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Agriturist, l’associazione agrituristica promossa da Confagricoltura, chiede ai sindaci del Piemonte di applicare una particolare tutela agli operatori agrituristici in seguito alle conseguenze della crisi Covid-19.
Oggi nessuno sa prevedere l’evoluzione e quando sarà possibile la riapertura delle attività – spiega il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaroma si prevede che il riavvio sarà molto lento e la ripresa non sarà facile. Per questo Agriturist chiede una consistente riduzione dei tributi comunali riferiti alla Tari e all’Imu fino al 31 dicembre 2021, periodo minimo necessario per ricostruire l’immagine turistica italiana”.
Le attività agrituristiche italiane che sono state costrette a interrompere il loro lavoro per l’emergenza coronavirus sono 23.615 (dati Istat).
In Piemonte sono attive 1.316 aziende agrituristiche (5,6% della quota nazionale), delle quali 914 con alloggio. Le aziende con ristorazione sono 793 (60% del totale); quelle che offrono un servizio di degustazione (tipo enoturismo, per esempio) sono 687 (52 % del totale). Sono 1.013 (il 77% del totale) quelle che svolgono altre attività legate all’agriturismo: fattoria didattica, ippoturismo, attività ludiche – educative, agri-asilo.
Agriturist chiede ai comuni, per il periodo di inattività, di esentare le imposte Tari ed Imu attribuite all’agriturismo autorizzato; inoltre chiede la riduzione del 70% delle imposte Tari ed Imu nel periodo che decorrerà dalla riapertura delle attività fino al 31 dicembre 2021 e di rinviare i pagamenti Tari ed Imu al mese di dicembre 2020, previa rimodulazione degli importi.
A livello nazionale Agriturist stima una perdita di oltre 800 milioni di euro, solo per attività di ristoro e ospitalità, ai quali sono da aggiungere i mancati incassi di fattorie didattiche, degustazioni, vendite dirette. Nel solo Piemonte, in base alle stime di Confagricoltura, il danno stimato fino al prossimo 3 maggio è superiore a 5 milioni di euro.

Confagricoltura esprime soddisfazione per l’approvazione, da parte della Camera dei deputati, dell’emendamento relativo all’applicazione delle agevolazioni IMU alle società in possesso della qualifica IAP (imprenditore agricolo professionale).
La misura – art. 16 ter del DL 34/2019, cosiddetto “Decreto crescita” approvato con voto di fiducia dai Deputati – era stata proposta e sostenuta da Confagricoltura per chiarire definitivamente la questione che aveva suscitato interpretazioni difformi da parte di diversi Comuni e di alcune sezioni regionali dell’ANCI in relazione al pagamento dell’IMU.
Con l’approvazione da parte della Camera (ora si passa al voto definitivo in Senato), i soggetti IAP societari vengono equiparati alle persone fisiche in possesso della stessa qualifica, e quindi non sono soggetti al pagamento dell’imposta.
L’emendamento – evidenzia l’organizzazione degli imprenditori agricoli – ha effetto retroattivo, poiché richiama espressamente l’interpretazione autentica della disposizione (ex art. 1 dello Statuto del contribuente) confermando quanto sempre sostenuto da Confagricoltura fin dall’entrata in vigore dell’IMU.

 

 

 

foto tratta da: www.cattolica.net