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Si è conclusa venerdì ad Asti, la serie di visite da parte del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio presso i luoghi del Piemonte colpiti duramente dal maltempo dell’11 e 12 agosto, con grandine e nubifragi che hanno devastato principalmente il comparto agricolo. Alle ore 15,30 il presidente Cirio si è recato presso la Sala Tovo della Provincia di Asti, accolto dal presidente provinciale Paolo Lanfranco e dove ha incontrato i sindaci e gli amministratori locali che hanno subito i danni maggiori derivanti dalla calamità naturale.
Una serie di visite che vanno in concomitanza con la firma, da parte dello stesso Cirio, della richiesta dello stato di emergenza per l’intero territorio regionale.
Percorso simile, ma completamente distinto riguarda invece la richiesta per lo stato di calamità che permette di ottenere i contributi necessari per risarcire i danni verificatisi su colture agricole non assicurabili. Si tratta di un iter che deve partire dai singoli comuni che provvedono a segnalare i danni subiti dalle aziende agricole all’interno del proprio territorio.
Insieme a Cirio era presente anche Marco Gabusi, assessore regionale a Opere pubbliche, Difesa del suolo e Protezione civile.
Vista la situazione abbiamo deciso di portare da 2 a 2,5 milioni di euro i fondi stanziati a favore dei Comuni per gli interventi urgenti, in particolare su viabilità primaria e secondaria, edifici pubblici e scuole”, ha affermato Cirio.
Siamo vicini ai territori colpiti – ha continuato Cirio – dove fortunatamente non vi sono vittime ma i danni sono numerosi. Un ringraziamento particolare va ai volontari della Protezione Civile e ai Vigili del Fuoco, che si sono immediatamente attivati con mezzi e uomini in soccorso della popolazione”.
E’ necessario che anche Roma faccia la sua parte – ha concluso Cirio – così come la Regione fa la sua, per cui chiediamo al Governo che si ricordi di noi. Tutto è sul tavolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e su quello del Ministero dell’Agricoltura per la dichiarazione dello Stato di emergenza e della calamità naturale”.
Soddisfazione da parte dei sindaci dei comuni astigiani che hanno ringraziato il presidente per l’incontro di venerdì, richiedendo inoltre a gran voce la possibilità di ripristino di strade secondarie: strade rurali che permettono l’accesso alle campagne e alle colture che, come hanno affermato loro stessi “rappresentano nei nostri territori la fonte primaria di reddito”.
All’incontro di venerdì erano presenti anche le organizzazioni agricole di categoria tra cui anche Confagricoltura Asti, rappresentata dal direttore Mariagrazia Baravalle.

 

Alcune immagini dell’incontro tra il presidente Cirio con i sindaci dei comuni astigiani

Inizio del 2018 all’insegna del maltempo: lunedì sera infatti un violento nubifragio si è abbattuto sulla provincia di Asti causando danni a strutture e infrastrutture. Si è trattato di una pioggia torrenziale caratterizzata da forte vento e tuoni fuori stagione che ha creato disagi su tutto il territorio provinciale. La maggior parte degli interventi sono stati registrati nella zona del nord astigiano dove i vigili del fuoco sono intervenuti per mettere in sicurezza alberi e rami pericolanti divelti dalla forza del vento. Numerosi disagi anche nel Sud Astigiano e nella Valle Bormida dove nella notte tra lunedì e martedì sono comparsi anche alcuni chicchi di grandine e si sono verificati diversi allagamenti di strade, fossi pieni, colate di fango da campi e vigneti sia in collina che nei fondovalle, fortunatamente senza gravi danni. Anche in questa zona è stato molto intenso l’impegno da parte di Vigili del Fuoco e Protezione Civile che hanno lavorato tutta la notte ripulendo tutte le strade.
Gianni Bione, imprenditore agricolo di Villa San Secondo associato a Confagricoltura Asti getta però acqua sul fuoco su eventuali allarmismi: “per quanto riguarda il territorio della Valle Versa, una delle zone dove è sceso il maggior quantitativo d’acqua, la violenza del nubifragio ha creato diversi disagi, causando anche qualche grave conseguenza, come lo scoperchiamento dei tetti di alcune cascine sui dorsali delle colline. Per quanto riguarda le colture non siamo in grado, per il momento, di quantificare eventuali danni, anche se riteniamo comunque che siano minimi se non addirittura inesistenti”.
Stessa situazione anche per quanto riguarda la zona del sud astigiano dove nonostante l’arrivo della grandine, la situazione sembra essere sotto controllo e non sono stati rilevati significativi danni. Rimane comunque alto il livello di allerta e la Protezione Civile sta monitorando tutte le zone a rischio in quanto ci sono ancora alcune zone a rischio smottamento.

Il maltempo dell’ultima settimana ha ostacolato la conclusione della trebbiatura dell’orzo, mentre, per quanto riguarda il grano, la raccolta è in pieno svolgimento. “L’annata”, spiegano i tecnici di Confagricoltura Piemonte, “è stata caratterizzata da una prolungata siccità primaverile, che ha influito negativamente sulla produzione di granella; il raccolto sarà perciò quantitativamente inferiore allo scorso anno. La campagna, anticipata di 8-15 giorni rispetto all’anno scorso, a seconda delle zone, ha fatto registrare le condizioni ottimali per lo sviluppo di malattie fungine, che peraltro sono state ben controllate dai cerealicoltori“.
Il raccolto di orzo – sulla base delle rilevazioni dei tecnici di Confagricoltura nelle province del Piemonte – risulta mediamente inferiore di circa il 15-20% rispetto all’anno scorso, con rese che vanno dai 45 ai 55 quintali per ettaro. Il calo di produzione è mediamente più marcato (-20-25% rispetto al 2016) per quanto riguarda il frumento tenero: la resa si aggira dai 50 ai 60 quintali per ettaro. Per entrambi i cereali il peso elettrolitico è buono, così come il tenore in proteine. I primi prezzi in campagna, pur non rappresentando ancora un riferimento attendibile, fanno segnare un leggero miglioramento delle quotazioni, che l’anno scorso furono particolarmente basse. Per Confagricoltura Piemonte “è necessario che tutta la filiera faccia uno sforzo aggregativo“, sostiene il neopresidente Enrico Allasia, “coinvolgendo imprese agricole, molini, pastifici, stoccatori e distribuzione organizzata, per giungere alla definizione di contratti pluriennali di coltivazione che aiuterebbero a superare la volatilità dei mercati, con un sicuro vantaggio per tutti gli operatori”.
In Piemonte (elaborazione Confagricoltura su dati Istat / Regione Piemonte 2016) – l’orzo è coltivato da circa 5.700 imprese agricole, con una superficie complessiva di 17.200 ettari. Il frumento tenero tenero è coltivato da circa 15.500 imprese, con una superficie complessiva di 85.800 ettari. In totale la produzione di orzo e frumento tenero si aggira sui 4.700.000 quintali di cereali, per un valore di circa 720 milioni di euro.
Intanto la scorsa settimana i listini nazionali hanno ripreso a quotare praticamente tutti i prodotti: la campagna di commercializzazione 2017/18 può considerarsi iniziata a tutti gli effetti (grano duro, orzo). In generale – sottolinea il sito www.obiettivocereali.com – i prezzi per la produzione del nuovo raccolto sono più alti rispetto alla chiusura della vecchia campagna, con qualche incertezza riguardo i frumenti teneri. I mercati internazionali sono in recupero, soprattutto negli Stati Uniti.