Confagricoltura e le associazioni rappresentative del mondo venatorio – Associazione nazionale libera caccia, Arcicaccia, Comitato nazionale caccia e natura, Federcaccia, Enalcaccia ed Ente produttori selvaggina – oggi hanno sottoscritto a Roma un ‘protocollo d’intesa’ per avviare iniziative comuni in materia di gestione agricola e faunistica. Si punta a una ‘wildlife economy 2.0’ che crei un indotto reale e realizzabile, con filiere certificate sul territorio, atte a sostenere anche le imprese agricole presenti nelle zone più disagiate.

Occorre – osserva Confagricoltura –  superare la contrapposizione agricoltori/cacciatori che spesso ha caratterizzato i rapporti, anche nel recente passato, per avviare una rinnovata collaborazione con la consapevolezza che il territorio non solo è lo strumento produttivo dalle imprese agricole, ma anche la culla della caccia. Le associazioni venatorie si sono dette consapevoli  della necessità d’intraprendere un’attiva gestione del territorio – habitat della fauna selvatica – che porti a preservare gli spazi aperti, a contrastare l’abbandono delle terre ed a far diventare risorsa agricola la gestione venatoria.

Il cacciatore deve essere non solo fruitore ma anche  attore della salvaguardia del territorio, rispettando le vocazioni e specificità colturali, gli orientamenti scientifici, l’ambiente. Dal suo canto, l’agricoltore può trarre beneficio dalla corretta gestione delle specie che risultano in sovrannumero per la mancanza di una seria governance.

Confagricoltura ricorda che, a livello nazionale, il valore economico-occupazionale che ruota attorno alle attività di gestione faunistica e alla salvaguardia degli habitat, produce un effetto economico di oltre 7 miliardi di euro; è un valore che rappresenta lo 0,44 % del PIL nazionale a cui va aggiunto quello delle eccellenze artigianali del ‘Made in Italy’ ritenute da tutti un riferimento mondiale. Un fattore di primaria importanza da tutelare e da tenere in massimo conto nelle politiche di sviluppo del Paese.

(foto: Agro24.it)

Un folto e numeroso pubblico ha partecipato questa mattina ad Asti alla conferenza stampa dal titolo “Paesaggi della Barbera d’Asti e dei Vini del Monferrato: da patrimonio vitivinicolo a brand”, che ha avuto luogo presso la sala conferenze di Palazzo Mazzetti ad Asti.
Si è trattato di un incontro durante il quale sono stati presentati ufficialmente i dati relativi all’imbottigliamento e alla vendemmia 2017 e sono state illustrate le strategie di mercato per l’anno in corso. Un 2017 che è stato caratterizzato da una buona crescita per quanto concerne la regina incontrastata dei vini astigiani, ovvero la Barbera d’Asti. Più 6,3% è stato l’aumento di bottiglie di Barbera d’Asti prodotte nel 2017, arrivando a quota 21.134.233. Le cantine imbottigliatrici sono state 530, delle quali ben 360 nell’Astigiano. Le vendite hanno raggiunto l’Italia e l’estero, dirette soprattutto verso Regno Unito, paesi scandinavi e Germania (60%). Il 30% è andato in America (con prevalenza di Canada e Stati Uniti), il 9% in Asia, il 5% in Russia.
Quella dello scorso anno è stata una vendemmia scarsa, ma di alta qualità per tutte le 12 denominazioni (10 doc, 2 docg e il Nizza docg in attesa di denominazione). In crescita anche il numero delle doc entrate a far parte del consorzio, ovvero: Grignolino d’Asti, Loazzolo e Terre Alfieri (1.331.240 bottiglie). Dai dati raccolti emerge che nel 2017 sono uscite dalle cantine 2.287.193 bottiglie in più delle 12 denominazioni tutelate (+ 3,6%), a fronte di un calo della produzione complessiva in vendemmia (- 17,2%).
La conferenza di oggi”, ha commentato il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vino del Monferrato, Filippo Mobrici, “è stata un’occasione non solo per parlare della Barbera e dei vini del Monferrato come importante elemento di promozione turistica, ma per divulgare i dati inediti di imbottigliamento del 2017 e per fare il punto della situazione sull’incidenza della produzione di vini del Monferrato”. “Siamo comunque soddisfatti”, ha concluso Mobrici, “dell’andamento della vendemmia e in particolare dei dati di imbottigliamento che registrano un incremento. La Barbera d’Asti è il vino rosso piemontese più esportato al mondo che crea un forte richiamo turistico di città del vino e di territorio da scoprire attraverso i suoi paesaggi vitivinicoli unici”.

 

Alcune foto della conferenza stampa 

 

Mercoledì sera a Berlino, Confagricoltura ha organizzato, in occasione dell’inaugurazione di Fruit Logistica, una tavola rotonda all’Ambasciata d’Italia, durante la quale sono stati affrontati i temi che interessano le aziende ortofrutticole che esportano in Germania. Ai lavori sono intervenuti l’ambasciatore Pietro Benassi e il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Le nostre produzioni sono eccellenti“, ha ricordato Giansanti, “e il mercato tedesco non è saturo. Il nostro valore di produzione che pur supera i 12 miliardi può aumentare. Confagricoltura non intende accontentarsi di mantenere questi spazi e continuerà a valorizzare e sostenere l’innovazione e l’internazionalizzazione delle imprese, perché continuino a crescere”. Alla tavola rotonda, realizzata in collaborazione con Fruitimprese e la Camera di Commercio italiana per la Germania, sono intervenuti: Rolf Stapela, Capo della Divisione Common Market Organization, Food Sector del Ministero dell’agricoltura tedesco; Simon Schlüter, Capo International Relations della Deutscher Bauernverband e. V. (DBV), l’organizzazione degli imprenditori agricoli tedeschi; Marco Salvi, presidente Fruitimprese; Raphael Fellmer, Co-founder and CEO Sirplus, un’azienda tedesca che opera nella vendita on-line di prodotti con scadenza ravvicinata e il presidente della Camera di Commercio Italiana per la Germania, Emanuele Gatti. A Fruit Logistica in questi giorni c’è un’ampia rappresentanza di frutticoltori piemontesi che fanno riferimento alle organizzazioni dei produttori.

Leggi la notizia su “La Stampa” di ieri, giovedì 8 febbraio e osserva la tabella sulle importazioni di frutta fresca in Germania

La Stampa_08-02-2018

 

 

Il Consorzio di difesa Vercelli Due, d’intesa con Confagricoltura Asti, nell’ambito del progetto di informazione sulle nuove procedure assicurative 2018 organizza due incontri allo scopo di diffondere le corrette metodologie di accesso al contributo pubblico.

Gli incontri avranno luogo MERCOLEDì 14 FEBBRAIO AD ASTI presso la sede di CONFAGRICOLTURA (VIA MONTI 15) ALLE ORE 10.30  e presso il COMUNE DI CASTEL BOGLIONE (VIA ROMA 8) ALLE ORE 14.30

Info presso i nostri uffici

L’innovazione è lo strumento fondamentale per combattere gli sprechi alimentari”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, lunedì 5 febbraio, in occasione della Giornata Nazionale per la Prevenzione dello Spreco Alimentare. “Oggi stanno cambiando gli stili di vita anche nell’alimentazione“, ha spiegato Giansanti, “e le imprese agricole devono sempre di più recepire le nuove esigenze dei consumatori, orientati a monodosi, prodotti pronti all’uso e porzionati, che permettono di calibrare le diete e ridurre gli sprechi”.
L’innovazione inoltre contribuisce a ridurre lo spreco nei campi“, ha proseguito il presidente di Confagricoltura, “bioeconomia, agricoltura di precisione, digitalizzazione e agroenergie, infatti, danno un forte contributo in questo senso, ad esempio attraverso il risparmio energetico e un utilizzo attento dell’acqua e della chimica (sempre più ridotto perché avviene in modo mirato)”.
Confagricoltura ha sostenuto fortemente la legge anti spreco 166/2016. Ad essa ora andrebbe unito un provvedimento che favorisca pure la diffusione di nuovi macchinari per la raccolta e la conservazione, che faciliti il riuso dei prodotti agricoli non commercializzabili per altri fini.

 

 

Immagine tratta da: www.viagginews.com