Articoli

I costi dell’energia, la reperibilità e i prezzi delle materie prime, in primis quelli dei fertilizzanti: sono questi i principali contenuti che Massimiliano Giansanti, in qualità di vicepresidente del Copa- Cogeca, ha discusso con il presidente di turno del Consiglio Europeo, Petr Fiala, capo del governo della Repubblica Ceca. “Per tutelare le nostre imprese sul mercato bisogna metterle nelle condizioni di essere competitive – prosegue Giansanti – e questo è possibile garantendo velocità nell’erogazione degli aiuti già previsti”. Una politica agricola europea però non si può basare soltanto sui sostegni economici. Bisogna che le strategie approvate a Bruxelles siano aggiornate a una situazione che si evolve molto velocemente. Per questo motivo, Giansanti ha chiesto una nuova valutazione del piano europeo per la sostenibilità. “Abbiamo fatto richiesta al presidente Fiala di uno studio dell’impatto che il Green Deal avrà sulle dinamiche di mercato – spiega – per avere la certezza della capacità produttiva e dei futuri livelli delle esportazioni delle nostre aziende”. Valorizzazione delle produzioni che passa anche attraverso il no fermo al sistema di etichettatura alimentare del Nutriscore. “I consumatori UE hanno bisogno di certezze e di chiarezza nelle informazioni sui cibi, cose che il sistema a semaforo non dà”, ribadisce Giansanti.
Altro aspetto toccato dal vicepresidente dell’associazione che raccoglie le due maggiori organizzazioni degli imprenditori agricoli europei, è stato il contenuto della Politica Agricola Comune 2023-2027, anche in questo caso da aggiornare. “La sua redazione risale al periodo precedente all’attuale, caratterizzato da un incredibile aumento dei tassi di interesse che sta colpendo non solo la capacità di acquisto dei consumatori, ma quella delle aziende stesse”.

Confronto positivo quello di stamattina con il Governo. A Draghi abbiamo segnalato prima di tutto la necessità di incidere in maniera forte sul tema dell’inflazione”. È il commento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, sull’incontro organizzato a Palazzo Chigi con i rappresentanti del mondo produttivo.
Mai come oggi, gli interessi delle aziende coincidono con quelli dei cittadini perché produrre a costi più bassi vuol dire anche tenere sotto controllo i prezzi sui beni di consumo. “Se non abbassiamo i costi di produzione per le imprese sarà difficile dare un concreto aiuto alle famiglie in difficoltà”, prosegue Giansanti. “Questo è possibile abbattendo i costi dell’energia ricomprendendo le aziende agricole nella lista delle imprese energivore ed estendendo i benefici del credito d’imposta sul gasolio fino a fine anno. Con questi interventi sarà possibile produrre ad un costo minore con effetti significativi sulle tasche dei consumatori italiani”.
Altro tema caldo sul quale Confagricoltura ha battuto molto durante l’incontro con il Governo è stato quello del lavoro agricolo con la richiesta di snellire i tempi della burocrazia che ancora rallentano gli ingressi previsti dal decreto Flussi. Non solo. “Accelerando il programma del taglio del cuneo fiscale e degli aiuti imprese che stabilizzano i rapporti di lavoro – spiega Massimiliano Giansantisarà possibile avere un sistema produttivo performante al pari dei nostri competitor europei. Viviamo uno scenario di difficoltà ormai evidente sui mercati sia europei sia internazionali. Non c’è tempo da perdere”.
Giansanti ha anche ricordato quanto sia fondamentale una Food Policy condivisa sui temi prioritari per il settore primario. “Bisogna sospendere e ripensare la strategia Farm to Fork – commenta il presidente della Confederazione – e varare un nuovo piano straordinario per la sicurezza alimentare”.
E ancora. In autunno la Commissione europea si esprimerà sul Nustriscore. “Ci aspettiamo che il governo ribadisca la netta posizione contraria a questo sistema di etichettatura in favore del più logico e valido Nutrinform. Stessa chiarezza la chiediamo sulla posizione che l’Italia intende assumere sui crediti di carbonio”, conclude Giansanti.

Prendiamo atto della presa di posizione del Parlamento Europeo sulla comunicazione “From Farm to Fork” che ha, peraltro, ripreso alcune delle proposte che avevamo presentato nel corso dei lavori. Resta però aperta la questione di fondo per le prospettive delle imprese agricole: la mancanza di uno studio della Commissione sull’impatto che avrebbero le misure contenute nella comunicazione in esame”.
E’ il commento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, in relazione alla votazione, a maggioranza, del Parlamento Europeo alla F2F.
L’Esecutivo della UE si è ufficialmente limitato a valutare nei giorni scorsi come incomplete le valutazioni già svolte, ma – afferma Giansanti – non ne ha contestato le univoche conclusioni secondo le quali l’agricoltura europea sarebbe destinata a una riduzione delle produzioni e dei redditi, senza significativi vantaggi per l’ambiente. Perché dovrebbero crescere le importazioni per far fronte al fabbisogno alimentare dei cittadini negli Stati membri”.
Per di più, la Commissione non ha neppure indicato se intende meno colmare le lacune rilevate nelle valutazioni esterne”. Confagricoltura ricorda che le valutazioni sono state svolte dall’USDA, il dipartimento di Stato USA all’agricoltura, dal Centro Comune di Ricerca che svolge consulenze scientifiche per la Commissione UE e, da ultimo, dall’Università di Kiel, in Germania.
Sotto il profilo procedurale, la relazione del Parlamento e le conclusioni già approvate dal Consiglio Agricoltura dell’Unione passeranno ora alla Commissione in vista della presentazione delle formali proposte di regolamento. “Il dossier, quindi, non è affatto concluso” – ha sottolineato Giansanti.
Secondo i dati resi noti dalla Commissione, negli ultimi anni è stato ridotto il ricorso alla chimica nei processi di produzione e l’emissione di gas ad effetto serra (meno 25% dal 1990), senza però tagliare le produzioni.
Siamo consapevoli che dobbiamo accrescere il nostro contributo alla transizione ecologica – conclude il presidente di Confagricolturama non servono i divieti. La strada da seguire è quella delle innovazioni e degli investimenti”.

Lunedì 8 marzo Confagricoltura ha partecipato al Gruppo di Lavoro promozione dei prodotti agricoli del Copa-Cogeca. Il punto focale dell’incontro ha riguardato la revisione della politica di promozione e il programma di lavoro 2021, temi che preoccupano gli addetti ai lavori anche per il futuro.
La Commissione ha deciso di adottare totalmente la politica di promozione ai principi di sostenibilità della strategia Farm to Fork, incluso lo spostamento di una parte del budget per la promozione di prodotti agricoli sostenibili e di agricoltura biologica, escludendo prodotti considerati nocivi, quali la carne e le bevande alcoliche, incluso il vino.
Copa-Cogeca ha chiesto il coinvolgimento di tutte le associazioni partecipanti per modificare la posizione della Commissione; per questo, si è aperto un dibattito in cui Confagricoltura sta partecipando attivamente attraverso documenti di posizione.
Confagricoltura ha sempre sostenuto una politica di revisione più efficiente, chiedendo in primo luogo un aumento del budget dedicato ai programmi semplici. Le modifiche introdotte nel 2021 dalla Commissione hanno portato ad una modifica sostanziale del piano di lavoro e dei bandi, tenendo conto dei principi della strategia Farm to Fork e, allo stesso tempo, trascurando il motivo sostanziale della politica di promozione, ossia l’apertura verso nuovi mercati per tutti i prodotti agricoli europei. Confagricoltura, appoggiando la posizione del Copa Cogeca, crede fermamente che, se è corretto che la politica di promozione debba rispondere ai principi F2F, ciò non deve minare i suoi obiettivi fondamentali, ovvero promuovere tutti i prodotti agricoli e i metodi di produzione sia all’interno dell’UE che verso i Paesi terzi. Pertanto, ritiene che non debbano essere esclusi prodotti di grande consumo quali la carne (compresa la carne lavorata) o il vino. Inoltre, tutti i prodotti dell’UE sono sostenibili: una revisione della politica di promozione è un’opzione e anche una necessità, ma deve tenere in considerazione le richieste e le esigenze del mondo agricolo senza trascurare nessuno.
Confagricoltura ha più volte fatto presente che per rendere più efficiente la politica di promozione sarebbe necessario, oltre a aumentare i fondi stanziati, aprire la partecipazione ai bandi a una più ampia fascia di partecipanti senza percentuali rigide di rappresentatività. Confagricoltura ha chiesto anche la semplificazione della presentazione delle proposte: tempi più rapidi nell’elaborazione dei risultati, maggiore chiarezza nelle comunicazioni relative all’approvazione dei progetti e maggiore equilibrio nei principi di approvazione.