approvata inoltre la riduzione del 30% e 20% dell’aliquota di accisa per i birrifici aventi una produzione annua superiore a 10.000 ettolitri e inferiore a 60.000.
In tema di agroenergia, si registra un segnale importante che rafforza il percorso delle comunità energetiche con l’approvazione del “Fondo di garanzia per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili”, con una dotazione di 15 milioni di euro per il 2022, 20 milioni per il 2023, 25 milioni per il 2024 e 30 milioni per ciascuno degli anni dal 2025 al 2030.
Positivo infine, sempre in materia di efficientamento energetico, il superamento dei limiti originariamente posti al Superbonus 110 per cento per chi ha effettuato il 30% dei lavori entro giugno 2022.

Entro il 1° gennaio l’Italia ha presentato a Bruxelles la proposta di PSN – Piano Strategico Nazionale per l’attuazione della nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC).
In base alle prime indicazioni fornite da Ministero la soglia minima di liquidazione di una domanda di contributo per i pagamenti diretti (domanda PAC) verrà fissata 300 euro (conferma dell’attuale importo) per le aree montane e svantaggiate, comprese le isole minori, mentre verrà aumentata a 500 euro in tutte le altre aree.
Il Ministero è orientato a prelevare dal massimale dei pagamenti diretti, pari a 3.628 milioni di euro all’anno, l’equivalente di 90 milioni di euro (circa il 2,5%), spostandolo alla dotazione dello sviluppo rurale per incentivare l’agricoltura biologica. Una ulteriore percentuale dell’1%, pari a 36,2 milioni di euro, sarà indirizzata sempre al secondo pilastro per il sostegno alle misure per i giovani agricoltori.
Sempre per quanto riguarda i pagamenti diretti una quota del 25% verrà destinata agli ecoschemi, il 10% al pagamento redistributivo; il 15% ai pagamenti accoppiati; il 2% ai pagamenti diretti integrativi per i giovani agricoltori; lo 0,2% infine (6 milioni di euro circa) verrà destinato al finanziamento di misure di mercato per il comparto delle patate da consumo.
Calcolando tutti i prelievi si stima che la riduzione applicata al valore dei “titoli + greening” dal 2023 sarà pari al 50,4% rispetto ai valori attuali. I titoli non verranno soppressi e riassegnati, ma semplicemente ricalcolati con validità a partire dalla campagna 2023.
Sull’erogazione dei pagamenti di base graverà il prelievo del 3% per attivare il fondo mutualistico catastrofale che il governo intende istituire, nonché il fabbisogno per soddisfare annualmente le richieste di accesso alla riserva, nonché l’adattamento, in aumento ed in riduzione, derivante dalla applicazione della convergenza interna.
Per quanto riguarda la convergenza interna il valore dei titoli verrà ricalcolato al 2023: se saranno di valore inferiore all’85% del livello di riferimento dei titoli dovranno aumentare, tra il 2023 il 2026, almeno fino a tale valore; se di valore superiore alla media dovranno ridursi in maniera proporzionale e comunque per una flessione non superiore al 30%, sempre tra il 2023 e il 2026.
La bozza di PSN prevede di applicare un tetto massimo al valore dei titoli degli accoppiati storici, fissandolo, fin dal 2023, a 2.000 euro/titolo.
Per quanto riguarda gli ecoschemi, che assorbiranno il 25% del massimale dei pagamenti diretti, sono state individuate cinque azioni:

1 – zootecnia (riduzione antibiotici e pascolo-allevamento semibrado);

2 – inerbimento delle colture pluriennali;

3 – olivi di rilevanza paesaggistica;

4- sistemi foraggeri estensivi;

5- colture a perdere di interesse mellifero.
Il 10% del massimale dei pagamenti diretti verrà destinato al pagamento redistributivo. Potranno accedervi tutte le aziende fino a una dimensione di 75 ettari complessivi (a partire da 0,5 ettari). Un pagamento redistributivo verrà erogato tutte le aziende beneficiarie sino a una soglia massima di 14 ettari.