Si è conclusa mercoledì la cinquantaseiesima edizione del Vinitaly, il salone internazionale del vino e delle bevande spiritose che si svolge a Verona dal 1967. Certificato nel Mondo, biologico, prodotto in piccoli volumi, altro prodotto di assoluto pregio per l’Italia, il vino piemontese è stato protagonista in alcuni eventi organizzati da Confagricoltura Cuneo e Torino
Presente anche la delegazione della Confagricoltura di Asti, nella giornata di lunedì 15 aprile, composta dal presidente Gabriele Baldi, il direttore Mariagrazia Baravalle e dalla referente dell’Ufficio Vino Alessia Fusco
Si tratta della vetrina più interessante a livello nazionale per i produttori e per gli estimatori del settore, un grande hub di confronto tra imprenditori, docenti universitari ed esperti del comparto. Anche nel 2024, il Vinitaly di Verona si è confermato il miglior veicolo per promuovere il vino italiano e i tanti primati che i produttori riescono ad ottenere nel Mondo.
Il Piemonte è stato protagonista sia nello spazio allestito dal Consorzio Piemonte Land (di cui fanno parte 14 Consorzi piemontesi), dove si è tenuto il passaggio di consegne da “Erbaluce Vitigno dell’anno 2023” a “Brachetto vitigno dell’anno 2024” e la presentazione del programma di iniziative per la sua valorizzazione, sia nel padiglione di Confagricoltura, dove le Unioni provinciali di Cuneo e Torino hanno condotto due degustazioni di vini, in abbinamento con i prodotti del territorio e di altre Regioni (Lombardia e Toscana).
A margine della manifestazione, il presidente Enrico Allasia si è così espresso: “È innegabile che il settore stia soffrendo poiché, oltre alla flessione dell’export, incide soprattutto il cambio delle abitudini di consumo degli italiani, passate dai 54 litri annui di fine secolo scorso agli attuali 37. Complice la crisi in atto, i consumatori apprezzano vini più leggeri, più freschi. Da evidenziare però che i bianchi strutturati hanno acquisito un pregio analogo a quello dei grandi rossi nella percezione del pubblico e vengono proposti soprattutto nei grandi eventi. Le notevoli giacenze che le cantine italiane stanno gestendo dal post-Covid in poi non accennano a diminuire e per reagire è necessario commercializzare bene il prodotto a disposizione, capitalizzando l’ottima reputazione di cui il vino italiano, insieme a tutto l’agrifood nazionale, gode all’estero”.
Confagricoltura Piemonte, partecipando ai diversi Tavoli tecnici organizzati dall’Assessorato Agricoltura e Cibo, si è fatta portavoce delle richieste delle aziende vitivinicole che si trovano ad affrontare quotidianamente problemi dovuti al cambiamento climatico, per esempio grandinate alternate a forti periodi di siccità e alle fitopatie che ne conseguono, chiedendo di intervenire a loro tutela, con provvedimenti mirati.
“Abbiamo evidenziato l’esigenza di ragionare sul medio lungo periodo condividendo i dati strutturali di settore per evitare di rincorrere sempre le emergenze che non consentono alle imprese di investire e innovare. Eventi come il Vinitaly fanno nascere riflessioni e offrono spunti per delineare le strategie di valorizzazione del comparto e del settore primario in generale”, ha concluso Allasia.
Alla kermesse veronese era presente anche la Confagricoltura di Asti, nella giornata di lunedì 15 aprile, composta dal presidente Gabriele Baldi, il direttore Mariagrazia Baravalle e dalla referente dell’Ufficio Vino Alessia Fusco. L’organizzazione agricola astigiana, come ogni anno si reca al Vinitaly per fare visita alle proprie aziende associate presenti durante la fiera
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