Pieno apprezzamento è stato espresso dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, alla proposta del Consorzio Italiano Biogas (CIB) “Farming for Future”, per la conversione agroecologica dell’agricoltura italiana stimolata dalla diffusione del biogas agricolo, in accordo con gli obiettivi del Green Deal e delle relative strategie di settore, Farm to Fork e Biodiversità.
Un progetto – ha detto Giansanti nel corso dell’evento di presentazione – nato nelle campagne, dagli agricoltori per gli agricoltori, che sottolinea il ruolo che essi hanno avuto nel raggiungimento degli obiettivi 2020 e quello che avranno ancora nel processo di avvicinamento a quelli posti dall’Agenda 2030”.
Giansanti ha ricordato come negli ultimi dieci anni lo sviluppo delle bioenergie abbia portato, nella maggior parte delle imprese agricole, a un rilancio di attività che rischiavano di non avere futuro, come la zootecnia, ma abbia anche portato benefici ai territori, viste le ricadute economiche sull’industria e sulle aziende agromeccaniche.
Il settore primario è consapevole del ruolo centrale che assume l’impresa agricola sana, vitale e produttiva, nella mitigazione del cambiamento climatico attraverso le proprie produzioni, le proprie superfici e i propri residui, ed è altrettanto consapevole del costo dell’adattamento al cambiamento climatico, che renderà sempre meno disponibili risorse naturali fondamentali quali l’acqua e il suolo, in uno scenario di incremento della temperatura che comporterà una maggiore aridità dei terreni, cambi colturali importanti a livello territoriale, attacchi di patogeni sempre più diffusi, fenomeni meteorologici sempre più estremi. Le risposte da parte di un’agricoltura e silvicoltura competitive, allora, non potranno che prevedere soluzioni innovative e smart. Questo significa certamente agricoltura di precisione, ma anche intensificazione sostenibile delle produzioni, biotecnologie, produzione di energia rinnovabile (biogas, biomasse, fotovoltaico), fertilizzanti organici prodotti in ambito agricolo (digestato).
La decarbonizzazione dell’economia al 2050 impone non solo una forte transizione energetica nel prossimo decennio, ma anche un’attenzione crescente alle pratiche in grado di fissare e stoccare CO2.
Le aziende agricole e forestali – ha rimarcato il presidente di Confagricolturapossono avere un ruolo strategico nella decarbonizzazione del settore energetico attraverso la produzione rinnovabile di energia termica, elettrica e biocarburanti, ma anche favorendo un incremento della capacità di assorbimento della CO2 nei suoli agricoli e nelle foreste attraverso l’ulteriore sviluppo di filiere agroenergetiche basate sull’uso di biomasse agricole e forestali, partecipando così al processo di crescita della bioeconomia e dell’economia circolare e portando nuove opportunità di reddito nelle aree interne del Paese dove la disponibilità di biomasse è ampia, ma scarsamente valorizzata”.
Per questo occorre accompagnare le aziende agricole in un’ulteriore fase di sviluppo, che tenga conto della tipologia degli impianti a biogas in esercizio, dell’ampio potenziale di produzione di biogas da matrici agricole, delle opportunità di mantenere l’attuale livello di produzione elettrica da biogas, nonché di supportare la crescita del biometano da destinare ai trasporti e alla rete del gas naturale. Ugualmente importante sarà sviluppare ulteriormente il fotovoltaico in agricoltura, che può rappresentare un elemento di crescita economica e ambientale molto importante non solo per il settore agricolo, ma anche per l’industria, per i territori e le comunità locali. La copertura fotovoltaica degli edifici rurali, con particolare riferimento a quelli strumentali all’attività agricola, è il primo punto su cui lavorare per favorire una più ampia diffusione degli impianti in ambito agricolo.

La Gazzetta Ufficiale di ieri 28 ottobre pubblica il Decreto Legge 28 ottobre 2020 n. 137 recante ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19, comunemente detto “Decreto Ristori”.
Il provvedimento stanzia risorse immediate a fondo perduto per le attività e i lavoratori interessati dalle misure del Dpcm del 25 ottobre. Complessivamente sono stati stanziati 5,4 miliardi di euro, di cui 100 milioni destinati al settore agricolo e all’Horeca.
L’articolo 7 del decreto prevede che con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, venga definita la platea dei beneficiari e i criteri per usufruire dei benefici. All’attuazione della misura provvede l’Agenzia delle Entrate.
L’articolo 16 del decreto riconosce l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, per la quota a carico dei datori di lavoro per la mensilità relativa a novembre 2020. L’esonero è riconosciuto nei limiti della contribuzione dovuta al netto di altre agevolazioni o riduzioni delle aliquote di finanziamento della previdenza obbligatoria, previsti dalla normativa vigente e spettanti nel periodo di riferimento dell’esonero. Il medesimo esonero è riconosciuto agli imprenditori agricoli professionali, ai coltivatori diretti, ai mezzadri e ai coloni con riferimento alla contribuzione dovuta per il mese di novembre 2020. Resta ferma per l’esonero l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. L’esonero è riconosciuto sui versamenti che i datori di lavoro potenziali destinatari del beneficio devono effettuare entro il 16 dicembre 2020 per il periodo retributivo del mese di novembre 2020.
Per i contribuenti iscritti alla Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni l’esonero è riconosciuto sul versamento della rata in scadenza il 16 novembre 2020 nella misura pari ad un dodicesimo della contribuzione dovuta per l’anno 2020, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL. Per i datori di lavoro per i quali la contribuzione dovuta per il periodo retributivo del mese di novembre 2020, ricadente nel quarto trimestre 2020, è determinata sulla base della dichiarazione di manodopera agricola occupata del mese di novembre da trasmettere entro il mese di dicembre 2020, l’esonero è riconosciuto sui versamenti in scadenza al 16 giugno 2021.
Di seguito il link al decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale

 

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Apprezziamo l’impegno della ministra Bellanova nell’individuare misure a sostegno del settore agricolo, nonché della ristorazione, che con l’entrata in vigore dell’ultimo DPCM sono in forte crisi. Domenica abbiamo immediatamente chiesto al Governo un intervento per un segmento prioritario per l’economia nazionale”.
Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, alla notizia odierna della definizione di un pacchetto di misure di ristoro per gli operatori delle filiere maggiormente colpite dal DPCM. La sospensione delle attività inciderà per circa 2,7 miliardi di euro di minori consumi.
L’agricoltura – precisa Giansanti – pagherà un conto salato per le mancate vendite alla ristorazione. A soffrire sono diversi settori, in particolare quello vitivinicolo, che non si è ancora ripreso dal lockdown di primavera, ma con esso anche i comparti del pesce, dell’olio, della carne e dell’ortofrutta, compresa la IV gamma”.
Molti di questi prodotti, cosiddetti ‘premium’, sono fortemente rappresentativi del migliore Made in Italy agroalimentare e non sono presenti nella grande distribuzione, pertanto gli agricoltori non hanno la possibilità di allocare la merce in questo mese di chiusure anticipate di bar e ristoranti.
Il 30% del fatturato di vino, pasta, prodotti da forno, carni suine e avicole deriva dalle vendite al canale Ho.Re.Ca., precisa Confagricoltura. Si sale al 40% per la carne bovina e al 70% per i derivati dell’uovo.
Gli imprenditori agricoli – prosegue Giansanti – sono anche preoccupati per le conseguenze di questo stop sul fronte dell’esposizione finanziaria. Ci aspettiamo che le promesse del Governo abbiano un seguito efficace e veloce, anche perché speriamo che questo sia l’ultimo sforzo chiesto alle imprese”.
Lo ribadiamo con forza: dobbiamo andare oltre l’emergenza, con un piano per la ripresa – conclude il presidente di Confagricolturacapace di garantire un futuro al tessuto economico e sociale del Paese”.

 

Questo mini lockdown ha imposto un brusco stop all’agriturismo e il ‘DL Ristori’ non basterà, purtroppo, nemmeno ad attenuare i pesanti problemi economici. Servono interventi strutturali”. Lo ha detto Augusto Congionti, presidente di Agriturist, l’Associazione che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura, facendo una valutazione della passata stagione e delle prospettive del settore.
Sono state colpite dallo stop forzato le fattorie didattiche, la vendita diretta dei prodotti e la ristorazione. Sono anche crollate le vendite nel canale Ho.Re.Ca, tutti gli eventi e le cerimonie. L’estate, seppur con presenze minori del 2019, aveva fatto ben sperare. “Siamo rimasti quasi fermi fino a metà luglio. Agosto ha riscattato la nostra formula unica di vacanza e settembre ha confermato questa tendenza, ma la paura – spiega il presidente di Agrituristcombinata con le attuali restrizioni, mettono in forse anche Natale e Capodanno”.
Sono le forti incertezze a preoccupare, in generale, gli imprenditori agricoli. “E queste si amplificano – sottolinea Congionti – per le aziende agrituristiche. Abbiamo molto investito per ottemperare alle normative sanitarie contando che proprio la caratteristica delle nostre strutture, con gli ampi spazi che offrono un distanziamento naturale, ci permettesse di chiudere la stagione salvando in qualche modo i bilanci aziendali”.
Occorre – conclude il presidente di Agriturist – indirizzare le risorse non spese del bonus vacanza verso operatori turistici e agrituristici, attivare casse integrazioni rapide per i nostri dipendenti, intervenire sulle tasse e sull’interesse dei mutui richiesto anche durante la sospensione. Soprattutto vogliamo guardare al futuro e chiediamo programmare insieme, con campagne promozionali ad hoc, il dopo pandemia per la ripresa dell’attività”. Dei 24.000 agriturismi italiani, quelli senza ristorazione sono convenzionati con strutture rurali vicine, circa 10.000 offrono pasti e quasi 12.000 propongono attività ricreative, culturali e didattiche.

L’esonero straordinario dei contributi previdenziali previsto per le aziende agricole a seguito dell’emergenza Covid-19, va urgentemente allargato anche al settore ortofrutticolo e della IV gamma. Lo ribadisce Confagricoltura evidenziando le ripercussioni che già si registrano per il comparto a causa delle nuove misure restrittive adottate in Italia e nei vari Paesi europei, che hanno comportato limitazioni operative del canale Ho.re.Ca. e riduzione dell’export.
Manca ancora – mette in evidenza Confagricolturail decreto attuativo del DDL cosiddetto ‘Agosto’, che ha destinato 20 milioni per la promozione di investimenti e consumi, che dovranno dare sollievo anche al settore dell’ortofrutta e della IV gamma“. Le vendite delle verdure di IV gamma, in particolare – a seguito delle nuove misure anti-Covid – hanno subito immediatamente una contrazione dal 25 al 35%. Il comparto, che vale oltre un miliardo di euro, aveva già scontato pesantemente gli effetti del lockdown.
Permane un quadro di estrema incertezza negli operatori. L’intero settore denuncia perdite di fatturato per oltre 70 milioni di euro e gli imprenditori sono preoccupati per il futuro. I costi di produzione e di gestione degli impianti – conclude Confagricolturasono cresciuti per l’adozione delle misure di contenimento che hanno portato ad una sostanziale compressione dei margini operativi, mettendo sempre più rischio la stabilità economica e finanziaria delle imprese”.
La IV gamma autunnale e invernale Made in Italy si produce nella Piana del Sele, in Lombardia e nel Veneto. La crisi, che si auspicava temporanea, continua ad interessare tutta la filiera del “fresh cut”, dalla produzione primaria al consumatore, con una flessione importante dei consumi e quindi del fatturato e della redditività degli operatori.