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Al centro dell’incontro con Tassinari, Gherardi, Rossi e Ginestrini l’Albo degli agromeccanici, la formazione, il credito di imposta 4.0, la rottamazione del parco macchine vetusto e il credito di carbonio in agricoltura

Contoterzisti e agricoltori, Uncai e Confagricoltura sempre più vicini nel fare sistema. L’Eima, la rassegna internazionale della meccanica agricola, ha fatto da cornice a un incontro durante il quale le due associazioni hanno tracciato alcune linee d’azione comune con il presidente Uncai Aproniano Tassinari, il vice Clevio Demicheli, il componente di Giunta nazionale Confagricoltura Nicola Gherardi, il delegato di Giunta per le politiche agromeccaniche Donato Rossi e il direttore Organizzativo Luca Ginestrini.
Di una “nuova politica sindacale” ha parlato Donato Rossi, dopo aver portato i saluti del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. “Gli imprenditori agricoli chiedono una collaborazione sempre più strutturata con il mondo agromeccanico per affrontare le sfide dell’innovazione e della sostenibilità: è in atto un processo di rinnovamento del modo di fare agricoltura che richiedere un cambio di passo di tutte le imprese. Da qui l’esigenza di un albo professionale per gli agromeccanici”. Il presidente Aproniano Tassinari ha raccolto lo spunto ricordando come la proposta di Uncai di un Albo trasformi gli agromeccanici anche in “facilitatori e certificatori smart per determinate lavorazioni e tecniche agroecologiche, anche a fronte della nuova Pac che ha imboccato la strada della complessità, anziché quella della semplificazione, con più carte e il 30% in meno di titoli per gli agricoltori”.
Arrivo da una famiglia di agricoltori e terzisti e ritengo che il lavoro di questi ultimi sia molto più difficile”, è poi intervenuto Nicola Gherardi. “Richiede un mix di competenze difficili da acquisire e soprattutto il coraggio di fare investimenti senza la certezza, poi, di lavorare”. Obiettivi comuni di Uncai e Confagricoltura diventano quindi la promozione delle competenze agromeccaniche, la conferma del credito di imposta 4.0, la rottamazione del parco macchine vetusto e il riconoscimento del credito di carbonio in agricoltura: “Servono operatori formati e appassionati alle nuove tecnologie di precisione e digitali, necessarie ormai per raggiungere risultati economici e tentare la missione, impossibile sulla carta, di incrementare sia la produzione di cibo sia la sau destinata al biologico. Il cortocircuito potrebbe essere superato anche attraverso un Albo che selezioni agromeccanici formati, in grado di certificare il bio, il sequestro di carbonio e l’incremento di sostanza organica nel suolo ottenuto con determinate macchine e tecniche 4.0”. “Si tratta di un orizzonte di lavoro e collaborazione tra Uncai e Confagricoltura stimolante”, ha concluso Luca Ginestrini: “Le imprese agricole si stanno trasformando, crescono le società semplici, le giovani Spa, la dimensione fondiaria. Mentre si riduce la forza economica nel rinnovare il parco macchine, si rafforza sul territorio la partnership con gli agromeccanici che, da professionisti iscritti a un Albo, dovranno aiutarli a gestire gli ecoschemi e la burocrazia digitale della nuova Pac”.