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Il decreto legge numero 73 del 25 maggio scorso, che reca misure urgenti connesse all’emergenza da Covid-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali, cosiddetto decreto Sostegni bis, è all’esame del Parlamento in attesa della conversione in legge. Il decreto contiene importanti misure di sostegno alla liquidità delle imprese, in particolare la proroga al 31 dicembre 2021 delle misure temporanee di cui al decreto liquidità, l’estensione a 10 anni della durata massima dei finanziamenti con garanzia pubblica, l’assegnazione ad Ismea di 80 milioni di euro per il 2021 per la concessione a titolo gratuito della garanzia agli imprenditori agricoli e della pesca, la proroga al 31 dicembre per la sola quota capitale delle moratorie per le piccole e medie imprese. In particolare a sostegno specifico delle imprese agricole si segnala l’intervento sulle percentuali di compensazione Iva per bovini e suini, le misure per l’esonero contributivo concesso per il mese di febbraio alle imprese del comparto agrituristico e vitivinicolo.
Confagricoltura rileva invece forti perplessità in merito all’entità del rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, in quanto 105 milioni di euro, destinati a ristorare i danni subiti dalle imprese per le gelate di inizio aprile appaiono largamente sottostimati rispetto all’ingente entità della calamità. Su questo argomento Confagricoltura sta lavorando con gli interlocutori istituzionali per modificare il provvedimento in sede di conversione in legge.

Non trasformiamo l’agriturismo. E’ nato e continua ad essere un’attività strettamente connessa a quella agricola, per sostenere il reddito del produttore. Guardiamo avanti accompagnando le imprese verso l’auspicata ripresa, senza tornare a vecchi sistemi che creano differenze tra regione e regione”. Questo l’invito di Augusto Congionti, presidente di Agriturist, l’associazione che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura, in relazione all’attività governativa e parlamentare per le misure urgenti connesse all’emergenza da Covid-19 del DL Sostegni Bis.
Mentre nel decreto Sostegni Bis si afferma, giustamente, la stretta connessione di lavoro nelle attività agrituristiche con quella agricola principale – ad avviso di Agriturist –, si rischia, se non si interviene subito per impedire l’abrogazione del comma 2 dell’art.4 della legge quadro 96/2006, di consentire comportamenti difformi nelle varie regioni, creando disparità e confusione.
L’agriturismo – spiega Congionti – è regolato da leggi regionali. Per armonizzare il territorio la prima legge quadro sull’agriturismo (n. 730/85) aveva individuato il criterio guida del tempo lavoro, cioè quello necessario allo svolgimento dell’attività, agricola e agrituristica. Questo principio, adottato e riconosciuto dalle regioni, era riuscito a rendere omogenea l’attività sul territorio nazionale, chiarendo pure i rapporti tra imprese agrituristiche e pubblica amministrazione. Quindi, per Agriturist, il parametro da continuare ad utilizzare per il rapporto di connessione tra le due attività non può che essere basato sul calcolo del tempo lavoro”.
Infine, va assolutamente considerata l’entità delle perdite subite dalle aziende agricole sul fatturato dell’attività connessa, cioè quella agrituristica. “I 24mila agriturismi italiani, con la pandemia e le conseguenti restrizioni, hanno perso oltre 1 miliardo e duecento milioni di euro“, conclude Congionti. “Non vorremmo rischiare ora di rimanere fuori anche dal meccanismo dei contributi di ristoro”.

Con l’entrata in vigore del “Decreto Sostegni Bis” è altresì prevista l’estensione al 31 dicembre 2021 delle misure del Decreto-Legge liquidità dell’aprile 2020 relative alle Garanzie di SACE, del Fondo di Garanzia PMI e dell’IMEA, e un aumento della possibile durata massima dei finanziamenti fino a 10 anni con alcune rimodulazioni. In particolare con riferimento alla “Garanzia ITALIA” di SACE si prevede l’innalzamento della durata massima dei finanziamenti garantibili a 10 anni, previa notifica e autorizzazione alla commissione Europea, e la possibilità, su richiesta delle parti, di estendere fino a 10 anni la durata dei finanziamenti già garantiti da SACE.
Si ricorda che la garanzia di SACE è concessa alle Grandi Imprese come definite dalla regolamentazione europea e alle Piccole e Medie Imprese, anche agricole, dopo che queste ultime abbiano esaurito la loro capacità verso il Fondo PMI – soggetto gestore Mediocredito Centrale – nonché ISMEA.
Con riferimento alle Garanzie del Fondo per le PMI e dell’ISMEA per le nuove operazioni finanziarie si prevede l’innalzamento della durata massima dei finanziamenti garantibili, di cui alla lett. c), a 10 anni, previa notifica e autorizzazione della Commissione Europea; è inoltre prevista la possibilità per i finanziamenti già garantiti di estendere la durata fino a 10 anni con allungamento della garanzia di pari durata.
A decorrere dal 1° luglio 2021 le percentuali massime di garanzia saranno ridotte come segue:
– con riferimento alla misura di cui alla lett. c) del comma 1 dell’art. 13 del Decreto Liquidità le percentuali massime di garanzia saranno concesse nella misura massima dell’80% in luogo del 90%; e
– con riferimento alla misura di cui alla lett. m) del comma 1 dell’art. 13 del Decreto Liquidità la percentuale di garanzia sarà ridotta al 90%.
Si segnala che ISMEA, nell’ambito dell’attività di rilascio di garanzie – con la circolare che trovate al link che segue:

Circolare ISMEA 4.2021

e che fa presente che:
– per quanto riguarda le misure di cui alle lettere c) e p) del comma 1 dell’art. 13 del Decreto Liquidità, le richieste di garanzia, se con copertura richiesta al 90% potranno essere presentate e, se in attesa di integrazione, completate non oltre il 21 giugno 2021;
– per le domande di garanzia pervenute successivamente al 21 giugno 2021 la percentuale di copertura potrebbe essere ridotta all’80%;
– per quanto concerne la misura di cui alla lettera m) del comma 1 dell’art. 13 del Decreto Liquidità, saranno ammessi alla garanzia ISMEA con copertura al 100% i finanziamenti erogati e segnalati attraverso il portale L25, entro le ore 12.00 del 21 giugno 2021;
– oltre il termine del 21 giugno 2021 non sarà possibile effettuare modifiche alle operazioni già segnalate come erogate.

 

Tra le altre misure di sostegno alla liquidità delle imprese, l’articolo 16 del cosiddetto “Decreto Sostegni Bis” proroga al 31 dicembre 2021 le moratorie, per la quota capitale, dei finanziamenti per le PMI, previa comunicazione entro il prossimo 15 giugno alla banca finanziatrice.
Nello specifico, per le imprese che alla data del 26 maggio 2021 sono state già ammesse alle misure di moratoria dei prestiti e delle linee di credito di cui all’articolo 56, comma 2, del Decreto 18/2020 “cosiddetto DL Cura Italia”, è prevista la proroga del termine delle misure fino al 31 dicembre 2021, limitatamente alla sola quota capitale.
La comunicazione per la proroga della misura deve pervenire al soggetto finanziatore entro il 15 giugno 2021, secondo le medesime modalità di cui al comma 2 del predetto articolo 56. Con riferimento alla “comunicazione” , da far pervenire al soggetto finanziatore, si riporta qui di seguito un fac-simile di schema, condiviso con l’Associazione bancaria (ABI), che può essere utilizzato, da parte dell’impresa, per la richiesta della proroga in parola. La condivisione di tale schema nasce dalla necessità che per la richiesta in parola non sorgano complicazioni burocratiche.

 

Fac – simile Comunicazione (art. 16 Decreto legge 25 maggio 2021 n. 73)

La scrivente Impresa ________________________________________________ comunica che intende avvalersi della proroga del termine della moratoria di cui all’art. 56, comma 2, del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla Legge 24 aprile 2020, n. 27, come modificato dal Decreto Legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito con modificazioni dalla Legge 13 ottobre 2020, n. 126, e dalla Legge 30 dicembre 2020, n. 178, secondo quanto previsto dall’art. 16 del Decreto Legge 25 maggio 2021, n. 73, in relazione alle seguenti linee di credito: (specificare le linee di credito)

____________________________________________; _________________________________________________________;
_________________________________________________________;
_________________________________________________________;
In fede_________________________________________________
Per l’impresa ____________________________________________
Nella qualità di ___________________________________________
Luogo _________________________________________ li____________________________

 

La “comunicazione” può essere inviata anche via PEC, ovvero attraverso altre modalità che consentano di tenerne traccia con data certa, allegando, oltre alla comunicazione stessa, la copia del documento di identità. Ad ogni buon conto è altresì opportuno che l’impresa contatti preventivamente la banca finanziatrice per verificare se quest’ultima abbia già adottato un proprio modello di comunicazione e/o specifiche modalità di comunicazione, in quanto le banche potrebbero avere già attivato propri modelli.

E’ importante che in questa fase di ripresa per il Paese il Governo non interrompa la possibilità, per le imprese agricole, di usufruire della cosiddetta “Nuova Sabatini”, per la quale si chiede il rifinanziamento nei prossimi provvedimenti legislativi.
Confagricoltura si fa interprete della preoccupazione delle aziende agricole e lancia l’appello all’Esecutivo in seguito allo stop del rifinanziamento della misura nel Dl Sostegni Bis.
La “Nuova Sabatini” – ricorda la Confederazione – è uno strumento finalizzato a migliorare l’accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese utilizzato per l’acquisto, o per l’acquisizione in leasing, di beni materiali (macchinari, impianti, beni strumentali di impresa, attrezzature nuovi di fabbrica e hardware) o immateriali (software e tecnologie digitali) ad uso produttivo“.
I recenti interventi legislativi, inoltre, hanno semplificato le modalità di fruizione del credito consentito erogato alla “Nuova Sabatini”, incentivando le aziende ad accedere alla misura.
La centralità della “Nuova Sabatini” ha caratterizzato anche il periodo della pandemia, durante il quale il numero delle richieste è aumentato rispetto agli anni precedenti. “Il mancato ricorso alla misura – evidenzia Confagricolturaimpatterebbe pertanto in termini negativi sul tessuto produttivo italiano, che necessita di disporre pienamente di tutti gli strumenti a disposizione per fare impresa“.
La Confederazione invita pertanto il Governo a rifinanziare la misura necessaria per mantenere la giusta spinta innovativa e aumentare la competitività delle imprese agricole italiane.