Articoli

Il Governo ha deciso di posticipare le date per il click day di presentazione delle richieste di nulla osta al lavoro per cittadini extracomunitari che, come noto, era state già prefissate per l’anno 2024 dal DPCM 27 settembre 2023 di programmazione per il triennio 2023-2025, rispettivamente per il 5 febbraio 2024 (lavoratori subordinati non stagionali), il 7 febbraio 2024 (lavoratori domestici e conversioni da stagionale a non stagionale) e 12 febbraio 2024 (lavoro stagionale). La decisione è stata ufficialmente comunicata dal Ministero dell’Interno con la nota che si allega, nella quale viene data notizia delle nuove date fissate per il click day con un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale:

•    18 marzo 2024 per le istanze relative a lavoratori subordinati non stagionali;
•    21 marzo 2024 per le istanze relative a lavoratori domestici e conversioni da stagionale a non stagionale;
•    25 marzo 2024 per le istanze relative al lavoro stagionale.

In allegato la circolare ministeriale relativa alla proroga dei termini per il click day

Ministero Interno_circolare differimento termini click days

Riprendiamo la tematica della manodopera stagionale per fornire alcuni aggiornamenti sui provvedimenti che stanno per entrare in attuazione o per essere assunti dal Governo. Il DPCM integrativo del decreto flussi per l’anno 2022 – che autorizza l’ingresso aggiuntivo di 40 mila stranieri da ammettere nel territorio italiano per motivi di lavoro e da destinare interamente ai settori agricolo e turistico-alberghiero, a valere sulle domande già presentate nel click-day del 27 marzo scorso – sarà probabilmente rilasciato in Gazzetta ufficiale tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto.
A seguito della pubblicazione del DPCM e delle correlate circolari dei ministeri competenti (interno, lavoro, e agricoltura), verranno automaticamente rilasciati, nei termini previsti dalla legge (massimo 30 giorni), i nulla osta all’ingresso relativi alle istanze di lavoro stagionale già presentate e rimaste in sospeso nei mesi scorsi per incapienza delle quote, dal momento che erano disponibili 44 mila unità a fronte di oltre 90 mila richieste presentate. In altre parole non dovrebbero essere necessari ulteriori adempimenti da parte dei soggetti che hanno presentato domande.
Per quanto riguarda invece la bozza di DPCM – approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri – sulla programmazione triennale dei flussi 2023/2025, il cui testo potrebbe ancora subire modifiche nel corso della sua approvazione definitiva, viene confermata una riserva di quote per il lavoro subordinato stagionale dei settori agricolo e turistico-alberghiero pari a:

– 82.500 unità per il 2023;
– 89.050 unità per il 2024;
– 93.550 unità per il 2025.

Viene altresì riservata, nell’ambito di questa ripartizione, una quota alle istanze presentate dalle Organizzazioni di rappresentanza delle imprese agricole, tra cui Confagricoltura, nelle seguenti misure:

– 40.000 unità per il 2023;
– 41.000 unità per il 2024;
– 42.000 unità per il 2025.

Inoltre la bozza di provvedimento favorisce gli ingressi di lavoratori “formati” in Italia o all’estero, che potranno essere autorizzati a svolgere attività di lavoro anche “fuori quota”.

Infine, viene previsto che le nuove domande per lavoro stagionale potranno essere presentate:

– per l’anno 2023 a partire dal 70° giorno dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del DPCM stesso;
– per gli anni 2024 e 2025 il 12 febbraio di ciascuno anno.

Al momento non si conoscono i tempi di pubblicazione del decreto di programmazione triennale, anche perchè la bozza deve essere sottoposta alla valutazione di numerosi organi consultivi (Cnel, Conferenza Stato-Regioni, etc.) e poi tornare in Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il dpcm sulla “Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavori stranieri per il triennio 2023-2025”, che era stato fortemente voluto da Confagricoltura proprio allo scopo di alleviare l’endemica difficoltà del settore primario a reperire manodopera disponibile e adeguatamente qualificata. La componente di lavoratori stranieri nel comparto presenta un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi.
Confagricoltura Piemonte ha accolto positivamente la notizia di questo decreto flussi integrativo, che permetterà l’ingresso nel nostro Paese di altre 40 mila unità, interamente destinate al lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, a valere sulle domande già presentate nel click-day del 27 marzo scorso. Apprezzabile anche l’opportunità di programmare, auspicando con un iter snello, in un arco temporale triennale, le necessità di manodopera stagionale.
Poter contare su un ulteriore contingente di lavoratori – ha affermato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteè essenziale per poter programmare la raccolta dei prodotti piemontesi, frutta in primis. Da 67 mila operai agricoli censiti nel 2021, di cui una significativa parte è rappresentata dagli stagionali, siamo passati ai quasi 81 mila necessari nel 2022 e non si esclude un ulteriore incremento anche quest’anno, in controtendenza rispetto al dato nazionale che vede diminuire gli occupati del settore primario. Auspichiamo ora che il provvedimento possa essere rapidamente adottato per consentire alle aziende di poter utilizzare i lavoratori in tempo utile per le operazioni di raccolta”.

La situazione per le imprese agricole è diventata paradossale oltre che insostenibile. Non sono infatti stati ancora risolti i problemi informatici relativi allo sblocco delle domande presentate in seguito al Decreto flussi 2021, che aveva fissato in 42.000 le quote di lavoratori extracomunitari da ammettere in Italia per motivi di lavoro stagionale nel settore agricolo e turistico-alberghiero. Occorre agire subito per rimuovere questo blocco e permettere a questi lavoratori di raggiungere il nostro Paese”. E’ questo il segnale di allarme lanciato dalla Confagricoltura relativo al problema della manodopera straniera impiegata in agricoltura.
In prossimità della stagione estiva, e con una campagna di raccolta che si preannuncia abbondante, la preoccupazione è forte e il futuro delle produzioni e dell’intera filiera agroalimentare è nuovamente a rischio, dopo la pandemia.
In Provincia di Asti – segnala l’Area Politiche del Lavoro del Welfare della Confagricoltura di Asti – in base al Decreto flussi 2021, nel periodo che va dal 1° febbraio al 17 marzo 2022, sono state presentate 334 pratiche di assunzioni di lavoratori stagionali. Pratiche che ad oggi sono completamente ferme e le domande giacciono sospese presso gli uffici competenti proprio per il problema informatico sopra citato. A questo forte disagio va ad aggiungersene un altro legato ai lavoratori arrivati in Italia quest’anno con il nulla osta al lavoro subordinato stagionale in seguito al Decreto flussi 2020. La situazione di questi ultimi è ben più grave: essi infatti si trovano in Italia, ma a causa di intoppi legati al malfunzionamento dell’applicativo informatico utilizzato dagli sportelli unici dell’immigrazione, non possono essere convocati per la firma del contratto di soggiorno per lavoro subordinato, in seguito alla quale viene emesso il codice fiscale e accolta la richiesta di permesso di soggiorno. Pertanto le aziende agricole non possono procedere all’assunzione.
Questa situazione sta diventando sempre più critica e fortemente penalizzante per le aziende agricole, i lavoratori e tutta la filiera agroalimentare”, affermano Gabriele Baldi e Mariagrazia Baravalle, presidente e direttore della Confagricoltura di Asti. “In un contesto lavorativo come quello agricolo, legato ai cicli della natura e ad un andamento climatico sempre più bizzarro, le istituzioni dovrebbero essere al servizio delle imprese adattandosi alle necessità e alle problematiche del settore. Invece stiamo assistendo al processo completamente inverso”. “Occorre dunque intervenire urgentemente – concludono i vertici dell’Organizzazione agricola astigiana – per sbloccare le pratiche relative al Decreto Flussi 2021. Altrettanto urgente è programmare il prossimo decreto, per il 2022, tenendo in considerazione che le richieste dei datori di lavoro nel 2021, peraltro ancora fermo, sono state più del doppio delle quote messe a disposizione”.

Lavoratori stagionali extracomunitari: proroga permessi di soggiorno al 31 dicembre

Il comma 3-sexies dell’art. 78 del decreto-legge n. 18/2020 (introdotto in sede di conversione dalla legge n. 27/2020) prevede che “la validità dei permessi di soggiorno per lavoro stagionale, rilasciati ai sensi del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in scadenza tra il 23 febbraio e il 31 maggio 2020, è prorogata al 31 dicembre 2020”.
La norma tratta in modo specifico, a integrazione di quanto previsto più in generale dal successivo art. 103, commi 2-quater e 2-quinquies, del D.L. n. 18/2020, la materia dei permessi di soggiorno dei lavoratori già entrati in Italia per motivi di lavoro stagionale nel settore agricolo, prorogandone la validità fino alla fine dell’anno in corso, in accoglimento anche di una nostra specifica proposta.
In verità le due previsioni (art. 78 e art. 103) non sembrano coordinate tra loro ma, in attesa dei necessari chiarimenti da parte delle autorità competenti, non sembra esserci dubbio sul fatto che l’art. 78, comma 3-sexies, anche per la sua collocazione sistematica (l’articolo è rubricato “Misure in favore del settore agricolo e della pesca”), disponga la proroga ex lege fino al 31 dicembre 2020 dei permessi di soggiorno rilasciati a cittadini extracomunitari per motivi di lavoro stagionale in agricoltura in scadenza fra il 23 febbraio e il 31 maggio.

Lavoratori extracomunitari non stagionali: permessi di soggiorno prorogati al 31 agosto

Il comma 2-quater dell’art. 103 del decreto-legge n. 18/2020 (introdotto in sede di conversione dalla legge n. 27/2020) ha esteso la validità dei permessi di soggiorno dei cittadini di Paesi terzi fino al 31 agosto 2020. La proroga riguarda i permessi di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, autonomo, familiare, di studio (comma 2-quinquies).
La norma non indica espressamente se la proroga riguardi i permessi di soggiorno già scaduti e/o quelli in scadenza, generando una grave incertezza interpretativa che necessita di chiarimenti da parte dei Ministeri competenti. Al proposito si ricorda che, nella versione originaria del decreto legge n.18/2020, la proroga dei permessi di soggiorno – pur non essendo disciplinata espressamente – era riconducibile alla previsione di cui all’art. 103, c.2, del decreto-legge n. 18/2020: “Tutti i certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati, in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020, conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020”. Sono altresì prorogati fino al 31 agosto 2020: i termini per la conversione dei permessi di soggiorno da studio a lavoro subordinato e da lavoro stagionale a lavoro subordinato non stagionale; la validità dei nulla osta rilasciati per lavoro stagionale, anche pluriennali; la validità dei nulla osta rilasciati per il ricongiungimento familiare.