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Confagricoltura accoglie con grande soddisfazione l’emendamento approvato dalle Commissioni riunite VI e XII della Camera dei Deputati che riconosce la concessione delle garanzie ISMEA, a titolo gratuito, a favore di PMI agricole per investimenti volti alla realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili. Il provvedimento arriverà in Aula il 17 maggio per l’avvio della discussione generale.
Fortemente sostenuta dall’Organizzazione agricola maggiormente rappresentativa, la proposta approvata rafforza gli strumenti della garanzia pubblica, essenziali soprattutto in un momento caratterizzato dall’aumento dei tassi di interesse. L’attuale crisi energetica ha comportato un forte incremento, tra l’altro, dei costi per l’energia sostenuti dalle imprese dei settori agricolo e agroalimentare.
L’emendamento, in particolare, introduce l’ammissibilità alla garanzia diretta dell’ISMEA, a costo zero e con copertura fino al 100% del valore del finanziamento, di durata fino a 96 mesi, per nuovi finanziamenti concessi dalle banche e dagli intermediari finanziari a favore di micro, piccole e medie imprese agricole, finalizzati alla realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili da utilizzare da parte delle stesse PMI. Tali finanziamenti prevedono l’inizio del rimborso del capitale non prima di 12 mesi dall’erogazione.
Le aziende, dunque – spiega Confagricoltura – potranno beneficiare di una riduzione in termini di tasso di interesse praticato sull’operazione di finanziamento garantita.
L’approvazione dell’emendamento conferma l’impegno della Confederazione per risollevare le imprese del comparto dall’attuale congiuntura economica, in questo caso attraverso interventi mirati a fornire, mediante meccanismi di garanzia pubblica, le risorse finanziarie per sostenere gli investimenti di PMI.

Confagricoltura accoglie con favore l’emendamento sulle misure di contenimento della comunità di cinghiali in Italia approvato dalla commissione Bilancio della Camera. La decisione del governo di procedere con un programma di abbattimenti la cui realizzazione sarà competenza del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, risponde alle richieste della Confederazione di porre un freno alla diffusione della specie selvatica.
La proliferazione incontrollata di questi animali non è solo una minaccia per le attività agricole e per l’incolumità dei cittadini, ma è anche il principale viatico del temibile virus della Peste Suina (PSA), vero incubo per l’intera filiera suinicola italiana. In tal senso, è importante che l’emendamento preveda l’analisi igienico-sanitaria dei cinghiali abbattuti.
La Confederazione comprende e condivide la ratio alla base della decisione di estendere gli abbattimenti alle aree protette e urbane, anche nei periodi di silenzio venatorio e di divieto di caccia. La diffusione senza controllo della specie, ormai presente in molte città italiane, impone interventi di carattere emergenziale. Confagricoltura giudica positivamente anche il possibile coinvolgimento delle guardie venatorie, dei cacciatori riconosciuti, e degli agenti delle Polizie locali e provinciali con apposita licenza.
La garanzia sulla sicurezza pubblica e sulla liceità e regolarità degli abbattimenti è garantita dalla competenza affidata all’Arma dei Carabinieri. Positiva, infine, anche la visione di lunga durata che ha l’emendamento con la previsione di un Piano straordinario quinquennale di gestione e contenimento della fauna selvatica.
Riportare sotto controllo la diffusione di cinghiali selvatici vuol dire porre un freno alla diffusione della PSA, tra le cause dei gravi danni che il settore suinicolo italiano sta sopportando da molto tempo. La diffusione del virus, infatti, ha spinto vari Paesi a limitare e in alcuni casi, a vietare l’import di prodotti italiani derivati da carni suine.
Il settore in Italia conta quasi 9 milioni di capi, allevati in oltre 30 mila allevamenti. Con un export di 1,5 miliardi di euro nel 2021, il volume di affari totale (produzione degli allevamenti e fatturato dell’industria di trasformazione) sfiora gli 11 miliardi. Complessivamente, la produzione suinicola ed il fatturato dell’industria dei salumi incidono per poco più del 5% sul totale della produzione agricola nazionale e sul fatturato dell’intera industria agroalimentare italiana.

E’ stata approvata dalla Camera dei Deputati, con modificazioni, il 16 giugno 2021, dopo essere stata approvata dal Senato (AS 728), la proposta di legge AC 2115, recante norme per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari locali. Il testo è così tornato all’esame del Senato (AS 728-B) che lo ha approvato definitivamente il 15 marzo 2022. E’ stata quindi pubblicata la L. 1 aprile 2022, n. 30.

La disposizione in esame fa espressamente salva la facoltà per gli imprenditori agricoli di svolgere la vendita diretta ai sensi dell’articolo 4 del d.lgs. 228/2001.

 

La disciplina dell’attività di vendita diretta, contenuta nella richiamata disposizione, è così regolata:

– possono svolgere attività di vendita diretta gli imprenditori agricoli, singoli o associati, iscritti nel registro delle imprese;
– i prodotti devono essere quelli provenienti in misura prevalente dalle rispettive aziende;
– gli stessi imprenditori agricoli possono, altresì, vendere direttamente al dettaglio in tutto il territorio della Repubblica i prodotti agricoli e alimentari, appartenenti ad uno o più comparti agronomici diversi da quelli dei prodotti della propria azienda, purché direttamente acquistati da altri imprenditori agricoli. Il fatturato derivante dalla vendita dei prodotti provenienti dalle rispettive aziende deve essere prevalente rispetto al fatturato proveniente dal totale dei prodotti acquistati da altri imprenditori agricoli;
– non possono esercitare tale forma di vendita gli imprenditori agricoli che hanno subito condanne per delitti in materia di igiene e sanità e per frode nella preparazione degli alimenti nel quinquennio precedente all’inizio dell’esercizio dell’attività;
– nell’ambito dell’esercizio della vendita diretta è possibile vendere prodotti agricoli trasformati, già pronti per il consumo, mediante strutture mobili nella disponibilità dell’impresa agricola, anche in modalità itinerante su aree pubbliche o private, nonché consumare nell’immediato i prodotti oggetto di vendita.
Si ricorda che il decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 20 novembre 2007 ha definito le linee di indirizzo per la realizzazione dei mercati riservati all’esercizio della vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli.

In allegato il testo integrale della legge

L. 1 aprile 2022 n. 30

La Camera dei Deputati, in aula, ha approvato il testo unificato della proposta di legge: “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell’agricoltura contadina”.
https://www.camera.it/leg18/126?tab=&leg=18&idDocumento=1968&sede=&tipo=

Il testo passa ora al Senato per la seconda lettura. Sono stati approvati, tra gli altri, anche tre ordini del giorno riguardanti la tutela della proprietà privata, la garanzia del diritto di proprietà garantendo al proprietario la possibilità di rientrare in possesso del proprio terreno con effetto immediato e infine il pagamento di un canone, da parte dell’affidatario, per la costituzione di un fondo a garanzia del proprietario.

Confagricoltura ha partecipato, con il coordinamento Agrinsieme, all’audizione alla Commissione Agricoltura della Camera per evidenziare la posizione sul piano strategico nazionale di attuazione della PAC. La posizione espressa si è incentrata essenzialmente su alcuni aspetti strategici della programmazione più che sulle scelte di dettaglio di attuazione della riforma. La programmazione dovrebbe tutelare lo strumento principale di attuazione della Pac che è, anche in termini finanziari, quello dei pagamenti diretti. La percentuale di risorse da destinare agli eco-schemi dovrebbe essere la più contenuta possibile. È stata espressa contrarietà anche all’applicazione del capping ed è stato evidenziato che l’individuazione dell’agricoltore attivo dovrebbe prevedere procedure il più possibile automatizzate e semplici. Sono anche state formulate richieste per ridurre i vincoli della condizionalità e prevedere alcune specifiche deroghe. Più in generale, Agrinsieme ha rilevato come sia urgente attivare il tavolo di partenariato per condividere, in prima battuta con le organizzazioni agricole, le linee programmatiche di attuazione della PAC.