Venerdì pomeriggio la Camera ha convertito in legge il decreto 18/2020 “Cura Italia”, senza modifiche rispetto al testo approvato in Senato. Il decreto ha recuperato una serie di “emendamenti agricoli” approvati in Commissione, con nuove misure di sostegno all’agricoltura.
In particolare per il settore agricolo si prevede:

– la possibilità da parte delle regioni di concedere anche ai lavoratori del comparto agricolo il trattamento di integrazione salariale in deroga (art. 22);
– un’indennità in favore dei lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’INPS (relative agli artigiani, agli esercenti attività commerciali ed ai coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali (art. 28);
– un’indennità in favore degli operai agricoli a tempo determinato che non siano titolari di pensione e che nel 2019 abbiano svolto almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo (art. 30);
– la proroga dal 31 marzo 2020 al 1° giugno 2020 del termine di presentazione delle domande per i trattamenti di disoccupazione agricola (art.32).
Vengono inoltre stabiliti:
– l’istituzione del Fondo per la promozione integrata, dotato di 150 milioni di euro per il 2020, per la realizzazione di una campagna straordinaria di comunicazione per sostenere le esportazioni italiane e l’internazionalizzazione del sistema economico nazionale nel settore agroalimentare (art. 72);
– l’aumento, dal 50 al 70 per cento, per il solo 2020 e a determinate condizioni, della percentuale di contributi PAC di cui può essere richiesto l’anticipo da parte delle imprese agricole (art. 78, co.1, 1-bis e 1-ter);
– la possibilità per le amministrazioni di posticipare al momento del saldo le verifiche relative alla conformità dei provvedimenti di concessione dei contributi alla regolarità contributiva, fiscale, europea, in materia di aiuti di Stato, e di certificazione antimafia, resa non più obbligatoria fino al 31 dicembre 2020, in ragione dell’emergenza sanitaria, ai fini del pagamento dei contributi derivanti dalla PAC. Vengono, poi, apportata due ulteriori modifiche al codice antimafia: la prima prevede che la documentazione antimafia sia acquisita in caso di elargizione di fondi statali per i terreni agricoli solo nel caso in cui l’importo degli stessi fondi sia superiore a 5.000 euro; la seconda stabilisce che la documentazione antimafia non è richiesta per i provvedimenti che erogano aiuti il cui valore complessivo non supera i 150.000 euro (art. 78, commi 1-quater, 1-quinquies e 1-sexies, comma 2- undecies e 3-quinquies);
– l’istituzione di un Fondo di 100 milioni di euro, per il 2020 per la copertura degli interessi su finanziamenti bancari e sui mutui dalle imprese agricole, nonchè per le imprese del settore della pesca e dell’acquacoltura che hanno dovuto sospendere l’attività l’arresto temporaneo dell’attività di pesca (art. 78, co.2);
– Pratiche sleali: in sede di conversione, è stato stabilito che costituisce pratica sleale vietata ai sensi della direttiva 2019/633 la subordinazione di acquisto di prodotti agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura a certificazioni non obbligatorie riferite al COVID-19 né indicate in accordi di fornitura. La disposizione si applica ai contratti di compravendita per i prodotti che si trovano nel territorio nazionale. La pratica oltre che essere vietata è punita con sanzione compresa tra 15miola e 60mila euro. E l’Icqrf l’istituzione incaricata della vigilanza e della irrogazione delle relative sanzioni; esso procede d’ufficio o sulla base di segnalazioni di chiunque potenzialmente interessato.
– l’estensione alle imprese agricole della possibilità di avvalersi degli interventi del Fondo di garanzia (art. 78, comma 2-quinquies);
– l’incremento di di 50 milioni di euro, per l’anno 2020, della dotazione del Fondo distribuzione derrate alimentari agli indigenti (art. 78, co.3);
– la previsione, ai fini dell’adempimento delle misure di sorveglianza sanitaria dei lavoratori agricoli, che la visita medica abbia validità annuale e consenta al lavoratore di prestare la prestazione lavorativa anche presso altre imprese agricole che abbiano gli stessi rischi lavorativi, senza necessità di ulteriori accertamenti medici. E’ reso poi, possibile stipulare apposite convenzioni affinché il medico competente non sia tenuto ad effettuare la visita degli ambienti di lavoro; in tal caso, il giudizio di idoneità produce effetti nei confronti di tutti i datori di lavoro convenzionati (art. 78, commi 2-sexies e 2-decies);
– la possibilità di poter costituire pegno rotativo sui prodotti agricoli e alimentari a indicazione d’origine protetta, inclusi i prodotti vitivinicoli e le bevande spiritose (art. 78, commi 2-duodecies e 2-quaterdecies);
– Proroga versamenti settore florovivaistico: i versamenti e gli adempimenti di cui all’articolo 61, comma 1, del decreto (ossia i versamenti delle ritenute, versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali nonché dei premi per l’assicurazione obbligatoria), sono sospesi per le imprese del settore florovivaistico dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge e fino al 15 luglio 2020.
Per le predette imprese sono sospesi i versamenti da autoliquidazione relativi all’imposta sul valore aggiunto compresi fra il 1° aprile e il 30 giugno 2020.
I versamenti sospesi saranno effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2020, ovvero mediante rateizzazione fino a un massimo di cinque rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di luglio 2020. Non si fa luogo al rimborso di quanto già versato.
– l’incremento di 50 milioni per l’anno 2020 del Fondo distribuzione derrate alimentari agli indigenti (art. 78, comma 3)
– l’incremento dell’indennità a favore del personale dell’ICQRF – Ispettorato centrale della qualità e delle repressioni frodi dei prodotti agroalimentari (art. 78, comma 3-bis);
– l’autorizzazione alle Regioni e Province autonome all’utilizzo del latte, dei prodotti e derivati del latte negli impianti di digestione anaerobica siti nel proprio territorio regionale, derogando, limitatamente al periodo di crisi, alle procedure di autorizzazione previste per l’uso e la trasformazione delle biomasse. Agli imprenditori agricoli è consentito, previa autorizzazione dell’Autorità sanitaria competente, l’utilizzo agronomico delle acque reflue addizionate con siero (art. 78, comma 3-ter);
– la possibilità, nelle more dell’emergenza sanitaria in atto, di rilasciare da parte degli organismi di certificazione dei prodotti biologici e a denominazione protetta i certificati di idoneità senza procedere alle visite in azienda (art. 78, comma 3-quater);
la proroga al 31 dicembre 2020 della validità dei permessi di soggiorno dei lavoratori stagionali agricoli in scadenza tra il 23 febbraio e il 31 maggio 2020 nonché la predisposizione di strumenti di intervento sanitario sugli alloggi e sulle condizioni dei lavoratori agricoli e dei braccianti, di concerto con le Regioni, i Comuni interessati e le autorità sanitarie (art. 78, commi 3-sexies e septies);
– la fissazione del 30 settembre 2020 come termine per la pubblicazione del bando per gli incentivi a favore degli impianti di biogas gestiti, a determinate condizioni, dagli imprenditori agricoli (art. 78, comma 3-octies);
– la riprogrammazione delle risorse previste dal programma operativo nazionale del Fondo europeo per gli affari marittimi e della pesca (art. 78, comma 3-novies);
– la concessione di mutui a tasso zero a favore delle imprese agricole ubicate nei comuni nell’allegato n. 1 al DPCM del 1 marzo 2020, avvalendosi di una disponibilità finanziaria di 10 milioni di euro per il 2020 (art. 78, commi 4-bis, 4-ter, 4-quater e 4-quinquies);
– la rinegoziazione dei mutui e degli altri finanziamenti in essere al 1 marzo 2020, richiesti dalle imprese agricole per soddisfare le esigenze di conduzione e/o miglioramento delle strutture produttive (art. 78, comma 4-sexies)
– la possibilità di inviare in via telematica la copia per immagine della delega agli intermediari abilitati ai fini della presentazione delle dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate, all’INPS, alle Amministrazioni pubbliche locali, alle Università e agli altri Enti erogatori convenzionati con gli intermediari abilitati (art. 78, comma 4-septies);
– l’applicazione della sospensione prevista dall’articolo 103 anche ai certificati di abilitazione alla vendita, di abilitazione e dell’attività di consulente e all’acquisto e utilizzo di prodotti fitosanitari (art. 78, comma 4-octies)
– l’estensione delle agevolazioni del Fondo rotativo per il sostegno delle imprese e gli investimenti in ricerca agli investimenti realizzati dalle imprese della filiera avicola nel limite di 100 milioni di euro per l’anno 2020 (art. 78, comma 4-novies);
– l’estensione, con specifico riguardo alle attività agricole, del grado di parentela – dal quarto al sesto grado – entro il quale la prestazione saltuaria svolta dai parenti ed affini può non essere configurata rapporto di lavoro autonomo o subordinato (art. 105).

Da lunedì 4 maggio le prime riaperture: ripartiranno, tra gli altri, le imprese di costruzioni, le industrie manifatturiere, estrattiva, automobilistica, tessile e del vetro. Via libera anche alla fabbricazione dei mobili e al commercio all’ingrosso funzionale.
I datori di lavoro privati potranno continuare ad applicare il lavoro agile a ogni rapporto subordinato, sempre tramite la procedura semplificata ed in assenza di accordi individuali. Si raccomanda, anche per la Pubblica Amministrazione, di promuovere la fruizione di periodi di congedo ordinario e ferie. Per le attività professionali, inoltre, si raccomanda sempre il ricorso allo smart working ove possibile e l’assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio. Nei casi in cui non si possa rispettare la distanza di un metro, il Decreto stabilisce “l’adozione di strumenti di protezione individuale”.
Per quanto riguarda la mobilità delle persone, si potrà tornare a muoversi da un Comune all’altro entro la stessa Regione per motivi di lavoro, salute o “necessità e urgenza”. Tra le autorizzazioni previste dal Decreto, anche “gli spostamenti per incontrare congiunti, purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie”.

DPCM_26 Aprile 2020

Sintesi provvedimenti DPCM 26 aprile 2020

 

 

Con l’approvazione definitiva del Decreto “Cura Italia” alla Camera dei Deputati, il testo viene convertito in legge e, con esso, la norma che estende alle imprese agricole la possibilità di avvalersi in maniera diretta degli interventi del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, comprendendo ovviamente i benefici previsti dalle ultime disposizioni normative. L’obiettivo è quello di permettere un rapido e consistente afflusso di liquidità alle imprese del settore primario che diviene ancor più cruciale in questo momento drammatico per l’economia italiana, bloccata dalle misure di contrasto alla diffusione del Covid-19. L’intera filiera agroalimentare sta continuando ad operare ma il mondo agricolo va sostenuto attraverso strumenti in grado di iniettare finanziamenti in modo immediato.
Sarà, pertanto, presto attivo un ulteriore canale per l’accesso al credito delle imprese agricole, oltre quello previsto da Ismea”, dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate. “Si tratta di un risultato importante che ho fortemente voluto e che risponde alle esigenze e alle richieste del mondo agricolo, soprattutto in questo periodo d’emergenza sanitaria. Fino ad oggi, infatti, l’agricoltura poteva accedere solo attraverso i Confidi agricoli che, però, di fatto non esistono a livello nazionale e, quelli esistenti, riescono a far erogare finanziamenti in poche province per importi di entità modestissima“. “Come già verificatosi per l’agroalimentare, con 1 miliardo di euro concesso nel solo 2019, il Fondo di Garanzia – prosegue L’Abbate – sarebbe in grado di concedere agevolmente erogazioni di prestiti di liquidità, ripianamento passività e investimenti in grado di sostenere e rilanciare il settore agricolo, anche in previsione della cosiddetta Fase 2. Risulterà determinante, infatti, mettere gli istituti finanziari nelle condizioni di poter sostenere in maniera agile e immediata anche il comparto agricolo. Un risultato raggiungibile con l’accesso diretto al Fondo di Garanzia, su cui convergono anche le stesse banche con cui mi sono confrontato. Questo settore dell’economia nazionale – conclude il Sottosegretario L’Abbate – ancor di più in questa fase di emergenza, si sta rivelando strategico per l’interesse del Paese e l’economia nazionale e va sostenuto nel modo adeguato”.

Attendiamo a tutto ciò un riscontro pratico

 

Esprimiamo apprezzamento per l’intervento messo in atto oggi da Ismea, particolarmente utile per sostenere il settore primario impegnato ad affrontare l’emergenza coronavirus”.
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, commenta positivamente la decisione di Ismea di rilanciare la cambiale agraria e della pesca, con uno stanziamento di 30 milioni di euro che consentirà di erogare prestiti alle imprese agricole di importo fino a 30.000 euro a tasso zero, con una durata di cinque anni, di cui i primi due anni di preammortamento.
La cambiale agraria – chiarisce Confagricoltura – è uno strumento di finanziamento agile che viene utilizzato dalle imprese per sostenere le spese di gestione ordinaria e per le anticipazioni colturali necessarie per lo svolgimento dell’attività agricola.
Il nuovo intervento, che l’istituto mette in campo a pochi giorni dall’attivazione delle garanzie al 100% a favore dell’impresa agricole per i prestiti fino a 25.000 euro previsti dal cosiddetto Decreto Liquidità, si caratterizza per una procedura snella, in grado di assicurare l’erogazione del prestito con una tempistica molto veloce.
Le imprese in questo momento hanno bisogno di interventi immediati – sottolinea Giansanti – per far sì che venga assicurata la prosecuzione delle attività agricole, fondamentali anche per sostenere l’occupazione e il reddito dei lavoratori”.

La pandemia ha spazzato via gli orientamenti e le discussioni svolte fino a qualche settimana fa sul futuro dell’agricoltura. L’Europa ha ora più che mai bisogno di un piano strategico di rilancio del sistema agroalimentare”. E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, alla luce dell’esito della riunione del Consiglio Europeo che si è tenuta ieri. I capi di Stato e di governo hanno affidato, tra l’altro, alla Commissione il mandato di presentare una nuova proposta sul quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027.
La proposta attualmente sul tavolo – ricorda Giansanti – è stata licenziata nel maggio 2018 e prevede un taglio del 12% a prezzi costanti dei fondi destinati all’agricoltura, con penalizzazioni a carico delle imprese che producono per il mercato e più integrate con l’industria di trasformazione. Quella proposta fa riferimento ad uno scenario che è profondamente cambiato. L’emergenza sanitaria ha dimostrato che la produzione agroalimentare è un bene pubblico da tutelare e valorizzare”.
La politica agricola comune (PAC) non può più essere un sistema di regole per redistribuzione tra gli Stati membri delle risorse finanziarie dell’Unione. Deve diventare uno strumento per rafforzare la sovranità alimentare”, puntualizza il presidente Giansanti. “Dobbiamo chiederci se è sempre conveniente andare ad acquistare prodotti agroalimentari nei Paesi terzi e trasportarli per migliaia di chilometri per renderli disponibili ai consumatori negli Stati membri”.
Il presidente di Confagricoltura spiega che non è una questione di protezionismo: “I mercati debbono assolutamente restare aperti al commercio. Allo stesso tempo, però, dobbiamo realizzare tutte le potenzialità produttive di beni essenziali, rafforzando il sistema agroalimentare in Italia e nella UE. Un obiettivo che non è in contraddizione con il Patto Verde per l’Europa lanciato dalla Commissione”.
Se ci affidiamo alla ricerca, se puntiamo sulle innovazioni tecnologiche, sulle competenze e sulle capacità imprenditoriali, l’aumento della produzione può garantire la sostenibilità ambientale ed una maggiore protezione delle risorse naturali. A questo riguardo – conclude il presidente di Confagricoltural’Unione Europea può diventare un modello di riferimento su scala mondiale”.