Promuovere una riflessione comune finalizzata a combattere il clima di sfiducia che rischia di diffondersi all’interno e tra i singoli attori della filiera, imprese agricole comprese, e a riconoscere un giusto prezzo della materia prima per dare valore a tutte le parti della filiera. La riunione di oggi è sicuramente un primo grande passo verso questa direzione”. Lo ha affermato il vicepresidente di Confagricoltura Matteo Lasagna, intervenuto alla Commissione di allerta rapida convocata al MIMIT questo pomeriggio dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, per un’analisi sui rincari della pasta, aumentata di circa il 17% rispetto all’anno scorso, in un contesto caratterizzato dalla riduzione del prezzo del grano duro e dalle dinamiche variabili dei costi dell’energia e degli altri fattori della produzione.
La recente evoluzione delle quotazioni di mercato a livello nazionale sta preoccupando non poco gli agricoltori, che – ha precisato Lasagna – nonostante le recenti inversioni di tendenza, stanno ancora patendo il forte aumento dei costi di produzione affrontato nell’ultimo anno. Per il grano duro, nelle ultime settimane i prezzi all’origine si sono contratti notevolmente, con riduzioni che hanno raggiunto il 10% su base settimanale”.
La questione della tenuta del prezzo pone un serio problema di approvvigionamento. Confagricoltura rimarca che, mentre negli ultimi anni si era assistito a un miglioramento del tasso di autoapprovvigionamento per il grano duro, la minore remunerazione della materia prima potrebbe indurre a una contrazione delle semine e della produzione nazionale che, a sua volta, potrebbe concludersi in un maggiore ricorso alle importazioni. L’Italia – ricorda la Confederazione – è il primo produttore mondiale di pasta, ma è ancora fortemente dipendente dall’import di materie prime.

Confagricoltura accoglie con grande soddisfazione l’emendamento approvato dalle Commissioni riunite VI e XII della Camera dei Deputati che riconosce la concessione delle garanzie ISMEA, a titolo gratuito, a favore di PMI agricole per investimenti volti alla realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili. Il provvedimento arriverà in Aula il 17 maggio per l’avvio della discussione generale.
Fortemente sostenuta dall’Organizzazione agricola maggiormente rappresentativa, la proposta approvata rafforza gli strumenti della garanzia pubblica, essenziali soprattutto in un momento caratterizzato dall’aumento dei tassi di interesse. L’attuale crisi energetica ha comportato un forte incremento, tra l’altro, dei costi per l’energia sostenuti dalle imprese dei settori agricolo e agroalimentare.
L’emendamento, in particolare, introduce l’ammissibilità alla garanzia diretta dell’ISMEA, a costo zero e con copertura fino al 100% del valore del finanziamento, di durata fino a 96 mesi, per nuovi finanziamenti concessi dalle banche e dagli intermediari finanziari a favore di micro, piccole e medie imprese agricole, finalizzati alla realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili da utilizzare da parte delle stesse PMI. Tali finanziamenti prevedono l’inizio del rimborso del capitale non prima di 12 mesi dall’erogazione.
Le aziende, dunque – spiega Confagricoltura – potranno beneficiare di una riduzione in termini di tasso di interesse praticato sull’operazione di finanziamento garantita.
L’approvazione dell’emendamento conferma l’impegno della Confederazione per risollevare le imprese del comparto dall’attuale congiuntura economica, in questo caso attraverso interventi mirati a fornire, mediante meccanismi di garanzia pubblica, le risorse finanziarie per sostenere gli investimenti di PMI.

Il Centro di Controllo Micologico dell’Asl di Asti organizza un corso di preparazione all’esame per il rilascio dell’idoneità alla vendita, per gli esercenti il commercio, dei funghi epigei freschi spontanei e porcini secchi sfusi. La vendita dei funghi epigei freschi spontanei è subordinata a NOTIFICA sanitaria ed è esclusiva per gli esercenti riconosciuti idonei alla identificazione delle specie fungine commercializzate, come stabilito anche dalla Regione Piemonte con D.D. 29 marzo 2018, n. 205.
Il corso ha l’obiettivo di preparare gli iscritti all’esame dell’idoneità alla vendita funghi, sarà condotto dai micologi dell’Asl di Asti, si articolerà in tre incontri pomeridiani per una durata di 10 ore totali.
Il corso avrà luogo nelle seguenti giornate:

– mercoledì 7 giugno, dalle 14 alle 18
– giovedì 8 giugno, dalle 14 alle 17
– venerdì 9 giugno, dalle 14 alle 17

presso la sala congressi dell’Asl di Asti (Via Conte Verde, 125)

L’esame avrà luogo lunedì 12 giugno, dalle 9 alle 12, sempre presso la sala congressi dell’Asl di Asti

L’iscrizione al corso potrà essere effettuata compilando e firmando l’apposito modulo da inviare via PEC entro il 05/06/2023 a protocollo@pec.asl.at.it

In allegato il suddetto modulo e il volantino del corso

Corso vendita funghi_modulo di iscrizione

volantino-corso-esame-funghi-A664026

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 aprile scorso, il decreto legislativo del 17 marzo 2023 n. 42, che disciplina le sanzioni per i beneficiari degli aiuti della Politica Agricola Comune (PAC).
La nuova impostazione della Riforma prevede che non siano i regolamenti comunitari a prevedere tali meccanismi sanzionatori ma la loro definizione è affidata agli Stati membri che vi provvede con specifici autonomi provvedimenti.
Il decreto prevede che le sanzioni non si applichino nei seguenti casi:

– inosservanza dovuta a un errore dell’Organismo Pagatore competente o di altra Autorità, nel caso in cui l’errore non poteva essere ragionevolmente individuato dal beneficiario;
– riduzione non superiore a 100 euro;
– inosservanza delle condizioni di concessione dell’aiuto dovuta a cause di forza maggiore o circostanze eccezionali (di cui art. 3 del Reg. UE 2021/2116).

Si evidenziano, in particolare, gli articoli 2 e 3 del decreto che riguardano le sanzioni per la violazione delle regole della condizionalità sociale. Come noto le norme relative alla condizionalità sociale costituiscono una novità rilevante dell’attuale Riforma e si applicano dal 1° gennaio 2023; l’Italia infatti non è ricorsa alla possibilità prevista dalla normativa comunitaria di spostare tale decorrenza in avanti sino al 2025.
Il decreto prevede che le sanzioni siano applicate ai beneficiari dei pagamenti diretti e degli interventi a superficie dello sviluppo rurale (art. 70, 71 e 72 del Reg. UE 2021/2115), per i quali è stata accertata in via definitiva la violazione di una o più norme nazionali relative alle direttive elencate nell’allegato IV del Reg. UE 2021/2115. In base alla gravità e ripetizione dell’infrazione, le riduzioni dei pagamenti vanno dall’1% al 15%. All’articolo 3, comma 5, è indicato una sorta di “ravvedimento operoso”, con riduzione delle sanzioni in caso di adempimento da parte del beneficiario, nei tempi indicati, agli obblighi nazionali in materia di legislazione sociale e di lavoro.
Si segnala, inoltre, l’articolo 10 del decreto che indica le sanzioni per la violazione degli impegni per gli ecoschemi. Sono sanzionati i beneficiari che presentano domanda per gli ecoschemi e che non rispettano gli impegni assunti ai sensi del Reg. UE 2021/2115. La sanzione per ogni violazione accertata è determinata nella misura del 30 per cento, del 50 per cento o del 100 per cento, in base alla gravità, entità, durata e ripetizione della violazione. Per gli anni 2023 e 2024 è sospesa l’applicazione di tali sanzioni. Quindi, qualora i beneficiari risultanti inadempienti nel 2023 o nel 2024, compiano ulteriori violazioni nel 2025, la sanzione verrà applicata per intero e recuperata per il triennio 2023-2025.
Si segnala, infine, che il decreto legislativo non prevede la disciplina delle sanzioni per le “misure settoriali” diverse da quelle per le patate disciplinate al capo VII del decreto. Per tali comparti risulta che sia in corso di predisposizione da parte degli uffici del Masaf un ulteriore decreto legislativo che integrerà quello appena pubblicato con le disposizioni relative ai vari comparti produttivi.

Prime valutazioni

Nel complesso, se il decreto legislativo accoglie in gran parte le richieste fatte da Confagricoltura sul tema per esempio della condizionalità sociale laddove sono state accolte le tre richieste fondamentali di: ridurre le sanzioni al massimo al 15%, applicarle solo ed unicamente per infrazioni relative agli articoli riportati nella normativa comunitaria e adottare il meccanismo di ravvedimento operoso, dall’altra non prevede ancora tutta quella necessaria flessibilità nell’applicazione del meccanismo sanzionatorio in considerazione della complessità dell’attuale Riforma della PAC e soprattutto dei ritardi nell’approvazione dei provvedimenti di implementazione della Riforma stessa che pure Confagricoltura auspicava. La Confederazione, infatti, ha richiesto in più sedi ad esempio la sospensione della applicazione delle sanzioni per il regime di condizionalità, per almeno il primo anno di applicazione della Riforma, in analogia con il meccanismo applicato nel caso degli ecoschemi; con l’obiettivo di attenuare il più possibile gli impatti di tali norme sulle aziende agricole.

In allegato il decreto legislativo

Dlgs 42_2023 Sanzioni PAC

Avrà inizio a breve il programma di formazione TOAsia Export Training, iniziativa che mira a fornire il bagaglio di conoscenze necessario a formulare ed attuare correttamente una strategia di internazionalizzazione verso l’Asia, una delle aree economicamente più dinamiche al mondo, con mercati di primaria importanza per l’export italiano e tassi di crescita in costante aumento. I Paesi ASEAN hanno chiuso il 2022 con un +28% rispetto all’anno precedente, la Corea del Sud con +34%, l’India con +24%, Giappone +7% e Cina +5%. Il corso è organizzato da Club Asia, con la Camera di Commercio Italia Myanmar come capofila, e dal Torino World Affairs Institute (T.wai), con il coordinamento di Unioncamere Piemonte.
L’Executive Training è rivolto gratuitamente ad un massimo di 30 partecipanti di cui 20 giovani imprenditori ed export manager under 40 e 10 laureandi/neolaureati magistrali, provenienti dal territorio piemontese. Il corso si tiene in varie location del territorio piemontese e si articola in 6 giornate di lezione, da 8 ore accademiche ciascuna, a partire dal 21 giugno 2023 al 27 luglio 2023. In aggiunta, si prevede la realizzazione di un percorso di consulenza ad hoc pari a 2 ore per ogni impresa partecipante.
Con l’aiuto di professionisti e imprenditori verranno affrontati tutti gli argomenti che un Export Manager deve conoscere, nell’ottica di una proiezione aziendale verso questi mercati: dal contesto geopolitico agli accordi commerciali regionali, dal marketing internazionale alle pratiche doganali, dalle questioni giuridiche agli aspetti interculturali.
L’iniziativa è organizzata col contributo delle Camere di Commercio piemontesi, della Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRC. Il progetto di formazione si avvale del supporto scientifico dell’Università di Torino con i dipartimenti di: “Culture, Politica e Società”, “Management Valter Cantino” e “Scienze economico-sociali e matematico-statistiche” e dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.

Per chi fosse interessato a partecipare, l’iscrizione deve essere effettuata sul portale https://www.toasiaexportraining.it/iscrizione/ entro il 9 giugno 2023.

Le selezioni avverranno sulla base dell’ordine di arrivo delle domande, tenendo conto delle seguenti priorità:

– aziende con sede legale in Piemonte;
– residenti in Piemonte;
– laureandi/neolaureati magistrali provenienti dai dipartimenti di Culture Politiche e Società, Management e Dipartimento di scienze economiche-sociali e matematico– statistiche dell’Università degli Studi di Torino e dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo;
– motivazione e all’interesse per i mercati asiatici.

Maggiori informazioni sono disponibili sul portale www.toasiaexportraining.it