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Il 16 dicembre 2024 sono state formalmente approvate le “Raccomandazioni politiche per il futuro del settore vitivinicolo dell’UE” elaborate dal “Gruppo di alto livello sulla politica vitivinicola”.
Il gruppo di lavoro era composto dai rappresentanti della DG AGRI e degli Stati membri (direttori generali e dirigenti dei ministeri nazionali per il settore vitivinicolo) ed in alcune riunioni dai rappresentanti della filiera vitivinicola europea fra cui il COPA -COGECA.
L’attivazione del gruppo è stata chiesta, in primis, dal COPA COGECA per invitare la Commissione a discutere delle problematiche del settore e a individuare gli eventuali interventi da implementare nel breve periodo e nel medio periodo.
Il gruppo di lavoro si è riunito quattro volte fra settembre e dicembre 2024 e nell’ultima riunione, alla presenza del Commissario europeo per l’agricoltura e l’alimentazione, Christoph Hansen, ha approvato il documento con le raccomandazioni per l’attivazione di alcuni strumenti di politica settoriale.
Le raccomandazioni includono la gestione del potenziale produttivo, il rafforzamento del settore e l’adattamento alle nuove tendenze e opportunità di mercato.
Per quanto di riferimento al potenziale produttivo fra le altre misure, nelle risultanze si sollecita l’attuazione di regimi di “estirpazione definitiva” utilizzando, in primis, fondi nazionali e con un’apertura al finanziamento attraverso fondi dell’UE. Non vi sono riferimenti per un piano di estirpazione “temporanea” che era stata sollecitato dai rappresentanti di una parte del mondo produttivo.
Il regime di estirpazione, secondo quanto suggerito dal gruppo di lavoro, dovrebbe essere condotto in maniera mirata con criteri di ammissibilità e priorità garantendo che si mantenga comunque una destinazione agricola ai terreni precedentemente coltivati a vigneto. La misura dovrebbe poi essere coerente con altre scelte operate nella stessa area inerenti i tassi di crescita delle autorizzazioni ai nuovi impianti o la ristrutturazione e riconversione dei vigneti per evitare un aumento della superficie vitata nella stessa area dove si è proceduto all’estirpazione e per evitare un eccesso di offerta. In tale direzione per i vigneti che richiedono misure di ristrutturazione/riconversione si immagina di porre un limite nelle loro rese.
Come richiesto fortemente da Confagricoltura nel documento sono riportate una serie di raccomandazioni inerenti la gestione delle autorizzazioni. Per le autorizzazioni al reimpianto si sottolinea l’importanza di prevedere un ampliamento del periodo previsto fra estirpazione e richiesta dell’autorizzazione al reimpianto (da tre a cinque anni). In merito c’è già una bozza di regolamento che ha previsto l’ampliamento. Si dovrebbe poi estendere il periodo di validità delle autorizzazioni al reimpianto da tre a otto anni e consentire la rinuncia senza sanzioni a tutti i beneficiari di autorizzazioni di nuovo impianto concesse prima del 2024.
Per quanto di riferimento alle misure per rafforzare la resilienza del settore in un mercato in cambiamento si evidenzia come il gruppo raccomandi di migliorare gli strumenti di gestione del rischio e sostenere i sistemi assicurativi e di mutualizzazione con soluzioni assicurative innovative. Come indicato da Confagricoltura si suggerisce di prevedere un tasso di sostegno più elevato per le misure di prevenzione del rischio.
Il gruppo di lavoro invita inoltre ad applicare, in linea con quanto da noi richiesto, una certa flessibilità della gestione finanziaria dei programmi esplorando modalità che consentano l’utilizzo di fondi non spesi per sostenere misure di gestione delle crisi.
Nella parte inerente l’adattamento alle tendenze di mercato è sottolineata l’importanza di agevolare la commercializzazione dei prodotti vitivinicoli più in sintonia con le nuove richieste di mercato come i vini dealcolati o a bassa gradazione non dealcolati. Si fa riferimento all’esigenza di armonizzazione dell’etichettatura per quanto di riferimento all’etichetta nutrizionale e alla lista degli ingredienti ma al contempo si riversa sugli Stati membri l’onere di tale approccio armonizzato.
Per la misura di promozione si riferisce l’opportunità di aumentare la durata del sostegno per consentire il consolidamento del mercato ma si invita a porre l’accento nelle attività di promozione sul consumo moderato e sui vini a bassa gradazione alcolica.
Infine, il gruppo di lavoro sostiene la necessità di accelerare lo sviluppo di soluzioni per semplificare e agevolare le vendite a distanze del vino transfrontaliere con un sistema simile allo sportello unico.
La Commissione si è impegnata a fornire un calendario d’azione che specifichi quando e come le diverse misure contenute nel documento approvato potrebbero essere realizzate: tale calendario dovrebbe essere disponibile a partire da gennaio 2025, quando sarà più chiaro quali delle misure potrebbero essere attuate a brevissimo termine (ossia: prima della prossima riforma della PAC nel 2027).
Le risultanze del gruppo di lavoro hanno colto molte delle istanze portate avanti della Confederazione inerenti in particolare la gestione del potenziale produttivo con una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle autorizzazioni e nella gestione degli interventi settoriali, con attenzione anche agli strumenti inerenti la prevenzione del rischio. Abbiamo più volte insistito che una eccessiva rigidità degli adempimenti e delle sanzioni non è di supporto al settore soprattutto in questa particolare contingenza. Cogliamo con soddisfazione anche l’apertura ad una maggiore tempistica per l’attuazione delle misure di promozione nei mercati consolidati perché il sostegno alla domanda, soprattutto estera, è fondamentale per il rilancio del settore.
Altri aspetti andranno approfonditi e la Confederazione si sta impegnando nella fase di traduzione delle raccomandazioni in testi normativi affinché vengano chiariti alcuni passaggi.

L’accordo Mercosur preoccupa gli agricoltori italiani e non solo. Nei giorni scorsi Confagricoltura, in linea con le posizioni sostenute da tempo contro la finalizzazione dell’intesa senza radicali modifiche, aveva sensibilizzato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e i Ministri Tajani e Lollobrigida, inviando loro la lettera del COPA-COGECA indirizzata alla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, e al presidente del Consiglio UE, Victor Orban, firmata da oltre 50 associazioni agricole e cooperative europee contro l’accordo così come si configura attualmente e che dovrebbe essere firmato in queste settimane.
Confagricoltura, apprezzando il fatto che la presidente Meloni abbia sostenuto queste posizioni al tavolo delle discussioni del G20, evidenzia la necessità di sensibilizzare tutte le istituzioni sulla politica commerciale europea e, in particolare, sulle possibili problematiche per il settore legate a un eventuale accordo con i Paesi Mercosur.
Nella lettera del COPA-COGECA viene ricordato il ruolo dell’agricoltura e dell’agroalimentare negli scambi internazionali, nonché il rischio che una scarsa attenzione nelle politiche europee e negli accordi internazionali – primo fra tutti il Mercosur – potrebbe determinare per il settore primario, soprattutto laddove non venga rispettata la reciprocità degli standard produttivi.
Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto derivante da una maggiore apertura alle importazioni di prodotti agroalimentari dal Mercosur, in particolare carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero. Pur presentando potenziali vantaggi per alcuni settori, l’intesa è altamente penalizzante per le produzioni europee e italiane in termini di concorrenza e sicurezza alimentare.
Confagricoltura sottolinea quindi la necessità di un principio di reciprocità che richieda ai produttori del Mercosur di rispettare gli stessi standard ambientali e sanitari previsti per gli agricoltori europei, ponendo l’accento sulle difficoltà che gli operatori UE incontrerebbero per competere equamente con produttori esteri sottoposti a regole meno restrittive.
Il capitolo agricolo del presente accordo risulta essere estremamente sacrificato rispetto agli altri settori per la sua ratifica, creando uno squilibrio che graverebbe pesantemente sulla bilancia agroalimentare italiana ed europea, affossando diverse produzioni nazionali di punta del Made in Italy.

Confagricoltura ha partecipato a Bruxelles alla riunione della chairman ship del Gruppo ricerca e innovazione del Copa-Cogeca, dove le diverse emergenze hanno trovato un punto di sintesi nella definizione di un compromesso condivisibile fra lo sforzo di prototipazione delle nuove tecniche produttive e l’attesa radicale di una energica transizione verde che coinvolga tutto il food system.
I prototipi della prima scuola di pensiero si sono voluti legare alla digitalizzazione ed alla precisione, mentre quelli profetici della seconda scuola di pensiero si sono voluti lanciare nella difficile definizione della modernità tecnologica e organizzativa aziendale, modernità che si tradurrà, in pratica, nel massivo coinvolgimento degli attori delle diverse filiere produttive e dei cittadini alla redazione di un percorso (pathway) che rivoluzioni il food system e lo renda più responsabile, envi-friendly, consumer oriented , healthy e sovrano.
Confagricoltura tenderà verso la prima scuola, adoperandosi a piazzare sensori e guide satellitari e render sicuri gli approvvigionamenti e le loro logistiche fra aeroporti, porti, nuovi mercati, prodotti innovativi, genetiche amiche ed energie rinnovabili a servizio di una popolazione crescente che dovrà fare i conti con meno risorse, meno suolo, meno acqua. Diversamente la seconda scuola di pensiero sistemerà i suoi saperi intorno ai nostri agricoltori ed industriali alimentari obbligandoli ad ascoltare delle lunghe tirate pedagogiche sui food system giusti e quelli sbagliati, costringendoli ad impegnarsi su obiettivi tanto ambiziosi quanto in-credibili in materia fitosanitaria e biodiversa, da conservare “naturalmente”.

In questi ultimi anni gli agricoltori europei sono sempre stati in prima linea nell’affrontare impatti geopolitici significativi, dovuti alle conseguenze della Brexit, all’aumento dei costi energetici e di produzione, all’inflazione, alla crisi covid, alle questioni legate al sostegno del settore agricolo ucraino, gli incendi boschivi o gli sconvolgimenti climatici che stanno influenzando la nostra produzione, raccolto dopo raccolto”. Sono le parole del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che è anche vicepresidente del Copa intervenuto all’emiciclo del Parlamento europeo in rappresentanza delle Organizzazioni agricole europee, alla conferenza organizzata dal PPE ‘European farmer’s deal’.
Giansanti ha ricordato quanto sia centrale il ruolo degli agricoltori nell’economia mondiale. “Siamo pronti a fare la nostra parte con un forte impegno per garantire la sicurezza alimentare in Europa, in termini di disponibilità, convenienza e accessibilità per tutti, coniugando i 3 pilastri della sostenibilità: economico, ambientale e sociale – ha detto Giansanti – ma per proseguire su questa strada è necessario riconoscere il giusto reddito agli agricoltori, investire in ricerca, innovazione e nuove tecnologie, favorire il ricambio generazionale, investire nelle aree rurali e migliorare le infrastrutture e i servizi – ha proseguito – dobbiamo investire nelle 4F: food/feed/fuels/fibres“.
Le imprese europee del settore guardano quindi con grandi speranze ai prossimi mesi. “Copa-Cogeca ha accolto con entusiasmo il riconoscimento dato al settore agricolo e forestale da Ursula von der Leyen nel suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione europea insieme all’annuncio di aprire ‘un dialogo strategico’ sul futuro dell’agricoltura, atteso da tutti gli attori della filiera, e non vediamo l’ora di avere maggiori dettagli e di poter contribuire in modo concreto a questa discussione”, ha concluso Giansanti.
Al convegno del PPE è intervenuta anche Diana Lenzi, sempre di Confagricoltura, in rappresentanza del CEJA, l’Organizzazione dei giovani agricoltori europei.

Il direttore delle relazioni UE ed internazionali di Confagricoltura Cristina Tinelli, ha partecipato, come relatore, alla conferenza: “Linee guida per la sostenibilità: rafforzare la cooperazione per una filiera agroalimentare più verde” organizzata dalla Direzione Generale della Concorrenza e dalla Direzione Generale dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Commissione Europea.
Lo scopo principale di questa conferenza era discutere gli elementi chiave delle linee guida che i produttori possono usare per definire accordi di cooperazione, in deroga alle regole di concorrenza del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea, laddove tali accordi rispettino condizioni più sostenibili rispetto alle norme esistenti.
Attendevamo queste linee guida per la deroga delle regole di concorrenza in agricoltura. Auspichiamo che aiutino gli imprenditori agricoli a coprire i costi di produzione con una remunerazione giusta”. Lo ha sottolineato Cristina Tinelli intervenendo come unico relatore italiano all’evento.
Confagricoltura dalla definizione della nuova politica agricola, ha partecipato attivamente ai gruppi di lavoro del COPA-COGECA sull’analisi delle linee guida, che saranno pubblicate entro l’8 dicembre prossimo, confrontandosi con la Commissione Europea.

 

Un momento della conferenza (foto Confagricoltura)